Bastano
parole semplici per capire tante cose!
Ciao,
cari lettori di Garçon. È sempre un piacere scrivere per voi. Prima di oggi
pensavo che ai nostri articoli i lettori non dessero nessuna importanza, pensavo
solo che c’era questa attività e serviva solo per passare un po’ di tempo,
ma mi sbagliavo. Oggi ho capito che a qualcuno interessano quello che noi
ragazzi scriviamo. Oggi il Sindaco e venuto a trovarci e ci ha fatto un discorso
che mi e molto piaciuto. Le sue parole mi hanno dato sicurezza e gioia di
vivere.
Ho
capito che qualcuno ci sta vicino e con quello che ha detto non mi sentivo, come
dire, più in disparte. Ho capito che tutta questa gente fa tanto per noi
ragazzi, per aiutarci, però noi, a volte, non ce ne rendiamo conto.
Intanto
il ragionamento nostro è "Mi sono fatto 2 – 3 – 4 mesi, anche se mi
beccano un’altra volta, mi farò i mesi che mi devo fare, ma, comunque, prima
o poi uscirò di nuovo". È questo il nostro modo di pensare. Non è da me
scrivere tutte queste cose, ma ho sentito la necessità di scriverle. Però, se
ci penso, le persone che stanno qui dentro (noi ragazzi) sono abbastanza forti
per reggere questo peso (Ma sei sicura che sia così?). Quello che voglio dire
oggi è che è stata, almeno per me, una giornata da ricordare e mi sono sentita
appagata che a qualcuno frega di noi (senza offesa per la Direttrice, per gli
educatori, ed anche, perché no? per i magistrati). Mai, prima d’oggi ho
pensato in questo modo. Io vi saluto e saluto tutta la gente che si ricorda che
noi esistiamo, che abbiamo bisogno di sostegno morale, di essere gratificati per
quello che riusciamo a fare, a trasmettere all’esterno. Ciao.
Susy
Che
emozione leggere al sindaco. L’espressione di una grande soddisfazione
Oggi
ho provato un’emozione fortissima e non soltanto per la visita del Sindaco, ma
per quello che ho fatto: leggere un messaggio di benvenuto. Mai prima d’oggi
ho fatto qualcosa dinanzi a tanta gente. Mi sono sempre sentita insicura, piena
di paura di fare una brutta figura, timorosa di sbagliare anche se so di sapere
leggere. Ma oggi l’ho fatto e grazie solo a Freda, che mi è stata vicina, mi
ha incoraggiata, mi ha dato fiducia, sennò, non avrei letto. Mai ho provato
tante sensazioni così forti come quelle di oggi. Il cuore mi batteva a mille,
tremavo tutta dalla testa ai piedi, gli occhi erano fermi sul foglio anche se
sentivo intorno a me l’aspettativa di tutti quelli che stavano nella
redazione. Ma, alla fine, dietro la spinta di una forza dentro di me, forza
improvvisa, inaspettata ho cominciato a leggere lentamente, ho cercato.. di fare
delle pause, dei punti e delle virgole. Oddio, qualche sbaglio c’e stato ma,
in complesso, me la sono cavata bene visto che mi hanno battuto le mani a lungo.
In
fondo è stato bello! Aveva ragione Freda: "C’e sempre una prima volta
nella vita e bisogna cogliere l’occasione!". Mi sono sentita felice,
importante, ero riuscita a superare me stessa. Brava Licia, sempre così! E poi
il sindaco è una persona perbene e poi, tra un po’, dovremo andare a trovarlo
in Campidoglio e saremo ricevuti come persone famose e Garçon sarà sulla bocca
di tutti che vorranno conoscerci e leggerci. È l’augurio che faccio per il
giornalino e per i miei compagni di redazione. E poi ci sarà una passeggiata
che non ci sta male dopo tanta faticata!
Licia
Ti
osservo da tempo, ma…
Ok,
hai ragione, mi nascondo: a volte lo faccio volontariamente ma il più delle
volte è una reazione istintiva che non riesco a controllare ma che,
sinceramente, non mi dà molto fastidio, anzi... non è proprio una difesa la
mia e solo che non mi va e non posso fidarmi delle persone. Fino ad un po’ di
tempo fa provavo a fidarmi, ma poi ho capito che non ne vale proprio la pena, è
tutto tempo perso, tanto prima o poi tutti fregano tutti. Vabbe! Non è proprio
così, ci sono anche persone di cui ti puoi fidare e fortunatamente intorno a me
ne ho un paio che riescono a darmi tutto quello di cui ho bisogno, ma le altre
persone sono solo conoscenze che passano e se ne vanno. Mi diverto anche con
queste: parlo, rido, scherzo e basta, perché non voglio che troppa gente abbia
la chiave per entrare in me! "chi conosce i tuoi segreti è padrone della
tua libertà"… verissimo e, quindi, preferisco sapere che la mia libertà
stia in mano solo a quelle poche persone che non me la toglieranno mai! Mi
nascondo e osservo e più osservo e più osservo più mi accorgo che è tutto un
gran girotondo di falsità e non mi va di unirmi a chi non ha voglia di
conoscermi veramente, anche perché chi davvero aveva voglia di trovarmi mi ha
cercata e senza troppe insistenze e forzature mi ha trovata! Quelle poche
persone, gli amici, non usciranno mai dalla mia anima e si meritano tutto il mio
affetto e il mio rispetto perché come me sanno che non vale la pena di
mischiarsi troppo con tutta questa gente falsa e ipocrita!
Handy
Cara
Freda…
Finalmente
oggi ho trovato un po’ di tempo libero per scrivere qualcosa per il famoso
Garçon. Mi fa piacere scrivere altri articoli però, nello stesso tempo, mi
ricorda cose che vorrei dimenticare per sempre. Adesso comincio a ricordare ai
lettori chi sono io. Tre mesi fa sono stata scarcerata dall’I.P.M. "Casal
del Marmo". Gli altri articoli che ho scritto sono stati firmati con il
nome di "Malina". Per la prima volta mi presenterò con il mio nome
vero, che è Mirela. Chi ha letto gli altri miei articoli sa che sono stata
detenuta nell’I.P.M. per sei mesi. Uscendo da là sono venuta in una
casa-famiglia a Roma. Sono passati solo tre mesi da quando io sto in questa
casa, ma mi sembra che sto da una vita e sono riuscita, in tutto questo tempo, a
fare passi importanti per la mia esistenza.
Tutto
quello che ho capito è che conviene cambiare da una vita da delinquente a una
vita normale. Adesso sto lavorando in un supermercato, studio, faccio
volontariato con la Protezione Civile e i Vigili del Fuoco in congedo. A
proposito di questo volontariato vorrei scrivere un po’ di una persona che per
me è diventata come un padre e io gli voglio un mondo di bene. Questa persona
lavora nell’I.P.M. come pizzaiolo e si chiama Fausto. Uscendo dal carcere, lui
mi ha aiutato tantissimo e mi ha portato con lui a fare questo volontariato e
lui stesso mi ha trovato il lavoro. Mi ha aiutata ad ottenere il permesso di
soggiorno ma soprattutto mi ha aiutata a capire che nel mondo ci sono pure
persone brave come lui e tutti gli altri che mi ha fatto conoscere.
Adesso
sto cercando una casa perché, finalmente, sono sicura che potrò essere
autonoma. Vorrei dire a tutti voi che la mia esperienza in Italia è stata
bruttissima ma, per la prima volta, sono contenta di quella che sono adesso. Un’altra
cosa che vorrei specificare è che a me non mi ha fatto cambiare il carcere o la
paura di rientrare. Mi hanno aiutata a cambiare e a capire che stavo andando su
una strada sbagliata le persone che mi stavano attorno e che ancora oggi mi sono
vicine. Se non ci fossero state queste persone le sbarre e i muri mi avrebbero
peggiorato senza capire niente.
In
questa casa dove sto adesso, dove fin dall’inizio mi sono trovata bene, vorrei
spiegare cosa e come è: non è facile vivere neanche qua, perché ci sono delle
regole e comunque devi convivere con tante persone. La cosa più bella è che
queste situazioni ti spingono a voler essere indipendente.
La
comunità t’insegna che ce la fai a vivere meglio ed io voglio vivere meglio
di prima e di adesso, cioè voglio essere autonoma. Voglio uscire. Che nessuno
mi chieda "a che ora torni? dove vai? con chi? perché? non esci
oggi?". Quando mi vengono rivolte queste risposte o queste domande sto
male, ma in quel momento cresco spiritualmente e adesso sono sicura che
riuscirò a vivere sola e non avrò più bisogno di essere guidata dagli altri.
È stato pesante tutto ma quasi ce l’ho fatta e sono sicura di dire chi vuole
può. Ringrazio tutte le persone dell’I.P.M., della comunità, e tutti coloro
che mi hanno aiutata in questo periodo.
Ai
ragazzi che si trovano dentro vorrei dire che vale la pena ripensare e non
vendere la libertà e la felicità per una fregatura.
Malina
Poveri
anziani, pure da morti creano problemi
L’età,
la solitudine, una malattia, un improvviso malessere possono determinare quello
che è successo in due quartieri di Roma. Qui, quasi contemporaneamente, sono
stati trovati due cadaveri, di due anziani morti già da qualche giorno. È
stato il cattivo odore a spingere gli abitanti di uno stabile, a San Giovanni, e
di un altro all’Alessandrino a chiamare la polizia. Si trattava di un uomo di
66 anni e di un altro di 79 che vivevano entrambi soli, entrambi scapoli e senza
parenti prossimi. I loro corpi erano ormai in fase di decomposizione, i volti
irriconoscibili. Si facevano notare poco dal vicinato, conducevano una vita
isolata. Uno abitava al piano terra e la porta era chiusa dall’interno, l’altro
abitava in un seminterrato di uno stabile di 150 famiglie. Era un tipo un po’
strano: le sue finestre davano sul marciapiede, lui aveva tolto le grate e usava
uscire di lì.
Abbiamo
voluto riportare questo articolo di cronaca perché, leggendolo, abbiamo
considerato come è possibile che in una società così evoluta come la nostra,
con tanti mezzi a disposizione, con il progresso della scienza anche medica, in
una società del benessere, ci si dimentichi anche del vicino di porta,
specialmente poi quando si tratta di persone "diverse", o che hanno
superato una certa età (oggi li chiamano anziani perché non vogliono
mortificare più di tanto i "vecchi"), creandosi spesso l’alibi che
si tratta di persone "originali", scorbutiche, bisbetiche,
arteriosclerotiche.
È
vero che nell’anziano si accentuano certe caratteristiche negative della
personalità, ma noi pensiamo che lo stesso non vuole sentirsi un diseredato,
uno da allontanare, da prendere in giro, ma vuole essere rispettato per quello
che ha dato alla società e vuole, in certi casi, dimostrare di potere ancora
dare, di volere stare ancora tra gli altri a cui trasmettere la sua esperienza,
a cui raccontare il suo vissuto, per sentirsi, anche se solo a tratti, ritornato
giovane e utile.
La
redazione
Cambiare
vita…
Secondo
me si può cambiare vita, anzi una molto diversa da quella che fai adesso
perché quando si passano dei momenti brutti, si hanno delle delusioni, si
subiscono tradimenti, allora è proprio la volta di cambiare anche se si diventa
più duri con le persone, con se stessi. È successo anche a me ed e per questo
che io sono così incattivita nei miei atteggiamenti. lo penso che uno ce la
può fare anche senza avere bisogno di nessuno e di nessun aiuto. Uno, quando
mette tutta la buona volontà, può farcela anche da solo. Se dovessi cercare
aiuto a qualcuno io cercherei senz’altro quello della famiglia perché solo
lei ti può dare sostegno, amore, senza chiederti niente in cambio.
Non
so molto bene cosa vuole dire essere indipendente, ma la Freda mi ha spiegato
che vuole dire avere la capacità di gestire la propria vita, di realizzarsi per
raggiungere una piena autonomia seguendo le leggi del vivere civile.
Sinceramente non me ne frega se a qualcuno piacerà quello che farò, che
qualcuno si renda conto del mio nuovo sistema di vita, basta che sia io a sapere
quello che voglio raggiungere. Capisco che ci saranno dei rischi, ma avrò la
forza per superarli. Volere è potere!
Licia
Gesù
risorge anche in carcere
Il
Venerdì Santo abbiamo fatto la Via Crucis, abbiamo girato intorno alla chiesa e
al giardino per un’ora intera insieme a Padre Gaetano. Noi tutti, ragazze e
ragazzi, girando, abbiamo pregato e cantato delle canzoni di chiesa, anche se
quello era il giorno più brutto della mia vita. Però questo non c’entra, la
Via Crucis è tutta un’altra cosa! Comunque per pasqua e pasquetta siamo state
chiuse in cella perché non c’era niente da fare ed è molto brutto stare
chiusi nelle celle per le Feste! Ma non ci possiamo fare niente: stiamo in
carcere! Però, suvvia, non è neanche giusto farci stare chiuse!
Licia
Vent’anni:
ma vi rendete conto?
Fra
un mese e 17 giorni compio vent’anni? Adesso che ci penso mi sa che l’unica
che ancora non se ne rende conto sono proprio io! Vent’anni non sono proprio
tanti, però non sono neanche pochi. Vent’anni fa a quest’ora ero ancora in
fabbricazione, me ne stavo li a nuotare e intanto gli ultimi pezzi venivano
completati. L’undici maggio di vent’anni fa ero solo la pancia gonfia di mia
madre, il suo mal di schiena, le sue gambe stanche, non avevo un volto, nessuno
sapeva chi ero. Ero una fantasia, un’incognita col fiocco rosa!
Non
so cosa provava mio padre, non so cosa si diceva di quella cosa nuova che stava
per arrivare, non ho mai chiesto niente e le pochissime cose che mi sono state
dette le ho dimenticate. So, però, che in quel giorno di giugno la catena di
montaggio si è fermata, io sono stata tirata fuori dalla fabbrica e consegnata
al mondo. Il primo ricordo chiaro e quello del secondo appartamento dove siamo
andati a vivere, non so quanti anni avevo ma me lo ricordo bene, e soprattutto
ricordo l’odore dell’ascensore, lo riconoscerei tra mille, quel profumo! Poi
ricordo la casetta dei puffi che mi hanno regalato quando stavo all’ospedale
ma non mi ricordo perché ci stavo in quell’ospedale! Non ho molti ricordi
della mia infanzia, più che altro sono riuscita a tenermi nella mente profumi,
sensazioni, colori, persone pochissime, parole ancora meno!
Ricordo
il salvadanaio a forma di maiali no che mio zio riempiva con le monetine. Quando
lui e morto me l’hanno dato e un giorno e caduto sul mio tappeto blu e si e
distrutto. In quel periodo non potevo capire l’importanza di quel maiale
rosso! Ogni volta che mangio i mirtilli non posso fare a meno di ripensare alle
mie manine tutte viola, quel viola stupido che ci vogliono litri di sapone prima
di vederlo scomparire. Nella casa di montagna, quando ero piccola, non c’era
la televisione e così, la sera, il figlio dei miei zii mi raccontava la storia
dei funghi carnivori che mangiano i bambini, per fortuna poi mia zia, quando
andavo a letto, mi leggeva le favole vere, aveva un accento splendido quando
leggeva.
Adoravo
mangiare la testina rossa dei fiammiferi, veramente questo vizio di mettere le
cose in bocca mi è rimasto; non posso tenere una cosa in mano per più di dieci
minuti senza poi morderla, provarla... Ho bisogno di sapori per capire il mondo!
Una volta, a casa di mia nonna, non sapendo cosa fare ho preso il suo smalto
rosso e me lo sono messo come rossetto... Solo ripensarci mi bruciano le labbra.
Poi ricordo la paura che avevo quando mi lasciavano a casa da sola la sera, mi
nascondevo tra il lavandino e la finestra del bagno e tremavo ad ogni più
piccolo rumore, oppure avevo il terrore che la notte i fantasmi si portassero
via mia madre, ma non avevo paura per lei, era solo che non avevo nessuna
intenzione di stare li da sola! Mio padre, in quel periodo, non viveva con noi,
ma non ho mai saputo dove stava! E poi ricordo l’odore di obitorio nella
stanza della nonna materna, sarà per questo che non ci vado d’accordo, non ho
nessun buon odore legato a lei!
Vabbé!
Basta con i ricordi. Fra un mese compio vent’anni e spero di passare un
compleanno un po’ più arieggiato dei precedenti! Perché questa giornata non
finisce più e mi sto un po’ annoiando? Buona notte, esserini. Happy freedom!
Handy
Oggi
è domenica, cavolo oggi è domenica! Odio la domenica!
Che
brutta giornata!
Mi
sento troppo male oggi, uffa! Voglio il mio PC, mi manca davvero tanto, darei
qualsiasi cosa per potergli stare vicino anche solo mezz’ora! Ma vabbe! Tanto
non importa a nessuno di quello che sento io! Ho veramente bisogno di sentirmi
ancora bene, non ne posso più, mi fa tutto così schifo che adesso mi stacco il
cervello e lo butto lontano, talmente lontano che non riuscirà più a trovare
la strada per ritornare!
Vola
via cervellino, non ci cadere più qua dentro. Questo è un posto cattivo, senza
aria, senza sole, senza vita! È tutto così finto che i muri a volte sembrano
di cartapesta, ma se li tocchi per buttarli giù ti accorgi di quanto male
fanno! Sento che si e tutto fermato, che da qui non uscirò con le mie gambe, ma
con quelle del carcere, rigide e incapaci di andare senza che qualcuno gli dica
dove! E la mia testa? Oh, la mia testa è morta, nei giorni sempre uguali, nel
bagno che sa di fogna, nel cibo senza sale, nei muri bianchi, è morta nelle
"domandine", nelle sbarre alle finestre.
La
mia testa si è suicidata per le notti illuminate dalla notturna, per l’attesa
di un educatore, per le favole brutte che ci raccontano! Il mio cervello lo
hanno seppellito in una fossa comune, insieme agli altri, affogato nell’ignoranza,
nei sorrisi finti che dobbiamo fare quando quelli che contano vengono a
guardarci! Il mio cervello non c’è più, io non ci sono più, sono un niente
per il mondo fuori e un pupazzetto per questa fogna senza uscita che chiamano
I.P.M.. E me ne frego se non lo posso dire, me ne sbatto se ve la prendete, ho
bisogno di dire che mi fa tutto schifo perché se non lo dico finirò per non
vederlo e preferirei morire piuttosto che abituarmi a questa "merda" e
la parola "merda" la voglio vedere scritta, non vi azzardate a
censurarmela coi puntini, non mettete filtri ai miei pensieri, non legate al
guinzaglio le mie parole Come ho e avete fatto col mio Corpo!
La
colpa di tutto e mia, lo so e lo accetto, ma adesso basta, dopo tre anni sono
arrivata a quel limite che non può essere superato, perché poi la corda
intorno alla gola si stringe, il collo si spezza e l’anima muore! Ma col cazzo
che ci muoio in questo teatrino, in questo villaggio di falsità, ipocrisia e
cattiveria gratuita! Qui dovreste educarci, peccato che riuscite solo a farci
odiare di più il mondo e a farci fidare meno di quelli come voi! Eh, voi avete
studiato... ma il rispetto per la dignità non si impara a scuola!
Ciao
p.c., happy freedom!
Handy,
alias Veronica
I
miei perché...
Perché sono così? Perché sono ancora qui? Perché cerco di essere punita?
Perché non reagisco? Perché tanta apatia in me? Cosa voglio? Perché cerco la
sofferenza? Perché mi sento così vuota di idee, di battute, di umorismo, di
progetti? Perché sono sempre scontenta? Perché non provo sentimenti? Perché,
perché, perché? Ma cosa c’è ancora di buono, di intelligente, di speranza,
di affetto, di forza, di coraggio, di fiducia, in me? Sento che per star meglio
debbo rispondermi. Voi, che ne dite?
Sono
così perché ho un brutto carattere, rispondo male a tutti. Da piccola ero
aggressiva e indisponente e anche adesso mi e rimasta questa cosa e non riesco a
cambiare il mio atteggiamento.
Sono ancora qui perché ho una condanna lunga da scontare e già ne ho scontata
tanto, ormai ho perduto la speranza di andare via da questo posto.
Anche
se sentirò nostalgia per una persona, sarei contenta di lasciarlo. Non e che io
cerco di essere punita, sarei una deficiente, ma mi capita di sbagliare e quando
uno sbaglia e giusto che sopporti la punizione. Non so neanche spiegarmi il
perché del mio non reagire. So solo che si reagisce quando uno ne sente il
bisogno, ma io non lo sento e non lo faccio. Il perché non lo sento e non so
spiegarmelo. In questo momento non voglio niente, anche se dentro di me (nell’angolino
buio della mia mente) ci sono tante cose che vorrei. Per adesso, diciamo che sto
bene così (ma sarà vero?). Non è vero che io cerco la sofferenza o perlomeno
non mi accorgo di cercare di soffrire anche se c’e qualcosa che non va allora
la sofferenza si fa sentire, eccome! È vero, in questo periodo mi sento vuota
perché non penso a niente. Ho tuttavia tante cose dentro di me ma non mi va di
tirarle fuori. Non l’ho mai fatto e non lo farò mai.
Non
e che sono solo scontenta anzi sono scontentissima ma sfido chiunque a stare
chiuso qui dentro da tempo e a non avere problemi, tanti, personali che mi fanno
stare male. Beh!
Io ho dei sentimenti e li provo anche, ma come ho già detto, sono talmente
chiusa che non ho ne la voglia ne la forza di tirarli fuori. Nonostante tutto in
me c’e un po’ di tutto, ho la fiducia però non sono fiduciosa negli altri
in quanto molte volte sono stata delusa per cui, adesso, sono così sfiduciata
che non mi capisco neanche io. Che bel quadro, vero? A voi il responso! Ciao.
Licia
Maledetta
influenza…
Oggi mi sono presa l’influenza e sto da schifo. Non mi passa più, sono giorni
che mi tormenta ed è la cosa più seccante che mi potesse capitare. Quando
stavo fuori non sapevo nemmeno cosa significasse perché non l’ho mai presa,
anche se giravo in canottiera in pieno inverno. Da quando sto dentro non passa
mese che non arrivi a tenermi compagnia (e che compagnia).
Mi
attacca sia d’estate che d’inverno e vabbe! Passerà! Ho la testa che mi
scoppia, non riesco a concentrarmi ne a scrivere però ho promesso a Freda che
scrivevo, quindi devo farlo perché io le promesse le mantengo! Comunque adesso
stiamo senza televisore per che io e le altre ragazze abbiamo fatto un po’, di
casino, cioè scherzavamo giusto per farci passare la giornata, visto che non
passano mai. Però, Dio buono, non si può neanche scherzare in questo maledetto
posto e, purtroppo, dobbiamo rinunciare al televisore! Povere noi! E vabbe!
Chiudo qua perché non ce la faccio proprio, non sto proprio bene. Ciao, bum,
bum, bum, etttcì, bum.
È già mezzanotte e io e le altre mie compagne di cella non riusciamo a
dormire. Maggiormente io che ho il microbo influenzare per compagno. Oggi, nel
pomeriggio, abbiamo litigato io e Ornella, una mia amica con cui sto in cella,
però io non ho voluto alzarle le mani addosso perché mi ci sono affezionata.
Poi, se le alzavo, le facevo male e lei, in fondo è una ragazzina e poi non
volevo sfogare la rabbia che ho dentro di me perciò ho lasciato correre. Ci
parliamo ancora perché, in fondo, non è successo niente, quindi….
Beh!
Adesso volevo dire due cose: io sto insieme ad un ragazzo e da quando sto con
lui non penso più a nessuno dei miei ex ragazzi. Però, in questi due ultimi
giorni, sto pensando ad un mio ex e questa cosa mi sta dando un po’ fastidio
perché non mi sembra giusto. Ma non è colpa mia, dipende anche dalla distanza
che c’e tra me ed il mio attuale ragazzo, il fatto che adesso mi fa pensare
alle cose passate. Beh! spero solo che mi passi presto questa cosa, se no non so
quello che farò, anche perché io lo amo questo ragazzo. Aiuto! Ciao.
Licia
Mi racconto…
Allora sono Gabriela e ho 20 anni. Sono nata a Milano e vivo a Roma con mia
madre e le mie sorelle. Mio padre l’ho perso a 13 anni e mezzo e tutta la mia
famiglia, compreso me, abbiamo sofferto molto e tuttora ci manca. Io, tutte le
volte che ci sono dei problemi in famiglia, mi rivolgo a lui dicendo che se ci
fosse ancora lui non ci sarebbero. Quanto avrei voluto che lui fosse ancora qui
con noi. Dopo un paio di anni passati mi sono sposata ed è stato il mio sbaglio
più grande, perché alla fine non e andata come avrei voluto. Con lui ho fatto
due bambini: un maschietto di tre anni ed una femminuccia di due.
Lui
ha cominciato a farmi le corna, io me ne sono accorta ma lui negava e la cosa e
andata avanti così per un paio di mesi. Ero incinta di quasi nove mesi e me ne
sono andata via e ho portato con me mio figlio. Lui ha cercato di riprenderselo
ma io non gli ho dato modo perché ha sbagliato lui e non io. Poi e nata mia
figlia, lui e venuto a vederla, ha cercato di parlarmi ma io non ho voluto. Io
adesso sto da mia madre e sto bene insieme ai miei due figli. Lui, invece, si è
risposato e sta vivendo una vita d’inferno. A quanto ne so lei e una vipera e
lui la sopporta e gliene fa di tutti i colori. Da lei, come pare, figli non ne
avrà mai. Adesso lui si pente ma e troppo tardi. Come si dice "Dio vede e
provvede" e io so che, prima o poi, troverò un uomo che saprà
rispettarmi.
Per adesso non ci penso, penso solo a crescere i miei figli nel modo migliore e
cerco di dare loro tutto l’amore possibile che ho. Mi dispiace che crescono
senza padre e ci soffro, ma purtroppo il problema non era solo quello delle
corna, ma tante altre cose che non mi va di raccontare.
Sono però sicura di una cosa cioè che ai miei due bambini non farò mancare
mai niente.
Gabriela
Morire...
in solitudine
Oggi Freda è un po’ arrabbiata perché la facciamo arrabbiare (di proposito?)
quando le facciamo strane domande che un po’ la riguardano. Però è una
persona meravigliosa, e troppo buona, anche se certe volte fa arrabbiare anche
noi. Ma nonostante ciò noi, ragazzi e ragazze, siamo contenti di stare con
Freda. Oggi siamo venute all’attività alle 17, mentre, per regola, dovremmo
uscire dalla palazzina alle 16. Ma oggi è andata così! Tra un po’ dovremo
ritornare nella palazzina e io non ho nessuna voglia di rientrare. Ormai non
sopporto nessuno, anzi neanche me stessa. Comunque proprio adesso la Freda mi
sta raccontando che sono morti due vecchietti, tutti soli, nelle loro case e il
bello o il brutto è che li hanno trovati morti dopo una settimana! Che brutta
cosa! Vabbe! Si vede che era l’ora della loro fine: che riposino in pace! Che
Dio sia con loro! Sì, purtroppo è così. Prima o poi moriremo tutti. Beh!
Speriamo che muoia prima Susy, poi io, poi tutti! Scusate: è solo che non so
che altro dire e se non scrivo Freda mi ammazza! E vabbe! Requiem aeternam!
Licia
Solo un giorno
Non scherzare, sono triste, non ho voglia di mentirti. Ormai questa volta non so
dirti se l’amore che mi dai è abbastanza per noi. Dammi il tempo di capire
cosa vedo veramente in te, se ti ho amato un momento, se il tuo sole si è già
spento in me;perché di te ho bisogno, sì, ma quanto non lo so e così non
riesco a vivere. Se ci penso a quanti dubbi ho, forse un giorno senza te mi
farà bene, potrei scoprire che è meglio stare insieme. Un giorno senza te, la
soluzione per non lasciarsi.
Ora che confusione c’e tra testa e cuore: e un labirinto che mi fa sbandare.
Vorrei scappare via da te. O no! Non odiarmi, se puoi, tu dammi un giorno, sto
cambiando e i ricordi fanno a pugni con i desideri miei. Ecco, adesso non ti
sento: c’è un deserto nei miei giorni ormai perché io avevo un sogno: dov’e
andato? Non lo so e così non riesco a vivere. Ti prego, non mi dire di no.
Un giorno senza te, per non restare ancora insieme se non c’é più amore, un
giorno senza te, la soluzione per non morire ancora perché tu e io, amore mio,
non stiamo in piedi e te lo dico io. Se non ci credi e forse già un addio.
Comunque sia così fa male! Dammi solo un giorno senza te: no, non morire!
Susy
La
violenza ai nostri giorni
Oggi, ai nostri giorni, sentiamo quasi quotidianamente parlare di violenza.
Quello che mi impressiona di più è la violenza in famiglia: il marito che
uccide la moglie e qualche volta anche i figli e poi, spesso, si toglie anche la
vita. La madre che uccide il bambino appena nato in una maniera molto crudele,
per esempio, gettandolo nel cassonetto dell’immondizia o lo nasconde nella
lavatrice chiuso in un sacchetto di plastica. La moglie che fa fuori il marito
per una gelosia non provata, bambini che vengono venduti dalle famiglie o rapiti
per il commercio degli organi o per pedofilia. In TV stiamo vedendo uno spot
pubblicitario dove prima appare un adulto assolto per omicidio, per rapimento,
assolto per pedofilia e alla fine compare un bambino dall’aria innocente con
sotto scritto "colpevole".
Per
quanta riguarda gli anziani ci sono episodi come la vecchietta che viene
rapinata appena uscita dall’ufficio postale dopo avere riscosso la pensione e
malmenata, trascinata... oppure quello dell’anziana sola in casa che apre
facilmente la porta con la speranza di una compagnia e viene uccisa per prendere
quei pochi soldi o oggetti d’oro che conserva da tempo, suo unico tesoro. C’è
il vecchietto che, pure attraversando sulle strisce pedonali, viene investito
con violenza da una macchina pirata che fugge senza neanche soccorrerlo.
Spesso,
la domenica ci porta episodi gravissimi negli stadi dove si picchiano con i
bastoni, si bruciano le macchine, si lanciano bottiglie, pietre, sedili e, a
volte, candelotti e più di una volta scappano fuori feriti, per cui non si può
più parlare di sport, di tifoseria, ma di guerriglia.
lo non so spiegarmi perché succedono queste cose, non riesco a trovare i motivi
perché succedono, da che cosa dipende tutta questa cattiveria. Potrebbe essere
colpa del progresso, della ricchezza, del desiderio di avere tutto senza fatica,
senza sforzo, della mancanza di rispetto l’uno per l’altro, dalle nuove
situazioni familiari per l’assenza dei genitori impegnati nel lavoro che
perdono di vista l’amore, l’attenzione verso i propri figli. Potrebbe
dipendere dalla mancanza dei principi fondamentali del vivere umano e sociale e
anche dalla mancanza di educazione, di principi morali e religiosi. Mi colpisce
molto il caso della madre che uccide il proprio figlio forse perché non ce la
fa a crescerlo, ma io dico che ci sono altri modi, per esempio, dandolo in
adozione. Perché troncare una vita che vale? Anche lui ha il diritto di vivere,
di conoscere il mondo. Le persone così si devono curare e questo vale anche per
quelli che violentano le ragazze, le bambine. Io non ho mai capito perché
succedono queste cose! Forse lo fanno perché si sentono soli? Per mancanza di
cervello?
Bisogna fare molta attenzione alla violenza in generale perché vuole dire che c’e
qualcosa che non funziona!
Susy
Intervista
di Freddy a Susy
Che differenza c’è tra un uomo ed una
donna?
Secondo
me tra un uomo ed una donna non c’e differenza, neanche quella fisica se voi
potete vedere che le donne diventano maschi e lo stesso succede per i maschi che
diventano donne.
Pensi che se fossi nata uomo la tua vita
sarebbe stata diversa?
Se
fossi nata maschio mi sarebbe piaciuto di più perché la legge che c’è tra i
nomadi rende l’uomo più libero, invece per la donna c’è molta più
attenzione. Certo, però, che la vita non sarebbe diversa da quella che vivo.
Credi
nella parità di diritto tra i due sessi?
Secondo
me è assolutamente ingiusto che un uomo abbia più diritti di una donna.
Può la donna raggiungere gli stessi
poteri concessi all’uomo?
Sì,
perché non è mica vero che l’uomo è più intelligente della donna. Secondo
me ha più potere la donna che l’uomo perché, magari, è più furba e può
girare l’uomo come le pare.
Cosa pensi della donna soldato?
Astronauta? Vedresti una donna a capo di uno Stato?
Io
vedo bene la donna come soldato o come astronauta o come capo di stato. È una
realtà che le donne hanno sempre sognato, desiderato e finalmente sono arrivate
a goderselo il loro sogno nel cassetto. La donna che fa il capo mi piace.
Come vedi la donna nello sport? Anche
nel pugilato?
Vedrei
ugualmente bene una donna pugile perché, come ho prima detto, è un fatto di
passione, solo che come pugile la vedrei fisicamente brutta, mentre la donna
deve avere il suo fisico e l’uomo quello di uomo. Non sto giudicando, sto solo
rispondendo a come la penso io. Ognuno poi fa come vuole.
Hai fiducia nella donna medico?
Per
me è uguale, basta che sappia fare il suo lavoro come Dio comanda, per il resto
va tutto bene.
Susy
Ciao amici, Mi chiamo "Bubu", dicono che sono esaurita, ma sarà vero?
Forse sì perché io mi mangio il prosciutto con la Nutella, però, se devo dire
la verità, è buono. Poi mi chiamano "impedita", forse è vero
perché quando cammino cado ogni metro poi, non so perché, ridono di me quando
parlo. Forse perché faccio ridere? O forse faccio dei discorsi stupidi? Però
non mi sembra perché parlo sempre dei miei denti che non ce l’ho e poi mi
fissano dalla punta dei piedi fino alla testa, mi chiedo perché. Ma forse
perché non ho il corpo da Naomi e lo so, mi piacerebbe, ho un naso che è più
lungo del mio piede, una corporatura che fa schifo, però gli accessori ci
stanno.
Di
questo non mi posso lamentare però peccato che non servono a nulla. Mi dicono
che sono malata di mente, ma sarà vero? Boh! Però se lo dicono loro magari è
la verità. I miei accessori sono le mie ossa che sono più vecchie di un albero
secco. Mi fermo e parlo con l’albero, ma quell’albero non mi vuole proprio
rispondere, gliel’ho chiesto anche per favore ma niente perché mi hanno detto
che solo quando si chiede "per favore w si ottiene tutto, ma non è così.
lo ho chiesto all’albero "per favore", però mica mi ha risposto.
Mò mi metto a parlare con le mie scarpe. Va bene! Ciao! Spero di avervi fatto
un po’ ridere!
E.T.Y.
Si
dice che il volto è lo specchio dell’anima
Forse
è vero, o meglio è quasi sempre vero però ci sono persone che riescono a
nascondersi dietro a mille maschere e dal loro volto non si riesce a capire
nemmeno se sono tristi o allegre! Come al solito, quando devo rispondere alle
domande della Freda non so perché ma non riesco a scrivere come voglio io,
quindi concludiamo qui questo articolo che forse è meglio! Adesso metto il
quaderno sul tavolo della Freda e lei (ma non lo faccio per abusare della
pazienza dei redattori: è soltanto per stimolarli - Freda -) comincerà a dire
che dovevo scrivere di più, che così e troppo corto. Dai Ma come faccio? Devo
riuscire a finire almeno una pagina! Oggi è il 24 maggio... Uffa! Voglio
dormire! Non ci arriverò mai alla fine, mi mancano sette righe, cosa vi
racconto? Ma perché è sempre così difficile scrivere quando non sono io a
decidere cosa scrivere? (Ma perché questa decisione non arriva mai? - Freda -).
Continuando a "buttare giù" frasi a caso sono arrivata alla fine
della pagina e la cosa migliore è che per i saluti ho dovuto cambiare pagina...
Come sono… bravissima! Buona giornata (anche per me? - Freda -). Happy
freedom!
Handy
Cosa
è successo?
È la prima volta che dici una cosa e non la fai! Chissà cosa è successo! Ho
proprio un grande bisogno di sapere cosa ti ha fatto decidere di non fare una
cosa così importante. Vabbè!! Forse non hai potuto per motivi che non
dipendono da te! Ma sì, è così! Lo so che sei una persona coerente e che se
dici, poi fai! Però è l’attesa che è snervante, è il non sapere che mi dà
fastidio, perché quando non si sa per la testa iniziano a girare le cose
peggiori. Vabbe. Ciao, ciao, ciao, PC.
Handy
Intervista
a Fico
Quale
è il tuo sport preferito?
A
me piacciono le corse delle macchine perché corrono veloci, tagliano molto bene
le curve e quando si scontrano cambiano subito le marce. Le macchine mi
piacciono tutte per come sono fatte, per i colori che hanno e pure come sono
fatte dentro. A me piacciono anche le moto. Fino da piccolo sono state il mio
sogno proibito. Ad una certa età ho avuto una moto e si chiamava Piaggio. La
guidavo tutte le notti e l’ho fatto per tanto tempo. Ho capito tutto sulle
moto, le so riparare quando si rompono e mi appassiono a loro. Io non le porto
mai in officina da un mio amico, mentre anche i miei amici portavano a riparare
le loro moto da me. Così mi piacciono anche le corse delle moto e tifo per
Valentino Rossi. Mi piace tanto la sua moto con tutti quegli accessori e come la
guida e per come affronta le curve che taglia tanto bene. Guida molto veloce e a
me piace tanto la velocità, mi emoziona. lo vorrei tanto essere come lui,
partecipare alle gare e vincere, anche se non sempre si vince e ci possono
essere anche degli incidenti, a volte mortali. Seguo anche il calcio e sono
tifoso della Roma, anche se quest’anno mi ha molto deluso perché non ha
giocato sempre bene come l’anno scorso e non capisco perché. lo gioco al
pallone ma non ho un ruolo fisso e qui in carcere mi alleno molto. Fare dello
sport fa bene alla salute del corpo e della mente.
Il
mondo che vorrei…
Quante volte ci ho pensato su. Il mio mondo sta cadendo giù dentro un mare
pieno di follie, ipocrisie. Quante volte ho voluto anche io aiutare questo mondo
mio per tutti quelli che stanno soffrendo come te. Il mondo che vorrei avrebbe
mille cuori per battere di più, avrebbe mille amori. Il mondo che vorrei
avrebbe mille mani, mille braccia per i bimbi del domani che con i loro occhi
chiedono di più. Salvali anche tu! Per chi crede nello stesso sole non c’è
razza, non c’è mai colore perché il cuore che ha un altro Dio è uguale al
mio. Chi spera ancora in un sorriso per il suo domani ha deciso ed è convinto
che il suo domani è insieme a te. Il mondo che vorrei ci sparerebbe fiori, non
sentiremo più il suono dei cannoni, il mondo che vorrei vorrebbe più
giustizia; per tutti quelli che la guerra l’hanno vista e con i loro occhi
chiedono di più. Salvali anche tu, come si fa a rimanere qui immobili, così
indifferenti ormai a tutti i bimbi che non cresceranno mai. Ma che senso ha
ascoltare e non cambiare. Regaliamo al mondo quella pace che non può aspettare
più! Il mondo che vorrei, nel mondo che vorrei avremo tutti un cuore. Il mondo
che vorrei si chiamerebbe "amore". Stringi forte le mie mani e
sentirai il mondo che vorrei.
E.T.Y.
Io penso che…
Se "qualcuno" non fa quello che mi aspetto che faccia, quando esco gli
faccio la bua! Ho deciso che oggi pomeriggio mi prendo riposo in cella fino a
sabato. Ho tanta, tanta voglia di vedere una mia amica... devo aspettare fino a
mercoledì e poi, finalmente, potrò parlare con lei o, meglio, potrò parlare
con una persona che mi conosce veramente! Ho voglia di litigare un po’ con il
mio stomaco! È tutto così maledettamente favoloso oggi! Vedi, vedi, vedi! Poi
la Freda dice che non scrivo! Guarda qua che "articolone" che ho
creato! PC buon lavoro, buona giornata e... tu lo sai! "Vivere, anche se
sei morto dentro,... vivere". Ho deciso di prendere in prestito un po’ di
frasi dalle canzoni che mi piacciono di più! Ovviamente ho cominciato con
Vasco... questo sistema è una gabbia, mi da un omaggio, rabbia ... e
sparami..." Litfiba. "C’è chi dice è una strega ma tanto lei se ne
frega... ai giudizi degli altri non fa neanche una piega..." Sempre Vasco!
"Porca P... c’hanno fregato, ci hanno detto che il fiume non è più
confine. Dimmi o Signore preghiera o bestemmia, la differenza qual è?" Non
so di chi è!
Handy
Desidero
parlarvi…
Io ho cominciato a rubare a sette anni e ho continuato a rubare fino a
diciassette anni. Mi piace rubare perché si guadagna tanti soldi e questa cosa
che si guadagna è una cosa bella. Io la penso così, gli altri la possono
pensare come vogliono loro. Io ho visitato molte città dell’Italia e sono
stato pure all’estero. A diciassette anni ho cominciato a fare le truffe.
E
una cosa importante fare le truffe perché prendi le persone in giro:loro ci
cascano e tu prendi i soldi, anche questo fa parte della mia vita. Ci sono
ancora tante cose che vi devo raccontare: vi posso dire che abito vicino al mare
e respiro l’aria che tira che è aria buona. Sono sposato da un anno e mezzo e
mia moglie è incinta di quattro mesi. Io sono molto contento che devo avere un
bimbo perché avere figli è la cosa più bella del mondo. I figli sono l’amore
mio, mi piacciono tantissimo perché loro ti danno la gioia di vivere. Io a
rubare andavo anche per divertirmi, per andare nelle discoteche. Con i soldi
rubati mi compravo i vestiti e tutto quello che mi serviva. Adesso sono in
carcere per una condanna vecchia di quattro anni fa. Ero a Palermo, ai
maggiorenni, cioè all’Ucciardone, e poi mi hanno portato a Roma perché il
reato lo avevo commesso da minorenne. E adesso sono qui a farmi la galera. Che
ci vuoi fare? È destino!
Mi
rivolgo ad Handy
Vivere
giorno per giorno. Subire la monotonia di un’esistenza senza sbocchi presenti.
Doversi adattare a regole che non condividi, alle quali però non si può
ovviare. Confondersi con persone che non ti dicono niente. Non potere o
"non volere" esprimersi liberamente. Pensare con "pensieri"
che provengono da una situazione di anormalità. Dover fingere comportamenti che
contrastano con la tua vera natura. Stampare sul volto un sorriso che ti dà l’amaro
in bocca.
Dire e non dire anche quando ti esprimi letteralmente. Essere presente ma solo
con il corpo mentre la mente, lo spirito sono a mille miglia di distanza. Che
peso, Handy! È un’analisi che faccio da profana a cui vorrei tu rispondessi
punto per punto. Anche questa forse ti suonerà come un’imposizione, ma so che
tu, ancora una volta, saprai sfuggirne.
Freddy
Vivere giorno per giorno è forse l’unica cosa che ti permette di continuare a
vivere. Se per sbaglio pensi a cosa succederà fra un mese o fra un anno, sei
fregato perché ti rendi veramente conto del posto in cui ti trovi! Subire! Non
mi piace questa parola, diciamo piuttosto dovere accettare una momentanea
condizione di black-out! Si sa che gli sbocchi ci sono, non e questo il
problema! Il problema è riuscire ad arrivare a quegli sbocchi con la testa
ancora in grado di ragionare! Le regole, si sa, sono fatte per essere infrante!
E quindi quelle più piccole a volte è proprio bello calpestarle un po’! Poi
ce ne sono altre qua dentro che più che regole vere e proprie sono. Boh, non lo
so neanche io... Non e vero, so cosa sono ma non mi va di dirlo, dico solo che
non vale nemmeno la pena di infrangerne certe... tra di noi non ci si confonde,
ci si mischia, ci si annusa, ci scambiamo le poche cose che abbiamo da
insegnarci e poi ognuno per sé! A volte non ci si può esprimere liberamente
perché è meglio non dire proprio tutto, visto e considerato che ogni cosa che
viene detta viene interpretata e modificata e può diventare un’arma
pericolosa!A volte, più semplicemente, non c’è proprio la voglia di parlare
perché ti rendi conto che chi ti sta davanti, non ti sta ascoltando! Poi, nel
mio caso, è ancora più diverso! lo già parlavo poco fuori con persone di cui
mi fidavi, figuriamoci se mi metto a parlare qua con gente che non conosco e
vuole conoscermi per lavoro!
I
pensieri, fortunatamente, non hanno sbarre! Sembra una frase fatta ma è così.
Qua si continua a pensare e la detenzione non cambia più di tanto il modo di
vedere le cose, forse affina un po’ di più la mente e ti permette di capire
quali sono le cose che contano... Anche se poi arriva qualcuno e ti dice che non
è vero, che non hai capito niente e che ci pensano loro a te! In questo caso tu
te li guardi e pensi tante, tante cose che non dici per quieto vivere!
Fingere
è una cosa che non mi appartiene, più che altro mi nascondo, ma succede
raramente! La cosa che faccio più spesso è quella di osservare chi mi sta
intorno, ascoltare e agire di conseguenza:non è fingere, è adattarsi quel
tanto che basta per non sentirsi troppo diversa!
Il
sorriso è un modo semplice e veloce per non farsi fare troppe domande! Io sono
così, mi esprimo nell’unico modo che conosco! Chi vuole capire capisce echi,
invece, non lo vuole dice che non dico niente! La mia mente non so neanche io
dove sta. Sicuramente non è qui e spero che non ci sarà mai, se no, poi, sarà
davvero finita! Ecco qua! Fine dell’articolo. Spero di essere stata chiara!
Ciao, ciao a tutti! Buona giornata, PC. Happy freedom.
Handy
Considerazioni
di Ornella
Oggi è domenica e non ci passa mai il tempo perché, non è solo questo, è il
fatto che stiamo in carcere e ci manca la nostra libertà, ci manca tanto e non
vedo l’ora che passa questo mese, perché potrò uscire. Quando uscirò non ci
vado più a rubare perché, solo adesso, ho saputo cosa è il carcere. Mi hanno
dato quattro mesi questa volta, ma già altre volte ci sono venuta qua dentro.
Prima mi lasciavano uscire invece, adesso, mi fanno fare la galera.
Fortunatamente nella vita passa tutto, siamo giovani, non possiamo rovinarci
così la vita, è troppo bella!
Oggi
è lunedì e voglio andare via più presto. Vedi, adesso sono proprio nella
merda perché non ho la testa a posto, devo andare ad aggiustarmela, perché
sennò, adesso, i miei amici mi prenderanno in giro. Io sono proprio malata in
testa. Lo dirò a un mio amico se mi prendono in giro, ma io devo farmi avanti
sempre, altrimenti mi diranno che non sono più capace di fare certe cose e io
non voglio essere criticata. Basta qui.
Sto
alla finestra seduta e sto pensando perché nessuno mi viene a trovare. Forse
hanno un po’ di problemi, ma io voglio vedere il mio bimbo, perché lui è un
altro, non come noi, lui ce l’ha il cuore, il cuoricino, ha un’altra vita e
sente la mia mancanza. Mio suocero l’ha portato in Francia, sta in ospedale, e
io non ho ricevuto notizie da nessuno. Almeno potevano venire a dirmi qualcosa,
così ero più tranquilla.
Io
sono una ragazza e ho appena 15 anni e ancora non so cosa fare della mia vita ma
non fa niente. Devo fare la mia galera, ma non posso darmi coraggio. La galera
rovina tutti, è solo una rovina e adesso io non so come devo fare per uscire
finché sono in tempo. Ci sarà anche un giorno felice per me. Allora non farò
più niente. Soprattutto a voi giovani dico "Non mollate mai".
Allora,
si vede come sono dentro? Prima di tutto, vedi, io sono fatta così. Io sono
molto timida e una volta il mio ragazzo mi ha lasciato proprio perché ero
troppo rossa in viso e non sapevo cosa dirgli. Ma la prossima volta non sarò
più così bambina. Adesso io voglio dire una cosa che ho nel cuore, ma non ce
la faccio, non riesco a trovare le parole per dire che lo amo. Vabbe!! Io mo
devo andare, ma dove? Ciao.
Oggi
ero a scuola e non mi andava di fare niente, neanche io so il perché, ma la
maestra ha chiamato l’ispettore e lui ci ha strillate. Però noi ci siamo
messe a scrivere normale!
È vero che noi non scriviamo, ma noi non siamo abituati ad andare a scuola, e
io non ho voglia di fare niente. È vero che quando sto con gli amici, loro mi
chiedono perché non scrivo, e io rispondo che non voglio, perché non mi piace.
Forse quando esco, perché io voglio uscire, andrò a scuola fuori e non qui
dentro. Ciao.
Ornella
Ho
fatto uno strano sogno
Allora, questa notte ho sognato una persona. Questa persona è la mia ragazza e,
nel sogno, stavamo litigando (tanto per non perdere l’abitudine!), e non sono
riuscito a capire il perché. Lei non mi guardava, non mi parlava e io la
pregavo, le chiedevo scusa (ma di che?). Mi sono svegliato di colpo, tutto
rattristato ma lei non c’era più. Allora mi sono riaddormentato e nel nuovo
sogno mi sono visto che mangiavo il maiale. Si trattava di un matrimonio, forse
il mio, e sì, perché stavo baciando lei (ma allora il bisticcio era finito,
avevamo fatto pace e addirittura ci stavamo baciando!). Ancora una volta mi sono
svegliato, mi sono guardato intorno mezzo addormentato, ma c’era solo lo
squallore della mia cella. (Mi capita spesso di fare sogni brutti e ogni volta
diventano realtà. Quando sogno cose belle sono contento, ma quando mi capitano
quelli brutti mi sento male come se stesse per succedere qualcosa di non buono.
Sarebbe meglio che non sogno niente, così sono più tranquillo. Tante volte,
nel sogno, vedo mia nonna che muore e mi agito. C’è un fatto però che quando
sto fuori non sogno e questo mi capita soltanto quando sto rinchiuso qua dentro.
Certe volte,mentre sogno, parlo, strillo, ho incubi e mi sveglio che ho paura.
Una volta mi è successo che ho sognato mio nonno che è morto, allora ho
cominciato a piangere, ma presto mi è passato e ora sono tre anni che non lo
sogno più e questo mi dispiace. Quasi quasi lo vorrei risognare e non mi
importa se mi commuovo e piango. Intanto, però, lo rivedo il mio caro nonnino!
È finito qui. Ciao Freda!
Dejan
Oggi mi sento particolarmente bene, non so, stamattina non riuscivo a vedere
nessuno in faccia ma poi mi sono sentita benissimo. Stamattina mi sono svegliata
con botte, casino, chiacchiere, ero così incazzata che odiavo tutti, ma poi,
per fortuna, mi è passata perché mi scoccia stare giù.
Che vi posso scrivere, amici, fratelli, sorelle? Devo scrivere qualcosa se no
Freda si arrabbia, si lamenta... "senza offesa Freda" e va beh!
Stamattina ho fatto una pizza a forma di stella, era bellissima ed io ero
orgogliosa del lavoro che ho fatto. L’ho fatta per il mio nipotino ma non è
venuto perché dormiva e allora glielo mandata a casa. E, nulla! Non vedo l’ora
di andarmene a casa, mi mancano tantissimo i miei, però mi mancherà solo una
ragazza di questo posto... e va beh! La vita va avanti, non bisogna mai smettere
di vivere. Ciao, amici, fratelli, sorelle. Fa un po’ schifo questo articolo,
non ha senso, però ho scritto quello che mi passava per la testa!
Sono
preoccupata per una mia amica perché sta facendo un passo sbagliato. Vorrei
fare qualcosa per lei, aiutarla, ma non posso perché quattro mura me lo
impediscono. Vorrei parlarle, convincerla che il passo che sta facendo è
sbagliato, ma, come ho già detto, non posso.
E.T.Y.
Intervista
di Licia alle compagne di cella
Come
ti senti dentro di te in questo momento?
Mi sento molto male, sono molto triste.
Sei stata mai innamorata?
Sì, sono stata innamorata.
Chi ti piace come ragazzo in questo carcere?
Nessuno.
Come giudichi te stessa?
Mi giudico spiritosa.
Hai mai preso in giro qualcuno?
Sì, l’ho fatto con parecchi.
Quanti ragazzi hai avuto?
Ho avuto simpatia per tredici ragazzi.
Sei mai stata lasciata? Ci sei rimasta male?
Sì, sono stata lasciata e ci sono rimasta male, molto male.
Quante volte sei stata lasciata?
Sono stata mollata troppe volte.
Come ci si sente quando perdi qualcuno che hai amato?
Si soffre da morire.
Hai mai avuto qualche storia importante?
Sì, ho avuto delle storie importanti che mi hanno fatto gioire e soffrire.
Licia
intervista Cozza
Quante volte sei stata innamorata?
Sono stata innamorata solo una volta.
Oggi ti senti sola?
Sì, particolarmente sola.
Ti manca qualcuno importante per te?
Sì, mi manca il mio ragazzo.
Sei fidanzata?
No, per ora non lo sono.
Ami ancora qualcuno che non c’è più?
Sì, è un mio ex ragazzo che non posso dimenticare.
Ti ha mai lasciata un ragazzo?
No, non sono stata mai mollata.
Quante storie hai avuto?
Storie d’amore poche.
Hai un ragazzo che ti aspetta?
No, al momento non ne ho nessuno.
Lo vorresti?
Non so quello che voglio.
A che età ti piacerebbe sposarti?
Vorrei sposarmi a 18 anni.
Una freddura
Ho
chiesto a Freda "Dove hai preso tutte queste macchine da scrivere?" E
Freda mi ha risposto "Le ho comprate" e io le ho detto
"Giura" e lei "Lo giurano le mie tasche". È figa questa
battuta vè?
Susv
Prendiamola con filosofia, se deve essere sarà, punto. Inutile perdersi in
chiacchiere, ci ho provato, ci ho creduto davvero tanto, ma non ha funzionato e
sappiamo che non è colpa nostra! È stato deciso che il mio mondo deve girare
in un’altra direzione e allora prendo in mano il volante di questa giostrina e
giro dove vogliono anche se il mio vento mi porta da un’altra parte! È stato
difficile prendere questa decisione che mi hanno imposto ma è inutile
scontrarsi contro chi pensa di conoscere i desideri e le paure del prossimo!
Dicono
che mi conoscono e danno per scontato che questa non è sicuramente la cosa
giusta per me e che non è neanche importante! Certo che ce ne sono di persone
presuntuose! Visto che mi dicono che parlo ma non dico niente oggi ho deciso di
tirare fuori tutto quello che penso e nessuno potrà prendersela più di tanto
perché... in fondo non dico niente!!!!! Siete una massa di psicologi, capaci
solo di decidere ma non di decidere dopo aver capito, anzi non ci provate
neanche a capire perché pensate subito di avere capito e quindi perché
approfondire? Ok, torniamo al discorso iniziale: io questa cosa la perdo, la
lascio, ma non chiedetemi più neanche un respiro rivolto verso di voi! Da oggi
vi farò vedere che non solo non mi conoscete, ma non ci siete neanche un po’
vicini! Happy freedom.
Handy
Il
tempo, i minuti, i secondi…
Il tempo passa come un fulmine, come il vento, come lo scorrere dell’acqua e
tu neppure te ne accorgi. Quando non vedi l’ora che passi, invece, non passa
mai quando non vedi l’ora che sia domani, quando sei in ansia, non passa mai.
È noioso, è pesante, odio il tempo quando e così. Invece quando stai bene e
ti diverti e vorresti che non passasse mai, passa come un lampo.
Quando non vedi l’ora di uscire il tempo sembra morto, sembra che il mondo si
sia fermato, come una vecchietta che aspetta la visita di qualcuno, come un
rubinetto da cui non scorre l’acqua, come l’orologio che si e fermato, come
un albero che aspetta che fiorisca, come un calzino che aspetta di essere
lavato. Il tempo e bello, il tempo e brutto!
Susy
L’amore quando sboccia è come un fiore, come una cascata che scorre piena di
gioia, di felicità, di emozioni, come due persone innamorate. E poi svanisce
come un soffio di respiro ogni secondo, come il mare che s’infrange rabbioso e
poi comincia il male, il dolore come un temporale improvviso fatto di pioggia,
di vento, di fulmini, come lo scorrere di una giornata grigia e tetra, come una
finestra chiusa d’inverno, come un dolore che non puoi sopportare, come una
lacrima che lambisce il tuo volto senza lavare il dolore, la sofferenza!
Susy
Mi
presento...
Sono Ornella, sono nata a Roma e abito a Roma con i miei genitori a cui voglio
tanto bene.
Sono andata a scuola e ho frequentato fino alla seconda media. Mi sono sempre
comportata bene con le compagne di classe e con i professori. Dopo, però, i
miei amici hanno cominciato a portarmi a rubare. Per un certo tempo e andata
bene poi, un giorno, mi hanno fermata mentre prendevo un portafoglio dalla borsa
di una signora su un autobus. Mi hanno arrestata e il giudice mi ha condannata a
quattro mesi, ma forse non me li faccio tutti, meno male. Spero che me ne vado
presto perché è la prima volta. Mi mancano tanto i miei fratelli e non vedo l’ora
di riabbracciarli. Ero fidanzata con un ragazzo ma i miei genitori non mi hanno
fatto stare con lui e dopo mi hanno fatto sposare con un altro che non gli
volevo bene e adesso, prima di due anni, ho avuto un figlio maschio che oggi ha
otto mesi e mi manca tanto anche lui. Mio marito non mi vuole bene e tutti gli
altri mi odiano. lo non so cosa fare. Quando esco da questo carcere io lo lascio
mio marito e vado a cercare il mio fidanzato anche se i miei genitori non mi
danno a lui. Ma io scappo con lui, faccio la "fuitina", e così sposo
il ragazzo che mi vuole bene e a cui io voglio bene. Ciao, a presto.
Ornella
Scrivo la
mia storia
Allora, io prima mi sono fatto un anno e mezzo, dopo sono uscito e sono tornato
a rubare e mi hanno riarrestato. Dopo una settimana che sono uscito ritorno a
rubare perché non avevo i soldi e ancora una volta mi è andata male. Se davo
retta a mia nonna adesso non stavo qui, stavo fuori, ma io ho voluto fare di
testa mia e di nuovo mi trovo dietro le sbarre: credetemi la libertà è troppo
bella, ma io non ho saputo godermela. La prossima volta, quando uscirò, non
andrò più a fare il delinquente, ma cercherò di trovarmi un lavoro.
Il
mio problema è che non ce la faccio a smettere, purtroppo il mio destino è
quello di essere ladro. Comunque ho ancora un anno e sei mesi da fare, chissà
se quando passeranno io mi farò forza io sarò riuscito a cambiare idea,
perché la galera non è per i morti ma per i vivi, anche se a me la galera non
fa paura. Quando stavo fuori non pensavo alla galera ma adesso ci penso perché
stare chiuso dietro le sbarre non e facile. Quando ti chiudono in cella ti
vengono in mente tutte cose strane, pensi a tutto. Tante volte mi metto a
pensare a quello che facevo fuori e dopo dico a me stesso "Cosa ci sono
venuto a fare dietro queste sbarre?", ma la risposta non mi arriva.
Penso sempre a mia nonna perché ogni volta che viene a colloquio piange. Ormai
lei è vecchia e potrebbe morire da un giorno all’altro. Se io sono in carcere
e lei muore per me è un incubo.
È vero che prima o poi usciremo tutti, ma per adesso ci dobbiamo fare forza. Tu
puoi fare tutto quello che vuoi, però, una volta entrato dentro, tutti si
dimenticano di te: sei solo. Aspettare il giorno che ti dicono "Preparati
che devi uscire" sei troppo emozionato, non riesci a credere che stai per
ritrovare la libertà, almeno io la penso così, poi non so come la prendono gli
altri. Ero fuori al portone e non mi sembrava vero però, mamma mia, quanto era
bello! Sono andato al matrimonio di mia sorella e mi sono molto divertito, ho
ballato, mi sono ubriacato, ma... dopo due giorni mi hanno arrestato. Ormai sono
dentro e non posso fare niente però penso che forse potrò uscire prima perché
oggi ho fatto la camera di consiglio, c’era il giudice di sorveglianza, la
Spagnoletti che mi ha detto che mi voleva aiutare e sto aspettando una risposta.
In questo momento di attesa capisco cosa vuole dire il carcere e mi prometto che
non mi farò più arrestare perché stare lontano dalla famiglia si sta male.
In
verità della mia famiglia non mi manca nessuno, solo mia nonna a cui sono molto
affezionato. È stata lei che mi ha cresciuto. Io, prima dormivo sempre con mia
nonna e tra tutti i suoi nipoti sono io quello a cui vuole più bene. Non è che
odia gli altri però per me ha un debole e se penso che domani sarà l’ultimo
colloquio che faccio con lei che parte per la Jugoslavia, mi sento che mi
mancherà e quando uscirò prometto che non la farò più soffrire e darò retta
a quello che mi dice perché lei è anche malata. Per farla contenta non
sbaglierò più. Per adesso basta sbagliare, devo fare il bravo bambino. Freda,
ti ho scritto tanto e mi sento più leggero, meno triste.
Il
fuori e il dentro le mura
Quando sto fuori non penso alla mia vita disordinata, ma è quando sto in
carcere che io penso a tutto quello che ho fatto. È molto strano, ma io lo so
perché, perché qua dentro io soffro e tantissimo anche per una piccola
cazzata. Ragazzi, la vita è molto bella fuori, qua fa schifo. Quando mi
chiudono in cella io mi metto alla finestra sbarrata e vedo fuori la libertà:
quanto è bella! Allora prego Dio di uscire, ma Dio non mi sente mai. Mi dico
"Dai, forza e coraggio, che passa tutto!". Quando mi chiamano al
colloquio mi sento un po’ diversa e, vedendo il mio papà, sono contenta.
Quando il colloquio finisce mi sento ancora peggio, ricordo subito che sto in
galera e cado di nuovo nella sofferenza. Quando usciamo un po’ fuori, in
cortile, respiriamo per un attimo un po’ di aria più pulita e ci sentiamo un
po’ meglio. Ciao, ragazzi, io non so più cosa scrivere, ciao, ciao, ciao!
Cozza
Sentiamo
un po’...
Le
storie che scrivo sono tutte vere, nelle storie c’è proprio quello che mi è
successo o che mi succede. I pensieri mi vengono dalla testa, dai ricordi, dal
cuore, dalla nostalgia che provo. Io raccolgo tutto e scrivo. Stando in carcere
certo i miei pensieri li vedo diversi, non mi va di fare progetti per il futuro.
Certo non voglio passare tutta la mia vita in carcere e penso che è arrivato il
momento di smettere di rubare, di non andare più con gli amici che mi portano a
fare cose cattive, che mi hanno fatto tanto male. Sono loro che ti fanno
sbagliare e io provo solo sentimenti di odio e di paura. Io penso tanto quando
sono chiusa in cella, dove l’aria ti manca, le orecchie ti fischiano, la testa
bolle, ti senti senza forza, non senti nulla, c’è un silenzio profondo mentre
fuori, tra gli alberi, gli uccelli cantano, volano, il vento muove le foglie, un
aereo passa nel cielo e il pensiero corre lontano, lontano.
Io
provo simpatia per quei ragazzi o quelle ragazze che vivono con me in carcere,
che sanno scherzare. Faccio la stupida con loro, mentre non sto con le ragazze
che fanno le sceme, che non sanno scherzare e diventano anche volgari alle
volte. Anche con i ragazzi troppo seri non vado d’accordo. Con loro mi lamento
che stiamo in carcere, che non è bello quello che siamo abituati a fare, ma
che, purtroppo, non possiamo evitare perché questa è la nostra vita. Io
provo sentimenti per i ragazzi se sono simpatici e sanno scherzare, ma se sono
antipatici non mi piacciono per niente anche se a volte faccio la stupida con
loro. Le ragazze non mi piacciono quando sono stupide, quando fanno le coatte,
oppure quando fanno troppo le serie. lo non sono mai seria.
Susy
Cosa
è per me l’amore
Io penso che l’amore è la base di tutta la vita. Quando si è piccoli si
amano i genitori, i fratelli e le sorelle. Questo amore, quando c’è, si
chiama anche affetto che diventa sempre più grande se si cresce in una famiglia
sana, serena e felice perché tutti vanno d’accordo. Quando si diventa ragazzi
e si comincia a frequentare persone fuori dalla famiglia allora si prova una
specie di affetto che non è sempre amore, anche se può essere innamoramento
per qualche compagno di scuola, oppure affetto per qualche ragazza:l’amica.
Nella gioventù si prova l’amore anche per se stessi nel senso che curiamo la
nostra persona, cerchiamo di vestirci alla moda, curiamo il nostro corpo e l’aspetto
fisico. C’è anche l’amore verso Dio (io sono mussulmana e anche se non lo
faccio spesso, qualche volta dico una preghiera ad Allah perché perdoni i miei
pecc8tucci) che aiuta gli uomini e li rende meno egoisti. C’è anche l’amore
verso gli altri che si cerca di aiutare nei loro bisogni perché non si può
vivere soli, senza gli altri. Alla fine c’è
l’amore per un ragazzo e se questo e amore vero, nel senso che ci si capisce e
ci si vuole bene, veramente bene, questo bene dura per tutta la vita e si da
anche ai figli, se nascono, per crescerli buoni e onesti. Io amo la natura che
Dio ha creato:mi piacciono i campi pieni di erba e di fiori, mi piace il mare
con la sua acqua azzurra, il cielo stellato, il brillare delle stelle di notte,
guardo la luna che e illumina la terra e la fa sembrare più bella.
Ornella
Io,
Gerald...
Mi chiamo Gerald, ho 17 anni, sono nato a Durazzo. Ho un fratello più grande di
me. Ho frequentato le scuole fino alla quinta. Non avevo amici, non andavo d’accordo
con i miei genitori perché erano troppo severi, non mi capivano ed io rimanevo
chiuso nella mia stanza da solo.
A tredici anni mi sono allontanato da casa e con il traghetto sono venuto in
Italia. Sono sbarcato a Bari dove mi ha fermato la polizia e mi ha portato in un
istituto dove c’erano altri ragazzi come me. Vi sono rimasto due anni e mezzo,
frequentavo la scuola e ho imparato l’italiano. Mi divertivo con gli altri a
giocare al pallone ma non avevo un ruolo preciso. La mia famiglia non sapeva
dove mi trovavo: secondo me mi cercava ma io non ho mai scritto, né mandato
notizie perché non mi interessava di loro.
Nell’inverno,
stanco di stare nell’istituto, ho deciso di andarmene. Mi sono allontanato da
solo e mi sono diretto aRoma. Lungo la strada (viaggiavo in treno) mi sono
fermato a Frosinone, in una casa-famiglia dove c’era come ospite un
maggiorenne albanese e altri ragazzi italiani. Li mi sono trovato bene, ho
cominciato a studiare ed avevo una certa libertà e così ho avuto la
possibilità di visitare la cittadina che mi è piaciuta.
Andavo
d’accordo con gli altri ragazzi e con gli educatori. Un certo giorno, uscendo
dalla palestra, sono stato offeso da un ragazzo, penso del posto, che mi ha
detto" Aho! Che ti guardi?" e io "Nessuno". Ma quello ha
continuato dal finestrino della macchina in cui stava.
Poi si è fermato, è sceso e mi è venuto incontro mettendomi le mani alla gola
e dandomi anche dei pugni. lo ho reagito, gli ho mollato un cazzotto e lui si è
fatto male all’occhio. Io mi sono allontanato e, quando sono rientrato in casa
famiglia, ho trovato la polizia che mi ha chiesto cosa era successo. lo ho
spiegato tutto e loro mi hanno detto che dovevano accompagnarmi in caserma.
Quando siamo scesi dalla macchina siamo stati assaliti da un centinaio circa di
persone. Io ho fatto in tempo a rientrare in macchina ma ho preso un calcio in
faccia. Anche mio fratello (era lui l’albanese che stava in casa-famiglia) che
era stato coinvolto nel fatto è stato aggredito. Io, intanto, fuori dalla
macchina ho tentato di togliere la pistola al poliziotto, ma non ci sono
riuscito. Alla fine hanno preso me e mio fratello.
A
me hanno dato tentato omicidio e furto mentre mio fratello è stato lasciato
libero. Sono stato portato al C.P.A. a Roma e, quando il giudice mi ha
interrogato. Io ho detto che ero innocente e il giudice mi ha mandato in un’altra
comunità a Roma. Io voleVo ritornare a Frosinone e mi sono allontanato. Con il
treno ho fatto ritorno alla casa-famiglia. Ma qui non potevo stare e mi hanno
riportatO dal giudice che mi ha rimandato alla comunità di Roma dove sono
rimasto tre settimane, ma gli operatori riferivano al giudice che mi Comportavo
male e che addirittura spacciavo droga. lo protestavo ma loro insistevano. Una
sera, mentre stavamo guardando la televisione, mi hanno accusato di avere
tentato di violentare un ragazzo della mia età. Anche se non era vero mi hanno
arrestato per rapina e tentato omicidio. Non So per quanto tempo resterò qui e
mi sento molto triste e infelice. Mio fratello sa che sono detenuto ma non viene
a trovarmi. Io spero che il giudice mi rimandi in comunità con gli arresti
domiciliari.
Gerald
Sono
giorni veramente brutti!
Giorni passati come questi sono i più brutti della mia vita: è già una
settimana che sto male! Venerdì scorso è uscito il mio ragazzo. Però adesso
sto meglio perché si è fatto sentire ed è venuto anche a trovarmi, però non
l’hanno fatto entrare, anche se sono contenta pure così. Mi ha scritto e
tutte le mattine mi telefona, quindi sono contenta e spero solo che non faccia
qualche cazzata perché è uscito con l’affidamento quindi dovrebbe stare
attento a quello che fa altrimenti lo riportano al Casale, ma io spero di no
perché non voglio vederlo qua.
Comunque
oggi i ragazzi mi hanno detto che l’hanno arrestato di nuovo ed io spero che
non sia la verità. Dio mio, non so se crederci o no e non so neanche come fare
a sapere se è la verità. Come ho già detto e lo ripeto: prego soltanto che
non sia vero perché l’amore mio non lo voglio rivedere di nuovo qua dentro.
Porco mondo! Che giornate di merda! È come se si fosse bloccato il tempo!
Concludo qua queste due righe sperando solo che lui non sia stato di nuovo
arrestato!
Licia
Freddy
intervista Denis...
Cosa pensi della tua vita?
Io della mia vita penso che è stata ed è ancora oggi bella perché ho
avuto sempre tutto quello che desideravo.
Chi della tua famiglia è la persona più importante?
Mio padre è la persona più importante nella mia famiglia perché ogni cosa
che mi succede io mi consiglio con lui.
Hai mai avuto una vera amica?
Sì, io ho avuto una vera amica, della mia stessa età con cui mi confidavo
e lei mi capiva molto.
Secondo te, nella famiglia rom c’è differenza tra l’uomo e la donna?
Secondo me nella famiglia Rom c’è una grande differenza perché l’uomo è
il capo, è quello che comanda sulla moglie e sui figli, mentre la donna deve
lavorare, badare ai figli e non può mai contraddire il marito.
Che carattere hai?
Secondo me sono una ragazza tranquilla, simpatica, molto socievole. Sono
buona o cattiva secondo le persone. Riconosco che mi arrabbio spesso.
Cosa pensi dell’amore?
Senza l’amore la gente si odierebbe e per questo penso che l’amore sia
importante nella vita.
Ti sarebbe piaciuto nascere ricca?
A
chi non piacerebbe nascere ricco? Io, però, penso che non sempre la ricchezza
da la felicità.
Cosa pensi del carcere?
Io penso che il carcere e molto brutto, è una esperienza che ti bolla per
tutta la vita. Non penso che sia utile anche se penso che in qualche modo
bisogna pagare i danni che si fanno alla gente, ma in un altro modo.
Freddy e Denis
Che
mondo buffo!
Non mi va di digerirti, voglio tenerti impiantato nello stomaco, voglio sentire
quella fitta ogni volta che si parla di te!!!! Ecco quale è il posto dei
sentimenti: lo stomaco! È lui che si stringe per l’emozione, è lui che fa
male quando si litiga o quando manca il destinatario dei nostri sentimenti! Il
cuore, sì, batte più forte ma niente di più! Lo stomaco si chiude e fa
perdere l’appetito oppure, quando il vuoto è troppo grande, è lui che vuole
e chiede di essere riempito! La prima volta che ci siamo visti è lui che si è
fatto sentire per primo, si è chiuso, si è attorcigliato e dopo è arrivato il
cuore insieme alla mente! E quindi PC è li che ti tengo, e ti dico che mi
manchi da spaccare lo stomaco, e deciderò io quando vorrò digerirti, non
potrà deciderlo nessun altro! Ciao ciao, PC, buona giornata. Happy freedom.
Handy
Questa
è la storia di una ragazza un po’ sfigata
Questa ragazza prima stava così bene e tutto le andava per il meglio, ma, tutto
un tratto, va a finire dentro un posto molto brutto. Prima aveva tante amiche
molto legate l’una all’altra. Le sue amiche sono uscite tutte e lei è
rimasta sola per tre mesi. Finalmente entra un’altra ragazza che già era
entrata altre volte e che era diventata la sua amica del cuore e si confidavano
tutto, non c’erano segreti per loro due. Dopo sono venute altre tre ragazze
che lei conosceva e lei diceva alla sua amica del cuore"lo non voglio che
tu prenda tanta confidenza con loro"
"Va
bene". Ma, invece, dopo due giorni, ha preso subito confidenza con quelle
tre ragazze e ha abbandonato la sua migliore amica. Quella poverina si è resa
conto che quella ragazza non poteva più essere la sua amica così che,
poverina, doveva stare alla larga da quella ragazza che ha avuto anche il
coraggio di chiederle "Perché non parli più con me?" e quella
ragazza le ha risposto "Mi stai troppo antipatica". L’altra è
rimasta senza parole e, dopo che quella le aveva parlato così, "ha
lasciata senza altre parole. Altro che poverina!
Denis
Odio… Amore…
Oggi Freda mi ha portato un quadernone che solo a guardarlo mi da voglia di
scrivere e perciò, adesso, voglio scrivere una cosa bella. È la quarta volta
che vengo al giornalino, subito ero un po’ preoccupata perché dovevo scrivere
e io non me la cavo tanto bene con la scrittura. Ma devo fare l’articolo e lo
debbo fare anche presto perché se no il giornalino non esce! Non è facile ma
lo debbo fare perché voglio ritornare a questa attività che è vero che mi
pesa, ma che, per la verità, mi piace. È una delusione ogni volta perché
voglio dire di più, ma non ci riesco. È vero che sono anche molto distratta,
mentre qui ci vuole molto impegno e attenzione.
Allora... adesso vi dico di una amica. Vedi, io quando c’era lei non la
sopportavo, ma quando è andata via mi sono messa a piangere perché solo allora
mi sono accorta che le volevo bene. Quando mi girava intorno non sapevo perché
l’odiavo fino ad un certo giorno che l’ho vista piangere. Mi sono commossa,
le sono andata vicina e le ho chiesto il perché. Lei mi ha risposto che era la
prima volta che entrava in carcere, che aveva paura, che le mancava la libertà,
suo fratello e i suoi genitori. lo non sapevo cosa fare, cosa dirle ma le sono
stata vicina il e più possibile fino a quando è uscita. Dopo ho pianto io! Ma
che strana la vita! Ciao.
Ornella
Professione:
ladro
Io ho scelto da solo di andare a rubare. Qualche volta però, specialmente le
prime volte. non rubi niente. Ma diciamo che nel rubare per dieci volte ti può
andare bene fino a che, alla fine, ti beccano e poi ti devi fare la galera
perché ci sono dei giudici che ti possono dare anche due anni. Allora ti sconti
la pena e, quando esci, riprendi il tuo "lavoro". Mi è capitato che
dopo avere scontato un anno e mezzo, dopo una settimana di vacanze, ritornato
nel mio albergo, ho trovato la sorpresa che mi dovevo fare altra galera e adesso
da qua dentro debbo aspettare che posso uscire di nuovo. Però questa volta
debbo fare un lavoro perfetto per evitare che mi acchiappino subito. Quando vado
a rubare non provo nessun sentimento, nessuna emozione, perché a me piace farlo
e poi, se non rubi come fai a mangiare? Nessuno, infatti ti da niente e tu devi
farlo per forza.
Io non uso alcuna sostanza per sostenermi nel "lavoro" ma, anzi, sono
perfettamente lucido. Certo il rischio c’è sempre, però devi agire con
astuzia, con prontezza e molta attenzione per non farti fregare. Quando vai a
"lavorare" non devi usare la "roba" perché è vero che non
ti fa pensare ma è vero pure che ti può fare male, oppure puoi fare del male.
Molti la usano ma io no perché devo essere consapevole di quello che sto
facendo. La prendo, a volte, quando vado a divertirmi per provare piacevoli
sensazioni ma sul "lavoro" proprio no. Si ruba anche per motivi
diversi dai miei, per esempio: per necessità, per sfamare la famiglia, oppure
per dimostrare forza, coraggio, per farsi bello rispetto agli amici, oppure
ancora su commissione, per arricchirsi, ma è una faccenda di altri che non mi
riguarda. Penso che c’è una grande differenza tra ci ruba senza usare un’arma
(un lavoro "pulito") e il rapinatore che "lavora" con vari
tipi di arma che possono arrivare anche a casi di morte. Ma anche questo non è
il mio caso: io sono un semplice ladro che adopera solo la destrezza e il
cacciavite!
Dejan
Bisogna
sapere approfittare delle occasioni
Dopo tanta attesa finalmente avevo ottenuto l’affidamento in prova con degli
obblighi e io (quanto mi pento! Ma è troppo tardi!) non ho saputo approfIttare
positivamente di questa alternativa al carcere e, non solo non ho rispettato gli
obblighi, ma, cosa ancora più grave, sono andato a rubare. Oggi riconosco che
non si stava poi così male in affidamento. C’era pure la scuola dove c’erano
i computer, però io ci sono stato solo un giorno e non so spiegarmi perché non
ci sono più andato. E va bene! Ci vuole pazienza! Ormai sei dentro e non si
può fare più niente! Adesso mi devo fare la galera e basta. Intanto prima o
poi uscirò di nuovo però devo cercare di non prendermela troppo. Era meglio se
ascoltavo mia nonna che, come sempre, mi aveva detto di non andare, invece io,
come al solito, ho fatto di testa mia e adesso devo pagare anche se mi pento di
quello che ho fatto. Se stavo buono, a quest’ora stavo a casa mia.
Ricomincerò a contare i giorni, le ore, fino a quando? Non si sa! Ho da
scontare un anno e sei mesi ma, essendo andato a rubare di nuovo, chissà che
somma bisogna fare! Meglio non pensare e ricordare il giorno in cui sono stato
al matrimonio di mia sorella e mi sono tanto divertito. Ho bevuto, ho ballato e
adesso mi sto facendo ancora una volta la galera. Mi hanno arrestato in una casa
maledetta dove c’era tanto oro. Ci hanno beccato i carabinieri, tutti con le
pistole e se facevamo qualche mossa sbagliata potevano anche sparare. Come
sempre mi hanno portato al C.P.A., dopo il GIP mi ha dato tre o sei mesi, ma no,
forse mi sbaglio, non ho capito bene, ero troppo confuso e quasi mi vergognavo
di essere di nuovo la, ed eccomi di nuovo al "Casale" come lo chiama
Freda.
Dejan
Sono Denis…
Mi chiamo Daniela ma tutti quanti mi chiamano Denis più o meno da quando sono
nata. Sono una ragazza nomade e sono nata a Torino dove sono rimasta per sei
anni. Dopo, con la mia famiglia, ci siamo trasferiti qui a Roma. La mia famiglia
è composta da nove figli che vanno dai 18 anni agli otto mesi. Stiamo bene
insieme ed io, con i miei fratelli, abbiamo frequentato le scuole pubbliche.
Io ho smesso alla terza elementare perché non mi piaceva studiare. A sette anni
ho cominciato a rubare insieme con mia sorella Lisa più grande di me e subito
negli appartamenti. Non avevo paura di entrare nelle case della gente o dalla
porta o dalle finestre anche chiuse che aprivamo con il cacciavite, o dai
balconi. Per me è stata sempre una passione, lo consideravo un lavoro che
facevo con entusiasmo. Non lo cambierei con altro per nessuna ragione al mondo
anche se so che è pericoloso. Io sono decisa sempre a rischiare. Ho sempre
passato dei bei momenti in famiglia dove non mi è mancato mai niente. Non avevo
ancora 15 anni quando ho conosciuto un ragazzo, Roberto, della mia stessa età.
Lui stava in un altro campo a 60 chilometri di distanza. Lui aveva sentito
parlare di me ed è venuto a conoscermi. Si è presentato ai miei genitori a cui
è piaciuto e ci siamo frequentati per un mese, giusto il tempo per conoscerci
meglio. Ci siamo sposati circa due anni fa e siamo andati a vivere con la sua
famiglia. Sono contenta del matrimonio perché Roberto è un bravo marito e mi
vuole bene. All’inizio ho sentito un po’ di nostalgia della mia famiglia, ma
i suoi genitori mi trattano come se fossi una loro figlia ed io ho imparato a
stare bene con loro. Per vivere ho continuato a rubare io compagnia di mia
cognata o di mio cognato. Roberto stava a casa. Sono stata arrestata 4 volte ed
il brutto del mio "lavoro" è proprio quello di essere portata in
carcere dove le prime volte sono uscita quasi subito mentre questa volta la
permanenza è lunga. Sono incinta di quasi sette mesi e questa maternità ha
fatto felice me, mio marito e tutti i familiari.
Debbo confessare, però, che amerò mio figlio con tutto il mio cuore, ma la sua
nascita, di certo, non mi ostacolerà a continuare il mio lavoro. Chi leggerà
questo articolo mi giudicherà certamente senza cervello, ma cosa volete farci,
il furto per me e come una droga che non si cura nemmeno con il metadone
Denis
Io
sono una ragazza...
Mi chiamo Chiara e voglio scrivere di me. Vedi, ogni volta che dico qualcosa
alle mie amiche loro non mi credono e io non so perché, ma, pensandoci bene è
perché io ho un difetto. Quando una dice che ha visto un film io rispondo che
anche io l’ho visto, se un’altra mi dice di avere letto un libro io dico che
l’avevo letto, se un’altra, ancora, dice che è andata a scuola io rispondo
che anche io ci sono andata anche se non mi è mai piaciuto andarci. Se qualche
ragazza mostra un disegno suo io dico che l’ho già fatto anche io, ma non è
vero e per queste continue bugie nessuno mi crede più. Se, però, loro mi
chiamano bugiarda io mi incazzo, perché mi rompono le scatole e anche perché
capisco che dicono la verità e io non lo sopporto. Quando mia madre dice
"Figliola, tu vai con Dio" io, invece, penso "Vado con la
Madonna". lo non credo a quello che mi dicono e li odio tutti, pure i miei
amici, quelli che stanno fuori che non mi piace come si comportano con me. Loro
non mi credono ma io devo far vedere che sono una ragazza seria e non come mi
pensano loro. Secondo me è tutta colpa di quel maledetto difetto che però io
non voglio riconoscermi. Ok, adesso vi lascio. Sono stufa di loro, di voi, di
tutti. Ciao, alla prossima!
Chiara
Cosa
rappresenta per me il giornalino
Quando sono arrivata al giornalino io non sapevo fare niente e Freda mi diceva
"Mettiti a scrivere e vedrai che ce la farai!". E così piano, piano,
ho imparato a scrivere gli articoli per Garçon. Adesso sono più tranquilla e
felice perché so tante cose che prima non sapevo e così un giorno potrò
raccontare questa nuova esperienza che sto facendo, per me molto importante.
Scrivo con piacere di me, dei miei pensieri, delle mie sofferenze, delle mie
malinconie, di quanti tristi momenti sto passando in carcere dove le sbarre, i
muri ci dividono da quello che sta fuori, dalla libertà. Parlo della mia vita
passata facendo la bastarda con i miei genitori, con i miei amici che, alla
fine, mi hanno abbandonata. Parlo della mia vita da sposata, quasi bambina,
senza conoscere niente della situazione di sposa, cosa vuole dire la
responsabilità di una famiglia. Ho trovato nel giornale il modo di sfogarmi e
il coraggio di sopportare anche i miei errori di scrittura: tanto c’è la
Freda che corregge.
Ornella
Oggi sono contenta anche perché in questi ultimi giorni sono stata un po’
troppo nervosa. Ce l’ho con tutto il mondo, non sopporto più nessuno e questo
mi ha portato anche a trattare male la mia migliore amica che avevo qua dentro.
Ogni volta che stavo male, che avevo bisogno di qualcuno o di parlare lei c’era
sempre ed anche io per lei. Però in questo periodo ce l’ho anche con lei e vi
assicuro che non so neanche il motivo, perché non c’è nessun motivo. Io lo
so che ho sbagliato con lei e mi dispiace molto anche perché non ci parliamo
più, ma non ci riesco neanche a farmi avanti e vi assicuro che mi dispiace
molto. Spero solo che la nostra amicizia non finisca così senza un motivo
preciso. Però le voglio bene e gliene vorrò sempre.
Oggi la mia educatrice mi ha detto che mi hanno già trovato la comunità dove
dovrò finire la condanna perché ho da farmi ancora due anni e non sono pochi
per stare in questo posto. Io adesso sono veramente contenta di andarmene via
però mi dispiace per il mio ragazzo ma spero che uscirà anche lui al più
presto. Adesso non si sa tra quanto andrò in comunità però, almeno, so che il
giorno arriverà e quel giorno sarò la persona più felice del mondo, perché
è già un anno che mi trovo qua dentro e in questo tempo ho conosciuto anche
il mio ragazzo che amo. Sono contenta di averlo conosciuto anche se in un
posto sbagliato. Però stiamo bene insieme e spero che presto staremo anche
fuori insieme per sempre. Oggi sono entrate due mie amiche e io sono contenta.
In verità mi dispiace per loro però da un’altra parte sono anche contenta
perché eravamo pochissime in palazzina e il tempo non passava mai anche perché
è estate, le giornate sono più lunghe e pesanti e quando siamo in più il
tempo passa più in fretta e meglio. La verità e che oggi siamo rimaste in
palazzina e io, non sapendo cosa fare, mi sono messa a scrivere. Anche se non mi
va tanto devo farlo e per il giornalino che deve finire e per la cara Freda che
altrimenti mi fa un cazziatone e ha ragione perché già l’altro giorno non ho
scritto e quindi adesso mi tocca. Ciao.
Licia
Ed
ecco il momento di poetare
Vorrei darti la luna, ma è troppo rischioso, vorrei regalarti un diamante ma è
troppo costoso: vorrei cancellare tutto ciò che non ti piace ma ci metterei
molto tempo. L’unica cosa che posso fare è riscaldarti il cuore con un
sorriso, darti un bacio e dirti "ti amo!"
Con te ho riso, con te ho pianto, con te ho scherzato, con te ho passato momenti
belli. Ormai la felicità di quei giorni è svanita anche se non è svanito il
mio amore per te: ma ti giuro che, nonostante il male che mi hai fatto, le
promesse non mantenute e le lacrime versate, ti amerò per sempre e per sempre
sarò qui ad aspettarti. Se vorrai, torna, amore della mia vita che adesso non
ci sei più.
Licia
Nelle
mie parole
Nelle mie parole c’è tutto quello che sono! Quando le scrivo sono loro le
padrone, guidano la mia mano senza bisogno di essere pensate, scivolano via
dalla mente e si appoggiano sul foglio, raccontando cose che non mi accorgo
nemmeno di avere dentro! Quando le penso si colorano di mille sfumature, si
animano di ricordi, o creano storie che devono ancora venire; quando le parole
fanno un po’ le capricciose ed escono un po’ disordinate, oppure si
ribellano completamente, mi si incollano dentro e io resto in silenzio! Ah, le
mie parole, quanto le amo quando prendono il controllo e vogliono essere
scritte, ed escono come un fiume, e non si fermano fino a quando non sono sicure
di avermi svuotata, liberata, guarita ancora una volta! Quando qualcuno mi parla
le mie parole svaniscono, mi lasciano la mente vuota, così posso ascoltare le
parole degli altri, sceglierne e farne mie un po’! Ma nelle mie parole ci sono
anche tante cose che vorrei non fossero state mie, ci sono anche tutte le
emozioni che vorrei tenere solo per me... ma sono belle per questo le mie
parole, perché escono quando vogliono loro, si fanno pensare, dimenticare,
scrivere, parlare, gridare, cantare, amare e odiare, ma non si fanno mai
comprare, non escono mai solo per far piacere a chi le sente... nelle mie parole
c’è la libertà che nessuno potrà togliermi. Happy Freedom.
Handy
Vi diciamo di "oggi"
Allora oggi è una bella giornata, abbiamo giocato a pallavolo, a ruba bandiera
ed abbiamo vinto. Invece questa mattina siamo state al cinema insieme ai
ragazzi. Abbiamo visto un bel film, poi ci hanno chiuse nelle celle. Adesso le
mie compagne stanno lavando, pulendo un po’ per passare il tempo. lo, Ornella,
invece scrivo così imparo anche a scrivere meglio visto che non sono buona.
lo mi chiamo Chiara e mi piacciono molto i cartoni animati però c’è la mia
compagna Licia che non li vede e non li fa vedere neanche a me. Però, quando
lei non c’è io li vedo e quando viene cambio canale. Lei strilla come una
pazza ma io non ci faccio caso perché mi diverte come si comporta: è proprio
simpatica! Adesso vi raccontiamo una cosa; un giorno eravamo in cella e con noi
c’era anche una cicciona che stava davanti alla televisione e Licia le ha
detto "Papera, togliti!". Che risate ci siamo fatte! Io a letto non
riesco a dormire senza Cozza, però una volta Licia ha detto una battuta e Cozza
non dorme più vicino a noi.
Ornella, Licia e Chiara
Vi racconto la
storia di due amiche inseparabili
Loro due si confidavano tutti i loro segreti fin da bambine, spesso litigavano e
subito facevano la pace. Non potevano stare l’una lontana dall’altra ed
erano tanto felici insieme. Insieme dormivano, insieme mangiavano, insieme
"lavoravano". Beh! In tutto quello che facevano stavano sempre
insieme. Erano così attaccate, loro due! Purtroppo, però, una delle due si
doveva sposare e loro erano così tristi perché dovevano dividersi l’una
dall’altra. Arriva il giorno del matrimonio e la sposa, dopo due giorni, se ne
va in Francia e loro soffrirono tanto. La sua amica del cuore, dopo due anni,
viene con il marito in Italia e così si sono riviste. Passano due anni e loro
erano così contente di stare di nuovo insieme! Ma, un giorno la sua amica del
cuore se ne va di nuovo in Francia e loro si salutano, si abbracciano e
piangono. La sua amica le dice "Io non voglio partire, io non voglio più
starti lontana" e l’altra le risponde "Vai! Tu devi andare, ormai
sei sposata, non puoi lasciare tuo marito, hai capito? Cara amica mia, ciao,
addio!" E aggiunge "Mi mancherai così tanto, ma vai che tuo marito ti
chiama. Beh! Vai, ciao, ti voglio tanto bene, tu sarai sempre nel mio
cuore!" Ma anche per "altra ragazza arriva il momento di sposarsi e il
brutto del suo matrimonio è che non c’è la sua amica del cuore! Questa sì
che è vera amicizia!
Denis
Bello questo mattino
di un sabato risplendente
Qui, nella vecchia fattoria si tira avanti come sempre, i gatti, la notte,
piangono così forte che sembra quasi di averli in cella, e si dorme proprio
bene, questa mattina quella cavolo di gallina isterica non la smetteva più di
fare casino... E "coccodé di qua e coccodé di là alle 9 stavo già in
paranoia... E poi ci sono gli uccellini con le loro canzoncine... 24 ore su 24,
inclusi i festivi! Che poi, qua dentro, i festivi sono la condanna peggiore che
c’è... Non ci sono attività neanche se paghi personalmente gli operatori,
ma, nonostante questo, ti devi comunque alzare alle 8, per fare cosa, non si sa!
Un’altra bella cosa delle feste è che non ci portano la spesa, se ce la
portano non è completa e in più sembra quasi che ti hanno fatto un favore
immenso! Tra Pasqua, Pasquetta, Festa della Liberazione e 1° maggio, ponti e
ponticelli vari ormai nella nostra palazzina ci abbiamo messo radici! Ma la cosa
strana è che dopo le feste ci vuole sempre un periodo di assestamento per
riuscire a ritornare alla normalità, nel senso che nel periodo delle feste ci
si dimentica di come andavano le attività, la consegna della spesa e ci vuole
una settimana buona per ristabilire l’ordine e in tutto questo noi dove
stiamo? All’aria! Perché c’è il sole, che ci stiamo a fare nelle celle?
Non lo so, ma so che passare mattina e pomeriggio all’aria non fa bene ai
nervi e poi, non è vero che si socializza perché, dopo una giornata così, è
già tanto se riusciamo ancora a guardarci in faccia senza darci fuoco a
vicenda! Però è successa una cosa che ha dell’incredibile, ci sono riusciti!
Ebbene sì: intorno al 28 aprile hanno tolto la capanna del Presepe! Veeeeeloci!
Ok. Vi saluto perché sono un po’ acida (come al solito, del resto)! Happy
Freeedom!
Handy
Riflessioni
La mia vita a Casal del Marmo è cambiata profondamente, come, del resto, sono
cambiata io. Da quando sono entrata mi sento una persona sola anche se sono
circondata da tante persone. La cosa che più mi manca, oltre la libertà, e mio
figlio. Pensavo di non avere un vero istinto materno, ma da quando vivo qua
dentro il mio pensiero è sempre per lui e mi sento veramente mamma e soffro
come una mamma. Gli voglio tanto bene, non pensavo che si potesse amare tanto e
mi sento vuota senza di lui. Spero tanto che questa sia l’ultima volta che lo
debbo lasciare. La mia storia di tre anni fa! Allora io ero sposata, ancora una
bambina, con mio marito e abbiamo avuto una vita bella pure con nostro figlio.
Purtroppo, adesso, noi non andiamo più d’accordo e proprio ora ho sentito che
si è sposato con un’altra. lo me ne sbatto di lui ma mi dispiace per mio
figlio e soffro per lui. lo l’ho sentito per nove mesi in pancia, io ho
parlato con lui per nove mesi, mentre lui si muoveva e adesso lui penserà che
avrà un’altra ~ madre, ma non è così come pensa lui. Io voglio uscire
presto per vedere mio figlio perché lui è mio e mi manca. Non voglio che stia
con un’altra donna. Mio marito mi ha lasciata, mi ha abbandonata ma non mi
frega di lui. lo farò di tutto per riprendermi il bambino che è stato portato
via dal padre. E ora, cosa sarà della mia vita? lo rivoglio mio figlio, io
l’ho messo al mondo e lui deve vivere con me, con la sua vera mamma. Spero che
Dio mi aiuti! E a tutte le mamme dico "non mollate mai, difendete il vostro
bambino!".
Ornella
L’angolo
di Licia, dedicato all’amore
Sfuggire
alla realtà
Io non sfuggo alla realtà e non mi faccio neanche delle illusioni, perché
penso che alla realtà non si può sfuggire. lo ammetto le cose che faccio e non
ho paura della realtà, anzi, quando le persone sono reali, e la cosa più
certa, più sicura, però, alle volte la realtà ti fa paura. Ma, secondo me, e
meglio affrontarla che fuggire pure se non e sempre facile. Bisogna prendere con
pazienza e forza d’animo tutto quello che ci viene da questa vita! Abbiate
fiducia (ma io quanta ne ho?)!
Quando stiamo insieme non riesco a parlarti
Forse sono colpita dalla tua bellezza, o non so cos’altro. Quando sei
vicinissimo a me non riesco a guardarti: forse ho paura di qualcosa che ancora
non conosco. Quando parli con gli amici, ascolto la tua voce, dolce ed intensa e
quando ti allontani da me ti seguo con lo sguardo fino a non vederti più. Solo
allora capisco che sei tu la persona che amo veramente, anche se l’ho capito
troppo tardi e se non te l’ho dimostrato mai. Spero solo in una cosa: che il
nostro amore non abbia mai fine. Proprio adesso, perché ho capito che ho
bisogno di te e so che anche tu hai bisogno di me. Tu, il tuo amore per me,
l’hai già dimostrato, io invece no, ma spero che mi darai la possibilità di
dimostrarti che ti amo anche io. Sono solo due giorni che non ti sento e già mi
sento male. È come se non ti sentissi da due anni. Il tempo per me non passa più,
perché non faccio altro che pensarti.
Perdere l’amore
Oggi per me è una giornata bruttissima perché è uscito il mio ragazzo, il mio
grande amore. Io sto male perché mi manca molto; sono contenta da una parte che
non stia più in questo brutto posto, ma dall’altra mi manca tanto: io e il
mio Dejan. Ci siamo conosciuti 10 mesi fa qua dentro e, dopo un po’, ci siamo
messi insieme. Sono passati 7 mesi ed io sono molto contenta che l’ho
conosciuto: un ragazzo così dolce e per bene. Dio mio, sono piena di dolore e
più passa il tempo e peggio mi sento. Non faccio altro che pensare a lui, mi
sento come se tutto il mondo mi fosse caduto addosso e come se per me non
esistesse più nessuno al mondo: che brutta cosa! Sto piangendo da due giorni,
io che non piango mai! Però sono contenta di rovesciare queste lacrime per il
mio amore. Io e il mio "Cina" ci siamo fatti tante promesse e spero
che almeno una di queste si avveri al più presto possibile... Dio mio, sto
male! Non passa più e non so neanche se sarà facile far passare questo dolore
a non vederlo, a non sentirlo. Adesso chiudo qua, ciao a tutti: ah, l’amore!
Il ritorno di un amore che sembrava
perduto per colpa delle mura e delle sbarre
Per un giorno ho pensato che era finito tutto lì, ma poi, negli stessi minuti,
dicevo che non può finire senza averne un motivo. Dopo una settimana, come per
miracolo, l’ho rivisto, era ritornato. Da una parte ero contenta di rivederlo,
ma dall’altra mi dispiaceva molto perché si è fatto una sola settimana fuori
e si è bruciato la possibilità di finire la sua pena in affidamento in prova e
quindi in libertà. Adesso ci stiamo vedendo talmente poco che da quando è
rientrato non abbiamo avuto neanche il tempo e la possibilità di dirci due
parole. Ma almeno l’ho visto e questo è già qualcosa qua dentro. La verità
è che non ci sono neanche le attività che potrebbero favorire i nostri
incontri. E va bene! Bisogna farcene una ragione visto che ci troviamo in un
carcere e non possiamo fare come ci pare. Comunque, dopo questo episodio, sono
convinta che bisogna sempre sperare e avere fiducia nell’amore (anche se ciò
costa un arresto!) perché sia questo sentimento che l’amicizia sono le due
cose più belle, anche se si soffre e molto quando si ama, ma questa sofferenza
ti fa capire che qualcosa di profondo c’è dentro di te.
Considerazioni
Oggi è stata una giornata bella perché siamo state al campetto a giocare a
pallavolo fino alle 18.30 quindi è già passata la giornata: meno male! Adesso
siamo chiuse in cella, abbiamo appena finito di lavarci, di cambiarci perché
abbiamo sudato molto. Però, perlomeno, abbiamo passato un po’ il tempo che
qua dentro, se non fai qualcosa, non passa mai, ma noi non ci possiamo fare
niente. Stiamo dentro e dobbiamo seguire le regole, anche se non c’è una
regola fissa, perché viene cambiata ogni giorno, quindi viene anche un po’ più
difficile per noi ragazze e anche per i ragazzi adattarci. Ormai si avvicina
l’estate e sarà ancora peggio. I giorni sembreranno più lunghi perché
restano poche attività mentre le giornate si vanno allungando in questa
stagione. L’unica speranza che mi resta è quella di andarmene via al più
presto, perché è già un anno che sto chiusa qui dentro e mi sta pesando
molto. Vabbè! Devo avere ancora un po’ di pazienza, un po’ per tutto. Ciao.
Insicurezze amorose
Io
e il mio ragazzo stiamo insieme da 8 mesi e stiamo molto bene insieme, però io
non provo più le stesse emozioni di prima. È come se non me ne fregasse più
niente e questo mi dispiace molto perché ricordo che un mese fa lo amavo più
di qualunque cosa al mondo e stavo male quando non lo vedevo, mi mancava molto.
Adesso, invece, non è più così. Però, prima di prendere una decisione, ci
devo pensare molto perché non voglio fare qualche sbaglio. Già ho sbagliato
con lui e mi sento ancora in colpa, quindi questa volta, voglio essere un po’
più paziente prima di prendere una decisione. Gli voglio ancora bene però non
è più come tempo fa. A parte che qua dentro ci vediamo pochissimo forse c’è
di mezzo la lontananza. Io so che devo avere pazienza per queste cose perché
stiamo in un carcere quindi è anche normale che non ci possiamo vedere
abbastanza per chiarirci, per chiarirmi, ma spero solo che riesco a capire che
mi sta succedendo in quanto mi sento molto in colpa per queste cose perché non
è giusto che io giochi con i suoi sentimenti. Infatti lui è un ragazzo per
bene, mi ha dimostrato che mi ama e poi la nostra storia la sanno tutti: la
famiglia sua e anche la mia. Io e lui ci siamo fatti delle promesse, anzi ci
sono progetti anche per il matrimonio e io sarei contenta di sposare un ragazzo
così perché so che starei bene vicino a lui. Adesso non so quello che voglio
ma sono sicura che la nostra storia tornerà come prima perché non può finire
per una cazzata. Spero che in questi giorni ci vediamo così ne parliamo un
po’.
L’amore è ritornato!
Oggi è rientrato Dejan e io ci sono rimasta molto male, perché erano solo
pochi giorni da quando era uscito e io pensavo che non ritornava più qua dentro
e invece mi sono sbagliata. Lui non mi ha delusa e solo che mi dispiace molto
per lui, perché ha tanto da farsi e poi perché non mi piace quando lo vedo che
sta male perché ci sto male anche io. Spero per lui che abbia un’altra
possibilità per uscire, anche se non è facile. In fondo io sono contenta che
l’ho visto perché mi mancava un casino quando è uscito. Ormai sono otto mesi
che stiamo insieme quindi mi ci sono affezionata e poi gli voglio un mondo di
bene e gliene vorrò sempre di più. Lui è il mio "Cina" e vabbe! Gli
ho messo un soprannome!
Il
dubbio
Mi chiedo se starti a pensare sia bene o sia male; se continuare a sognarti sia
amore o ossessione. Mi domando perché capiti a me quest’amara stranezza. Mi
domando ancora se amarti sia normale, o se anche questa volta sia una storia
casuale.
Pura finzione
Fingo di non pensarti e, invece, sei costantemente nei miei pensieri, nella mia
anima. Fingo di odiarti, di disprezzarti e, invece, ti amo con tutto il cuore.
Fingo di non sperare che un giorno noi due torneremo insieme e, invece, tutte le
notti sogno che ciò accade. Fingo di non avere più bisogno di te, e, invece,
mi manchi, mio dolce principe azzurro.
Sogno premonitore!
Questa notte ho sognato Freda, la "proprietaria" del giornalino; con
lei noi ragazze stiamo ogni sabato mattina ed ogni mercoledì pomeriggio.
Allora; l’ho sognata che le chiedevo se lei mi aveva portato qualcosa e lei mi
ha risposto di no. Io sono contenta che ho sognato Freda perché le voglio un
mondo di bene. Però quel sogno non era bello perché c’erano delle cose che
adesso mi stanno facendo male. Infatti quando faccio un sogno qualsiasi questo
diventa reale. In quel sogno con Freda stavo piangendo e adesso sto piangendo
veramente. Dio mio, che mi sta succedendo in questi giorni? Da quando è uscito
Dejan io sto male, che fosse il mio ragazzo? Dio mio, speravo tanto che mi
passasse e invece non è così. Peggiora sempre di più il dolore che ho dentro.
Dio mio, non vedo l’ora che arrivi lunedì sempre perché i giorni più
pesanti qua dentro sono il sabato e la domenica.
Ma Freda cosa c’entra nel sogno? (Te lo sei chiesto? Non hai cercato di
spiegarlo? Tu sai che anche io sono affezionata a Dejan: potrebbe forse il tuo
sogno voler dire che non te l’avevo riportato? (Freddy) lo non so perché ti
ho sognata, Freda, però, forse, può essere così come hai detto tu.
Ma che giornata!
Oggi è una giornata un po’ così: il tempo è brutto ed anche il giorno.
Stamattina ho litigato con Dejan perché non ce la faccio più a sopportare la
sua gelosia, né i suoi rimproveri. Sono 8 mesi che andiamo avanti così. L’ho
sopportato per tutto questo tempo, ma adesso non ce la faccio più. Però non ho
neanche il coraggio di lasciarlo perché mi dispiace vederlo afflitto e poi lui
non è cattivo. Io sto bene insieme a lui, però mi ha delusa molto con le sue
parole. Nonostante tutto questo gli voglio un mondo di bene, anzi lo amo e so
che anche lui mi ama e me lo ha dimostrato... Vorrei solo che non fosse così
geloso. lo gli ho detto che non serve essere gelosi perché io non ho fatto
niente di male, non gli ho dato motivo per esserlo e lui sa che la sua gelosia e
le sue prepotenze ci divideranno anche se io non lo voglio perché ormai sono
troppo legata a lui. Il problema è che lui deve cambiare perché non si può
andare avanti così. L’ho già lasciato tremila volte, però, poi, mi pentivo,
mi sentivo male per questa cosa considerato, che è un ragazzo che non ha avuto
la vita facile da passare e io lo capisco e posso anche capire quando è
arrabbiato e ha voglia di sfogarsi. Però lui deve pensare prima alle parole che
mi dice. Lo so, sbaglio anche io con lui, perché lo tratto male, gli rispondo
male e mi dispiace. Per questa cosa, però, io sono fatta così e non ci riesco
a cambiare. Ho provato a cambiare almeno con lui ma non ci riesco, questo è il
mio carattere. Comunque niente, in questo momento gli vorrei chiedere scusa
perché gli ho detto delle brutte cose, ma non ci riesco, e più forte del
sentimento che provo per lui. Gli ho risposto male perché ero arrabbiata ma
niente di più e spero che capisca e non la prenda tanto a male. E così chiudo!
Licia
La
domenica al Casale
Oggi è domenica, la giornata più lunga e noiosa della settimana. Non so
proprio che fare. Fino a poco fa ho giocato a carte, abbiamo scherzato un po’
tra di noi, però adesso non so più che inventarmi anche perché l’ozio non
solo è il padre dei vizi, ma è la pausa più penosa della vita, almeno per me.
Le altre ragazze stanno pulendo le loro celle, mentre io non vedo l’ora che
passi questa giornata, anche perché domani deve arrivarmi una notizia e spero
che tutto vada bene.
Boh! Non so che scrivere, il cervello è in coma profondo! Sono scesa giù
all’aria insieme ad Ornella però non c’è nessuno, mentre aldilà ci sono
le ragazze che giocano a biliardino, ma strillano troppo. Dio mio, non faccio
altro che pensare al domani. Sapete che vi dico: chiudo qua, non scrivo più, mi
sono rotta!
Licia
Io
qua non ci voglio stare più!
Anzi non voglio più stare proprio più da nessuna parte! Devo dormire, subito!
Che noia allucinante, perché non mi lasciano dormire? E vabbe, non è giusto ma
non ci posso fare un cavolo, adesso mi fumo una sigaretta poi forse, ma forse
ricomincio a scrivere! Voglio dormire! Ho fumato la sigaretta e sono tornata al
mio quadernino a righe, che non mi sta molto simpatico, quindi lo sporco con un
po’ di parole!Vediamo se ne viene fuori qualcosa di decente! Ho dei serissimi
dubbi in proposito, però potrebbe anche essere! Ah, perché debbo sempre essere
così Puf, non mi sono neanche pettinata questa mattina, però il problema non
è questo, sto mangiando come una fogna negli ultimi giorni e mi sono venuti un
sacco di brufolini adorabili, meno male che ci sono loro a farmi compagnia. Ho
pure le allucinazioni, sento le voci e la cosa peggiore è che a volte sono
assolutamente sicura di sentirle veramente. Beh, se vado avanti così non mi
restano molte prospettive piacevoli per il futuro!La verità è che ho bisogno
di dormire! Buon pomeriggio! Sabato mattina non ho finito l’articolo e quindi
eccomi qua, in questo splendido mercoledì pomeriggio, oggi non ho più voglia
di dormire, ho voglia di gridare forte, forte, di fare casino, di spaccare
questa cavolo di stanza... no, oggi voglio bene praticamente a tutto! Anzi,
sapete che vi dico? Questo articolo lo finisco qui e ne inizio uno un po’ più
in linea con il mio stato attuale!
Happy
freedom ad un pc!
Handy
Di
nuovo al giornalino
Oggi sono venuto al giornalino per la seconda volta perché mi piace fare questa
attività anche per imparare come nasce un giornale e poi anche per scrivere
quello che mi pare e quello che mi piace. peccato, però, che si viene solo due
volte alla settimana. La prima volta avevo scritto la mia storia e mi aveva
interessato tanto. lo spero che posso venire 2 ancora anche per imparare meglio
a scrivere. È bello scrivere anche sulle altre persone sia brutte che belle,
sia buone che cattive. Oggi è uscito mio cugino in permesso e ritorna alle
dieci di questa sera, mentre io sto ancora qua, anche se un giorno uscirò anche
io. Dentro la redazione ho conosciuto delle ragazze, certe simpatiche, certe
matte ma io sto sempre con il mio amico Dejan. Noi siamo due maschi e cinque
femmine e Freda, che sarebbe la "capo", ci fa scrivere tanto da farci
sudare, ma noi lo facciamo con piacere così ci passa il tempo e più scrivo, più
imparo meglio a scrivere e, scrivendo, prendo il coraggio di dire cose che
altrimenti non avrei mai detto.
Fico
La
redazione è lieta di presentarvi il primo parto di Susy
Credere nella vita
Una giovane ragazza bella, intelligente, viveva felice, aveva un suo lavoro era
una ragazza scatenata, non si fermava un attimo e aveva il suo grande amore. Un
giorno (maledetto giorno), mentre andava al lavoro (quella mattina era in
ritardo e faceva tutto in fretta) prende in fretta un caffè al bar, e per la
fretta se lo rovescia addosso, scende le scale e inciampa, cammina e le cade la
borsa, cammina in mezzo al traffico, prende spintoni, torna indietro per
riprendere la borsa che aveva trovato il ragazzo del bar che le dice "Mirela,
hai forse perduto qualcosa?" E Mirela "Sì, la borsa. Questa mattina
mi va tutto storto". Lo ringrazia, lo saluta e si prepara a riattraversare
la strada. Le squilla il telefonino, risponde, è il fidanzato. Mentre sta
parlando non si accorge dell’arrivo di una macchina che la investe. La borsa
le cade e anche il telefonino. Il fidanzato dall’altro capo comincia a
strillare Mirela, cosa è successo, Mirela, rispondi". Lui è nervoso perché
non riesce a capire il suo silenzio. Nel frattempo Mirela ha perso conoscenza,
la soccorrono e la portano in ospedale. I genitori della ragazza avvertono il
fidanzato di quello che è successo e questi corre subito all’ospedale dove i
genitori di Mirela lo informano, piangendo, che è stata investita ed ha perso
conoscenza. Il fidanzato, disperato, non sa cosa fare. Passano tante ore, i
genitori si sono addormentati sulle sedie.
Finalmente esce fuori un dottore, il fidanzato gli corre incontro egli chiede
come sta Mirela. Anche i genitori si alzano e si avvicinano. Il dottore dice che
non è grave e il fidanzato prova un sospiro di sollievo. Però il dottore non
aveva finito di parlare e aggiunge "Scusate, ma non ho finito e... come ve
lo debbo dire...". Loro vanno di nuovo in panico e il fidanzato chiede
"Che è successo? Me lo dica, per favore". "Mirela è rimasta
paralizzata, è stato il colpo". Loro allora chiedono di vederla e il
dottore li accompagna nella stanza dove si trova, distesa sul letto. Mirela ha
appena aperto gli occhi. I genitori le chiedono come si sente e lei risponde che
sta meglio, almeno così crede. I genitori, vedendola così conciata (tubi,
tubicini, flebo, bende) piangono disperatamente ed escono mentre arriva il
fidanzato. Mirela, Quando lo vede, sorride felice, anche se con sforzo.
Lui si avvicina al letto con le lacrime agli occhi e lei lo consola dicendogli
"Non piangere, vedrai, tra qualche giorno io mi sarò ripresa completamente
e ce ne torneremo a casa" e lui "sai amore, per un attimo ho pensato
di perderti quando non mi hai più risposto al telefono, improvvisamente. Ho
solo sentito un botto e poi la tua voce è sparita, non ti sentivo più" e
la prende tra le braccia, con un po’ di difficoltà. Mirela chiede cosa ha
detto il dottore e lui risponde "tra qualche giorno ti rimetterai" (Mirela
non sapeva ancora quello che aveva, sentiva male alla testa e non riusciva a
muoversi). Il fidanzato rimane per tutta la notte in ospedale e gli amici,
saputa la notizia, arrivano disperati in ospedale e chiedono come sta Mirela e
lui risponde che va migliorando anche se, dentro di sé, non riesce a credere
che lei resterà paralizzata. Solo ad un suo caro amico confessa "come farò,
è rimasta paralizzata, come potrò dirglielo? Perché doveva succedere una cosa
così?". L’amico lo abbraccia e gli dice di stare tranquillo perché
tutto andrà per il meglio. Meglio così che morta.
Passano due settimane e Mirela deve uscire dall’ospedale. Il fidanzato le
prepara (a roba e lei, ad un tratto, chiede "amore, perché sei così
triste? Non sei contento che esco?" e lui "sì, amore, come no?".
La ragazza cerca di scendere dal letto ma non ce la fa. E lui "no, amore,
ferma, ti aiuto io". Il dottore, intanto, entra nella stanza con una sedia
a rotelle e Mirela chiede a che serve, cosa significa.
E lui "senti, amore, io ti devo dire una cosa importante e non so come
dirtela. Però stai calma: tu non potrai più camminare" e lei "come?
Cosa vuoi dire?". "Ecco, amore, tu si rimasta invalida".
"No, non ci posso credere" e comincia a strillare e a piangere.
Luca, il fidanzato, riesce, dopo un po’, a calmarla parlandole tranquillamente
(anche se aveva la morte nel cuore) "vedrai, amore, andrà tutto bene, io
non ti lascerò mai. Ti sarò vicino, sarò sempre accanto a te, però tu mi
devi promettere che sarai calma" E lei "sì, tu dici così per farmi
calmare; tu mi lascerai, lo so. Guardami, sono su una sedia a rotelle". E
Luca "no, cosa dici, non parlare così. Tu mi piaci come sei e certamente
non sarà una sedia a rotelle a far sparire il mio amore per te. Non succederà
mai, io ti amo e ti amerò per tutta la vita". Mirela, rinfrancata dice
"sai, amore, per un attimo ho pensato di perderti ma, dopo tutto quello che
hai detto, debbo ricredermi". Dopo un anno Mirela e Luca si sposano e
vivono sereni e contenti.
Non dovete mai perdere la speranza, anche se succede qualcosa del genere, dovete
credere in voi e sopratutto essere sicuri di voi e avere fiducia in chi vi sta
accanto. La vita è bella e bisogna viverla in qualunque modo e condizione.
Susy
Perché scrivo storie
Le storie che scrivo mi partono dalla testa, mi invento le cose, mi immagino le
scene: un significato e un perché non ce l’ho. Mi piace scrivere e mi piace
entrare nel mondo della fantasia e anche nella sofferenza. Se devo scrivere un
finale bello non sono soddisfatta, sono più soddisfatta se chiudo con un finale
triste. Scrivo queste storie anche perché lo scrivere mi aiuta a non pensare a
nulla e mi fa passare il tempo. Quando scrivo storie mi sembra di stare in una
stanza deserta, mi concentro solo a scrivere e a niente altro. Con le mie storie
voglio trasmettere qualcosa di importante per chi legge. lo entro nei miei
personaggi e li faccio agire come avrei agito io e mi immagino le loro reazioni.
l miei personaggi sono quasi sempre pieni di problemi e lo scoprirete quando
leggerete. Se non ci sono problemi nella storia questa non può andare avanti,
almeno per me. Con le mie storie io trasmetto quei sentimenti da cui parte la
storia stessa. Il significato che la storia ha per me lo troverete nel suo
finale.
Susy
Dolore e…
morte
È la storia di una ragazza sfigata. Quando è nata le è morta la madre. Poi è
stata adottata da una famiglia ricca e potente. Con gli anni che passavano lei
diventava sempre più gentile ed educata. In un giorno di sole e di bellissimi
fiori la madre che l’aveva adottata si è ammalata. La donna si chiamava
Mariana ed era proprio grave. Lei, la ragazza era fuori nel giardino che faceva
lezione con una professoressa a cui era molto affezionata. Intanto la madre,
dentro il castello, moriva e quando le viene data la notizia è stato un colpo
per lei: è rimasta scioccata e piangeva e soffriva. Solo dopo 10 anni si è
ripresa. Lei è cresciuta tanto e non sapeva ancora che era stata adottata. Non
entrava mai nella stanza della madre per evitare di rinnovare il dolore. In un
giorno di pioggia, di temporale e di vento pazzesco, lei passò lungo il
corridoio per raggiungere la sua stanza e, passando davanti alla stanza della
madre che non era stata mai più aperta dal giorno della morte, la ragazza si è
fermata, e si è messa a fissare la porta. Dopo un po’ ha deciso di entrare.
Appena dentro è scoppiata a piangere, si è sdraiata sul letto e stringendo il
cuscino sul cuore, è rimasta per venti minuti, ferma a pensare e a ricordare.
Poi si è alzata, si è seduta alla scrivania della madre e ha aperto un
cassetto dove c’erano delle foto da piccola con la madre ed una lettera a cui,
prima, non aveva fatto caso.
Dopo aver osservato le foto prende la lettera e la legge. C’era scritta la sua
storia di figlia adottiva per cui quella splendida madre non era la sua vera
madre. Lei non ci voleva credere e ha cominciato a dire, tra sé e sé, che non
era vero, che non poteva credere a quello che c’era scritto anche se
riconosceva che quella era la scrittura di sua madre. In quel momento per quel
lungo corridoio passava suo padre che vide la porta aperta. Entrò e vide la
figlia. Corse verso di lei che piangeva. Lei fissò negli occhi il padre che
cercò di calmarla. Lei continuava a piangere tenendo stretta la lettera al
petto, il padre gliela prese, la lesse a voce alta e le disse che era tutto vero
quello che aveva scritto la madre e la abbracciò. La ragazza, Luana, corse
fuori dalla stanza e andò nella sua camera senza riuscire a credere. Il padre
non sapeva più che fare anche se aveva sempre pensato che, prima o poi, Luana
sarebbe venuta a scoprire la verità. Cercò di consolare la ragazza che,
invece, cominciò a fargli tante domande e a chiedergli perché non le avevano
detto niente prima. L’uomo, molto imbarazzato, le rispose" Perché non
volevamo che tu ne soffrissi". Luana da quel giorno non perdette tempo alla
ricerca dei suoi veri genitori. Li cercò in ogni angolo della città ma non
c’era nulla da fare. Cercava se almeno fosse ancora vivo suo padre come almeno
lei sperava.
Era disperata e, alla fine si rassegnò che non c’era nulla da fare. Dopo un
po’ di tempo, una sera lei e il padre furono invitati ad una festa. Lì si
ballava, si mangiava, si beveva, insomma ci si divertiva e così anche Luana. Ad
un tratto vide un uomo che subito le piacque. Prese a fissarlo, era veramente
affascinante e non sembrava nemmeno che avesse tanti anni. Poteva avere 40, 45
anni mentre Luana ne aveva 21. Lui la invitò a ballare e lei accettò con molto
piacere e cominciò a fargli tante domande. "Non l’ho mai visto prima di
oggi e lui "non sono di qui" e lei "come si chiama?" e lui
"il mio nome è Diego. E tu, come ti chiami?" "Luana".
"Hai un bellissimo nome". "Grazie". E continuarono a ballare
per tutta la serata. Luana non sapeva di certo che era suo padre l’uomo con
cui ballava, si piacquero subito tutti e due e, dopo quella sera, ognuno ritornò
alla propria casa. Lei era contentissima di averlo conosciuto. Si rividero
ancora però nessuno dei due sapeva che erano padre e figlia. Si conobbero
meglio e si misero insieme. Passarono cinque mesi e la verità non era venuta
ancora a galla. Una notte, mentre stavano fuori nel giardino, parlarono a lungo
e Luana si confidò con Diego. Cominciò dalla morte della madre in un giorno di
sole mentre lei era fuori a far lezione con la professoressa che era morta poco
dopo con grande suo dispiacere. Gli disse della scoperta che aveva fatto
entrando nella stanza della madre dopo qualche tempo dalla sua morte: di essere
stata adottata perché la sua vera madre era morta Quando lei era appena nata.
Diego la guardava e gli venne un dubbio, ne fu spaventato e si allontanò di
fretta. Era ormai sicuro, dal racconto che aveva ascoltato, che Luana era
proprio sua figlia. Luana non capì perché si era allontanato con tanta fretta
e lo richiamò, ma lui non si girò nemmeno.
Diego si confidò con un amico perché aveva bisogno di sfogarsi. Non ce la
faceva più a tenersi dentro questo segreto. L’amico non seppe consigliarlo e
lui ripeteva "Cosa ho fatto, cosa ho fatto".
Luana andò a cercarlo a casa sua e lo trovò ubriaco, ma lei voleva delle
spiegazioni su quella fuga di quella sera. Diego non trovava le parole per
giustificarsi, ma, alla fine, disse: "Senti, Luana, io avevo perso mia
moglie tanto tempo fa, morì dopo avere partorito e io sono sicuro che quella
bambina sei tu. Io, dopo la sua morte sono scappato. L’amavo molto e per il
dolore sono sparito. Mi sono fatto una nuova vita e non pensavo mai che un
giorno ti avrei ritrovata e invece...".
Luana
lo ascoltava e non credeva a quello che le stava dicendo. Corse via: non
riusciva ad accettare niente di quello che le era stato detto. Scoraggiata,
delusa, non riuscì a sopportare il nuovo dolore che le dava questa notizia che
scatenava in lei una serie di contraddizioni, per cui nella sua mente andò
prendendo vita la decisione di farla finita, di fuggire da tanta sofferenza.
Un giorno, più triste degli altri, aprì la finestra della camera di sua madre
e si buttò giù. Però, prima di togliersi la vita scrisse una lettera in cui
si diceva "mi sto togliendo la vita perché non ho fortuna.
Sono nata per soffrire e poi mi è successa una cosa che poteva succedere solo
ad una ragazza sfigata come me: mi sono messa con mio padre, quello vero. Io
voglio bene a tutti e sarete sempre tutti nel mio cuore".
Susy
Ciao, ragazzi!
Sono una ragazza e mi va di raccontare qualcosa di me. Ho 17 anni, sono nata a
Roma ma sono slava. Per ora sto in carcere e sono un po’ disperata, sono in
pensiero per tutti i miei amici, per il mio ragazzo che ho lasciato. Stavo con
lui da due anni ed ora sento la sua mancanza. Io lo amo ancora anche se l’ho
lasciato. Io sono finita in carcere e lui, adesso, sta per sposarsi. Mi dispiace
tantissimo perché sento ancora di amarlo ma lui, ormai, sta con la mia amica.
Non dovevo mai fidarmi di lei, ma sono contenta uguale per lui. Spero di uscire
al più presto da questo inferno. Qualche volta mi pento perché mi sono
comportata male con lui. Facevo finta di non amarlo, ma io lo amavo. Che ci
posso fare? Il nostro destino non voleva che io e lui stessimo insieme. È
andata così, ragazzi, è davvero una brutta storia. Mi trovo in cella con tre
amiche e andiamo d’accordo: una si mette a cantare, un’altra si mette a
scrivere al ragazzo ed un’altra si mette a letto e io vi scrivo. Questo
facciamo quando ci chiudono: brutta vita! Io mi pento moltissimo che prima
rubavo ed ora pago tutto: che legge, ragazzi! l veri delinquenti stanno fuori e
noi stiamo dentro per dei portafogli! Vabbè! Così è il nostro destino! Sono
di nuovo io e vi parlo ancora di me. Stavo con un ragazzo sposato ed ero appena
una ragazzina. Ci siamo innamorati all’improvviso ed io l’amavo tantissimo.
Alla fine ci siamo sposati, ma adesso mi pento tantissimo per il passo che ho
fatto perché lui per me ha lasciato la moglie e non sta più con lei. Avevo
solo 14 anni ed ero troppo innamorata. A 15 anni ho partorito un bambino ed ora
mi dispiace per quello che ho fatto. Sono ancora una ragazzina e ormai non amo
più mio marito. Amo un altro ragazzo che stava in C.P.A. ed io ho pregato
tantissimo Dio che lo portavano qua, ma è uscito e io mi sono messa a piangere
per lui. Quando uscirò non so se tornare con mio marito. lo penso di separarmi
da lui, ma non sono ancora sicura, mi dispiace lasciare il mio bambino. Anche
qua dentro mi sono messa insieme a dei ragazzi e mio marito fuori lo ha saputo.
lo non so cosa dirgli quando uscirò. Ah, la gioventù cosa fa fare! Ciao, alla
prossima volta.
Cozza
Problemi familiari
Sono Ornella, sono di Roma e vivo in un campo. È da tre mesi che sto qui in
carcere ma in questi giorni forse esco e spero di rivedere mio figlio. Io sono
sposata con un ragazzo slavo e ho avuto un bambino con lui. lo voglio bene solo
a mio figlio e voglio stare con lui che sta male senza di me. Non ho sue notizie
e sono molto preoccupata. La mia vita va molto male perché io non voglio più
vivere con mio marito e vivo per forza con lui, proprio per mio figlio, però io
gli ho messo le corna e non so cosa fare quando esco da questo bordello. Io gli
dirò tutta la verità e cambierò vita, come le mie sorelle, e per il futuro
sarò fedele.
Ornella