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Da cinque anni Garçon è presente con periodiche pubblicazioni. Da segnalare anche il primo numero del supplemento "Ragazzo", la voce degli stranieri.
“Mi
chiamo Martino e sono di Catania. Sono entrato a Casal del Marmo e ho fatto qui
5 mesi (…) Sono stato al carcere minorile di Bicocca e sono stato altri 5 mesi
dopo di che mi hanno trasferito all’I.P.M. di Acireale per motivi disciplinari e
pure ad Acireale ho sbroccato e dopo un mese mi hanno trasferito a Caltanissetta:
qui ho capito che le carceri siciliane sono troppo bastarde e così ho deciso di
tornare a Roma dove ero stato e a confronto di giù è un paradiso”.
Il minorile di Casal del Marmo di cui parla Martino non sarà proprio un paradiso, ma il giornale che fanno i ragazzi che ci vivono è pieno di vitalità. Fortunatamente, il carcere a questi ragazzi non riesce a togliere la fantasia, la voglia di raccontarsi, il linguaggio poco conformista (vedi in proposito il verbo “sbroccare”). Garçon
è fatto da una redazione composta dai ragazzi e dai volontari esterni. Di
questi ultimi segnaliamo in particolare Germana,
che colpisce per la sensibilità dei suoi articoli. Il
giornale ha tante rubriche, interviste, spazi liberi, dove i ragazzi si
raccontano senza reticenze, affrontando temi di attualità con una spiccata
autoironia, che rende la lettura scorrevole e piacevole, sino alla fine!, dove
troviamo la vignetta umoristica che da sola vale un editoriale.
I
ragazzi spaziano in ogni campo con spontaneità e partecipazione attiva,
interagendo tra loro e rendendo particolarmente vivo l’interesse
giornalistico.
Degli
esempi?, Martino ci parla “delle
ragazze d’oggi”; Natale “il
siculo” è più profondo, e si avventura in discorsi filosofici, su “cosa
sia il tempo...”. Licia, una
ragazza della sezione femminile, scrive un simpaticissimo articolo sul Viagra,
con una attenta riflessione che non cade mai nel banale.
La
Direttrice scrive una favola (Cipollino) con la collaborazione di Antonio, pubblicata anche in inglese.
“La
disoccupazione oggi in Italia è un problema non molto facile da risolvere e
specialmente per i giovani. Infatti
sono molti i giovani laureati senza lavoro e per lavorare si adeguano a tutto.
Lavori che non c’entrano niente con il loro titolo di studio. Io penso che in
Italia c'è una marea di italiani disoccupati. Poi ci si mettono pure gli
immigrati che da qualche tempo sbarcano in Italia pensando di trovare
l’America ma qua c'è la fame come là. Ora ho sentito che in Italia hanno
fatto una legge che li vuole fare rimanere qui ma io gli direi (non per fare il
razzista) ma perché non fanno loro capire che qua non c'è niente e che si
sistemassero nel loro paese anche se con il nostro aiuto. Penso anche che gli
immigrati trovano da lavorare perché sono poco pagati e vengono sfruttati. I
giovani italiani vogliono lavorare ma la situazione economica è critica e molte
fabbriche, industrie, chiudono. Lo Stato promette
sempre il lavoro ma non arriva mai e così si forma la delinquenza”
by
Martino Per
concludere, volete un parere sul problema della disoccupazione e
sull’immigrazione?, leggete allora l’articolo, ancora una volta di Martino. A noi della Redazione di Ristretti Orizzonti piacerebbe anche parlare con lui e con altri
ragazzi dei problemi degli immigrati: con noi ce ne sono tanti di ragazzi
stranieri, che ci hanno raccontato com’era la loro vita nei loro paesi e perché
se ne sono andati: è per questo che non ce la sentiamo di invitarli
semplicemente a restare nel loro paese, ma pensiamo che anche loro debbano avere
un’opportunità
Infine la presentazione da parte della redazione di "Garçon" del supplemento "Ragazzo", che è senz’altro un eccezionale documento di sensibilità e integrazione. Ecco l'annuncio della redazione di Garçon
"Garçon"
e "Ragazzo", il
giornalino redatto dai giovani detenuti di Casal Del Marmo, è giunto al
ventiduesimo numero, e il supplemento alla sua prima uscita. I
nostri redattori sono di nazionalità diversa ed è per questo che i titoli del
giornalino e del supplemento sono stati scelti in francese e italiano.
Anche
vivendo una condizione detentiva, in cui i rapporti con l'esterno sono ridotti,
e possibile infatti dare una voce a un'immagine alla realtà multiculturale del
nostro tempo.
Quando
si è "dentro" non esistono barriere tra razze e culture; anzi,
l'esperienza condivisa unisce perfino coloro che fuori non avrebbero voluto
incontrarsi.
Gli
amori sbocciano ciechi tra italiani e Rom, senza che si faccia caso alle
differenze di cultura e tradizioni.
Verrebbe
da pensare che "dentro" la mentalità diventa più aperta e libera che
fuori.
Il
supplemento "Ragazzo"
accoglie scritti di giovani polacchi, albanesi, nomadi (la popolazione straniera
all'interno dell'istituto).
In
futuro contiamo di inglobare "Ragazzo" in "Garçon",
affinché il dialogo e il confronto tra le culture e le razze diverse dalla
nostra possa arricchire anche queste pagine semplici.
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