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Freedom La voce dei ragazzi dell’Ipm "Casal del Marmo" di Roma (Anno I numero 2)
L’estate in carcere
di Marco ho trascorso, da quando si è chiusa la redazione, due mesi da schifo. Non c’era la Freda, non c’erano le attività e io mi annoiavo. Per quasi due settimane siamo rimasti chiusi al braccio, e per passare il tempo giocavamo a carte, guardavamo la televisione o ascoltavamo la musica. Dopo sono venuti dei boy-scout da parecchie città italiane per tre giorni ospiti della chiesa di Santa Maria di Guadalupe. Ci raccontavano le barzellette, organizzavano giochi, suonavano la chitarra e cantavano con noi canzoni moderne. Il tempo è passato troppo in fretta e dopo la loro partenza sono ricaduto nella solitudine. Ero molto nervoso, pensavo sempre a casa e un giorno ho litigato per una sciocchezza con un ragazzo di un’altra palazzina, mi sono beccato un rapporto e sono stato in isolamento per due giorni. Quando sono uscito stavo peggio di prima. Verso la fine di luglio è iniziata l’attività circense (ammazzate! So’ bravo ne l’italiano!), che c’era tutti i giorni e che finisce il 15 settembre. Abbiamo imparato a camminare sul filo, a giocare con i birilli, a rotolare sulla palla, a fare i salti, insomma, un vero spettacolo. Il maestro si chiama Costantino, e dobbiamo ringraziarlo per averci offerto dei momenti diversi. Ho avuto un altro rapporto perché hanno trovato una lametta sotto il mio cuscino, anche se non era mia, ma del mio compagno di cella. Per questi due rapporti mi sono giocato la possibilità di uscire in permesso. Che estate, mamma mia! Ho contato i giorni che mancavano al ritorno delle attività perché esse mi rendono più passabile la vita.
di Ilary È la prima volta che ho passato, purtroppo, l’estate in carcere, e spero di non ripetere più questa esperienza. Ciò mi è successo per colpa di una rapina. La mia vita è cambiata, sono in una brutta situazione. Fuori e qui dentro ci sono molte regole, ma io sono uno spirito libero e quindi è per volontà mia che mi è successo tutto questo. Da quando sono in carcere cerco di non pensare al fuori perché altrimenti mi farei male fisicamente e mentalmente, perciò in questi tre mesi ho cercato sempre di pensare ad altre cose. Purtroppo sento tanta nostalgia di mia madre, di mia sorella, un po’ di mio zio e della mia ragazza. La vita da detenuto mi coinvolge negativamente a tal punto da non sentire il distacco dal mondo esterno. Il mio umore cambia, e ciò dipende solo dalle situazioni: se sono brutte divento molto nervoso, se sono belle sono tranquillo. Per migliorare l’estate dei carcerati, a chi sta in alto proporrei prima di tutto di fare stare molto di più all’aria i detenuti; proporrei di cambiare gli orari di pranzo e cena, perché attualmente si mangia troppo presto, e poi di essere meno severi, altrimenti si è costretti a diventare ribelli.
di Sabina io sono entrata in carcere il 27 marzo, per cui sono stata tutta l’estate qui dentro. Qui non passava mai il tempo perché avevamo poche attività, così rimanevamo nella palazzina per tutto il giorno. Qualche volta Padre Gaetano ci faceva fare qualche festicciola, così eravamo contenti perchè almeno uscivamo dalla palazzina; poi per un po’ di tempo sono cominciate delle attività, così uscivamo pure di mattina. Comunque non è che noi ci sentiamo bene quand’è estate, perché pensiamo alle persone che vanno al mare, che si divertono un mondo, mentre per noi che siamo qui dentro il tempo non passa mai perché i giorni sono più lunghi. Io sono stata tutta l’estate qui dentro e pensavo sempre a quello che faceva la gente fuori. Vabbè! Comunque un giorno uscirò pure io e tutti coloro che si trovano nella mia stessa condizione. Stando nel carcere l’estate si penso a quello che si faceva quando si stava fuori: per esempio io ricordo quando andavo con i miei amici, quando mi divertivo un sacco, ma ora mi trovo qui dentro. Vabbè!, tutti passiamo qualcosa nella vita. Io qui l’estate non l’ho passata bene perché qui dentro non ci si può divertire, e poi qui si devono rispettare delle regole e non è che si possa fare quel che si vuole.
di Rasiza Ho 14 anni e mi piace andare a rubare. Sono entrata in carcere il 16 luglio e sono ormai passati tre mesi. Mentre mi trovavo agli arresti sono andata a rubare, mi hanno arrestata e mi hanno portata qui, e ora sono triste. La nostra tradizione è quella di andare a rubare. Io vorrei andare a scuola, ma non ci riesco perché non ci sono abituata. Ma non parliamo di scuola. Da quando sono qui dentro mi sono rotta i co…ni. L’estate non passa mai. Il mio fidanzato mi ha scritto solo una volta, ma un mio amico mi ha scritto molto di più. Quand’ero fuori andavo al mare e mi divertivo molto, ma adesso sto in questo posto di m… Vorrei smettere d’andare a rubare, ma non posso: ormai sono abituata. Avevo otto anni quando sono andata a rubare per la prima volta con i miei amici; ora ne ho 14 e vado ancora a rubare. Però ho deciso che quando uscirò non lo farò più e inizierò ad andare a scuola. Ho nostalgia della libertà. Dovevo uscire il 16 settembre ma così non è stato: devo farmi ancora un mese di galera. Se fossi il direttore del carcere organizzerei le attività anche d’estate. Se adesso fossi fuori sarei con i miei amici che si stanno divertendo, ma sono dentro e soffro molto anche perché non mi è mai piaciuto andare a rubare; mi piacerebbe andare a lavorare e vorrei fare la carabiniera. (sommario)
di Emina Io sono entrata in carcere il 13 giugno e ho trascorso tutta l’estate qui dentro, e non era bello perché non c’erano le attività, non si faceva niente, rimanevamo sempre nella palazzina e il tempo non passava mai; ogni tanto Padre Gaetano organizzava qualche festicciola che anche se non era un gran che almeno era meglio di niente e un po’ di tempo con lui lo passavamo. D’inverno il tempo vola perché c’è la scuola, il teatro, la palestra, c’è un po’ di tutto e il tempo vola, le giornate appaiono più corte. D’estate la gente va al mare, mentre per noi detenuti qui l’estate è più pesante, non c’è nessuno. Ogni tanto vengono i volontari a chiacchierare con noi, ci dicono che cosa fa la gente fuori, che va al mare, eccetera. A noi la galera pesa troppo, e stare qui dentro d’estate è troppo brutto. È la seconda volta che trascorro l’estate qui dentro. Quand’ero fuori mi divertivo un sacco perché d’estate c’è un gran bel movimento in ogni parte dove si vada. È troppo bello fuori d’estate. Si va al mare anche se è troppo caldo. Qui dentro mi piace di più l’inverno, e non vedo l’ora che arrivi perché le prossime estati non sarò più qui.
L’amicizia
di Emina Per me l’amicizia è una cosa importante. Essere amici vuol dire conoscersi da tanto tempo, avere fiducia l’uno dell’altro, confidarsi, scambiarsi idee, pensieri, non tradirsi mai, volersi veramente bene, non nascondere mai la verità, aiutarsi nei momenti di bisogno. Io ho molte amiche più grandi di me con cui sto molto volentieri, con cui esco, vado alle feste, combino anche guai, ma sono tutte amiche occasionali; una sola è veramente la mia amica più cara da tanto tempo. Io distinguo tra amiche occasionali e quella vera, perché le prime le conosco poco e qualche volta non si sono comportate bene con me, mentre quella vera rappresenta per me il vero senso dell’amicizia, siamo diventate amiche e ci comportiamo come sorelle. Mi capitato una volta di aver creduto in una ragazza che diceva di essermi amica, ma un giorno mi ha giocato un brutto tiro. Ero fidanzata da un anno con un ragazzo, e ci volevamo veramente bene, ma lei si è messa tra noi due, l’ha fatto innamorare e me lo ha portato via, anzi, lo ha addirittura sposato. Ho sofferto moltissimo per la perdita del mio ragazzo, ma soprattutto perché lei mi ha tradito fingendosi amica. Avere un’amica, per me vuol dire avere una persona che si preoccupa per me, che cerca di non farmi fare cose sbagliate, che mi consiglia su come mi devo comportare, su quali amici devo scegliere e che mi dice anche che non devo mettermi più nei guai per non finire in carcere. Scusatemi, dimenticavo di dirvi come si chiama la mia amica: si chiama Silvana, ha vent’anni, è una bella ragazza, simpatica e stizzosa. (sommario)
L’amore, l’odio, la giustizia, l’onestà, la fedeltà, la bontà, la sincerità, la falsità, la generosità, l’avarizia, l’egoismo, la gelosia, l’invidia, la cattiveria, la curiosità, l’indifferenza, la violenza, il perdono
di Marco Per me l’amore è un sentimento fortissimo che sento, prima di tutto, per la mia famiglia, poi per i miei amici, quindi per la mia ragazza, per i miei parenti e per tutta la gente. Si odia la persona che ti fa del male, ma io penso che odiare non sia una bella cosa, anche perché l’odio verso una persona ti porta anche alla morte. Io penso che il popolo non possa vivere senza una legge che faccia prevalere la giustizia verso i torti subiti, infatti non ci si può fare giustizia da soli altrimenti si finirebbe per diventare colpevoli come quelli che hanno commesso per primi un’ingiustizia. Nei tempi passati ognuno si faceva giustizia da sé: c’erano le faide, e se non si andava d’accordo ci si ammazzava l’un con l’altro. L’onestà è la virtù dei forti, chi non è onesto finisce alla gogna (vergogna). Io sono un individuo fedele, cioè non tradisco la mia ragazza, i miei amici e le persone in generale. Essere buoni significa fare del bene agli altri, significa aiutare che ne ha bisogno e sacrificarsi per raggiungere un buon fine. Io non amo le persone che non sono sincere perché penso che per essere un buon amico e vivere con gli altri occorra dire sempre la verità. Dare a chi non ha vuol dire essere generosi, significa dividere quel che si ha con le persone che vivono male per colpa della miseria. L’avaro è una persona che nessuno ama. Egli vive e nasconde quel che ha, non gli importa dei bisogni degli altri e più ha… e più vuol avere. Io non sono un egoista perché non penso solo a me e ai miei interessi, ma mi faccio carico anche dei problemi degli altri, ma quando ho qualcosa me la tengo per me e non la condivido con nessun altro; sono un egoista nato! Io non invidio niente e nessuno perché sono soddisfatto di quello che ho e della vita che faccio. Per me l’infame, ossia colui che non sa mantenere un segreto, merita la sedia elettrica. Secondo me l’uomo cattivo è un individuo che rimarrà sempre solo perché sarà allontanato da tutti, e quando morirà andrà all’inferno. Io credo che ci siano molte persone curiose, che si impicciano degli affari altrui, specialmente le donne che fanno le pettegole. L’indifferente è colui che se ne frega di tutto e di tutti, ma come conseguenza non sarà amato da nessuno. Chi fa violenza riceve violenza, e l’unica cosa che merita è la galera. Per me nella vita bisogna sempre cercare di perdonare chi ci ha fatto del male. Perdonare significa volere il paradiso.(sommario)
Il matrimonio sincero è così?
di Rahima Prima del matrimonio di una ragazza, i genitori del ragazzo devono andare a chiedere ai genitori della ragazza se essi acconsentono che il proprio figlio chieda la mano della loro figlia, dopodichè si deciderà la data del matrimonio. Quando viene decisa la data del matrimonio, vanno ufficialmente a chiedere la mano della ragazza, portano ai futuri suoceri una grappa al cui collo della bottiglia è attaccato un fiore e una collana. Quando i genitori della ragazza sono d’accordo ad acconsentire al matrimonio della loro figlia, chiedono una cifra che parte da un miliardo e cinquanta, quaranta, trentacinque, e mettono la collana al collo della ragazza. Con questo atto viene deciso ufficialmente il matrimonio. Si festeggia per due giorni e si controlla se la ragazza è vergine; se lo è, va tutto bene, ma se non lo è… una vergogna per tutta la famiglia. Qualcuno si incarica di rimandare la ragazza dal padre e dice: “Non mi serve una ragazza sverginata, non mi serve!”. Qualcun altro però la accetta, e dove va a stabilirsi deve aver rispetto per la loro gente e vive felice e contenta.(sommario)
Esprimiti come vuoi e parla di chi o di cosa vuoi.
di Giuseppe Sono un ragazzo che è rinchiuso dentro quattro mura da quasi un anno, mi mancano ancora cinque anni e mi piacerebbe uscire prima. Quando uscirò non farò più danni perché quello che ho fatto mi è costato caro. Io non avrei mai pensato di essere capace di fare una cosa tanto grave perché sono sempre stato un ragazzo tranquillo, ubbidiente, amante della famiglia alla quale sono molto legato. Vedo i miei genitori soffrire sapendomi rinchiuso qui in carcere, e ciò mi dispiace molto. Non so nemmeno io perché mi sono comportato così. Forse in quel momento non ragionavo: pensavo solo a divertirmi e alle ragazze, e ai soldi che mi servivano per questi scopi. Se potessi tornare indietro, sicuramente farei una vita diversa: mi metterei a lavorare e dopo aver frequentato la scuola alberghiera lavorerei come chef in un albergo, perché mi piace comandare. Troverei una ragazza, mi farei una famiglia, vorrei avere tanti figli ai quali non farei mancare niente per evitare che facciano gli stessi sbagli che ho fatto io e che mi hanno portato a fare l’esperienza del carcere, una cosa che non augurerei neanche al mio peggior nemico, dove la vita si ferma e il domani non si vede neanche attraverso il binocolo.(sommario)
di Speranza Ciao, mi chiamo Speranza, sono entrata in carcere il tre settembre e ne uscirò il tre novembre. Quattro mesi fa sono entrata qui a Casal del Marmo; quando sono uscita mi sono trovata un fidanzato, ma non subito. Quando avevo dodici anni c’era un ragazzo che voleva stare con me, ma io non l’ho voluto; lui mi voleva molto bene, però mi seguiva troppo e io questo non lo potevo sopportare. Poi abbiamo deciso di rimanere amici anche se non immaginavo che lui fosse ancora innamorato di me. Quando sono entrata qui la prima volta, lui è andato a farsi fare l’autorizzazione per venirmi a trovare a colloquio. Mi mandava lettere e mi faceva molta pena vedere che continuava ad amarmi anche se non era corrisposto. Poi mi sono trovata un nuovo ragazzo, e quando lui lo è venuto a sapere lo voleva picchiare, perché diceva che quell’altro stava con me solo per passare il tempo, ma ciò non era vero, perché tutto ciò che lui mi diceva erano cazzate. Dopo due mesi ho detto a mia madre che stavo insieme a questo ragazzo, ma lei si è subito arrabbiata; ha cominciato a picchiarmi e non voleva mai che io parlassi con lui. Oltre a ciò non mi lasciava andare in giro, mi teneva sempre chiusa nella mia stanza. Piangevo. Anche se non potevo più vederlo non vedevo l’ora di incontrarlo. Lui mi telefonava, mi faceva sentire le canzoni, io cominciavo a piangere e lui mi diceva: “Devi essere forte. Non dare retta ai tuoi. Segui il tuo cuore, fai tutto ciò che esso ti dice e non pensare a quello che dice la gente”. Mi sono accorta che quelle parole che mi diceva erano sincere. Poi è partito per la Romania. Tornerà fra un mese. Io lo penso sempre. Quando leggo le lettere che mi manda sento di non amare altri che lui. Non ho mai avuto altri fidanzati. Solo lui. Lui il primo e ultimo, e io gli voglio tanto bene. Ciao.(sommario)
di Patrizio Ciao, dopo tanto tempo ritorno. Sono Patrizio! Vi parlerò della comunità dove sono stato. In comunità eravamo cinque ragazzi, quattro italiani e un marocchino, e con loro andavo molto d’accordo. In comunità ci si sveglia tra le 9 e le 9 e 30 e la giornata inizia con le pulizie del salone, del bagno, delle camere, e così via. La mattina, quando rimango nella casa (cosa che non avviene quasi mai perché lavoro), mi occupo dell’orto. Ci sono ragazzi che vanno a scuola o che giocano a pallone. Le regole sono: non farti le canne, rispettare gli orari, non fare il prepotente con i più piccoli, e portare rispetto a tutti. I primi tempi, di queste regole non ne rispettavo nemmeno una, ed ora, dopo aver messo un po’ di giudizio, non ne sgarro nessuna e spero di ritornarvi perché mi ci trovavo abbastanza bene. Nel carcere e nella comunità ci sono regole, ma mentre nel carcere sono molto severi e le si devono rispettare per forza, in comunità sono meno rigidi e se a volte non le rispetti… è possibile parlarne. Rispetto all’organizzazione della giornata: qui in carcere non si fa niente dalla mattina alla sera, mentre in comunità ciascuno può organizzarsela. La differenza tra il carcere e la comunità è che qui in carcere mi sento molto solo, abbandonato e pensieroso, mentre quando mi sento depresso in comunità ho come riferimento il mio operatore preferito Stefano. Stefano con me è molto gentile, buono e fiducioso; mi vuole un bene dell’anima, e per me questo sentimento è reciproco. Con lui mi trovo bene, a lui confido tutti i miei problemi. Penso che il carcere non serva a nulla, per quando se ne esce si è ancora più cattivi di prima, perché qui dentro non si fa altro che pensare alla droga, alle donne… In caso di commissione di un reato da parte di un tossicodipendente, piuttosto del carcere sarebbe più opportuna la comunità di recupero, che a me è servita moltissimo. Non avrei mai pensato di riuscire a cambiare, invece questo è successo grazie a me stesso, alla mia buona volontà e agli operatori della comunità verso cui mi sento debitore. Vi saluto. Un forte abbraccio.(sommario)
di Giuseppe Generalmente le donne non sono tutte uguali, non solo per la bellezza, ma anche per quel che riguarda il carattere. La mia donna ideale deve essere mora, avere gli occhi verdi, dev’essere alta, magra, dolce, romantica e non gelosa, dev’essere affettuosa ma non timida, non deve ingannare, non deve tradire, deve saper amare e non deve essere superba. Secondo me un giudice donna è migliore di un giudice uomo perché è più umana, capisce di più, cerca di capire i motivi che hanno portato una persona a rubare, ti parla e non si limita solamente a giudicarti. Allo stesso tempo la donna poliziotto è più infame perché, secondo me, ha paura, e reagisce a questa paura usando la violenza. Nello stato italiano ci sono dei ministri donna ma, dato che per me sono una novità, non so ancora esprimere un parere su di loro. Secondo me le educatrici non servono a niente perché non ti aiutano ad uscire e non sono attente… Preferisco la donna dottore al dottore uomo perché mi ispira maggiore fiducia, mi pare più preparata, ti tratta meglio, fa il suo lavoro con coscienza. La donna astronauta è una donna coraggiosa, anche se sa fare bene anche la mamma e la moglie. Le donne hanno una marea di difetti, e con questi difetti sanno conquistare gli uomini, che ci cascano come pere mature. Con il loro fascino ti fanno fare quello che vogliono senza che tu te ne renda conto. Penso che una donna possa cambiare la vita di un uomo per il 50 per cento nel bene o nel male, e che per questo si debba fare attenzione a chi si sceglie. In una donna apprezzo sia la bellezza che la bontà d’animo, però per me è preferibile che sia buona, perché la bellezza è solo una cosa superficiale che passa con il tempo, mentre la bontà è una caratteristica che dura tutta la vita. Non sceglierei mi di vivere con una donna gelosa, che non si fida di me, perché quando amo una donna non la tradirei mai. Credo che la gelosia sia nel carattere di buona parte delle donne, e questa è la cosa che mi da più fastidio.(sommario)
di Sandra La mia famiglia è una bella famiglia. I miei genitori sono bravi; sono nata in Romania e ho dieci fratelli. Ho quattordici anni e finora le cose sono andate abbastanza bene. Sono andata a scuola fino alla quinta elementare. Le mie amiche sono donne e sono brava; hanno un buon carattere e quelle che più amano scherzare mi fanno divertire. Io sto meglio con le donne e gli uomini non mi piacciono perché non sanno scherzare e ti prendono solo in giro. Avevo bisogno di soldi e perciò sono andata a rubare. La prima volta ero piccola e non capivo quello che facevo, però poi ho continuato a farlo perché mi piace. Ho cominciato a tredici anni. La prima volta non ero sola, ma con le mie amiche. È stata una mia scelta; però non sono soddisfatta e mi piacerebbe fare un’altra vita, ma ormai lo devo fare per forza. Se potessi rinascere non farei più quel che ho fatto fino ad oggi, ma studierei e andrei a lavorare. Purtroppo sono stata condannata a due mesi e uscirò a dicembre. Quando uscirò ricomincerò a fare ciò che ho fatto finora perché non ho soldi, non ho da mangiare,e non ho un lavoro perché, essendo una zingara, nessuno mi assume.(sommario)
No smoking… vietato fumare! di Daigor Penso che gli italiani non siano d’accordo sulla legge sul divieto di fumare. Secondo me il vero fumatore non può fare a meno di accendere la sigaretta perché fumare lo rilassa e lo fa stare meglio. Qui a Casal del Marmo non abbiamo un’ora dedicata alla possibilità di fumare, ma fumiamo quando ci pare. Penso che il fumo sia come una droga perché quando il fumatore non può fumare sta male. Credo che sia possibile superare la crisi d’astinenza, ma io penso che non ci riuscirei perché per me la sigaretta è importante. Non ho mai provato a smettere di fumare, perciò non so come si faccia. Penso che la nuova legge sia giusta perché ritengo che i fumatori debbano avere la libertà di fumare in locali adatti in modo da rispettare anche i non fumatori. Comunque, essendo io un fumatore, non sono d’accordo con questa legge. Credo che per i fumatori italiani sarà difficile osservare i divieti, e per me sarà impossibile perché se una persona va al ristorante e mangia, dopo gli ci vuole una sigaretta, e questa cavolo di legge è proprio una vigliaccata.(sommario)
Se avessi un telefonino manderei un messaggio a…
di Emina DIRETTRICE: Vorrei vederla in abito lungo. COMANDANTE: Ho molto ammirato, mercoledì, i suoi guanti neri. EDUCATORE: Come te non c’è nessuno, manco a pagarlo a peso d’oro. PSICOLOGA: Come cava guai… sei tu la mejo che lo fai! DOTTORESSA: Per me sei la fontana di Trevi, co’ le tu’ gocce er male me levi! DENTISTA: Cava qui, cava là, senza denti me fai restà! A GABRIELLA: 6 bella, 6 bona, me pari na’ matrona! A NANDO: 6 grasso, 6 grande comme n’elefante! AL CUOCO: Fai na’ pasta co li fagioli che se pure vuoi non morì! AL CAPPELLANO: Tra n’Ave Maria e un Padre Nostro tutto er mondo me cade addosso! A VALERIO: Oh! Te devo dì na’ cosa: Elio, pe’ mme sei troppo serio. ALLA SPAGNOLETTI: Si nun ce fossi tu, la libertà nun la potemo vedè più! ALLA MIA AMICA: Che te posso dì? L’amore pe’ tte nun po’ mai finì. ALLA PEGGIOR NEMICA: Che possino ammazzatte!!! A ME STESSA: Te amo, te odio, te odio, te amo, ma alla fine te bramo (ecchè vor dì?!). (sommario)
A volte anche l’amore porta guai
di anonima Vi faccio un esempio raccontandovi un episodio che mi è successo. Mi trovo qui per colpa della gelosia. È iniziato tutto così: ero fidanza con un ragazzo marocchino più grande di me, avevamo una storia da sei mesi, e fin dal primo giorno ero andata a convivere con lui. Il nostro rapporto era simile a quello di marito e moglie, ma è arrivato, purtroppo, anche il giorno del nostro arresto. Abitavamo al Quadraro, e i carabinieri sono venuti ad arrestarci a casa, hanno perquisito l’appartamento e trovato l’indispensabile per arrestarci ci hanno portato alla stazione dei carabinieri locale. Quindi mi hanno portato al C.P.A., dove sono rimasta per quattro giorni, sono stata interrogata dal G.I.P. e mi è stato imposto per un mese il collocamento in C.I.P.M. che si trova a Torre Spaccata. Durante questo periodo ricevevo le visite del mio miglior amico e di un altro mio caro amico che a sua volta si faceva accompagnare da un suo amico. Venivano tutti i giorni anche più volte al giorno, mentre il mio ragazzo veniva a trovarmi solo a giorni alterni. Con il passare del tempo ho scoperto che il mio più caro amico era follemente innamorato di me, anche se fino ad allora non me ne ero mai accorta. Per tre giorni siamo stati travolti dalla passione, ma poi è semplicemente finito tutto. Quando il mio arresto finì la nostra relazione continuò. Un giorno venne a Torre Spaccata l’amico del ragazzo che mi amava, e visto che il suo amico non c’era, io e lui ci siamo tenuti compagnia. Dopo essere andati dietro il giardino… ci siamo fatti una canna. Quando sono arrivata all’ingresso mi hanno avvertito che era stato inviato il fax della mia fuga. Il mio amico si è sentito responsabile di quello che era successo e mi ha invitata a realizzare tutte le cose che desideravo in quel momento. Siamo andati al Mc Donald’s, poi gli ho suggerito un posto per me meraviglioso e ce l’ho portato. Siamo stati a guardare il cielo e ad ascoltare il silenzio. Poi siamo andati a ballare. A fine notte dovevo realizzare il mio ultimo desiderio, cioè andare al mare, così, dopo aver ballato, lui mi ci ha portata. Era meraviglioso e incantevole; abbiamo aspettato l’alba e quando si è fatto giorno mi ha riportata a Torre Spaccata. Lì ho trovato il mio migliore amico, il ragazzo che mi amava e tutti gli altri che mi chiedevano dove fossi sparita e perché non fossi tornata a dormire dal mo ragazzo. Per non farmi scoprire dissi che ero andata da una mia amica. Tutti hanno fatto finta di crederci e non mi hanno detto più niente. Nei giorni seguenti frequentavo questo ragazzo di nascosto mentre continuavo a stare con il mio ragazzo. Una mattina sul presto il mio ragazzo mi è venuto a cercare e mi ha trovata con lui; si è arrabbiato molto e mi ha portata via. Siamo andati a casa; lui mi chiedeva delle conferme che io gli ho dato negando , ma poi sono andata via da lui e sono tornata a Torre Spaccata dove c’erano tutti, compreso il ragazzo con cui avevo la relazione, al quale ho spiegato tutto venendone capita. Intanto continuavo a fuggire dal mio ragazzo al quale raccontavo un mucchio di bugie, ma ad un certo punto arrivò il momento che svelassi a tutti i miei veri sentimenti anche se i miei amici, e il ragazzo che frequentavo, erano già a conoscenza di tutto. Così sono uscita allo scoperto e ho lasciato il mio ragazzo. Ma questa scelta mi è costata tanto. Il primo periodo era quasi tutto tranquillo, ma poi questo ragazzo diventò sempre più geloso: non potevo neanche parlare con il ragazzo che mi amava perché lui mi diceva: “Lui ti ama!”. Perciò il ragazzo che mi amava si allontanò, e ciò mi fece molto male. Si allontanò anche il mio miglior amico perché non andava d’accordo con il ragazzo con cui stavo. Perciò ho sofferto tanto questa mia scelta, ma poi lui mi ha aiutata molto. Avevamo iniziato a lavorare e a convivere, e stava andando quasi tutto bene quando mi chiese di ritornare a casa. Io dicevo sempre di si ma continuavo a far passare i giorni perché volevo ottenere una cosa da lui che non avevo mai ottenuto, ossia rimanere incinta di lui. Poi mi sono arresa e ho deciso di tornare a casa dai miei. Il mattino successivo sono andata dal ragazzo di una mia amica perché con lui saremmo dovuti andare a prenderla e insieme loro mi avrebbero riaccompagnata a casa, ma questo ragazzo mi disse che c’era un problema: nella notte qualcuno aveva bruciato la macchina da lavoro. Fallirono così tutti i progetti. Il mio ragazzo, che immaginava chi potesse essere stato andò a cercare l’autore del danno, ma non trovandolo chiese a un amico dello stesso chi fosse stato a bruciare la macchina, ma siccome questi si mise a fare il finto tonto il mio ragazzo lo picchiò. Avevo il sospetto che il ragazzo che mi amava avesse partecipato all’incendio della macchina, e lo stesso pensava il mio ragazzo, ma non ci dicevamo niente. La sera siamo andati al Quadraro dove c’erano i marocchini che inseguivano la nostra macchina e ci tiravano addosso i sassi rompendoci anche un vetro; così siamo andati via. La mattina dopo il mio ragazzo si voleva vendicare di quanto era accaduto la sera prima e così siamo andati alla ricerca dei ragazzi che la sera prima inseguivano la nostra macchina. Abbiamo trovato un ragazzo che aveva tirato sassi, il mio ragazzo lo ha picchiato, e siccome è successo un bordello siamo andati via. Il pomeriggio, mentre stavamo andando a prendere un amico, abbiamo incontrato il ragazzo picchiato la mattina assieme ai suoi parenti che hanno preso ad inseguirci in mezzo al traffico, ma il mio ragazzo è riuscito a sfuggir loro. Dopo un po’ sono riuscita a calmarlo e siamo andati ad ascoltare un po’ di musica. Il mio ragazzo voleva rimanere per incontrarli, mentre io insistevo di ritornare a Centocelle dove li avremmo trovati sicuramente. Sono riuscita a convincerlo e siamo andati a Centocelle. Appena arrivati lì i suoi amici gli hanno detto di andarsene, ma il mio ragazzo, che è “de coccio”, ha voluto rimanere; un marocchino, vedendo la macchina, è andato a denunciarne la presenza. Arrivate le pattuglie della polizia, io, che mi trovavo nella macchina, sono stata portata via. Il mio ragazzo, che in quel momento era in un giardino, quando ha saputo dell’accaduto si è presentato alla caserma dove mi trovavo. Siamo stati entrambi lì una notte intera. Mi sentivo in colpa perché mi ritenevo responsabile di tutto ciò che stava succedendo. Il mattino successivo siamo stati divisi: lui è stato portato a Regina Coeli, e io al C.P.A. Sono stata condannata a scontare sei mesi in comunità, ma io non sono riuscita a rimanerci e sono andata via, sono stata un po’ di qua e un po’ di là, poi ho cominciato a sentirmi male ed ho scoperto di essere incinta. Il male aumentava sempre di più, così ho chiesto alla mia assistente sociale se fosse possibile per me andare in una casa famiglia, ma lei mi rispose che il giudice aveva cambiato il decreto e quindi a quel punto dovevo scontare la pena in carcere. Mi sentivo molto male, perciò decisi di costituirmi per vedere se mio figlio stesse bene.(sommario)
I giovani e la noia
di Patrizio Secondo me tra i giovani c’è noia perché non trovano gli stimoli giusti, e credo sia vero il fatto che ci esprimiamo in forma abbreviata, o per sigle, tanto che anch’io, spesso preso dalla noia, divento pigro e non ho voglia di fare nulla, neanche di parlare. Penso che la mancanza di stimoli interiori porti alla noia… Non posso dire se sia la crisi della famiglia che porti a questo perché io una famiglia non l’ho mai avuta. Sia io che i giovani della mia età non siamo più spinti e stimolati da forti ideali. Quando ci annoiamo siamo spesso portati a farci del male tramite l’uso di droga o alcool. Non credo che i siti internet possano generare noia perché ho avuto occasione di andare a navigare un paio di volte e non vi ho trovato nulla di interessante; non mi piace stare davanti ad un computer. La tecnologia ha reso tutto più semplice e quindi i giovani non devono impegnarsi più di tanto per ottenere ciò di cui hanno bisogno. Credo che la droga e l’alcool più che essere associati alla noia siano associabili ad un genere musicale assordante che si sente spesso nei locali. Secondo me la violenza tra i giovani può scaturire dalla noia specialmente nei momenti in cui si trovano senza far niente o in cui non hanno nulla a cui pensare. A nessun giovane piace essere considerato un fallito. Io non tengo al successo, ma non per questo voglio essere considerato una nullità.(sommario)
Cosa pensi delle donne
di Daigor Penso che le donne di Casal del Marmo, e le ragazze in generale, siano delle pidocchiose. Mi attira molto la mia donna, prima di tutto perché mi piace, perché è mora, ha gli occhi castani, è una brava ragazza, è molto affettuosa e fedele. Della donna poliziotto penso che mi piacerebbe prima ammanettarla e poi sfruttarla. Secondo me la donna giudice è una donna coraggiosa perché nel dare la condanna immagina che il ragazzo colpevole come se potesse essere suo figlio. La mia donna dev’essere caruccia e intelligente. Penso che le donne non abbiano difetti propri, ma che sia io a farli loro venire attraverso i miei. Una donna può cambiare la vita ad un uomo se si innamora di lui e ne è ricambiata oppure se lo sposa. Mi attira una donna se è bella, ma ancor di più se è buona d’animo. Penso che la donna sia gelosa e ritengo questa una cosa giusta: quando si è innamorati sentiamo il partner come una cosa tutta nostra e per questo si sia gelosi. Credo che le ragazze di oggi pensino di essere troppo belle, che si guardino troppo allo specchio e che dicano che non me la tiri perché ci sono donne più belle di me, e questo è ciò che credo di aver capito delle ragazze di oggi. (sommario)
di Giuseppe La gioventù di oggi è bruciata perché non sa quel che fa; faccio un esempio: il sabato vanno in discoteca, si impasticcano, si ubriacano, e poi si legge sui giornali che tanti di loro muoiono in incidenti di macchina facendo morire anche persone che stavano viaggiando tranquillamente. I giovani vivono a modo loro: non hanno interessi, non hanno un dialogo con i genitori, e per questo si trovano spesso in situazioni pericolose, come è successo a me. Non pensano e si avventurano in situazioni più grandi di loro. La gioventù attuale vive solo per se stessa e non gliene frega niente di quello che succede nel mondo e che per questa ragione sia anche ignorante. Temono i consigli degli adulti perchè loro vogliono continuare a fare ciò che pare a loro, perché non vogliono prendersi responsabilità, perché a loro non importa del futuro ma preferiscono vivere giorno per giorno. Della famiglia pensano che sia una rottura di scatole perché preferiscono stare fuori casa anziché stare vicino ai genitori. Credo che vivano in gruppo per sentirsi più forti, perché si sentano aiutati e capiti dal momento che hanno tutti gli stessi problemi. Non credo che la gioventù abbia paura di affrontare il mondo; essi infatti preferiscono muoversi nel mondo, vivere esperienze nuove piuttosto che conoscere le bellezze del proprio paese. I suicidi tra i giovani avvengono perché hanno troppi problemi di cui non hanno il coraggio di parlare con altri e di affrontarli. Non credo che i giovani di oggi pensino al futuro perché non hanno voglia di stancarsi a pensare e perché non riescono ad immaginarlo. A loro interessano programmi televisivi che parlano di mafia, di galera, di calcio, di boxe, di lotta libera, di violenza e di programmi musicali, ma non culturali. Preferiscono la musica house, ma ci sono anche quelli come me, che ascoltano la musica napoletana che parla d’amore o di carcere e che mi fa un effetto calmante, specialmente quando sono in cella. Penso che i giovani non amino lavorare perché ciò richieda impegno, mentre invece preferiscano il soldo facile che si ottiene rubando e spacciando stupefacenti come la cocaina, le pasticche, il fumo, l’erba, anche se così facendo corrono grossi rischi. Vivono in gruppo e organizzano la loro vita giorno per giorno, così possono divertirsi e dire tra loro cose di cui non parlano con altri perché pensano gli “altri”, cioè gli adulti, non potranno mai ragionare come loro. In generale preferiscono la parità di sesso, ma non tutti, specialmente le donne, che si sentono più importanti degli uomini anche se questo non è sempre vero. Io ho fatto uso di droga, come molti giovani d’oggi, perché mi piaceva lo “sballo”, quando il cervello non funziona più. Ammetto però che il cervello in condizioni di “sballo” ti fa fare cose che non avresti mai fatto in condizioni di lucidità. Approfitto per consigliare ai giovani di dimenticare la droga considerando che essa distrugge e porta sulla cattiva strada.(sommario)
Riflettendo: la paura
di Emina Sento la paura quando mi trovo in difficoltà, quando ho tanti problemi e non so a chi rivolgermi, quando mi trovo sola, quando sbaglio, quando non so fare qualcosa. Non sono sempre paurosa, ma solo quando mi trovo nelle situazioni che ho appena descritto. Ho avuto paura di non essere amata dal mio ragazzo che ho molto amato, ma non mi è mai successo di aver paura di essere tradita perché non lo sono stata mai. Molte volte mi è capitato di aver paura di non essere capita per qualcosa che avevo detto a qualcuno sbagliando. Non sono mai stata malata, e per questo non so dire se avrò paura quando sentirò qualche dolore fisico. La sofferenza interiore, i dispiaceri miei e degli altri, i dolori della mia famiglia, mi fanno paura perché non so come affrontarli. Ho molta paura se non sto in mezzo alla gente che mi da coraggio e forza. Non ho paura di affrontare il futuro perché ho la speranza che sia migliore del presente. Non ho paura di affrontare il rischio perché ho sempre rischiato fin da bambina. Morire adesso o domani o fra cento anni… la morte non mi fa paura, anzi, per me affrontare la morte è una sfida. Quando sento paura per qualunque motivo cerco di superarla da sola senza chiedere aiuto a nessuno perché così ho l’impressione di essere molto forte. Ho provato più volte ad aiutarmi senza chiedere l’aiuto degli altri e ho trovato dentro di me la forza per superarla. Ciao a tutti!(sommario)
Ho una paura tale che…
di Mery per me la paura è una cosa che viene e và! Giusto?! Dunque, a tal proposito ti dirò qualcosina di me. Un brutto giorno ho provato la paura più brutta della mia vita. Una ragazza ha rubato il mio diario in cui c’era scritto tutto di me e della mia vita, insomma, proprio tutto. Lei e un’altra ragazze si sono chiuse in bagno e hanno letto tutto quello che c’era scritto dentro. Mamma mia, come mi sentivo! Da schifo! Avevano saputo tutto di me. Insomma, è normale come mi sentissi, no? Ho pianto tantissimo e ho cominciato a sentirmi male perché in quel diario avevo scritto proprio tutto: chi amavo, cosa mi sarebbe successo tra un po’ di tempo, chi odiavo, come mi comportavo, e un po’ di altre cose, insomma, tutta la mia vita. Così questa è stata la mia paura più grande. Amore. Un’altra paura è quella di non essere amata dalla persona che amo, non sapere se lui mi ama. Non saperlo mi fa paura anche se lui mi ha dimostrato dell’affetto; il fatto è che non so se questo affetto sia anche qualcosa di più. Va beh! Tanto varrebbe che io lo dimenticassi, così la paura scomparirebbe dalla mia vita! Queste, dunque, sono le mie paure, ma non so dire se per questo io sia veramente una paurosa. Penso che tutti, dentro di loro, abbiano delle paure, anche se non sono delle grandi paure che si devono affrontare come le affronto io. Con un po’ di coraggio si risolve tutto; basta avere pazienza. Ok? Vi dico dunque: forza e coraggio, che la paura si affronta se si è saggi! Nel mio cuore ci sei tu. Ma nel tuo ci sta un’altra. Forza e coraggio. Che testa di ca…o! Non ne vale la pena e la mia pazienza è durata anche troppo! Ciao a tutti voi ragazzi e ragazze che troverete il mio articolo buono. Grazie. (sommario)
di Giuseppe Per quanto una persona sia buona, molte volte può comportarsi male e ti può ferire. È capitato anche a me da parte di un mio caro amico che parlò male di me con altri ragazzi; ci rimasi doppiamente male perché non lo meritavo. È vero che per imparare ad aver fiducia negli uomini bisogna frequentarli per molto tempo, ma è anche vero che per rovinare un’amicizia bastano pochi secondi. Per diventare amico, nel vero senso della parola, di questo ragazzo, sono stato con lui per diversi anni, e mi sarebbe dispiaciuto se la fiducia che avevo in lui fosse stata tradita. Devo dire però che a me questo non è mai capitato. Ho sempre avuto molti amici perché non mi piace stare da solo, ma alcuni li ho lasciati quando mi sono accorto che non avevo più fiducia in loro. È vero che un brutto ambiente, fatto di gente cattiva e malavitosa può cambiare la vita ad una persona, però sono anche convinto che dipenda sempre dalla propria volontà il non lasciarsi condizionare da questo ambiente e non finire male come mi è capitato, ma questa stata e resterà l’ultima volta. Se non stai attento a come ti muovi, a come agisci con gli altri, a come ti comporti, se non segui i buoni consigli, se non frequenti gente educata e onesta, sicuramente, anche se non lo vuoi, saranno le tue stesse azioni a metterti nei guai. Da quando sono entrato in carcere, da un anno e mezzo a questa parte, ho scoperto di essere diventato un ragazzo paziente. Prima non lo ero tanto: andavo dritto allo scopo e non mi importava niente se calpestavo i piedi agli altri. Oggi invece sono capace di sopportare tutto, perché il carcere mi ha cambiato talmente che alle volte non mi riconosco nemmeno io.(sommario)
di Aliza e Rasiza Amare è per me una cosa molto importante, perché se ami le persone che ti stanno a cuore ami te stessa. Significa essere orgogliosi di se stessi, essere simpatici e dolci con tutti, significa far piacere alla persona che ti sta a cuore. Innamorarsi significa avere il cuore che batte forte, forte, e che ti sudano le mani; io ho amato e sono stata assieme al mio ragazzo per due anni e mezzo. Amo poco la ricchezza perché penso che non dia la felicità, anche se serve nella vita. Io aiuto la mia famiglia, ma ci sono figli che non aiutano i loro genitori. Amo la pace perché quando c’è quella vanno tutti d’accordo e così sono in pace anch’io. Amo i miei genitori: mia mamma, che ha quarantotto anni, e mio padre, che ne ha cinquantasei. Amo mio fratello; darei la vita per lui e per mio padre. Amo il mondo e credo di essere capace di amare ancora di più, anche se qualche volta mi vergogno di dimostrarlo e sento di dover diventare più sicura di me stessa. Il mio attuale compagno si è separato da un anno da sua moglie, e io vorrei tanto essere fuori da questo posto di merda per stargli vicino. Vorrei sposarlo appena esco da qui.(sommario)
Una famiglia felice
di Muravia Perché una famiglia sia felice il papà e la mamma devono volersi bene, devono voler bene ai propri figli e non dovrebbero mai litigare. Una coppia, oltre ad amarsi, deve andare d’accordo, deve capirsi e portarsi rispetto. In una famiglia devono esserci dei figli perché i genitori portino amore anche a loro. Per essere più felici, bisogna che tra gli sposi ci sia armonia, comprensione, essi devono sapersi capire perdonarsi reciprocamente i rispettivi errori e quelli dei figli. Mamma e papà devono stare vicini ai figli, capirli, parlare con loro, insegnare loro tante cose buone. Una coppia si separa perché litiga molto, perché tra i due ci si dicono tante brutte parole e spesso c’è di mezzo anche il tradimento. A me la separazione non piace perché quando avviene i figli ne soffrono e pensano che mamma e papà non vogliano loro più bene.(sommario)
Ritorna un momento con il pensiero nel tuo paese: la Romania
di Valerian Penso che con il governo di oggi la vita in Romania sia cambiata in peggio: la gente ha poco per vivere, il lavoro c’è ma è pagato poco, una famiglia non riesce a vivere e per questi motivi si allontana dalla propria patria per venire qui in Italia o andare in altri paesi europei. Prima in Romania ci vivevano solo i rumeni, mentre adesso ci sono anche gli zingari, che sono anch’essi rumeni. Nella famiglia rumena comandano sia il padre che la madre. Ci sono famigli con anche cinque figli e dove tutti i parenti hanno buoni rapporti tra di loro. I giovani rumeni sono come i giovani italiani: vogliono soldi, vogliono divertirsi ma non stanno per strada, vanno a scuola, vanno anche a rubare per pagarsi i divertimenti, anche se la giustizia minorile in questo paese è più severa di quella italiana (dopo aver trovatole prove, per un furto possono dare anche quattro anni di pena). Non so come sia un carcere minorile lì. La famiglia rumena cura le figlie di più di quanto non faccia la famiglia italiana, e la controlla di più, anche se le ragazze vogliono essere libere come i maschi e cercano di divertirsi. I genitori ti dicono ciò che devi o non devi fare, ma a diciotto anni i figli sono liberi di fare ciò che vogliono. In questo paese ci sono ancora persone ricche, che hanno proprietà, case e fabbriche, ma ne sono rimaste poche. I contadini sono più fortunati dei cittadini, perché mangiano ciò che coltivano, hanno delle bestie e possono mettere da parte un po’ di risparmi, mentre coloro che vivono in città, per vivere, devono spendere quasi tutto quel che guadagnano. In Romania la giustizia è molto severa sia per i giovani che per gli adulti. Sto vivendo in Italia, ma preferirei vivere in Romania, che è il mio paese. Il problema è che dovrei avere più soldi.(sommario)
La giornata di una nuvola: la nuvola ombrina
di Moretta La mia nuvola è molto bella: è grande, è bianca come la panna montata, quando la guardo penso che ci vorrei essere sopra, ma so anche che questa sarà sempre una mia immaginazione. Un’altra cosa che farei con la mia nuvola sarebbe di prenderla con le mani un pezzo per volta. Ogni tanto però mi fa arrabbiare perché si mette davanti al sole, magari mentre sono al mare o sto trascorrendo una bella giornata in giro, passa lei e all’improvviso si oscura tutto intorno a me. Ci sono poi giorni in cui passa, se ne va, poi ritorna, poi se ne va ancora. Le piace muoversi, girare nel vuoto. Quando si arrabbia si allea con le altre nuvole ed iniziano a scontrarsi e a fare un bel casino. Secondo
me fanno così perché si annoiano, e così facendo passano il tempo; a volte
capita la mattina, a volte il pomeriggio e a volte la notte, ma per me è più
bello quando capita di notte. Penso a quando va in Turchia o in Marocco, e vede tutte le usanze e i costumi diversi dai nostri. Però è molto fedele, perché ritorna sempre da me, e quando arriva mi avverte; viene alla mia finestra e si mette ad osservare quello che faccio, e io sto lì e faccio finta di niente. Poi se ne va, ma io lo so che torna. È la mia nuvola e mi vuole bene, e questa è la giornata e i giorni della mia Ombrina.(sommario)
di Emina penso che non tutti gli uomini siano uguali, sia fisicamente che di carattere. Il tipo di uomo che mi attrae di più deve essere: violento, aggressivo, leale, affettuoso, sincero, fedele, compagnone, forte, buono, bello, alto, muscoloso però non tanto brutto, giovane, con gli occhi verdi, coraggioso, insomma un vero uomo. Penso che l’uomo giudice debba essere giusto, sereno, equilibrato, che non solo applichi il codice, ma che guardi anche alle cause che hanno portato una persona a commettere il reato. Non stimo il “poliziotto” per il lavoro che fa. Stimo l’“infermiere”, che fa il suo lavoro professionalmente, con il cuore, e che con passione sta accanto a chi soffre. Vado in chiesa, ma non sempre, parlo poco con i preti in generale perché non sempre capisco quello che dicono. Secondo me un vero prete deve essere vicino alle persone per trasmettere loro la fede, però con parole che si capiscano. Mi piace molto il ballerino di house perché ha un corpo armonioso, segue la musica e lo fa con grazia. Mi piacciono gli attori del cinema come Brad Pitt, Richard Gere, Antonio Banderas, Christian De Sica; tra gli attori televisivi preferisco: Costa, Walter Nudo e Ridge di Beautifull. Tra gli uomini politici mi piacciono quelli della sinistra. Ammiro molto gli astronauti di tutte la nazioni perché sono delle persone avventurose. Per me gli uomini, anche se non tutti, hanno i seguenti difetti: sono prepotenti, vogliono comandare, sono avari, non hanno sentimenti ma preferiscono giocare con i sentimenti degli altri, vogliono essere sempre i primi, vogliono avere sempre ragione, si credono conquistatori. In amore non sono sempre sinceri, e sono dei grandi egoisti perché pensano sempre solo a se stessi. Credo che un uomo, se vuole, possa cambiare la vita di una donna rendendola felice, non facendole mancare nulla, rispettandola, coccolandola, stimandola, sacrificandosi per lei, comprendendola, facendola sentire veramente donna. Mi piacerebbe avere un uomo buono e bello, ma non credo sia facile trovare una persona così. Lo trovi molto bello, ma solo perché lui si crede tale; non gli importa di avere bontà d’animo. Penso che non si possa amare un uomo geloso perché la gelosia, quasi sempre, distrugge l’amore. Non sceglierei mai un uomo che mi volesse sua schiava perché ho molto rispetto per me stessa. Per me gli uomini violenti sono dei bastardi perché nascondono la loro debolezza e la loro incapacità dietro la forza fisica.(sommario)
di Genevra Il tradimento in una coppia c’è quando non c’è più l’amore tanto da parte di lui che di lei, che così si tradiscono. Io non ho mai tradito perché amo il mio uomo e non ho in testa di farlo mai. Ho subito il tradimento di mio marito più di trenta volte con le zoccole; mi spiego meglio: le zoccole sono le puttane che battono in strada. Pensavo che lui si fosse stancato di me; pensavo che fosse andato con una ragazza che si chiama Dancia, quella che voleva rubarmi il marito, ma io gli sono stata vicino, così me lo sono ripreso. Penso che il tradimento in una coppia sia la cosa più brutta che possa esserci, ma altre persone la pensano in modo diverso. Penso che il tradimento tra fratelli sia una cosa grave, perché io ho fiducia nei miei fratelli anche se loro mi prendono in giro e mi prendono per scema. Se mi tradissero non rivolgerei mai più la parola. Se vado a rubare con un mio amico, questo viene arrestato e in seguito all’interrogatorio dice il mio nome, considero costui un traditore e un grande infame. Ti tradiscono coloro che se ne fregano di te, coloro ai quali non importa niente di quello che fai e non ti ascoltano. Mi chiedo perché, per vendicarmi del tradimento coniugale di mio marito con un’altra donna, non possa anch’io trovarmi un altro uomo. Io lo ammazzerei, perché lo amo, ma per grazia di Dio non mi è mai capitato di trovarmi in questa situazione.(sommario)
di Valerian Nel futuro farò il muratore, come mio padre, sposerò una brava ragazza, avrò una casa e tanti bambini. Preferisco stare in compagnia, perché quando sono solo divento triste. So che ispiro simpatia nella gente e penso bene di me e mi stimo, anche se qualche volta mi succede di sbagliare; per questo non voglio essere diverso da come sono.(sommario)
Come ero prima, e come sono oggi in carcere
di Marco Quando ero libero e senza regole ero diverso, avevo un carattere migliore e mi divertivo di più. Ora che sono in carcere non posso fare quello che mi pare perché ci sono delle regole, e chi non le rispetta si becca un rapporto. Poiché sono definitivo, devo ancora di più rispettare tutte le regole, perché se mi capitasse di prendere un rapporto, perderei la possibilità di uscire con i permessi e non mi concederebbero più gli “scolamenti” ogni sei mesi. Prima pensavo come un ragazzino, perché mi volevo solo divertire, e anche se vedevo qualche pericolo non me ne fregava niente. Ora che sono in carcere la mia vita è cambiata, perché prima di fare qualsiasi cosa conto prima fino a dieci. Ripeto che prima ero un ragazzino e facevo molte cazzate; ora ho diciotto anni, ho un carattere più pulito, e prima di fare una cosa ci penso cento volte. Alla libertà e al divertimento di prima non ci devo nemmeno pensare; sono chiuso dentro quattro mura , dietro un cancello, però spero che la triste esperienza che sto facendo mi serva in futuro. Quand’ero fuori desideravo troppo il divertimento. Adesso che sono qui il mio unico desiderio è di uscire dal “casale” e di fare qualcosa di diverso perché di questa vita da carcerato mi sono rotto e voglio imparare a condurre una vita civile. Prima andavo a lavorare con mio zio ed ero molto contento perché quando mi serviva qualcosa me la compravo con li frutto del mio sudore, quindi ho progettato che quando uscirò dal “casale” andrò in una comunità e poi a lavorare. Prima vivevo in maniera ordinata perché la mattina andavo a lavorare e quando finivo uscivo con la mia ragazza e con gli amici. Oggi vivo dentro una muraglia con tanti cancelli e porte di ferro, e dal lunedì al sabato vado a fare delle attività per imparare qualcosa che mi servirà quando uscirò di qui. L’esperienza del carcere ti fa pensare agli sbagli che non devi rifare, ti fa pensare di rivedere il tuo carattere e la tua condotta, perché il carcere è duro. Il mio impegno per il domani è di farmi una famiglia, di andare a lavorare, e di portare a casa ogni mese i soldi a mia moglie e ai miei figli. Non voglio che i miei figli commettano gli stessi errori che ho commesso io quand’ero ragazzino, né voglio soffrire come sta soffrendo ora la mia famiglia.(sommario)
di Daigor per me la paura è niente perché se no non stavo qua in galera, infatti io non ho paura quando vado a rubare, ma mi sento eccitato. Io credo in Dio anche se faccio molti peccati che non ho mai avuto il coraggio di confessare, però so che Dio è buono e non condanna il peccatore ma anzi lo aiuta a non farlo più. Se hai fatto del male ad un tuo amico, ad un tuo parente, se hai tradito la persona che ti vuole bene, se lo hai fatto carcerare, qui si che c’è da avere paura perché temi la vendetta di queste persone ma io non l’ho mai fatto e non lo farò mai. Io non voglio essere amato da nessuno se non da Dio e non voglio essere tradito da nessuno perché solo Dio conta nella mia vita e lui non mi tradirà mai. Io non voglio essere capito per quello che faccio, per quello che penso degli altri, perché io mi capisco da solo e mi da fastidio se gli altri mi vogliano capire. Io ho sofferto fisicamente perché mi è morta la mia nonna ed ho sofferto sia fisicamente che con la mente perché lei era una cosa troppo importante per me. Io qua dentro questo carcere soffro tanto interiormente perché non ci sono i miei familiari. Io sono un tipo forte e non ho paura della solitudine ma anzi se sto solo sono contento. Ho paura del domani solo perché ho paura di morire e per niente altro perché so arrangiarmi nella vita. Non ho paura anche perché siamo tanti in famiglia, siamo dodici fratelli e poi io sono un ragazzo coraggioso. Vorrei morire mentre sto a fare l’amore con una donna, passerei da un momento felice e per questo non sentirei il brivido della morte. Io penso che la paura fa parte della vita e perciò non servono gli amici. Credendo nella mia forza so di sapere affrontare la paura(sommario)
di Angiolina Freda Er
carcere per recupero, ‘a riabilitazione. ‘a rieducazione de chi t’ha fatto
n’infrazione,” Doppo quarantott’anni de detenzione pe’na scelta mia,
senza ‘n giudizio, senza ‘na costrizione glie rispondo: “Gli è tutta
n’illusione!” De chi parla solo in nome de na’ scienza senza avecce ‘n
briciolo d’esperienza.
di Giuseppe Gli anziani di oggi non hanno più voglia di sentirsi emarginati dalla società; nonostante l’età spesso hanno più voglia di vivere di noi giovani e dimostrano una gran voglia di fare. Provo per gli emarginati un senso di pena, perché la società invece di aiutare le persone in difficoltà, spesso le isola. Dei disadattati, ossia coloro che non si adattano alle regole, credo che facciano bene perché per esperienza personale io sono un disadattato e non ho nessuna voglia di rispettare le regole. Vedo
i drogati come delle persone che si fanno influenzare dalle circostanze, sono
delle persone deboli che non hanno un carattere così forte da non farsi
prendere dalle cattive compagnie. I barboni sono, secondo me, persone normali che per delle circostanze si sono trovate in questa situazione ma credo anche che siano delle persone che non hanno avuto il coraggio di crearsi un futuro e quindi hanno scelto la strada, che sicuramente non gli permette una vita facile, ma meno impegnativa della vita normale. Gli sposati sono persone felici, perché hanno scelto di passare la vita insieme. Il suicidio secondo me è un atto che le persone compiono perché non sono in grado di affrontare i loro problemi, sono persone deboli, fragili, ma anche sfortunate perché non hanno trovato l’aiuto di nessuno. (sommario)
La liberazione anticipata
di Marco La
liberazione anticipata consiste in uno sconto di pena a condizione che il
detenuto tenga un comportamento corretto. Ogni sei mesi di condanna definitiva
trascorsi in carcere vengono scalati 45 giorni, pertanto in un anno di pena è
possibile ottenere 3 mesi da sottrarre al totale della pena. Non ottenere un rapporto per cattivo comportamento in carcere è sinonimo di “comportarsi bene”. Comportandosi bene un ragazzo può ottenere dei vantaggi mentre se prende un rapporto per cattivo comportamento non ottiene né la liberazione anticipata né il permesso premio. L’atmosfera del carcere è un’atmosfera rigida dove le persone sono sottoposte a regole, pertanto bisogna seguire tali regole. In questo ambiente si respira un’aria pesante che talvolta è difficile da sopportare. Non abbiamo la libertà di fare ciò che vogliamo e può capitare che a tali restrizioni reagiamo in maniera impulsiva e sconsiderata. Da quando mi trovo a Casal del Marmo per tre volte mi sono lasciato prendere dall’istinto. Quest’estate ho reagito male quando mi hanno accusato di avere le pinzette e la lametta, mente poche settimane fa ho reagito male alle provocazioni di un ragazzo. Ogni volta le conseguenze sono state negative, anche se avevo ragione mi è stato sospeso il permesso di uscire per Natale e non otterrò lo sconto di pena. Ho contato quanti giorni mi mancano prima di uscire: resterò qua ancora 4 anni e 3 mesi, perché finora ho scontato 1 anno e 2 a Casal del Marmo e 6 mesi in comunità, naturalmente contando lo scalo dei 45 giorni ogni sei mesi che otterrò se mi comporterò bene.(sommario)
Un amore vero, o “dragoste adevarata” di Ramona Cinque mesi fa ho conosciuto un ragazzo che stava in mezzo agli altri miei amici. Da quando l’ho visto mi è piaciuto molto, ma non lo dicevo a nessuno, tenevo tutto nel mio cuore, pure per lui la stessa cosa, gli piacevo ma non lo diceva a nessuno. Dopo due settimane eravamo diventati troppo amici, in tutte le parti dove andavo io c’era pure lui ma io non pensavo mai che lui voleva stare con me, perché lui stava già con una ragazza ma solo per poco tempo, perché lei era già sposata e lui non voleva sposare una ragazza che già aveva avuto un marito. Quando parlavo con lui gli dicevo sempre cosa dovevo fare visto che c’era un altro ragazzo che da tre anni mi chiedeva di stare con lui e io non volevo. Lui
mi rispondeva di fare come il mio cuore diceva ma il mio cuore non voleva stare
con nessuno se non con lui, io però non glielo dicevo mai perché io sono una
ragazza troppo orgogliosa e timida. Dopo due mesi l’ho detto ad una mia amica,
ma prima di dirlo io l’aveva detto lui sempre a questa ragazza che voleva
stare con me ma non voleva che altri sapessero che lui voleva stare con me, era
sicuro che io non volevo essere la sua fidanzata. A me non
piaceva stare con i ragazzi
ma lui è stato il primo
mio fidanzato ed il primo che ho
amato e il primo amore non si
dimentica mai. Non passava giorno che lui non richiedeva di metterci insieme ed io quando ho saputo che voleva ripartire per la Romania, il mio cuore soffriva tanto, perché sapevo che non potevo stare lontana da lui e quando lui mi ha detto che se diventavo la sua ragazza sarebbe partito lo stesso ma sarebbe ritornato dopo una settimana, io gli ho detto di si. A metà viaggio lui però, ha finto di aver lasciato i documenti a Roma e quindi la sera stessa è tornato a Roma. Quando io gli ho chiesto perché era tornato lui mi ha mentito dicendomi che si era rotta la macchina ma io ho saputo la verità soltanto dopo due mesi, perché me l’ha detto lui stesso che era tornato per me. Abbiamo cominciato a frequentarci come fidanzati anche se i miei genitori non sapevano nulla. Sono passati tre mesi quando ho detto a mia cognata di parlare di noi ai miei genitori, questi si sono dimostrati subito contrari e per tre giorni hanno cercato di convincermi di lasciarlo, alla fine gli ho detto di si ma poi ho continuato a vederlo. Lui mi ha proposto di fuggire insieme ma io gli ho detto di no perché non volevo lasciare la mia famiglia. Un giorno ci siamo incontrati lontano dal campo per chiarirci tra noi. Lui insisteva di scappare ed io insistevo di no, però per metterlo alla prova e vedere se mi amava davvero gli ho detto che andava bene però non l’ho fatto e lui si è offeso. Io che non potevo lasciarlo ho continuato a vederlo ma mia madre si era accorta di tutto,mi ha chiuso in casa e mi ha rotto il telefonino. Io però ho continuato a tenermi in contatto con lui fino a quando mi hanno arrestata. Dopo un po’ di giorni lui è ripartito per la Romania e io non ho saputo più niente di lui. Poi è tornato e mi ha scritto una lettera in cui parlava ancora del suo amore per me. Io gli ho risposto, e lui anche fino a che non è ripartito e da allora non ho saputo più mente di lui ma io non lo posso dimenticare. Sono però sicura che quando uscirò ci ritroveremo perché ci vogliamo troppo bene.(sommario)
Vi descrivo il mio ragazzo
di Alina È un rumeno come me, l’ho conosciuto qui in carcere, credo che abbia diciassette anni. Non ci conosciamo ancora bene perché lo conosco da poco però da quando l’ho visto il primo giorno mi ha colpito tanto. Anche se so che qua in carcere non può mai nascere un vero amore che può continuare anche fuori, perché lui sta a Roma e io abito a Foggia, però di una cosa sono sicura che resterà nel mio cuore per sempre. Io desidero tantissimo di incontrano anche fiori perché lui è un bravo ragazzo ed io voglio continuare a stare insieme a lui. Qua dentro ci vediamo poco, solo quando ci sono le attività e parliamo dieci minuti in pausa, perché non è permesso parlarsi dalle finestre. Io vorrei avere più tempo per stare insieme perché così potrei conoscerlo meglio e anche per sapere quanto tempo lui ancora dovrà farsi, sono molto preoccupata per questo. In chiesa ci vediamo tutte le domeniche, ma anche qui non ci parliamo, se non con gli occhi. Io vorrei averlo come compagno per tutta la vita, ma non so se questo sarà possibile dato che quando siamo fuori siamo lontani. Io vorrei tanto sapere che cosa prova per me e cosa pensa di me. Lui mi scrive bellissime lettere piene di sentimento ed io le conservo tutte così almeno mi resterà il ricordo.(sommario)
Il mio principe azzurro
di Anonima ho visto, era molto carino, mi ha chiesto di stare con lui tre volte ma io non volevo. È passato un po’ di tempo, io ho pensato molto a lui e poi mi sono resa conto che ero innamorata di lui. Un giorno l’ho visto in un bar e lui mi ha visto che lo guardavo, è venuto per parlare con me ed io avevo tanta vergogna. Mi ha chiesto di uscire con lui e io ho risposto che ci avrei pensato. E’ passato subito un altro giorno e l’ho trovato davanti alla mia casa, lui mi ha chiesto se ci avevo pensato ed io ho risposto di sì, così lui mi ha chiesto di uscire con lui ed io ho detto: “Va bene, dove ci troviamo?”. Lui ha risposto: “Al cinema”. Abbiamo visto un film e poi mi ha accompagnato fino a casa con la macchina, mi ha dato un bacio e sono salita su a casa. Mia madre mi ha chiesto dove ero stata ed io ho risposto che ero stata con le mie amiche. “Va bene – mia madre mi ha detto – ma quando esci con le amiche me lo devi dire così non mi preoccupo”. Poi sono andata a dormire. Io sono molto innamorata di lui che si chiama Deus, “il mio principe azzurro”. A una ragazza, quando si innamora di un ragazzo, succede così!(sommario)
Vi parlo del mio grande amore
di Sabina Allora come vedrete, vi racconto un po’ di me. Io ho sedici anni e mi chiamo Sabina, vabbè. Un giorno ho conosciuto un ragazzo che era un po’ più grande di me, la prima cosa che voglio dirvi è che il primo giorno che l’ho visto mi sono innamorata di lui. Per me è stato come un colpo di fulmine e lo stesso è stato per lui. Mi ha chiesto di stare con lui e io ho accettato perché mi piaceva moltissimo, sono stata con lui sei mesi e io stavo benissimo, poi per un po’ di tempo io l’ho lasciato perché i miei genitori non volevano che stessi con lui perché era sposato da due anni, a me però questo non mi fregava per niente perché io lo amo da morire e sono innamorata persa. Poi non ci siamo più visti per due anni, lui mi manca tanto, per me è stato il grande amore della mia vita. Dopo due anni l’ho visto solo una volta ma non ci siamo parlati per niente. Io non riesco a dimenticarlo e non ci riuscirò mai. Poi un giorno mi arriva la posta e ricevo la sua lettera ma io non me la aspettavo perché pensavo che lui mi avesse dimenticata ma non è stato così perché quando qualcuno ama non dimentica mai. Così io gli ho risposto però mi sono pentita perché mi cerca e non si a fatto vedere e dopo due anni si fa sentire, ma a volte in amore è così! Lui era così bello, i suoi occhi erano così belli e brillavano d’amore, il suo sorriso mi rendeva sempre felice, a me bastava vederlo e io mi sentivo felice. L’ho amato cosi tanto che pensavo solo a lui e lo amo ancora perché mi è rimasto nel cuore. Spero un giorno lo potrò vedere e lo potrò abbracciare come ai vecchi tempi. Va bene io l’ho perso una volta e non voglio perderlo per la seconda volta perché se lo perdo non avrò mai più la felicità, nessuno può capire l’amore che provo per lui. Amare mia persona è sempre facile, il problema è che è difficili Ramon le dimenticano. Mi manca così tanto che vorrei averlo sempre accanto a me per fargli capire che lo amo. Mi chiedo sempre perché quando amiamo delle persone le perdiamo. Comunque io lo aspetterò tutto il tempo che lui vorrà. Chiudo qui poi se lo riavrò ve lo farò sapere. Ciao a tutti ragazze non vi fidate troppo degli uomini!(sommario)
È successo al casale
di anonima Mercoledì 26 ottobre alle 10:30 ar casale c’è stato n’avvenimento eccezionale. A’ cerimonia de’ sottosottoscrizione der protocollo d’intesa Interministeriale p’offrì er Patentino per ciclomotori a li minori de l’area penale der territorio nazzionale. Adda vedè che Casino! Polizia penitenziaria, ommini en borghese der 113 ‘e gazzelle e pure certe pischelle che, poverelle, correvano de qua e dde llà p’indicà all’Autorità n’dove dovevano passà p’annasse a sedè ar posto pe’ mejio sentì e mejio vedè quello che sotto ar gazebo stavano a fa. Er comannante che s’era vestito elegante, (c’aveva pure er cappello e li guanti), co’ ‘a direttrice en blu annavano in dietro e avanti pe’ ffà gli onori a l’astanti (ecchè vor dì?). A’ Freda ciaveva detto che pe’ l’occasione ce doveva esse l’onnorevole Mario Tassone, Vice Ministro del Ministero delle lnftastrutture e de li Trasporti, l’Onnorevole Sole Santelli, Sottosegretario de Stato che rappresentava er Ministero della Giustizia, er Sottosegretario di Stato l’Onnorevole Valentina Aprea per il Ministero dell’istruzione, Università e Ricerca e mmeno male che c’hà spiegato chi erano e che facevano ‘ste persone perché, pure se giornalisti, pa’ verità non l’avevamo mai sentiti ne visti e manco li potevamo vedè da la nostra posizzione. Ma ‘na soddisfazzione ce l’avemo presa pure noi, avevamo preparato n’intervista pe’ l’ospite d’onore che una era Max Biaggi er motociclista, ma Jarno Trulli l’automobilista, er pilota de Formula Uno che, co l’aiuto de qualcuno, che ‘na mano c’hà dato pe’ l’individuazzione, s’è messo a nostra disposizione e Marco e Patrizio, vinta l’emozzìone, hanno dato a tutti li giornalisti che c’avevano raggiunto ‘a nostra postazione ‘na lezione de come s’approccia un campione. Ringraziamo l’Autorità pe’ quello che pe noi stanno a fa’ e chiudemo’a cerimonia co l’intervista che fama e gloria ce darà.(sommario)
Intervista a Jarno Trulli, pilota di formula uno
di Patrizio e Marco
Come eri da bambino? Un po’ vivace come ogni bambino, uno studente un po’ distratto e con la passione per i Go-kart. È iniziato tutto per gioco.
Come ti è nata la passione per le moto? I miei genitori avevano la passione per i Go-kart. Un giorno mio padre mi ha portato a fare un giro.
A che età hai cominciato ad andare in macchina? Con la macchina ho cominciato a diciotto anni. Ho cominciato all’età di venti anni a correre in pista.
Cosa ne pensavano i tuoi genitori? Inizialmente con i Go-bit per impegnare la giornata, le cose andavano bene ma quando ho cominciato per papà è stata una grande soddisfazione, per la mamma una continua preoccupazione.
A che età hai vinto la prima gara? Non me lo ricordo, all’incirca a nove anni con i Go-kart e con la moto.
Quante vittorie hai assommato? Con i Go-bit ho vinto tante gare, con la Ferrari ne ho vinta una sola a Montecarlo.
Per quali scuderie hai corso? Minardi, Prost, Team, Jordan, Renault, Toyota.
Cosa pensi di Schumacher? Che è un bravissimo pilota ed una persona simpatica. Con lui e con altri piloti abbiamo creato una squadra, e il ricavato delle partite va in beneficenza.
Ti da fastidio quando ti trovi dietro? Nella vita bisogna anche saper perdere, non si è sempre all’altezza di vincere.
Per diventare come te, cosa bisogna fare? Io penso che quasi tutti possono diventare campioni ed ognuno di noi ha un proprio talento Ringrazio mio padre se ho trovato il mio talento.
Che emozioni ti da la velocità? Hai mai avuto paura? La paura esiste a tutti i livelli. La velocità non mi affascina ma in pista dobbiamo girare il più veloce possibile.
Cosa pensi di chi come noi va troppo veloce per le strade come se fosse in pista? Chi corre in pista deve controllare la velocità ai tempi di gara ed al tipo di percorso, mentre andare veloci per le strade significa arrecare danno a se stessi e agli altri. (sommario)
di Renata Ciao, sono una ragazza di diciotto anni e voglio raccontare un po’ di me ma sono un po’ timida. Quando avevo tre anni mia madre è morta, dopo un po’ mio padre si è risposato con un’altra donna e io non andavo troppo d’accordo con la mia matrigna, a dodici anni sono andata a vivere con mia zia, la sorella di mia madre. Dopo un paio di anni mi sono fidanzata con un rumeno che io ho amato subito tanto e che ancora amo. Dopo sette mesi mio padre non voleva che io stavo con questo rumeno ma io non me ne frego di nessuno e l’ho sposato. Sono passati tre mesi, sono andata a rubare ed eccomi qui dentro, mi sto facendo la galera fino al nove gennaio. Quando uscirò me ne andrò via da tutti e resterò sola con l’amore della mia vita. Io voglio solo bene alla mia zia perché è lei che si è presa cura di me per tutto questo tempo e io non lo dimenticherò mai. Mia sorella si è sposata e non la vedo da sei anni e vorrei tanto vederla ne sarei molto contenta. Quando uscirò ritornerò con mio marito e cercherò di mettere su famiglia(sommario)
di Alina Prima di tutto vi voglio dire che oggi ho fatto tre mesi da quando sto qui dentro e già mi sono annoiata di stare chiusa. Si fanno sempre le solite cose: dal lunedì al venerdì ci sono le attività che mi fanno passare un po’ di tempo, ma mi rompono il ca…o di più. Il sabato e la domenica fa proprio schifo, non ci sono le attività cella mille pensieri vengono alla mente, si pensa alla casa lontana e alla libertà e in quei momenti avresti bisogno di avere vicino una persona con cui sfogarti ma purtroppo non c’è nessuno. Obbligherei qualche educatore a stare in servizio anche la domenica perché anche se ci sono le assistenti è più difficile parlare con loro. Organizzerei meglio la vita all’interno del carcere ascoltando anche le proposte dei ragazzi. Cambierei anche qualche attività, escluse le scuole che sono importanti per imparare l’italiano e fare una bella figura quando si esce. Toglierei la palestra perché mi interessa poco e metterei la scuola di ballo perché so che la frequenterebbero tutti. Cambierei i cibi perché non piacciono ai ragazzi e li farei scegliere da loro. Farei in modo che le assistenti e le guardie fossero più gentili, più disponibili e più umane. Metterei come Capo posto tutti uguali a Nando che è una persona sensibile, parla volentieri con i ragazzi cerca di tenerli allegri. È vero che parliamo di carcere, dove devi pagare per quello che hai fatto, ma trattandosi di ragazzi, insegnerei loro come comportarsi per il futuro e li aiuterei a ragionare per cercare di fare cambiare la loro vita.(sommario)
È la mia storia
di Muraria Ciao sono ‘una ragazza di sedici anni, sono nata a Roma e voglio raccontarvi la mia storia. Allora: sono stata con un ragazzo di anni diciotto che si chiamava Delia, sono stata un anno intero con lui. Stavamo molto bene insieme, lo amavo tanto e anche lui mi amava tanto. Mi divertivo con lui, andavo spesso in giro con lui ed avevo bisogno di lui che era a disposizione per portarmi dove volevo. Qualche volta non ci vedevamo e mi mancava tanto, soffrivo tanto per lui perché lui era un bastardo, infatti mentre stava con me stava pure con le mie cugine. Io mi sono molto incazzata e dopo un po’ l’ho lasciato ma poi ci siamo incontrati e lui mi ha detto di ritornare insieme, io non volevo anche se mi mancava tanto. Ho sofferto tanto per colpa delle mie cugine, perché se una cugina mi voleva bene me lo poteva dire, ma io di loro non sapevo niente e solo dopo un po’ ho scoperto che stava con il mio ragazzo. Ecco la mia storia. Ragazzi, ci risentiamo, ciao!(sommario)
di Sandra Ciao, sono una ragazza di quattordici anni e sono nata a Roma, i miei genitori sono slavi e vivo nel campo nomadi. Siamo dieci fratelli e io prima andavo a scuola. adesso non Ci vado più perché i miei genitori non lavorano Penso che quando esco vado a scuola, i miei vanno a scuola. I miei occhi sono marroni, sono bassa, i miei capelli sono neri, la mia pelle è e per la prima volta sono entrata in carcere. Sono brava e simpatica, stavo a rubare e i poliziotti in borghese mi hanno portato al C.P.A. Sono sposata e vivo con mio manto, non ho figli, sto con la sua famiglia e non vado a rubare ma voglio trovare un lavoro tranquillo e così metto la testa a posto. Adesso no vivo con i miei genitori, vivo con mia suocera e con mio suocero. Ho cominciato a rubare a tredici anni, i miei fratelli non sono mai andati a rubare e sono andati a scuola. Fino agi adesso mia sorella che si chiama Mina stata in carcere. Mi piace molto scherzare e mi piace ballare salsa e merenghe e voglio fare spettacoli. Ho amici e amiche e mi piace andare in giro con loro. Ho due sole amiche che stanno nel mio cuore: Raziza e Toriza. Quando ero ragazzina andavo sempre con loro che sono brave con me e anche io sono brava con loro. Mi piace Maria De Filippi e “Donne e uomini”, mi piacciono Costantino e Daniele e Salvatore. Mi sarebbe piaciuto di essere una italiana e non una zingara.(sommario)
di Jongl Mi chiamo Claudio ho diciassette anni, sono della Romania, di Calaras. Sto da tre anni in Italia con la mia famiglia, sono stato in Sicilia dove ho lavorato per cinque mesi e poi sono venuto a Roma. Abito a Monte Quadro in una casa con un amico. Quando ero in Romania sono andato a scuola per otto anni e poi sono venuto in Italia. Il mio lavoro è la falegnameria. Mia madre lavora in casa della gente e mio padre lavora da cinque anni in Italia torno Thiguame e io lo aiuto. Qui ho la fidanzata italiana, sto con lei da un anno e ho anche amici italiani qua a Roma. Adesso sto in carcere per una rapina, questa rapina non l’ho fatta io ma altri ragazzi però a me mi ha messo in carcere la polizia per niente. Anche se sono innocente e i Giudici ne hanno la prova, devo rimanere qua ad aspettare la causa perché hanno paura che io scappo ma io non ho nessuna voglia di farlo perché ho troppi interessi a Roma e non voglio tornare in Romania.(sommario)
di Genevra Io sono una ragazza non bellissima ma abbastanza bella: ho i capelli neri, gli occhi castani, sono alta 1,60 e sono abbastanza formosa. Sono slava, diciamo nomade, ma sono cresciuta in Italia dove sto da tanto tempo. Ho vissuto sempre nel campo, continuo a viverci e vado a rubare, per questo sto al Casale, perché ho fatto la mariola e finché farò la vita di ladra io qua ci entrerò sempre, spero però che ciò finirà qualche giorno. Vorrei vivere in pace senza la paura di entrare in carcere, avere una famiglia per bene ma senza che mi illudo, perché so che sarà così sempre. Io
sono dolce, simpatica, non aggressiva e mi emoziono subito, sono una ragazza per
bene.
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