Freedom

 

Freedom

La voce dei ragazzi dell’I.P.M. “Casal del Marmo” di Roma

Numero di giugno 2008

 

Sommario

Editoriale

Di tutto e di tutti al Casale  

Il matrimonio tra zingari

L'amore

Perché in carcere?

Sono nato a...

La mia vita

Il mio amore

Ho sognato...

I miei perché

Nun se fa' gnente pe' gnente

Mi piace viaggiare

I miei perché

E' una persona speciale

La mia giornata

Perché sono in carcere

Sono venuto in Italia

Il mondo come lo vorrei

Parliamo di legge

La liberazione anticipata

Il bullismo

A munnezza

I tatuaggi

Come vedo le donne di oggi

Io e la televisione

Vedere Napoli e poi morire

Come se magna a Roma

Sto riflettendo

Il tradimento

Il tradimento 2

Cosa ne pensi?

Le mie intenzioni

Vi parlo un poco della mia vita

Osservazioni

Confessioni

Televisione, che passione!

Pensieri

Tormenti

Strani pensieri

Considerazioni

Piccolo commercio

Le ragazze zingare si raccontano

Zekia

Valentina

Si comincia giocando e poi...

Domande

Una favola, soltanto una favola, molto lontana dalla mia vita di romni

Com'è la mia vita

Intervista con una giovane romni' detenuta

Domande

E' questa una storia vera

Da Rebibbia femminile e dalla Comunità

Articolo

La comunità

Come ero prima

La tossicodipendenza

Tossicodipendenza

Io la penso così

Il tempo

Proverbi

Della famiglia

Se avessi un telefonino manderei messaggi a...

Come pensa Sara. Le sue domande e le sue risposte

Editoriale

 

Dopo la pubblicazione dell’ultimo numero di Freedom la redazione si è posta molti interrogativi sulla libertà di parola ed ha sentito il bisogno di confrontarsi con chi porta avanti il mestiere di giornalista tutti i giorni con professionalità e passione. La giornalista del quotidiano “Libero”, Nicoletta Orlandi Posti, ha risposto al nostro appello scrivendo cosa s’intenda per libertà di stampa ed espressione alla quale ogni individuo ha diritto e cosa sia per lei descrivere gli eventi e raccontare i fatti come realmente accadono. Entusiasti delle parole inviateci da Nicoletta, l’abbiamo invitata nella nostra redazione all’interno dell’I.P.M. per poterle rivolgere ulteriori domande. Appena Nicoletta è arrivata in redazione, accompagnata dalla direttrice, i ragazzi, curiosi di conoscere a fondo il mestiere di giornalista le hanno chiesto di cosa si occupa in particolare.

Nicoletta: All’interno della redazione di Libero mi occupo principalmente di politica, spesso infatti mi trovo al Campidoglio per poter intervistare i vari ministri e politici di turno e per ricevere le notizie sui decreti che vengono attuati o meno. La mia gavetta è stata dura – dice – ho lavorato gratis per dieci anni, durante gli studi, ed è stata la passione per questo mestiere che mi ha sempre spinta ad andare avanti con tenacia. Sono tre anni che ho un contratto presso la redazione di Libero qui a Roma e il mio sogno è quello di fare delle inchieste, come quelle del programma televisivo “Report”. Scrivere è per me una passione ed una necessità perché per me la scrittura è libertà, ritengo che qualsiasi forma di espressione sia libertà. Spesso dopo aver lavorato tutto il giorno, fino a tardi, fino a mezzanotte, dopo aver scritto per lavoro, la notte mi trovo a scrivere per me, quello che penso io.

Redattori: È un bellissimo lavoro, interessante. Ma noi siamo curiosi di sapere come si lavora nella redazione di un giornale di diffusione nazionale come Libero. Cosa fa in particolare chi deve scrivere un articolo? Com’è la giornata di un giornalista? E come si ottengono le informazioni?

N.: Nelle redazioni si lavora fino a tardi, spesso fino a tarda notte. Ci sono quotidiani che mandano in stampa le notizie alle 4 del mattino. Noi di Libero chiudiamo a mezzanotte. Durante il giorno si ricevono le informazioni di fatti ed eventi sia dagli inviati della redazione, sia da parte di cittadini che sono stati testimoni di avvenimenti o che hanno riscontrato cose che non funzionano nei luoghi da loro frequentati (scuole, uffici…). Ogni giornalista si occupa di una storia o di un caso particolare e per prima cosa si preoccupa di controllare le fonti da cui ha ottenuto le notizie. Verifica la veridicità delle informazioni e inizia la stesura del pezzo.

R.: Spesso i giornalisti esagerano nel raccontare i fatti. Ingrandiscono le cose o riportano cose non vere, come è successo ad uno di noi, protagonista di un incidente che sui giornali è stato descritto in maniera distorta.

N.: In questi casi si ha il diritto di chiedere una rettifica al giornale che ha pubblicato l’articolo.

R.: Com’è composta la vostra redazione e quali sono i compiti di ciascuno?

N.: Nella redazione di Libero abbiamo un direttore che si occupa dell’editoriale. Nell’ufficio della direzione ci sono i caporedattori, i caposervizi, i giornalisti e gli esterni. Gli esterni generalmente hanno tempo fino alle sette della sera per raccogliere le notizie e informarsi sui vari avvenimenti, ma già a mezzogiorno viene fatta una riunione per impostare il giornale, scegliere i temi da trattare e stabilire quali articoli meritano di essere messi nelle prime pagine. Gli esterni inviano il materiale raccolto ai giornalisti che si preoccupano di scrivere gli articoli. Scrivere un pezzo significa assumersi la responsabilità di descrivere quello che succede raccontando la verità. Il caposervizio rilegge il pezzo e può consigliare delle correzioni, ma non può di sua iniziativa intervenire sulle cose scritte da un’altra persona a meno che non si tolga la firma del giornalista. Generalmente le bozze vengono corrette insieme dal capo servizio e il giornalista, se ciò non fosse possibile si deve comunque informare chi ha scritto l’articolo delle modifiche effettuate così che se non fosse d’accordo può decidere di non far pubblicare il pezzo o può chiedere che venga tolta la sua firma.

R.: È la prima volta che entri in un carcere? Che impressione ti fa il carcere? Come ti sembra? E noi come ti sembriamo?

N.: Sì, è la prima volta che entro in un carcere, una strana emozione! Ma ad essere sincera non me lo aspettavo così, non sembra un luogo duro, c’è molto spazio, c’è molto verde, pensavo che avrei trovato un ambiente più simile a quello che si vede nei film.

R.: Prova a stare qua sapendo di non poter uscire, ogni giorno uguale all’altro, ogni giorno le stesse cose… per noi che siamo costretti a stare qua non ci sembra poi così bello questo posto. Anche se ci sono paesi dove i carceri sono ben peggiori di questo. La galera è dura da sopportare. (sommario)

 

 

Di tutto e di tutti al Casale

 

Il matrimonio tra zingari

 

Lo sposo?

Lo sposo deve stare un po’ di tempo con la ragazza e poi se le piace deve parlare con i suoi genitori.

La famiglia dello sposo?

Va a chiedere la mano della ragazza per mettersi d’accordo…

La sposa?

La ragazza deve dire ai suoi genitori se si vuole sposarsi con questo ragazzo!

La famiglia della sposa?

La famiglia della ragazza può dire di si oppure di no. Tutto dipende dal comportamento del ragazzo.

Chi sceglie? I giovani o i genitori?

Alcune volte sceglie la famiglia, ma alcune volte scelgono anche i giovani. In questi ultimi anni di più scelgono i giovani che si amano.

È vero che la ragazza scelta deve essere pagata? Come? Quanto costa?

È vero, la ragazza deve essere pagata perché questa è la nostra tradizione e costa più o meno dai 50.000 euro ai 70 o 80.000.

Il costo a che cosa è legato?

Il costo è legato al fatto che la ragazza sappia rubare bene, se è bella, se ha rispetto ma soprattutto se sa fare la domestica.

Come ci si sposa?

Noi ci sposiamo come se fosse un gioco cioè ci divertiamo, balliamo, mangiamo, stiamo tutti insieme.

Dove ci si sposa?

Ci si sposa in un hotel. Noi non ci sposiamo in chiesa ma prima a casa, poi si festeggia in un ristorante. Chiamiamo i nostri cantanti, star ad esempio Ceca, Fazlija, Zlata, Petronic. Vabbè, tanto voi non li conoscete.

Chi paga per festeggiare le nozze?

Le nozze le pagano i genitori dello sposo.

Descrivi il banchetto di nozze.

Il nostro banchetto è fatto molto bene perché noi facciamo tanta spesa, prepariamo le pecore e le portiamo al ristorante, poi le sarme, le docme che sono dei piatti zingari. Tutto quello che preparano al ristorante lo mettono sui tavoli. Noi dobbiamo prenotare prima delle nozze il ristorante.

Quante tempo durano i festeggiamenti?

Da noi i festeggiamenti durano 2-3 giorni.

Ci sono i regali per gli sposi?

È naturale che ci devono essere i regali! Se no, che matrimonio sarebbe? (sommario)

   

L’amore

 

Marco è la mia vita, lui è la mia gioia e il mio dolore. Io rido quando ride lui e piango quando mi fa del male con le sue parole. Io darei ogni secondo della mia vita per dimostrargli quanto lo amo ma invece ho perso le speranze. Se un giorno lui potrà dirmi “ti amo”! Ora mi ha lasciata qui in carcere senza una lettera e quando provo a chiamarlo non risponde al telefono e non mi viene a trovare a colloquio e io mi sento così sola! E pensare che io lo penso ogni secondo ma a lui non interessa se sto qui in carcere e soffro come un cane, se ne frega. Ho dimenticato come è il suo viso, vorrei tanto vederlo e posso scommettere che a lui non manco per niente. Allora non capisco perché sta ancora con me se non mi ama. Ah… l’amore (sommario)

Veronica I

 

 

Perché in carcere?

 

Sono venuto al Casale perché ho fatto lo stronzo. Questa è la prima volta. Io ho accoltellato una persona perché ha detto parolacce contro mia madre. Io non lo conoscevo perché da poco era con me in casa famiglia. Un giorno eravamo da soli fuori e io ne ho approfittato per chiedergli perché trattava male mia madre se non la conosceva. Lui, più anziano di me, per tutta risposta mi ha dato uno schiaffo. Io sono ritornato in casa famiglia, sono entrato in cucina e ho preso un lungo coltello, poi sono riuscito. Non avevo cattive intenzioni, volevo mettergli soltanto paura. Intanto si erano avvicinati altri ragazzi suoi compaesani, ed io, preso dalla paura, l’ho colpito ma non volevo. I ragazzi hanno gridato e sono venuti gli educatori. Mi hanno preso ed è stata chiamata la polizia che mi ha portato al c.p.a. dove sono rimasto 5 giorni e poi sono stato accompagnato al Casale. Sto aspettando ancora la causa. Il ferito è stato riportato in comunità ed io aspetto la condanna per qualcosa che non volevo fare anche se ero stato colpito nell’onore. Mia madre per me è sacra. (sommario)

Denis

 

 

Sono nato a…

 

Sono nato a Scutari che si trova in Albania il 27.12.1990. La mia famiglia è composta da me, mio padre, mia madre, mio fratello e due sorelle. La mia città è un posto che si trova sul mare, è popolata da tante persone e ci sono pochi spazi verdi. L’abitazione più antica del mio paese si chiama Kavoj ed è un antico castello disabitato. La città si trova al nord dell’ Albania. Sono venuto in Italia il 27.05.1999 per seguire i miei genitori che stavano cercando lavoro. Nel frattempo io andavo a scuola e facevo dello sport cioè il calcio. Ho smesso di giocare a calcio perché ho deciso di giocare a pallavolo con la squadra della mia scuola. Poiché nessuno della mia famiglia lavorava siamo venuti in Italia con la speranza di una vita migliore. Sono un ragazzo socievole che ama la compagnia. Mi piace andare a divertirmi nelle discoteche. Sono molto attivo e dinamico.

Ho frequentato la scuola alberghiera perché inizialmente mi piaceva. Ad un certo punto della mia vita ho deciso di fare il ladro perché vedevo gli amici che lo facevano e per questo avevano molti soldi in tasca. A scuola ero abbastanza bravo e la materia che preferivo era educazione fisica. Io conosco Roma come le mie tasche e poi Milano, Rimini, Grosseto, Bologna, Firenze. Sono in carcere perché ho rubato alla stazione Termini un portafoglio ma c’erano dei poliziotti in borghese che mi hanno visto rubare e mi hanno arrestato. È la seconda volta che mi arrestano e sempre per lo stesso reato. Ancora non ho fatto il processo e sono molto preoccupato. Secondo me la giustizia italiana è migliore a confronto di quella albanese. Perché quella albanese è più severa, più punitiva. Secondo me il carcere è utile perché ti fa capire tante cose tra cui quella di fare attenzione a non farti arrestare. (sommario)

Anton

 

 

La mia vita

 

Oggi, non so perché, ho desiderio di parlarvi di me, della mia vita da quando sono nata al mio ingresso in carcere. Non so se ci riuscirò ma voglio farlo perché così mi conoscerete meglio. Io sono nata a Roma ed ho 16 anni. Quando ero piccola andavo a scuola e mi piaceva tanto, adesso ho cominciato ad andare a rubare e mi piace perché quando prendo tanti soldi e quando vado a casa sono felice. lo amo il mio ragazzo che si chiama Kenan. Lui mi piace da morire, io lo amo e ci siamo sposati da poco e lui mi ama, è innamorato molto ed è pure geloso degli altri ragazzi. Ora sono incinta da 2 mesi e sono molto contenta e sono incinta di lui. Siamo molto contenti io, lui e i suoi genitori. Sono molto contenti pure i miei. Questo bambino lo chiamerò Negad come suo fratello. Vi dico di me. Con Kenan ci conosciamo da 10 anni e stiamo insieme da 5 anni. Mio padre non voleva che stessi con lui e io ho detto “papi, io lo amo non mi devi dire niente per lui” e dopo io ho detto al mio futuro marito “dobbiamo scappare” e quando siamo scappati ho dormito con lui e abbiamo fatto all’amore. È da quando ho 13 anni che non sono più vergine e infine ci siamo sposati. Kenan, ti amo da morire, ti do tanti baci su quelle labbra che mi hanno fatto innamorare. (sommario)

Tina

 

 

Il mio amore

 

Vengo dalla Bosnia e ho 16 anni. L’amore è bello anche se è un po’ litigarello. Mi sono innamorata di un ragazzo molto simpatico, bruno con gli occhi marroni. Mi ha fatto innamorare per le sue labbra e il carattere e per il suo fisico che è muscoloso. Tutto questo mi ha fatto innamorare tantissimo e anche lui si mostrava molto innamorato di me fino a che non ci siamo sposati e abbiamo fatto un bellissimo matrimonio. Siamo andati in luna di miele allo Sheraton e ci siamo divertiti tanto per due giorni. Dopo siamo andati ad abitare in un container che ci aveva procurato mio suocero, una casetta veramente graziosa. La vita a due è stata ed è ancora meravigliosa. Sono molto felice anche se, purtroppo per vivere mi tocca ancora andare a “lavorare”. Per la verità vorrei stare a casa, avere dei bambini, crescerli sani, felici e lontani dal carcere.(sommario)

Tina

 

 

Ho sognato

 

Quello che desideravo da tempo: cosa? Qualcuno o qualcuna che ti interessava: di chi si trattava? Una scena che ti ha svegliato improvvisamente: cosa era successo? Una situazione imbarazzante per te: quale? Me che volavo su in alto nel cielo fino a che… cosa è successo? Me nelle vesti di un giudice in un’aula di un tribunale: come ti comportavi? Da 8 mesi desidero uscire fuori ma non posso perché devo scontare una pena. A me interessa una ragazza che vive in Romania, si chiama Andrea, ha 17 anni e studia. Mi interessa perché le voglio tanto bene. Ho sognato una grande fossa piena di serpenti ed io all’improvviso vi sono caduto dentro. Questo sogno mi ha fatto saltare giù dal letto spaventatissimo. Quando sono andato a teatro mi sono sentito imbarazzato perché non sapevo come comportarmi ma alla fine ho imparato e mi sono anche divertito. Ho sognato di volare in cielo come un angelo, fino a che non mi sono trovato con la faccia a terra. Ho sognato di essere un giudice che si comportava giustamente, rispettava la legge per il bene del popolo. Io però non voglio sognare di essere un giudice. (sommario)

Lucian

 

 

I miei perché

 

Perché sono così? Come? Io sono una persona aperta, mi piace stare in mezzo alla gente, mi piace divertirmi. Quando non ero in carcere e non ero impegnato a fare furti di vario tipo stavo con i miei amici ed andavo in discoteca dove facevo amicizia con le ragazze che mi avvicinavano ballando e parlando con loro. Mi diverte conoscere gente nuova e soprattutto ragazze carine anche se poi, alla fine, preferisco stare con i miei amici.

Perché sono ancora qui? Vi chiederete: “Perché sei ancora qui?” la mia pena è di un anno per una rapina aggravata con furto di un auto e oltraggio a pubblico ufficiale. Sono qui da 9 mesi e tra un mese e mezzo esco. Qui mi sto comportando bene e cerco di rispettare le regole, così spero di riuscire a rispettarle anche fuori.

Perché cerco sempre di farmi del male? Io non mi faccio del male anche se essere in carcere vuol dire che in realtà qualcosa di cattivo per me stesso l’ho fatto.

Cosa vuoi dalla vita ? Ora che sono in carcere so che la cosa più importante che voglio dalla vita è che non voglio più perdere la libertà.

Cosa è che non va nella tua vita? In questo momento l’unica cosa che non va nella mia vita è che sto qui in carcere. Mi sento privo di poter scegliere liberamente quello che voglio fare, e non c’è niente di più brutto.

Perché ti senti così vuoto di idee, di pensieri e di progetti? Stare per mesi dentro delle mura e dietro le sbarre non mi invoglia a fare progetti. (sommario)

Lucian

 

 

Nun se fa’ gnente pe’ gnente!

 

Questa frase in napoletano significa che nessuno fa qualcosa senza ricavarne un vantaggio personale. Se pensiamo ad una persona qualunque, questa va a lavorare per avere uno stipendio e ci tiene ad uno stipendio buono!!! Se è in ufficio egli vengono chiesti gli straordinari li farà sì, ma solo per fare una buona impressione. Si faie l’ellemosina a nu puveriello, nun ‘o faie pe’ cuscienza, ma pe’ fatte vedè d’a gente. (sommario)

Alessandro

 

 

Mi piace viaggiare

 

Nella mia vita non ho mai viaggiato perché non ho mai pensato di intraprendere un viaggio. Oggi che sono in un istituti per minori ho un irrefrenabile desiderio di viaggiare. Io desidero visitare in particolar modo la Thailandia perché ho sentito parlare bene di questo Continente. Come primo viaggio vorrei ritornare ad Amsterdam perché è stato il primo viaggio regalato dai miei genitori. Se avessi il passaporto andrei a visitare Londra per le varie opportunità che offre in tutti i campi: culturale, tecnologico, eccetera. Un paese che mi incuriosisce molto è il Giappone per le loro varie creazioni, per visitare i grattacieli, che a quanto dicono, sono i più alti del mondo. Mi piacerebbe visitare Ibiza per le varie discoteche tra cui c’è la discoteca più famosa del mondo (Poschà) e per le sue bellezze marittime. (sommario)

Stefano

 

 

I miei perché

 

Perché sono così? Come? Sono allegro, mi piace fare amicizia, sono affettuoso, mi piace parlare con persone intelligenti, mi piace lavorare e fino adesso ho fatto il barista anche se vorrei fare altri lavori. Mi piaceva studiare e ho frequentato la scuola per otto anni. Mi piace la musica hip-hop-regeton, mi piace nuotare. Il pericolo mi piace ma dipende dal tipo. Mi piacerebbe volare e mi piacerebbe farmi una famiglia mia. Perché sono ancora qui? Io sono ancora qui in carcere perché sono stato condannato a 6 mesi per rapina. Perché cerco sempre di farmi del male? È la prima volta che entro in un carcere e non so neanche io perché. C’è stato un momento in cui ho perduto il controllo di me stesso, cosa che mi succede molto raramente.

Cosa vuoi dalla vita? lo vorrei una vita ricca di buoni propositi, di impegni lavorativi e di divertimenti. Perché ti senti così vuoto di pensieri e di progetti per il futuro? Fin da quando ero bambino nella mia mente facevo mille progetti: volevo diventare una persona importante, volevo avere un mucchio di quattrini, volevo essere a capo di uno stato per fare del bene alla gente che ne aveva bisogno, volevo avere una grande casa, una bellissima donna, un aereo privato e una imbarcazione da crociera, ma purtroppo oggi mi trovo solo un pugno di mosche in mano.

Perché non riesco a provare dei veri sentimenti? Non riesco ad essere buono, a ragionare con il cervello e non con i piedi. Volevo essere giusto e non ho vissuto che nell’ingiustizia, volevo essere onesto ma sono caduto nella disonestà, avevo mille speranze che il vento mi ha portato via, volevo tanto forza ma mi ritrovo peggio di un coniglio, volevo mostrarmi coraggioso ma la paura per me fa novanta, volevo avere e dare fiducia ma me la sono giocata ai dadi. Per tutti questi motivi sono così come mi vedete con sulle spalle un carico di perché. (sommario)

Petre

 

 

Pro motor

 

Oggi parliamo di una macchina molto bella soprattutto molto sicura, confortevole e spaziosa. Ha 5 porte ed è la macchina Porsche Cayenne 260 cavalli, 160 cilindri, 4x4 e un design di alta tecnologia. Ha un colore nero molto lucido. È una macchina per città e montagna. A partire dal 1° marzo la troverete a soli sessantamila euro. Auguri.(sommario)

Petre

 

 

È una persona speciale

 

La storia di una persona che sta in mezzo a noi da più di 50 anni. Oggi è il secondo giorno che vengo in redazione dove ho conosciuto una persona che da una vita è stata con i minorenni detenuti.

Ho sentito che si chiama Freda e ora la voglio intervistare.

D. : da quanto tempo sei in “carcere”?

R. : sono in carcere da 51 anni.

D.: perché hai scelto questa vita?

R. : perché fin da quando ero ragazza mi è sempre piaciuto stare in mezzo ai giovani di strada, alle persone che avevano una vita difficile anche perché poveri e senza casa, senza lavoro e i loro bambini erano costretti a chiedere la carità o ad andare a rubare.

D. : dove sei stata per la prima volta?

R. : sono stata nell’istituto di Eboli in Campania con detenuti minorenni che vestivano una divisa grigia, avevano i capelli rasati, mangiavano in piatti di latta e dormivano in letti di fieno,

D. : non ti sei spaventata?

R. : appena li ho visti quando sono entrata in istituto mi hanno subito emozionata e anche loro mi guardavano con curiosità, ma siamo subito diventati amici e con loro sono stata bene.

D. : quando sei venuta a Roma?

R. : sono venuta nel 1959 e ora mi trovo qui in mezzo a ragazzi e ragazze stranieri ed italiani. Voglio loro molto bene e sono felice di far fare loro una cosa molto importante come il giornalino.

Durante questi anni ho incontrato tantissimi ragazzi, ho superato anche tre rivolte, ho conosciuti nomadi, nordafricani, cinesi, romeni, albanesi e soprattutto gli italiani, romani delle varie periferie.

D. : ma non ti sei ancora stancata?

R. : no, e non mi stancherò mai perché amo molto i giovani che mi fanno sentire giovane. (sommario)

Franco

 

 

La mia giornata

 

Io parlo della mia giornata. Allora mi fa troppo male la testa, poi ho anche la febbre, poi sto un po’ giù di morale, non mi va di vedere nessuno. Questa giornata voglio stare solo tranquillo, questa giornata voglio stare solo con una donna che mi fa stare bene!!! Capisci a me!!! Ok per oggi è tutto. W la libertà! La galera è tanta ma a noi non ci fa paura. (sommario)

Anonimo

 

 

Perché sono in carcere

 

Perché io ho fatto degli sbagli. È la prima volta che entro in carcere ma è la seconda volta che mi arrestano. La prima volta non ero imputabile e la seconda volta mi hanno portato a Roma. Il reato per il quale sono stato arrestato per spaccio e ricettazione. Il reato l’ho commesso a Napoli (Secondigliano) e con degli amici e loro sono scappati. Mi hanno arrestato i carabinieri che erano in quattro dopo avermi fermato e avermi accusato del reato commesso. È una lunga storia! Dopo che mi hanno arrestato mi hanno portato ai Colli Amine. Sono passati 4 giorni, ho fatto il Gip e poi mi hanno portato in carcere. È una storia lunga. Devo fare ancora il processo che farò martedì 18.03.2008. Sono preoccupato per come andrà l’udienza. non so quale sarà il risultato ma so solo che, comunque vada questa, per me sarà la prima ed ultima volta. (sommario)

Marco

 

 

Sono venuto in Italia

 

Io sono venuto in Italia per diversi motivi e per curiosità e per avere un altro futuro. Vedendo che tutti i miei amici partivano per l’Italia mi sono incuriosito e mi sono chiesto cosa li attraesse. Non sapevo cosa ci fosse di così interessante in Italia e sono venuto a vedere di persona. Sono circa 6 anni che vivo in Italia ma non sono soddisfatto della mia scelta perché adesso mi trovo qua a Casal del Marmo privato della mia libertà. La mia vita è orientata ad ammazzare 5 o 6 carabinieri. Sono venuto da solo in Italia e la prima volta che sono venuto ero in macchina con 5 persone. Prima di entrare qua a Casal del Marmo mi sono divertito un sacco facendo 3-4 rapine al giorno.(sommario)

Petre

 

 

Il mondo come lo vorrei io

 

Io il mondo lo vorrei con tante cose belle anche se le cose belle ci sono ma ce ne sono poche. Vorrei che il mondo cambiasse, ad esempio: senza più criminalità, senza più gente presuntuosa, prepotente, senza la politica perché per me la politica è la prima mafia, non mi fido dei politici perché la maggior parte pensano solo alle loro cose e non curano gli interessi cittadini, e quindi nel mondo che vorrei non dovrebbero esserci politici ma solo cittadini che si autogovernano. Vorrei che non ci fosse la morte per dei motivi futili perché io credo che non sia giusto togliere la vita a persone buone ma solo a persone come quelli che fanno violenza sui bambini. Vorrei che il mondo fosse più giusto e meno violento, che ci fosse meno egoismo, che le persone si interessassero del prossimo, aiutassero chi ne ha bisogno, ci fosse più rispetto per le persone anziane, ci fossero un po’ più di soldi perché oggi la vita delle famiglie italiane è diventata molto difficile, gli stipendi non bastano più e manca il lavoro, si guadagna poco e tutti sono molto preoccupati per far coincidere il giorno con la notte. lo vorrei che chi ci governa facesse attenzione a questi problemi e cercasse il modo per risolverli al più presto(sommario)

Giuseppe

 

 

Parliamo di legge

 

La liberazione anticipata

 

La liberazione anticipata consiste in uno sconto di pena a condizione che il detenuto tenga un comportamento corretto. Ogni sei mesi di condanna definitiva trascorsi in carcere vengono scalati 45 giorni. Pertanto in un anno di pena è possibile ottenere 3 mesi da scontare al totale della pena. Se un ragazzo non tiene una buona condotta non ha il diritto allo scalamento dei giorni da trascorrere all’interno del carcere. Non ottenere un rapporto per cattivo comportamento in carcere è sinonimo di “comportarsi bene”. Comportandosi bene un ragazzo può ottenere dei vantaggi mentre se prende un rapporto per cattivo comportamento non ottiene ne la liberazione anticipata, ne il permesso premio. L’atmosfera del carcere è un’atmosfera rigida dove le persone sono sottoposte a regole pertanto bisogna seguire tali regole. In questo ambiente si respira un’aria pesante che talvolta è difficile da sopportare. Non abbiamo la libertà di fare ciò che vogliamo e può capitare che a tali restrizioni reagiamo in maniera impulsiva e sconsiderata.

Da quando mi trovo a Casal del Marmo per tre volte mi sono lasciata prendere dall’istinto. Quest’estate ho reagito male quando mi hanno accusato di avere le pinzette e la lametta, mentre poche settimane fa, ho reagito male alle provocazioni di un ragazzo. Ogni volta le conseguenze sono state negative, anche se avevo ragione, mi è stato sospeso il permesso di uscire per Natale e non otterrò lo sconto di pena. Ho contato quanti giorni mi mancano prima di uscire. Resterò qua ancora 4 anni e 3 mesi perché finora ho scontato 1 anno e 2 mesi a Casal del Marmo e 6 mesi in comunità, naturalmente contando lo scalo dei 45 giorni ogni sei mesi che otterrò se mi comporterò bene.(sommario)

La redazione

 

 

Il bullismo

 

Quando leggo sul giornale notizie che raccontano episodi di bullismo non mi meraviglio per la giovane età dei protagonisti perché al mio paese, la Romania, ci sono bambini di soli 5 anni che sanno usare il coltello e sono violenti con gli altri. Spesso questi comportamenti dipendono dagli esempi che tali bambini hanno in famiglia. Sono i genitori i primi ad avere comportamenti violenti e prepotenti. La prepotenza dipende dalla volontà di imporre la propria forza e volontà agli altri.

Personalmente non mi piace subire una prepotenza e se solo qualcuno si azzarda a farmi una violenza, io mi difendo e reagisco di conseguenza. Infatti non ce la farei a subire in silenzio. lo non ho mai avuto comportamenti da bullo, non ho mai fatto delle prepotenze ad altri. Se io fossi il giudice che deve assegnare la pena a questi “bulli” non sarei indulgente perché hanno un comportamento sbagliato che va punito. Secondo me chi si comporta da bullo non è una persona più importante o più forte perché sono convinto che siamo tutti uguali. (sommario)

Lucian

 

 

A munnezza

 

Il mio ricordo di Napoli è un ricordo diverso da come l’ho vista quando sono uscito in permesso. Sono rimasto veramente stupito dall’immondizia accatastata vicino ai cassonetti della spazzatura. Però c’è una cosa molto importante di Napoli da dire ad esempio, nel centro storico, sul Corso Garibaldi ai Quartieri Spagnoli, a Secondigliano non c’è immondizia forse perché sono posti importanti di Napoli dove l’immondizia non può starci. Se ne accatasta tanta e dopo non si può neanche camminare. I quartieri Spagnoli sono la maggior parte tutti vicoli stretti e lunghi e dopo se c’è l’immondizia veramente non si possono aprire neanche i portoni delle proprio abitazioni. Quando sono uscito in permesso sono stato a Casoria, a Nola e in diverse posti c’era la gente che si ribellava come a Pianura dove c’è la discarica e gli abitanti non vogliono che si apra perché la puzza si può sopportare. Riguardo all’immondizia se questa si brucia c’è il rischio di prendere malattie perché il fumo e tutto il gas che sprigiona l’immondizia provoca la “diossina” che porta alla morte. Si devono quindi prendere urgenti e seri provvedimenti per la mia città perché al solo pensiero di saperla in pericolo ho il cuore in lacrime.

Secondo me la soluzione per non avere più immondizia a Napoli sarebbe quella di fare la raccolta differenziata e magari riuscire a stare più puliti in una città bella ma rovinata dalla puzza dell’immondizia. Per me la soluzione più efficace sarebbe aprire più discariche verso la provincia di Napoli ad esempio a Nola, a Casoria, a Marano eccetera e a fare solo così si potrebbe risolvere il problema immondizia. È una cosa essenziale anche per molti bambini che per la puzza non possono andare a scuola ma anche i propri familiari non vogliono che vadano a scuola per il rischio di far prendere qualche malattia ai figli e questa è una cosa grave. Io vorrei che i politici e lo Stato prendessero seri provvedimenti per questa città in particolar modo per i bambini che si ammalano per colpa della diossina. Riuscire a risolvere questo problema renderebbe la vita più facile per i cittadini ed eviterebbe rivolte. Perciò tutti si devono sentire responsabili e muoversi per fare qualcosa. (sommario)

Giuseppe

 

 

I tatuaggi

 

I tatuaggi secondo me sono belli perché hanno un significato particolare per chi se li fa. A me piacciono molto quelli piccoli perché sono molto belli, semplici, delicati e decorano il corpo di una persona. A me non piacciono quelli a strappo, grandi perché sono aggressivi. Tra i tanti disegni per esempio, il dragone non mi piace, mentre mi piace l’aquila. Anche a me piacerebbe farmi il tatuaggio dell’aquila perché mi sembra un animale importante così come la tigre perché mi piacciono i colori della sua pelle.(sommario)

Franco

 

 

Come vedo le donne di oggi

 

La donna che descrivo è mia madre. Mia madre è una persona che si preoccupa tanto, mi ripete in continuazione di andare a scuola e di andare a lavorare, di non combinare guai e di stare attento. Mia madre mi chiede di essere aiutata nelle faccende di casa, mi chiede di aiutarla a guardare le mie sorelle, mi ha sempre consigliato di continuare a giocare a calcio. Infatti giocavo nella Primavera del Napoli, il mio ruolo era di difensore, mi allenavo per 3 volte a settimana, il lunedì, mercoledì ed il giovedì, mi piaceva tanto e vorrei tanto andare a giocare un’altra volta. Il modo di vivere di mia madre rispetto alla gioventù non posso descriverlo perché non ne sono a conoscenza. Per quanto riguarda il rapporto familiare è sempre stato discreto, ha confidenza con gli altri familiari come se fossero amici, vanno a cena fuori d’ estate, vanno al mare con tutta la famiglia. Per quanto riguarda il lavoro da giovane non lavorava, mentre ora aiuta mio padre nel magazzino con la mansione di cassiera. Non ha una divisa, lavora tutti i giorni tranne il giovedì pomeriggio e la domenica.

Per quanto riguarda il rapporto con gli uomini ha sempre avuto un buon rapporto sia con i suoi amici che con gli amici di mio padre. A volte escono tutti insieme a prendere un caffè, giocano a carte e a tombola. Mia madre è molto indipendente rispetto al sesso maschile, in particolare rispetto a mio padre. Anche se non fosse sposata con mio padre riuscirebbe a lavorare, a badare ai suoi 5 figli. Sì, lei riesce a conciliare sia il ruolo di madre che quello di lavoratrice, ha particolari attenzione per le mie due sorelle più piccole, Martina che ha quasi 5 anni e Fabiana che ne ha quasi 2. Per questa faccenda mia madre ha l’ausilio delle altre due mie sorelle, Elena che ha quasi 16 anni e Morena che ha quasi 11 anni. Io penso che la donna debba avere la possibilità di scegliere lei stessa il suo modo di essere, perché è in grado di farlo. Secondo me avere una personalità forte non dipende dalla persona. In base alla mia esperienza mi è capitato di conoscere più donne dal carattere forte, determinato e capace di essere anche molto cattive. Io conosco molto più donne all’antica che passano gran parte del tempo a casa, che hanno un loro ruolo nella famiglia. (sommario)

Tommy

 

 

Io e la televisione

 

Io sto spesso davanti al televisore specialmente quando sono chiuso in cella. Il mio canale preferito è Italia I perché trasmettono tantissimi film di azione, di fantascienza e anche divertenti. Alcune volte seguo pure il telegiornale per conoscere cosa succede fuori, nel mondo. Altre volte seguo i giochi a quiz ma spesso i film perché mi interessano molto. Il sabato e la domenica passo la giornata davanti al televisore perché non c’è nessuno e non c’è niente da fare. Fra tutti i personaggi preferisco Leonardo di Caprio perché è bello e bravo, mentre non mi piace Raul Bova quando fa il carabiniere perché io non sopporto le divise. Secondo me in televisione ci sono programmi per i grandi e per piccoli e poi c’è il vantaggio che puoi scegliere, basta premere il pulsante e via!!! (sommario)

Franco

 

 

Vedere Napoli e poi morire

 

Sono di Napoli e più precisamente di Secondigliano, un quartiere molto conosciuto come la parte chiamata Scampia dove si può morire per un sospetto, per un’amicizia o una parola, si uccidono le famiglie degli affiliati e la forza consiste nel terrore. Ma Napoli è un’altra cosa e io ve la voglio far conoscere, la gente, il vero napoletano, che porta allegria, che canta, che mantiene i rapporti, che sa fregarti e t’incanta, gli occhi e i capelli neri, il suonatore di mandolino, che balla la tarantella, che inventa la pizza, che mangia i maccheroni, l’amico del dolce far niente. Scendiamo verso. Capodichino e prendiamo la via per Poggioreale con il Camposanto monumentale e per restare in argomento con il carcere Giudiziario fino a piazza Garibaldi con il serraglio dove al tempo di Ferdinando Sanfelice ci stavano i ragazzi di strada, l’ex Caserma di Cavalleria e, di fronte, il Mercato del pesce. Nel centro storico c’è il quartiere che chiamano Spaccanapoli e volete sapere perché? Adesso ve lo dico. Guardando la città dall’alto della Certosa e dal Castello S. Elmo essa sembrava divisa in due parti uguali. Tra Piazza S. Domenico e Via Duomo alla fine di Via S. Biagio dei Librai, troviamo il Monte di Pietà, un palazzo austero dove chi ha debiti impegna un po’ alla volta le povere cose che gli hanno lasciato in eredità. Per rispetto ai giudici vi debbo accompagnare alla via dei Tribunali che finisce di fronte al Castello Capuano, già Palazzo di Giustizia, fino a Porta Capuana, la principale porta di Napoli. Per rispetto e devozione dobbiamo, nel Duomo, trovare un inginocchiatoio dinanzi all’altare per pregare il sangue di San Gennaro molto miracoloso che si scioglie due volte l’anno per la gioia dei napoletani.

Partendo dalla Stazione Centrale, prendiamo il Corso, Umberto primo, detto altrimenti Rettifilo con le tre piazze che sono il centro di Napoli: Piazza del Municipio, Piazza Trieste e Piazza del Plebiscito con il vecchio Palazzo Angioino, il Castello Nuovo che unisce le tre piazze. Si è fatto tardi: vogliamo mangiare qualcosa? Per fare onore alla compagnia dobbiamo salire a Mezzocannone per assaggiare la vera pizza con sopra il pomodoro e a piacere, la pizza Margherita con l’aggiunta della mozzarella, delizia del palato e con vista del pizzaiolo che nel mentre avvolge la pasta, la fa saltare molte volte per aria senza farla cadere. Torniamo indietro più che sazi e ci troviamo al Municipio, alla Prefettura, agli Uffici della Regione, alle banche, alla Stazione Marittima, al Teatro S. Carlo, al Palazzo reale, a Castello dell’Ovo sopra il mare con accanto il ristorante di vecchia data: Dalla zia Teresa. Alla piazza Municipio converge il traffico delle litoranee, via Caracciolo, il molo Beverello dove attraccano le navi della flotta Lauro, i traghetti per Capri, Ischia, Sorrento. Salendo su per la collina di San Martino potete osservare i popolari Quartieri Spagnoli che sono il cuore della napolitanità (la cordialità, le buone maniere, l’arte di arrangiarsi, i fili dei panni stesi, la vita di chi vive per le strade, i bassi locali per le botteghe, ma in cui abitano ancora nel vicolo della Sanità e i vicoli sono, specie d’estate, il salotto della gente che vive nel basso, dei bambini mezzi nudi che fuggendo attraverso i vicoli, danno voce, dei ragazzi sui motorini senza il casco per spirito di contraddizione alla legge. Centro di particolari mercati (pignasecca, S.Anna di Palazzo, Forcella) sono il modo di vivere della popolazione napoletana ogni ora del giorno e della notte. Siamo tornati a Piazza Plebiscito per andare verso Piedigrotta, Mergellina e Posillipo.

Da qui partono tre strade. Dalla prima andiamo verso la collina di Pizzofalcone, la seconda gira intorno alla collina verso il lungomare, la terza passa per Via Chiaia fino alla Marina dove c’è la villa Comunale. Per continuare il nostro tour (così adesso si dice in italiano) prendiamo i mezzi che vanno a Posillipo passando per Piedigrotta, Fuorigrotta con la Mostra d’Oltremare fino a Mergellina. Proprio a Posillipo noi possiamo spaziare lo sguardo dal Vesuvio all’isola di Nisida a Bagnoli, ad Agnano. “Quale spettacolo, amici miei!!! Vi sentite stanchi?. No?”. Allora vi accompagno al quartiere di Pizzofalcone che sta sul rudere del cratere del Monte Echia, distrutto dal mare. Vi devo anche dire che la punta su cui posa il Castello S. Elmo, la Certosa di S. Martino e il Castello dell’Ovo divide la vecchia Napoli da Chiaia la parte più moderna. Da Capo Posillipo, attraverso la Via Marechiaro scendiamo in mezzo a ville e Vigne, a Marechiaro (prima Marepiano e poi Marechiaro) che nell’epoca passata era un piccolo villaggio di pescatori a picco sul mare. Scendiamo una scaletta e troviamo il mare, di fronte c’è il Vesuvio e più in basso la “finestrella” nominata nella Canzone di Salvatore Di Giacomo. Ora sediamoci perché prima di lasciarvi è doveroso che io vi parli un po’ della tradizione di questa città. Cominciamo dalla canzone napoletana, fatta con il cuore e il sentimento, dalla festa di Piedigrotta, dai cantastorie, dai pazzarielli, a Pulcinella, della credenza nella iettatura e nel malocchio. Pure oggi tra le persone di vario ceto c’è l’usanza del corno, del gobbetto e nei quartieri più popolari non è raro incontrare chi per poche lire e con un turibolo mezzo scassato ti affumica con il fumo dell’incenso per allontanare il malocchio.

A Napoli ed in Campania sono famose le mozzarelle, le paste, la pizza, la frisella bagnata nell’acqua e condita con il pomodoro, il basilico e l’olio. Tra i piatti di mare: le zuppe di pesce, polipi veraci e calamari affogati, l’impepata di cozze, la frittura di pesce, i vermicelli con le vongole, le frittelle di alghe e buon appetito! Tra i dolci: la pastiera, le zeppole, le sfogliatelle, i babà e la pizza dolce caprese. Per chiudere questo tour con la tradizione è d’obbligo giocare al lotto, una realtà fatta di numeri, di sogni: la cabala che in un solo momento ti può fare ricco o povero, ma pure questo è Napoli.  (sommario)

Giuseppe

 

 

Come se magna a Roma

 

Abbacchio ar forno co’ patate.

Devi da stecca’ un paio de chili d’abbacchio co’ aglio e ramerino. ‘O devi da legà e drento ‘na teglia ‘o devi posà doppo che l’hai coperto de strutto e condito cor sale e pepe. Mettece d’intorno ‘e patate taijate a spicchi e infilelo ner forno pe’ circa ‘n’ora. Me raccommanno er tenipo de cottura! Poi ‘o devi da taijà e pezzi normali gliè devi mette d’attorno e patate. Servilo cardo, nun e sbaja...

 

Rigatoni a la Sangiovannara

Si ciai ‘na tavola ‘mportante pe’ comincià li rigatoni fatti così devi da servì. Drento ‘na grossa pentola de coccio sciogli ‘na dose abbondante de burro, aggiungece ‘a panna liquida, er rosso de ‘n’ovo e erparmigiano. Pija li rigatoni cotti ar dente e versali nel tegame, falli coce a foco lento e mescola fmo acchè er composto d’ovo s’è ben cotto. Pe’ magnarli cardi porta a tavola er tegame. Me raccommanno, nun t’abbrucià. (sommario)

Er cocco de sua maestà

 

 

Sto riflettendo

 

Secondo me è vero che il pentimento deriva dal timore del castigo ma a me piace rischiare nonostante le conseguenze. Infatti l’unico motivo che mi blocca nel compiere un reato è il timore delle conseguenze. A me piace molto mentire perché mentendo faccio bene il mio lavoro, mentre dicendo la verità non potrei ricavarne niente. Ho nostalgia del passato perché pensandoci non rifarei quello che ho fatto. Se potessi tornare indietro starei più attento a quello che faccio. Secondo me la paura di morire ci toglie la voglia di vivere perché ho visto che la vita è solo una e pensando alla fine che un essere umano fa, divento triste e non riesco a vivere la vita per come va vissuta. Secondo me la miglior vendetta è il perdono perché è vero che qualsiasi uomo può sbagliare ma nella vita bisogna dare sempre una seconda possibilità. (sommario)

Petre

 

 

Il tradimento

 

Per me tradire vuoi dire far del male ad una persona che non lo merita perché magari conosci da tempo e ti è stato sempre amico. Mi è successo parecchie volte di essere tradito e da parte degli amici e da parte delle ragazze che in fatto di tradimento sono veramente brave e non capiscono che quando si fa del male al proprio ragazzo è difficile trovarne un altro. Io sono stato tradito dalla mia ragazza con cui avevo avuto un rapporto di breve tempo. Io pensavo che lei mi amasse ma invece lei andava con un altro. Ci sono rimasto male! Io penso che anche tra due sposi esiste il tradimento e da parte della donna e da parte dell’uomo e questo tradimento porta spesso alla separazione.

Io ho pochi amici che scelgo con molta attenzione perché sono sicuro che soffrirei molto se uno di loro si comportasse senza sincerità e senza onestà. Penso che in politica esiste il tradimento perché ogni politico vuole avere più potere dell’altro. Quando uno stato è in guerra contro un altro può succedere che o nell’uno o nell’ altro può esserci qualcuno che tradisce cioè riferisce al nemico i segreti di guerra. Anche nella fede c’è stato chi ha tradito. Giuda ha tradito Cristo che è stato per colpa sua crocifisso e anche noi cristiani a volte tradiamo i nostri fratelli cristiani. Chi tradisce è un vigliacco, un uomo disonesto, non è serio e non è degno di vivere con gli altri uomini. Secondo me chi tradisce è una persona che vuole raggiungere il potere, che vuole farlo per vendicarsi, per essere superiore agli altri. Noi uomini non possiamo condannare né punire il traditore, per cui se il traditore è una persona con cui si può parlare si cerca di parlargli, altrimenti si ricorre alla giustizia umana e anche a quella divina. (sommario)

Petre

 

 

Il tradimento

 

Secondo me il tradimento più grave è il tradimento nei confronti degli amici ed io non condivido il fatto che un amico mi porta via la ragazza. Secondo me in ogni gruppo deve esserci un codice da rispettare e cioè: il rispetto della persona, la fiducia, la sincerità, e l’onestà. Per concludere: nel tradimento secondo me per non rimanere delusi non bisogna fidarsi troppo delle persone perché altrimenti la colpa è tanto mia per essermi fidato troppo quanto dell’altro per aver tradito. Basta. (sommario)

Giuseppe

 

 

Cosa ne pensi?

 

Dicono che il volto è lo specchio dell’anima. Cosa ne pensi?

Io dico che secondo me è vero perché già ho avuto un’esperienza simile. Infatti quando guardo la volontaria Eleonora sento di vedere una persona buona.

 

Secondo te si può leggere sul volto delle persone? Hai mai provato?

Pure a volte guardando una persona io riesco a capire se quella persona vuole il mio bene oppure il male. Mi è capitato spesso come mi trattava e dalla mia sensazione.

 

Ci sono persone che riescono a nascondere i loro pensieri, i loro dolori, i loro dispiacere, la loro gioia. E tu?

Secondo me ci sono persone che riescono a nascondere i loro dolori, i loro pensieri e soprattutto i loro dispiaceri. Pure a me è capitato di nascondere i miei pensieri, i dolori e pure i dispiaceri però quando avevo un momento che stavo da solo io mi sfogavo così mi calmavo.

 

Com’è il tuo volto?

Come la penso io è che quando mi guardo allo specchio vedo che sono una persona buona perché sono Un ragazzo generoso, sempre disponibile e soprattutto una persona altruista.

 

Aperto? Chiuso? Sorridente? Scontroso? Dubbioso?

Pure se sto chiuso nel carcere minorile di Casal del Marmo io durante la giornata sono sempre un ragazzo aperto a cui piace scherzare però c’è un momento che si può scherzare e un momento che non si può scherzare perché c’è qualcuno che ha i pensieri in testa e ci dobbiamo prendere a botte perciò è meglio che si scherzi poco.

 

Sai mascherare quello che provi, che senti?

Io penso che sia meglio quando state male che non lo dimostriate come faccio io. (sommario)

Marco

 

 

Le mie intenzioni

 

Io soprattutto, ho un sogno nel cassetto. Da grande vorrei andarmene a fare un bel viaggio da qualche parte con la mia famiglia, mi sposerei, avrei qualche bambino, e lo porterei con me, lo farei divertire come non mi sono divertito io pure se da piccolo mi sono fatto sei, quattro mesi di carcere. I miei figli devono avere un futuro migliore perché pure se il padre ha sbagliato i figli non devono prendere la stessa strada del padre e pure se ha sbagliato non bisogna fare come lui. Questo è quello che penso io.(sommario)

Marco

 

 

Vi parlo un poco della mia vita

 

Io voglio parlarvi della mia vita. Io sono un ragazzo che ha sofferto un sacco. A sette anni la mia mamma è andata via da casa e per tutto questo tempo ci ha cresciuti mio padre, perché mio padre e mia madre non andavano d’accordo e si sono separati. Io non sono figlio unico ma ho pure due fratelli: uno di sette anni e uno di quindici anni che sta in comunità. La mia vita la trascorrevo così: mi svegliavo la mattina presto per andare a rubare e facevo i fili di posta per fami passare gli sfizi per non andare sotto mio padre. Non perché non aveva i soldi ma perché lui ha un mestiere di merda: al mattino esce presto per portare i soldi a casa così io non osavo andare mai a chiedergli qualche soldo. Così decisi di andare a rubare fino a che un giorno mi svegliai e decisi di non rubare più ma di andare a spacciare la droga così potevo guadagnare molti soldi. Poi dopo che finivo di spacciare andavo a fare gli scippi e le rapine. Quando mi sono scocciato spacciavo solamente. Guadagnavo più di 1000 euro al giorno. Così la mia vita era cambiata ma poi un giorno la polizia mi arrestò e mi portarono in carcere, a Nisida. Dopo un mese mi trasferirono a Roma al carcere minorile di Casal del Marno così io sto qua e non so per quanto tempo devo stare. Voglio dire soltanto una cosa: l’avventura è durata poco. (sommario)

Marco

 

 

Osservazioni

 

Secondo me è facile dare buoni esempi e buoni consigli e questi nascono dal tipo di problema che hai. Ad esempio: se io sono in difficoltà del tipo che non posso pagare qualcosa, ho un debito e ho l’impossibilità per pagare. Se un mio amico del cuore mi da un consiglio del tipo “perché tutto si risolverà nel migliore dei modi, ma se tu non puoi pagare allora veditela da solo!” per me questo non è consiglio buono. Perché tu mi mandi a quel paese dopo che mi hai dato un buon consiglio e allora era meglio che ti facevi da parte e ti facevi i tuoi affari. Quindi secondo me i buoni e i cattivi consigli sono ambedue uguali: dipende solo dal problema che devi affrontare e dalla qualità dell’amico che te li da. (sommario)

Giuseppe

 

 

Confessioni

 

Io per volere fare tutto ciò che non volevo ho tradito la fiducia della mia famiglia! Il motivo per cui ho fatto molte cose che non volevo viene dal fatto che ho perso troppo presto le persone a me care, le ho perse nel senso che non ci sono più ed è tutto derivato da questo se ho iniziato a rubare, a spacciare, a fare rapine, ecc. Ma ciò non toglie che non ho più il senso dell’umorismo, anzi è aumentato e anche l’umorismo mi ha dato la forza di andare avanti e continuare a essere un ragazzo omertoso. Ma le cose fatte sono cose passate e quindi ho capito a che cosa si va incontro! “Alla galera”. (sommario)

Giuseppe

 

 

Televisione, che passione!

 

I miei programmi televisivi preferiti e che guardo spesso è un “Reality Show” che si intitola “Uomini e Donne” e a livello di premi giochi a quiz si chiama “Gira la ruota” condotto da Enrico Papi. E il reality “Uomini e Donne” viene condotto da Maria de Filippi. Io li guardo perché trovo che abbiano un senso. Ad esempio “Uomini e Donne” è un programma dove si sceglie la persona che potrà essere quella della sua vita e per me l’amore è una cosa bella per questo lo guardo. Invece “Gira la ruota” è il quiz che preferisco perché vengono concorrenti da tutte le parti di Italia che debbono saper rispondere a domande. Il gioco consiste nel girare una ruota dove ci sono premi da 100 euro a 500 euro e c’è anche uno spicchio dove però si perde tutto. Lo seguo volentieri perché alla fine sempre devi portarti qualcosa a casa ma guardo anche i documentari sugli animali e a volte mi commuovo quando guardo gli animali prigionieri che soffrono e allora subito giro canale perché anche gli animali sono creati da “Dio” e quindi anche loro sono esseri viventi e non bisogna fare loro quello che poi qualcuno farebbe a quegli uomini che li trattano in modo brutto e pessimo. Quindi si devono rispettare anche gli animali. Questa è una cosa che mi manda in bestia e per questo giro canale. (sommario)

Giuseppe

 

 

Pensieri

 

Stasera è di quella che ti fa pensare, mille pensieri che ti volano per la testa, confusi, pensierosi, paurosi. E non smettono, ma continuano, uno che vola a destra, uno a sinistra, uno giù e mille su e non riesco a parlare a sfogarmi perché nessuno capirebbe i miei pensieri confusi. Non riuscirei a trovare le parole giuste per spiegarmi, e poi alla fine qui ognuno pensa alla sua, come tutto il mondo. Il tempo non sa aspettare, il dolore non sa aspettare, il pensiero non sa aspettare corre sempre. Ma in questo caso, come sto, credetemi in questa scatola di acciaio quadrata sembra tutto eterno, sembra che il tempo non passa mai, il secondo qui dentro sembra eterno e il pensiero ti distrugge, il dolore è sempre fisso non si sposta nemmeno un attimo, rimane sempre qui. Le lacrime ti bagnano il viso. Per quanto mi scendono non ci vedo più, spengono tutto in me, se queste mie lacrime fossero perle sarei la ragazza più ricca di questo mondo.

Dio cosa darei per essere una farfalla che vola in libertà senza pensare a nulla e volare su e sempre più su, traversare tutto e tutti  senza che nessuno ti ferma senza regole e soprattutto senza gente che ti passa vicino, volare via invisibile. La gente è cattiva, hanno proprio la cattiveria dentro ma penso io non hanno una coscienza ti fanno la cattiveria dentro che combatte con il loro cervello e li convince ad agire. Ma si sopporta perché sono più alti di te. Sapete qual è il senso della vita per me e cerco di andare avanti e di combattere? Le persone che amo di più le persone care mi danno coraggio, per passare un giorno in più e andare avanti e respirare. Questa scatola d’acciaio non mi butterà giù, non mi farà respirare ma il mio cuore non smetterà mai di amare. (sommario)

Susanna

 

 

Tormenti

 

Oggi è una giornata schifosa per me. Mi hanno accompagnato in redazione, mentre io non ci volevo andare non perché non mi piace ma perché in televisione c’era un cartone animato in cui i personaggi erano dei poliziotti. È un cartone nuovo, a colori, italiano e lo trasmettevano sul canale Italia 1. Lento lento mi sono avviato ma dentro di me ero molto arrabbiato. Quando sono entrato in redazione ho detto subito alla Freda che oggi non mi andava di scrivere e che volevo tornare in palazzina, ma Freda che è molto severa quando si tratta di tenere fede a un impegno come quello del giornalino mi ha fatto capire, con buone maniere, che mi ero iscritto a questa attività e quindi, dovevo rimanerci. Io sono andato anche dall’assistente ma questi, invece di darmi ragione, mi ha preso per mano e mi ha fatto sedere al tavolo accanto a lui. Dopo un po’ io, visto che la settimana prossima era la Pasqua degli italiani, per fare gli auguri alla Freda a cui voglio bene, al capo posto ho preso il quaderno, mi sono messo accanto alla Freda e le ho scritto quello che voi leggerete “di una giornata schifosa”. A proposito: vi comunico che io il 22 o i 23 prossimo finalmente uscirò per scadenza termini e farò festa in famiglia anche se noi non festeggiamo la Pasqua. Era pure ora!!! (sommario)

Franco

 

 

Strani pensieri

 

Sapete, ho pensato che avrebbe potuto succedermi qualcosa di positivo, cioè di diverso dal quotidiano. Tra le cose che aspetto da tanto tempo vorrei sbarazzarmi solo da mio padre. Questo fatto cambierebbe la vita che ho condotto fino ad oggi perché sarebbe la cosa più bella del mondo. Se volessi sarei capace di fare delle cose giuste. Il fatto è soltanto che mi manca la volontà. Io come persona, come carattere sono sia pessimista che ottimista a seconda delle circostanze. Nella mia vita fino ad oggi ho avuto molte sorprese. Alcune buone e altre cattive ma non sempre per colpa mia, per colpa degli amici ed anche di persone di cui mi fidavo. Credo che io possa un giorno vivere meglio di quanto ho vissuto fino ad oggi nel senso che potrei avere un lavoro onesto, una casa ed una vera famiglia come desidero da tanto tempo. (sommario)

Alessandro

 

 

Considerazioni

 

Il fumo, la droga, l’alcool sono sostanze che provocano infarto e danneggiano la salute. La sporcizia per le strade, nei giardini, sulle spiagge è negativa perché una mancanza di rispetto per la nostra incolumità. Sono contro la giustizia perché la giustizia è scorretta spesso nei confronti del popolo. Sono a favore degli anziani perché sono delle persone che hanno ancora dei diritti così come gli handicappati. La pace per me è indispensabile per evitare la distruzione del mondo. Certo i figli, secondo me, vanno tutelati con l’amore dei genitori e’ con l’assistenza e la protezione: anche loro hanno dei diritti. Rispetto i genitori perché loro hanno il dovere di prendersi cura dei loro figli. Sì sono favorevole per l’amicizia perché è il sentimento più importante che nasce fra due persone. Sono contro la violenza, ma a volte la dobbiamo usare per diversi motivi, più forti della nostra volontà. (sommario)

Petre

 

 

Piccolo commercio

 

E sera du amichi s’encontreno. Er prirno s’entito1a “Catuba” er trovatore de mozze (alias “cicche”) L‘artro è “Cirifischio” che vor dì “avventizio”. Catuba dice a Cirifischio “Come te butta?” E Cirifischio “Sto a Sbottà” Catuba “riponite, nun me stucca er pacco”, So’ fmiti li tempi de ‘na vorta, che le portavi via co’la carretta; mo, co’la moda de le sigarette hai voja a fa’, ‘sta professione è morta. E poi tutta ‘a notte fa’ ‘sta Sorta de vita, pe’ trovà che? ‘na saetta! È vero, sai, ch’io pure ciò disdetta. ... Ma guarda, jeri a sera a la più Corta, t’abbasta a di che quelle che trovai, invece de rirnettele in commercio pe’ nun vedele più me le fumai. Si ma lo sai qual è la conclusione? Già io Co’ ‘sta lanterna me ce sguercio; sai che succede? Cambio professione. E Cirifischio je risponne: che voi cambià, fio mio, So’ tempi brutti. Oggi ormai a vita s’è cambiata. Giri, cammini, vai, dove te butti Qualunque professione è rovinata . Dice: fate un mestiere. lo lifo tutti. Eppure Co’ ‘sta vita affortunata Quann’è la sera a capì la giornata Ar solito, restano a denti asciutti. È che si invece noi fossimo antr’omini. Già, perché questo, ce succede, sarv’ognuno, per esse galantuomini. Sì, ma Dio guardi er tempo s’ingarbuja, allora tocca a noi. Nun te fa vedè, Squaiamese che passa la pattuja. Er lombetto (alias ladroncello) Appena che s’accorse che la gente Se n’era accorta, butta la spilletta (alias refurtiva) E come un razzo, pia, giù pe’ Ripetta E daje a fugge, com’.un accidente. La gente appresso, lui come che gnente Pia pe’ la Scrofa, va a piazza Fiammette, passa li Coronari, la Vorpetta, San Tommaso in Parione Finarmente, quanno che stiede li a l’agonizzanti agnede pe’ svortà,ma sfasciò un vetro e cascò, sarv’ognuno (alias Dio guardi), a faccia avanti. Li le guardie je corsero de dietro. E l’acchiapparno, je messero li guanti (alias manette), e lo portarono dritto in domo-pietro…

La redazione ringrazia er Sor Pascarella pìavecce dato ‘na pausa de bonumore. (sommario)

 

 

Le ragazze zingare si raccontano

 

Zekia

 

Sono Zekia e vi racconto la mia storia di zingara. La nostra è una vita brutta, senza speranza, senza gioia, senza soddisfazioni. Fin da piccoli impariamo a fare cose più grandi della nostra età, in braccio alle nostre mamme ci tocca dormire per suscitare pena nelle persone che passano. (sommario)

 

 

Valentina

 

Quando ci mandano via dai campi ci sentiamo molto male soprattutto quando riducono in polvere la baracche, è una cosa molto brutta, o quando ci mandano via con la forza e non sappiamo dove andare, perché è molto difficile trovare un altro posto. Quando piove ci bagniamo e a volte dormiamo per le strade coperti da cartoni. Io provo vergogna perché sono zingara, vorrei avere una casa così potrei fare la doccia, lavarmi i denti. A volte non li lavo e non faccio la doccia perché non ho rubinetto né acqua. Se andassi a scuola cosa farei? Farei l’assistente sociale così aiuterei i poveri come noi che non hanno le case e nel tempo libero, studierei per fare il dottore per curare tutti i malati poveri. Potrete immaginare cosa proviamo noi. Voi pensate che noi stiamo bene invece noi soffriamo molto, cosa darei per cambiare vita e per lavorare!!! Vabbè, lasciamo stare questi discorsi e parliamo di voi. lo so che voi andate a lavorare mentre noi rubiamo, so che noi vi facciamo del male ma dovete sapere che noi rubiamo per vivere. Lo sapete cosa provo io quando vi prendo le cose? A me dispiace molto ma cosa devo fare? Ormai sono rassegnata questa è la mia vita.

Forse quando sarò più grande, più indipendente proverò a cercare un lavoro, ma chi me lo darà? Vorrei restituirvi tutto quello che vi ho preso, anche se so che voi non mi credete. Proverò a sdebitarmi per questo, credetemi con tanto dispiacere. Questa è per ora solo un’idea che provo a sviluppare e so che sarà difficile, non so se ce la farò, però tenterò. Sono una rom che sta sulla strada come una povera abbandonata. Ciao da una che proverà a cambiare perché così chi mi legge sa che noi rom vogliamo avere tutto quello che voi avete nello stesso medo come fate voi. Io chiedo a chi fa legge di prendere sul serio il mio impegno come l’impegno di tutti noi nomadi che chiediamo di essere ascoltati, chiediamo la vostra fiducia, chiediamo di metterci alla prova per essere in grado di vivere al fianco di tutti gli altri cittadini come cittadini.(sommario)

 

 

Si comincia giocando e poi…

 

Quanti anni avevi quando hai cominciato a “lavorare”?

Avevo circa 8 anni quando ho cominciato a rubare. Ho cominciato così presto perché le mie amiche mi hanno portato su questa strada. Io non pensavo che sbagliavo perché ero troppo piccola ma adesso mi pento tanto e mi pentirò per sempre finché morirò che sono andata con quella compagnia perché guarda dove sono finita! Fra queste sbarre e fra queste quattro mura da sola, senza nessuno che mi capisce. Quanto soffro e quanto mi pento. Sì, lo so che dovevo pensarci prima ma ero confusa, non capivo cosa rischiavo, non capivo che facevo male alle persone insomma non capivo niente. Sì, lo so cosa pensate di me! Ora che sono più grande capisco di più se andrò di nuovo a rubare vi assicuro su tutto quello che ho di più caro che piuttosto morirei che fare di nuovo quella strada che ho fatto finora. Non ritornerò mai e poi mai indietro a fare ancora male alle persone rubando e pure a me stessa facevo del male e non lo capivo. Voi non sapete cosa ho passato io nella mia vita! Di tutti i colori ma dei più neri, quelli che fanno più male di tutti! Beh, ciao a tutti voi.

 

Perché hai cominciato?

Ho cominciato giocando, ma giocando giocando poi non potevo farne più a meno di andare a rubare. Mi era entrata nel cervello questa mania, ero come una scema che non sapeva cosa faceva. Ora ringraziando Dio mi sono calmata, non lo farò mai più, ve lo assicuro! Beh, è tutto. Ciao.

 

Eri sola la prima volta?

Non ero sola, ero con le mie amiche. Non dovete mai avere fiducia di nessuno, credete a me, perché ho passato di tutto. Avere fiducia ti rovinano la vita come hanno fatto a me. Ciao.

 

Avevi paura?

Sì, la prima volta avevo un po’ di paura ma con il passare del tempo non l’ho avuta più. Ora ho più paura quando sto a casa che quando sto rubando. Mi sono abituata, non posso stare senza, ormai vivo di questo. Ciao.

 

È stata una tua scelta o sei stata obbligata a farlo?

No, non sono stata obbligata, l’ho fatto io da sola, è stata una scelta mia. Vedevo le mie amiche e l’ho fatto anche io così mi sentivo più grande e non mi sono pentita. Tuttora rubo e non so se smetterò.

 

Come è andata?

La prima volta è andata abbastanza bene e la seconda volta male ma con il tempo mi sono abituata e ora so cos’è il bene e cos’è il male. Perché ne ho passate tante al “lavoro”, di mille colori, ma questo fa parte della nostra vita di zingari e io sono una di loro.

 

Sapevi che prima o poi saresti finita in carcere?

Sì, lo sapevo ma non avevo paura, non so perché forse perché vedevo le altre ragazze e facevo anch’io così. Ma quando sono finita in questo inferno pensavo che quando uscivo non lo avrei più fatto e invece mi andava di farlo di più e non so dire il perché, non so spiegarmi perché io rubo ed ho il timore che ruberò ancora e non potrò mai farci niente.

 

L’idea del carcere non è riuscita a fermarti? Perché?

Non so, la nostra mente è piccola e quando ci mettiamo qualcosa in testa non c’è verso che venga via. Lo facciamo soprattutto noi giovani che non capiamo cosa facciamo. Pensiamo solo a farlo alle conseguenze non ci pensiamo e quando cominciamo non smettiamo più. lo spero di non farlo più ma so che lo farò ancora. Ciao.

 

Cosa vuoi dire per te rubare, sapendo che commetti un reato?

Non vuol dire niente perché noi non rubiamo per divertimento ma per mangiare. Noi siamo poveri e dobbiamo fare qualcosa per vincere la nostra povertà. Non è una vita facile la nostra perché siamo straniere ed è molto pesante vivere in un mondo senza le cose che ti servono. Voi pensate che noi abbiamo la coscienza a posto facendo questo ma vi sbagliate. Noi soffriamo forse più di voi. (sommario)

Valentina

 

 

Domande

 

Ho sognato una cosa che tanto desideravo! Di cosa si tratta?

Di incontrare la mia sorella anche soltanto per un minuto, sono 7 anni che non la vedo perché si è sposata da allora che non la vedo. Io ho soltanto una sorella, lei per me è tutto e darei la mia vita per vederla un minuto, lo sapete il motivo perché non l’ho vista per tutto questo tempo? Il motivo è che lei odia i nostri genitori e per questo motivo che non è venuta a trovarmi. Io non so dove abita e per questo che non posso andare a trovarla e spero Iddio che realizzi il mio più grande desiderio che possa incontrare la mia speranza di vivere che sarebbe la mia sorellina a cui voglio tanto di bene anche se non so se lei mi vuole almeno un po’ di bene, almeno un pochino e che mi pensi un pochino. Io se potessi sapere queste due cose allora si che potrò morire in pace! È questo il mio più grande desiderio.

 

Qualcuno che mi interessava molto da tanto tempo. Di chi si trattava?

A me non mi è interessato mai nessuno e sapete il perché? Perché andavo sempre a rubare e il mio unico pensiero era di andare a rubare, mi aveva preso la fissa di andare a rubare ma ringraziando Dio mi è passata sta fissa di andare a rubare!!! È per questo che io credo in Dio e per sempre crederò in Lui perché mi ha aiutato a finirla con questa fissa che mi tormentava la vita. Sentitemi a chi non crede in Dio da adesso creda in Lui perché Dio esiste!! Velo dice che ne ha passato di tutti i colori. Ciao.

 

Un fatto che mi ha molto spaventato. Di che si tratta?

La prima volta che mi sono venute le mestruazioni ho pensato che stavo morendo. Mi usciva il sangue e pensavo che mi uscivano le budella, mamma mia che spavento. Questo è il fatto che mi ha spaventata di più in tutta la mia vita.

 

Una situazione molto imbarazzante in cui mi sono trovata mentre “lavoravo”. Quale?

Quando ero al “lavoro” mi andava di fare la pipì ma non mi lasciavano entrare nel bar. Dicevano che ero zingara e non potevo andare al bagno. Ma io non ce la facevo più e l’ho fatta in mezzo alla strada. Mi hanno visto tutti e io avevo molta vergogna. Non lo dimenticherò mai! Questo è stato un momento veramente imbarazzante!!!

 

Io ero molto diverso da come sono oggi. Come ero?

Ero molto più timida, non parlavo con nessuno. Ero sempre da sola, non mi piaceva scherzare e stare vicino alle persone. Odiavo i bambini e quando piangevano non li sopportavo. Ma ora è diverso, prima non credevo all’amicizia ma ora sì, sono cambiata tanto, non avevo amiche ma ora sì e sono speciali. Voglio loro molto bene soprattutto a Vanessa. Questa è la mia amica del cuore lei mi ha insegnato cos’è la vera amicizia, il bene e io sono contenta perché ora so cos’è la compagnia. E un bene molto bello e fa tanto bene perciò fatelo anche voi. Viva l’amicizia soprattutto le amiche!

 

Io mentre nuotavo con tutte le forze per raggiungere la riva del mare. Perché?

Perché volevo essere la prima e nuotavo con tutta la mia forza ma poco a poco non ce l’ho fatta più e sono affogata li nel mare in pochi attimi poi però mi sono ricordata quello che dovevo fare e mi sono ripresa. Sono arrivata prima e da allora non sono andata più a drogarmi. Ora non lo faccio più e non lo farò mai più perché ne ho passate di brutte, ma l’ho superato ed ora si che sono più contenta! (sommario)

Valentina

 

 

Una favola, soltanto una favola, molto lontana dalla mia vita di romni’

 

C’era una volta una ragazza che era stata abbandonata dai genitori quando era ancora molto piccola. Questa ragazza si chiamava Elisa. Lei non aveva una famiglia, non aveva una casa e la sua casa era la strada. Tutti la cacciavano via perché era sporca e mal vestita, magra come un osso e lei cercava i posti più stretti e più bui per nascondersi. Piangeva in silenzio e nessuno la guardava, le parlava. A volte, di notte, mentre dormiva avvolta in un cartone sulle grate della stazione da dove veniva un po’ di calore, sognava come sarebbe stata la sua vita se avesse avuto anche se non una famiglia almeno un’amica per calmare la sofferenza che era dentro il suo cuore. Altre volte immaginava di salire verso il cielo su una piccola nuvola rosa e di trovarsi, all’improvviso, in mezzo ad un coro di angeli e allora si vedeva trasformata in una ragazza bellissima che danzava al canto armonioso del coro, con i lunghi, biondi capelli sollevati dal vento. E come era triste il suo risveglio fatto di miseria e di abbandono! La mattina, ancora mezza addormentata, tornava a fare i suoi giri per la città tra la gente che si affannava a salire sugli autobus, tra il tramestio di autobus e macchine e agli incroci si fermava per guardare affascinata il vigile sulla pedana che, al suono del fischietto, muovendo velocemente le mani, cercava di dare un po’ di ordine al traffico.

Timorosa, a tratti, tendeva la mano anche solo per chiedere un pezzo di pane per sfamarsi ma tutti l’allontanavano con cattive parole, quasi strillando e lei, spaventata, correva, correva. Aveva i piedi sanguinanti per il lungo cammino, a volte la pioggia ed il vento gelido riducevano i poveri vestiti a miseri stracci, cercava una panchina nel giardino pubblico e voltava il viso verso il sole per sentire il suo calore. I bambini che giocavano si fermavano a guardarla incuriositi mentre le mamme prendevano la loro manina per portarli lontano. Povera Elisa! Il destino si era dimenticato di lei! A volte la ragazza, la domenica, sedeva sulle scale di qualche chiesa, allungando la mano senza speranza. Tutt’intorno a lei la gente con gli abiti della festa, gente allegra, sorridente. Si scambiavano i saluti, si davano la mano, si abbracciavano mentre lei cercava di accoccolarsi per non farsi vedere, si faceva sempre più piccina quasi per nascondere la sua povertà, mentre le campane suonavano lunghi rintocchi. Nessuno le aveva insegnato a pregare ma lei sentiva che aldilà del portone della chiesa qualcuno la osservava ed allora tanto calore riscaldava il suo piccolo cuore. Ad un certo punto arriva una lunga vettura argentata, ecco l’autista con il cappello in mano che apre lo sportello e ne scende una piccola donna dai capelli grigi nascosti da un delizioso cappellino. Ha l’aspetto di una signora che, reggendosi su un bastone con il manico d’oro, comincia a salire, pian piano, avvicinandosi ad Elisa. La vede, si ferma, la guarda incuriosita e poi le dice “Carina, cosa fai qui? Da dove vieni, perché sei qui tutta sola?” Elisa, emozionata, quasi spaventata, comincia a piangere, a singhiozzare. Lei le prende una mano e le dice “su, alzati, fatti coraggio, non avere paura, su, vieni con me”.

Insieme, Elisa come sognando, scendono e si avvicinano alla macchina mentre l’autista, con gli occhi sbalorditi, apre lo sportello e spinge la ragazza, riluttante, all’interno. Lei non riesce a credere a quello che lo sta succedendo: è un miracolo grandioso! La vettura corre. lungo la strada piena di giardini, di viali, di ville, sale su per una stradina tra due muri pieni di rose rampicanti che mandavano un profumo da stordire. Arrivano in cima mentre il cancello di una bellissima villa si apre lentamente. Giunti al portone, tra aiuole fiorite dai mille colori, l’autista fa scendere Elisa che si guarda attorno incantata, quasi non crede ai suoi occhi mentre la signora la invita ad entrare. È una bellissima domenica di agosto quando per la ragazza comincia una nuova vita. Intanto io lascio i lettori con il fiato sospeso per qualche attimo, una breve pausa, tanto per riprendere il filo. E passato qualche anno quando, una mattina splendente di un sole primaverile, tra i viali compare una splendida ragazza, vestita di rosa con un largo cappello di paglia ornato di fiori, che legge con molta attenzione un libro. Mi chiedo “non è lei, è Elisa, la piccola, povera ragazza che aveva come casa la strada? Si, è proprio lei, la sua vita è cambiata”.

Neanche io posso crederci che l’ho raccontata! Ora mi chiedo “ma perché ho dovuto inventarmi questa storia? Forse per sentirmi finalmente diversa? Soddisfatta, felice come vorrei essere?”. Ma non lo sono, ne lo potrei mai essere finche la mia realtà di vita è un’ altra. Secondo voi può succedere ad una zingara mussulmana di diventare un giorno una gagì italiana? Debbo rispondermi proprio io dopo la storia che vi ho raccontato. Sin dalla nascita il nostro destino ‘è segnato, non abbiamo libertà di decisione ne di azione: così vuole la nostra tradizione! Noi leggiamo nelle righe del palmo della mano il futuro di chi vuole anticiparselo ma come potrebbe leggere una di noi nella propria mano? D’esse svelta a rubà si li guai non voi passà. (sommario)

Nurveta

 

 

Com’è la mia vita

 

Ora vi dico com’è la mia vita: prima di tutto voglio che sappiate che voi ci trattate come dei cani come mai io che sono nata in Italia da genitori nati in Italia non ho un documento così come mio padre? Voi pensate che noi siamo cattivi, ma questo non è vero, se voi ci davate un po’ di fiducia per esempio: la mia famiglia è brava ma dato che voi non ci credete, loro sono insicuri e vanno a rubare. Se però voi quando ci incontrate non direste “Scansati che ci sono le zingare” e noi per queste vostre parole ci sentiamo proprio da schifo o peggio da bestie.

Ci prendete in giro e nello stesso momento vi allontanate da noi scappando. A volte penso che la colpa è mia, altre volte però penso che vi date delle arie. Voi non avete il diritto di comportarvi così perché anche noi siamo esseri umani come voi. I vostri bambini vanno a scuola invece noi non ci andiamo e sapete perché? Perché voi non ci date i documenti, non ci date la possibilità per vivere civilmente e siete proprio dei cattivi. Anche io sono una ragazza che vuole andare con le altre ragazze del paese ma non ci vado perché loro non vogliono stare con me ed io mi metto a piangere e non mangio per il dispiacere. Vi chiedo: cosa dobbiamo fare per essere dei normali come tutti gli altri ragazzi del mondo? Aiutateci, vi prego, vi sarò per sempre grata. Vi vorrei dire tante altre cose per farvi cambiare idea, ma non ho più posto e vi saluto con un “ciao” che è un saluto che unisce tutti i ragazzi del mondo. (sommario)

Valentina

 

 

Intervista con una giovane romni’ detenuta

 

Cosa vuole dire essere nomade? Il nomade non sa cos’è la felicità ma soltanto la sofferenza che mai nessun desiderio possa avverarsi e di mancare di un posto o luogo fisso dove fermarsi per sempre. Anche se sono una romnì non mi sento diversa dalla gagì cioè dalle ragazze che vivono nei paesi dove mi trovo perché al mondo siamo tutti uguali anche se io ho il vizio di rubare per la legge della sopravvivenza. La mia, secondo me, è una vita distrutta fin dalla nascita perché, pur avendo una famiglia in cui ci si vuole bene e quindi non manca l’affetto, ma è il rapporto con le persone dei paesi che ci ospitano che non va perché non ci accettano. Io però le capisco perché, andando a rubare, tolgo loro quelle cose che sono importanti per il loro vivere.

Però io non posso fare niente se non chiedere a chi fa le leggi di metterci in condizione di farci accettare dandoci una casa, un lavoro. E’ nostra volontà quella di cambiare modo di vivere e se ci mettono alla prova e ci offrono le occasioni sono sicura che noi ce la metteremo tutta per riuscire ad andare a lavorare come fanno tutti, ad integrarci. Non mi piace essere nomade ma debbo accettarlo perché questo è il mio destino come lo è per tutti gli altri. Io penso che una famiglia nomade è come una qualsiasi altra famiglia, solo che noi abbiamo delle caratteristiche legate alla nostra tradizione che si tramandano di generazione in generazione. Non è vero quello che scrivono i giornali cioè che le ragazze nomadi vengono sfruttate facendole prostituire. Almeno noi rom cristiani le rispettiamo e la ragazza va solo con il suo ragazzo spesso fino al matrimonio. Non è vero che tra noi rom cristiani giri la droga o facciamo lo spaccio. Questo è severamente controllato e punito dai nostri genitori, dall’intera tribù per cui almeno per questi due fenomeni noi abbiamo dei punti di vantaggio rispetto ai ragazzi italiani. La droga uccide le persone ma noi ci limitiamo a rubare senza fare danni così gravi. (sommario)

Vanessa

 

 

Domande

 

Sempre Valentina, quella di prima ci vuole rispondere ad alcune domande come:

  1. Come vive un rom il momento in cui deve abbandonare il suo campo improvvisamente all’alba, le povere cose costruite alla meglio per viverci e ripararsi che vengono distrutte, schiacchiate dalle ruspe, senza tenere conto delle cose più care, dei ricordi, persino dei pochi giocattoli rimediati dei bambini?

  2. Cosa provano, secondo te, questi bambini che assistono, ancora mezzi addormentati, a questo sconvolgente spettacolo?

  3. Quale sarà il suo futuro? Le ragazze zingare si raccontano

  4. Cosa chiedi a chi comanda?

  5. Cosa vorresti per te e la tua famiglia?

Ecco come si esprime Valentina:

Quando ci mandano via dai campi, a sorpresa, quando il cielo è ancora buio, noi tutti ci sentiamo molto male. Soprattutto quando riducono in polvere le baracche è una cosa troppo brutta, quando ci mandano via con la forza e noi non sappiamo dove andare perché è molto difficile trovare un altro posto, ma dove? Quando piove ci bagniamo e a volte dormiamo per le strade coperti di cartoni. Mi vergogno perché sono zingara: vorrei avere una casa così potrei fare la doccia, lavarmi i denti che spesso non lavo perché non ho ne rubinetto, ne acqua. Se potessi an