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Garçon, la voce d ei ragazzi dell’I.P.M. di Casal del Marmo Anno VI - n° 29
Una nuova esperienza carceraria Ultimamente sono stato trasferito ad Airola per motivi di opportunità: diciamo che la mia avventura, se così si può dire, è iniziata il 12 ottobre 1999 alle ore 16,00. Mi ha chiamato l’assistente dicendomi di prepararmi la roba che mi dovevano trasferire ad Airola, dove sono arrivato alle 18,30. Il carcere si trova in mezzo alle montagne e, rispetto a Roma, faceva più freddo. Appena sono entrato mi hanno perquisito come fanno in tutte le carceri, ma la cosa che mi ha colpito di più è stata quando mi hanno fatto togliere i lacci delle scarpe, e mi hanno chiuso in una cella isolata dove ho cenato. Dentro di me pensavo che in quella cella, chiamiamola così, ci dovevo rimanere due o tre giorni e un’altra cosa che mi ha lasciato perplesso è stato quando l’assistente, dopo avermi levato le sigarette, me le ha appoggiate di fronte alla mia cella in modo da vederle. Gli ho chiesto se mi poteva fare accendere una sigaretta, lui mi ha risposto "non esiste proprio", da lì ho capito che questo carcere non era come gli altri e che qui funzionavano altre regole più severe. Passando al nocciolo: per la mia prima ora passata in quell’istituto già sentivo nostalgia di Casal del Marmo, che ho odiato sempre, ma dopo quell’ora è venuto l’assistente con il dottore che ha fatto la visita. Mi ha portato in un’altra cella dove, a confronto della prima, mi sentivo a casa e l’assistente, sempre lo stesso, mi ha dato le sigarette con l’accendino e i lacci delle scarpe; in poche parole stavo cominciando a farmi una buona impressione di quel carcere. Dopo tre giorni mi hanno messo in un’altra cella insieme a due ragazzi di cui siamo diventati ottimi compagni. Verso le 17 siamo scesi al passeggio dove ho conosciuto gli altri ragazzi detenuti e mi hanno accolto come se già mi conoscessero da tanto tempo. Dopo l’aria siamo andati in mensa a cenare. Dopo cena si passa alla sezione in cui siamo divisi in due gruppi: maggiorenni e minorenni: Dopo cena i minorenni fanno socialità tra di loro fino alle 20,30 e dopo ci chiudono e la stessa cosa per i maggiorenni dove stavo io. Le celle sono formate da quattro ragazzi, la cella è grande e poi c’è il bagno dove hai tutto, diciamo come il bagno di casa, poi il televisore ha il televideo incorporato e hai pure il telecomando che è una delle tante cose che mi manca di quel carcere. (sommario) Massimo
Mamma mia non c’è la faccio più, mi sento troppo male. Non c’è la faccio più a stare qui con Freda! Ti voglio tanto tanto tanto tanto tanto tanto bene!
Sono una ragazza rom e ho 16 anni. Vorrei raccontarvi una parte della mia vita. Per cominciare vorrei parlare di una mia amica perché tanti anni che non la vedo. Si chiama Hasnia. Noi due siamo cresciute insieme: beh, lei per me è una sorella. La prima volta che siamo andate a rubare avevo solo dieci anni, lei era un po’ più grande di me e io facevo tutto quello che faceva lei. Se lei andava da qualsiasi parte io la seguivo, così sono passati tre anni. Così lei è andata a rubare quel giorno, me lo ricordo ancora, era di domenica il 4 gennaio 1992, io sono rimasta a casa, io l’aspettavo ma lei non tornava più, il tempo passava e io cominciavo a sentire la sua mancanza e sentivo che non stava bene. Sapevo che lei non faceva mai tardi, tornava sempre verso le cinque. Dopo due giorni è venuta la polizia al campo e hanno chiamato sua madre e così abbiamo scoperto che stava in carcere che sarebbe questo dove adesso mi trovo io e dove i giorni non passano mai. Quando ci chiudono nelle celle ci congeliamo di freddo; questo carcere e proprio brutto, vorrei che questo carcere non fosse mai esistito. Da quel giorno non l’ho più vista, però mi fa avere le sue notizie e io sono molto contenta perché so che mi vuole ancora bene e che non mi ha dimenticato. Sono molto contenta perche conosco anche il suo ragazzo e stamattina mi ha fatto vedere la foto di Hasnia. Sono stata molto contenta. Vorrei confessarti una cosa a proposito di questo carcere: ho imparato tantissime cose. Una ragazza rom
Sono una ragazza zingara e voglio dire un paio di cose della persona più buona che abbia mai conosciuto e cioè Giuseppe, il brigadiere del Casal del Marmo. Una persona molto dolce, comprensiva affettuosa che ti capisce. Ogni volta che viene ci fa sentire bene perché ci parla e se lo immagina di come stiamo qui dentro. È molto bravo e buono con tutti, come lui non si trovano più. Io lo stimo molto per la bravura e l’intelligenza che ha lui. Io gli voglio bene come un padre. Grazie Giuseppe per l’effetto che ci dai a nome di tutte le ragazze. (sommario) Nada
La mia vita comandata da tutti
Sono una ragazza zingara, mi chiamo Fadila e ho 16 anni. In questo momento mi trovo a Casal del Marmo e in tutto ho da fare un anno e due mesi. Il 3 marzo 1997 sono andata in permesso per tre giorni e questi tre giorni ho sofferto tantissimo perché un ragazzo che ci stavo già con lui è venuto a chiedermi la mano e i miei genitori hanno detto che lo devo sposare. E così io ho detto che lo voglio sposare. I miei genitori hanno chiesto 50 milioni e più per il matrimonio che si doveva fare. Dopo tre giorni sono ritornata in carcere, piangevo giorno e notte e dicevo alle ragazze "io non voglio sposarmi, io non lo amo, io amo un altro ragazzo e non voglio lasciarlo per nessuna cosa al mondo". Dopo due giorni mia madre è venuta a farmi il colloquio insieme a quel ragazzo e mi hanno detto che quando uscirò si farà la festa. Io gli ho detto che non ho più l’intenzione di sposarlo. Lei mi ha detto che non potevo più rifiutare. Io mi sono messa a piangere e cominciavo a strizzare. Gli dicevo "non rovinatemi la vita, non voglio finire come tutte le altre ragazze". Mia madre ha detto che gli darà i soldi indietro e se non lo voglio sposare che non sono costretta a farlo. Ma non era così, mi ha detto solo una bugia e da quel giorno non so più nulla. Adesso voglio aspettare, voglio vedere che cosa hanno deciso per il mio futuro, ma se insistono di farmi sposare allora non avrò scelta: devo andarmene per la mia strada. Cercherò di cambiare la mia vita. (sommario) Radila
Se potessi rinascere vorrei essere una cantante, avere l’affetto e l’amore di tutti e stare vicino all’uomo che amo!!! Anche se tutto questo sarà impossibile. Vorrei rinascere di nuovo, così potrei cambiare delle cose che sono stata costretta a fare, cose che non mi sono piaciute mai: per esempio andare a rubare, prendere soldi degli altri mi sembra una cosa crudele; ecco perché vorrei rinascere per poter cambiare la mia vita, vorrei essere come Laura Pausini. Lei gira tutto il mondo, sa tantissime cose che io non me le immagino nemmeno. Vorrei tanto essere Laura Pausini per conoscere tanta nuova gente, fare nuove amicizie,insomma conoscere gente che possa insegnarmi qualcosa di più. La differenza che c’è tra me e Laura Pausini è che Laura ha avuto tanto affetto. Da piccola faceva ciò che voleva, non è stata costretta a fare delle cose brutte come ho fatto io. Io sono nata in una carovana e sono cresciuta in un campo, ma per fortuna non la penso come la pensano le altre zingare. Io la penso molto diversamente. Io voglio cambiare. Lo so che è molto difficile, ma almeno ci provo. Non potete capire come vorrei rinascere per cambiare. Vorrei cambiare la vita degli zingari se potessi, ma so che ciò è impossibile. Ma io voglio cambiare lo stesso perché se rimango con gli zingari continuerò a fare ciò che non voglio... insomma la mia vita non ha soddisfazione con gli zingari. Ho solo 16 anni e non ho nulla, ma con l’aiuto della gente di questo carcere penso che la mia vita sta cambiando moltissimo. (sommario) Fadila
A me piace giocare a calcio e lavorare facendo il giardiniere. Facevo il ladro quando non stavo con i miei genitori però ora che mi trovo in carcere mi rendo conto che è brutto fare il ladro perché faccio male alle persone e a me. Mi fanno pena perché mi metto a pensare che mio padre sta male e mia madre porta i soldi per pagare le medicine e arriva un ladro e li ruba. Io non so che farò però ora che mi trovo qua mi metto a pensare a tante cose che ho fatto e soprattutto il mio cuore è rotto nel sapere che faccio queste cose. Però ora ho pensato e mi rendo conto di tutto quello che ho fatto e ho fatto una promessa di non rubare più perché quando mi metto a pensare mi sento male. Ora voglio scrivere quello che farò quando sarò grande. Io la prima cosa che farò è di lavorare e di pensare ai miei genitori perché senza di loro non posso vivere, perché loro hanno fatto di tutto per farmi smettere di fare quelle stronzate ed ora so che loro mi vogliono bene. Un nomade
Ciao!!! Mi chiamo Nada, ho ventun anni, vengo da un carcere maggiorenni. Di preciso da Vigevano. Mi sono fatta due mesi e mezzo e poi e venuta una pena definitiva per il Carcere minorenni, adesso sto scontando due mesi presso l’istituto di Casal del Marmo, ma il ventinove di novembre mi trasferiscono a Rebibbia perché li devo scontare quattro mesi. Per questo sto male perché mi ero adattata qua e adesso devo andare via. Perciò mi rode, sono una ragazza intelligente perciò quando esco voglio farmi una vita diversa da questa che sto facendo, cioè le Medie. Mi e venuto un corso di computer. Appena esco vado a farlo. Voglio diventare qualcosa nella vita, mi sono stufata del lavoro che faccio cioè rubare. Da dodici anni che rubo non ho mai ricavato niente; ho solo ricavato delle sofferenze. Soffro molto quando sto in carcere perciò voglio finirla con la vita che faccio. Voglio lavorare e sistemarmi per sempre. Ora vi lascio miei cari lettori, "me so' stufata de scrivere!!!" Nada
Sono una ragazza che desidera scrivere la sua storia, Sono Damira, ho 16 anni. Mi Sono innamorata di un ragazzo che si chiama Casim. Lui è un ragazzo molto simpatico e bello e per questo io mi sono innamorata e adesso darò la mia vita per lui. Ma io sono una matta perché prima mi sono messa con lui e per quello è tutta colpa mia ma io mi sono innamorata davvero sono impazzita per lui, ma i miei genitori non sono d’accordo che io mi sono messa con lui e io non so cosa farò più senza di lui. Io voglio scappare con lui per stare insieme per sempre con il mio amore. Io sono stata un anno in carcere non posso pensare altro che a lui. (sommario) Damira
Come sono arrivato in Italia e come sono finito in carcere
Io sono arrivato da solo perché tutta la mia famiglia era qui in Italia e dopo sono cercato due, tre, quattro volte e dopo sono arrivato sono stato tre quattro mesi e sono andato in Francia e sono stato in Lyon sei mesi. Dopo mi hanno trasferito in Cleremond e sono stato tre mesi, poi sono arrivato in Italia, sono stato 1 mese e sono andato a rubare e mi hanno preso i carabinieri. Dopo mi hanno mandato in Firenze in Centro di prima accoglienza. Sono stato quattro giorni; dopo sono andato dal giudice mi hanno mandato qua a Casal del Marmo e sono stato due mesi e dopo sono andato dal giudice e mi hanno dato sei mesi. Ho fatto due mesi ma mi ha detto l’avvocato "farai ancora un mese ed esci e fai ancora tre mesi al campo". E oggi faccio 18 anni e sono molto arrabbiato perché non faccio il mio compleanno con la mia famiglia al campo però penso che il Natale lo farò con la mia famiglia in libertà: però se Dio mi aiuta!!! Emil
Una volta sono andato a rubare e mi ha fermato la polizia e mi hanno messo in carcere e mi hanno dato sei mesi dei quali mi debbo fare un mese. Come sono arrivato in Italia, sono arrivato da solo e poi è arrivata mia madre. Mi trovo in un carcere maledetto e tutta la notte non dormo, quando vado a letto e non dormo perché penso ai miei genitori ed ai miei fratellini che adesso si trovano in Romania e mi mancano tantissimo. Quando vado a colloquio mi dice mia madre che ha parlato con loro di me e che uno si è messo a piangere e loro quando sentono che sono in carcere si mettono a piangere. Mi mancano i miei fratelli tantissimo e odio quel giorno maledetto che mi hanno messo in carcere. Questo è quello che volevo dire e adesso devo imparare a leggere e a scrivere perché devo dare l’esame e mi piace studiare perché starò meglio fuori. (sommario) Anonimo
La mia storia inizia a nove anni. Il mio primo divertimento inizia a nove anni. Inizia così: a soli nove anni ero già un delinquente e a 13 anni già guidavo per le strade e rapinavo. Poi dopo essermi bastato il divertimento con gli amici e le discoteche cominciai ad avere dei problemi: a casa facevo tardi e così me ne andai da casa e feci il mio più grosso errore. Da lì cominciai a prendere delle droghe più pesanti delle canne e così la mia vita cambiò e diventò un inferno e così la mia prima esperienza in Sardegna di galera fu a soli 13 anni e così dicendo sino ad oggi che ne ho quasi 19. Beh, io ho qui mio padre e mia sorella e sono veramente cari con me, mia madre divorziò da mio padre quando io avevo 3 anni, beh io penso che se non fosse andata così ora io non sarei qui beh per il mio futuro penso di non fare più gli stessi sbagli di cui ora sto buttando la mia gioventù, io penso di mettere su famiglia e di mettere in funzione la mia capacità beh spero che ho chiuso con la giustizia, che il mio sogno si possa avverare e magari trovare una piccola sistemazione. (sommario) Alessander
Qui in carcere mi ci trovo male perché mi manca la mia famiglia e i miei amici. Qui in carcere ho due amiche che sono brave con me e mi sono vicine nei momenti più brutti. Oggi vi parlo di loro: quando sono entrata qua e le ho conosciute, una l’ho conosciuta subito, l’altra mi c’è voluto un bel po’ per conoscerla meglio, comunque sono due persone meravigliose, a cui posso dire qualsiasi mio segreto e sfogarmi nei momenti difficili. Qui dentro vado anche a scuola per riuscire a prendermi la terza media. Sarà un po’ troppo difficile ma io ce la metterò tutta. Penso di farcela anche perché c’è un ragazzo che è molto bravo a studiare di nome Danilo. Sta incominciando a farmi imparare un po’ il computer e via dicendo. Spero che esco subito anche se non me la sto passando male perché c’è un ragazzo che mi sta vicino nel bene e nel male. Io gli voglio bene e lui mi vuol bene. Questa è la mia piccola grande storia, spero che vi sia piaciuta. Armandina
In questo periodo che io sto qua conosco una persona che ammiro tanto. Questa persona è brava nel suo lavoro ed anche molto brava a capire gli altri. Comunque non so molto di lui. Comunque quello che so è che è una persona molto speciale. Lui a volte è aggressivo con gli altri e a volte è bravo con chi gli sta affianco. Armandina
Io sono Raffaele, mi hanno chiesto di scrivere un articolo che parla della libertà. Secondo me la libertà è la cosa più bella che un uomo può avere. Io purtroppo l’ho persa e qui ho capito che non ha prezzo e darei qualsiasi cosa per riaverla. Raffaele
Sono andata a colloquio e mi ha detto mio marito che devo uscire tra otto giorni e sono molto felice che esco. Mi sono baciata con mio marito e sono stata molto contenta, ma solo che ora sono un po’ triste perché ci sta mia cugina al Centro di prima accoglienza e ancora non entra in carcere. In questo maledetto carcere io sono stata sei mesi e il tempo non passa mai, ma ho ancora otto giorni, giorni di inferno. (sommario) Anonima
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