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Alla ricerca di un mare di pace dopo tanto odio
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Sommario
Editoriale Vittime
e famigliari di detenuti possono togliere spazio alla “cattiveria sociale” Noi
giornalisti dobbiamo tornare a studiare, tornare ad aggiornarci La
rabbia e il dolore dei nostri famigliari per quanto stanno subendo a causa
nostra Le
nostre famiglie non devono essere messe sul nostro stesso piano Chi
è più infame di una persona che volutamente ha tradito la fiducia dei propri
figli? Se
penso al dolore causato a mia moglie e a mia figlia, le scuse sarebbero sempre
poco Ha
un effetto dirompente far dialogare chi i reati li ha commessi e chi i reati li
ha subiti I
miei genitori mai avrebbero pensato che io un giorno sarei finito in carcere Il
dolore che il carcere produce si estende anche alle nostre famiglie fuori
dall’Italia È
prima di tutto nella famiglia di chi ha commesso un reato che qualcosa inizia a
infrangersi Teatimonianze di vittime Le
politiche repressive si fanno spesso scudo del dolore delle vittime La
responsabilità civile delle vittime nei confronti delle nuove generazioni La
rabbia e il rancore non servono a niente se non a rovinarsi la vita Sostituire
i mostri che avevo nella testa con delle persone Levare
un figlio alla camorra Famigliari di detenuti Mi
considero una vittima “fortunata”, nel senso che questa esperienza mi ha
fatto crescere Se
adesso noi lo abbandoniamo, lui non ce la farà Ci
siamo trovati dalla sera alla mattina sbalzati sulle pagine di giornali Un
po’ di dignità per i detenuti e i loro famigliari Tutti
noi siamo attori del male, tutti noi siamo vittime del male Per
riuscire in qualche modo ad andare avanti è indispensabile avere delle risposte Capire
dove e quando la comunicazione con le Istituzioni ha iniziato ad
“accartocciarsi” Bisognerebbe
vedere il detenuto principalmente come un essere umano Capire
dove le persone cominciano a perdere la loro umanità Le
istituzioni devono farsi contaminare dall’umanità della persona che hanno di
fronte Giustizia riparativa e mediazione penale I
linguaggi di una giustizia mite È
possibile spezzare la catena del male senza attingere alle risorse del perdono? Costruire
legami per nuove forme di sicurezza sociale Danni da galera Esperienze
per ridare umanità al rapporto tra persone detenute e loro famiglie Un’altra
croce che i nostri famigliari debbono sopportare è quella dei colloqui Gli
affetti sotto l’occhio vigile di una fredda telecamera Le
famiglie dei detenuti si trovano a scontare per anni una sorta di pena
accessoria Salviamo gli affetti Un
carcere “a misura di famiglie” È
la legge che ci dice che dobbiamo rinsaldare i rapporti dei detenuti con le loro
famiglie Bisogna
pretendere l’applicazione dell’Ordinamento penitenziario Abbiamo
bisogno solo di far funzionare le leggi che già ci sono Riflessioni dopo il Convegno Ci
sono parole e gesti che lasciano il segno Provare
a cambiare pelle è difficile Io
e il convegno “Spezzare la catena del male”
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