Glossario carcerario

 

Glossario… carcerario

a cura di Francesco Morelli (1° puntata)

 

L’idea del Glossario carcerario è nata in un modo un po’ particolare: mentre trascrivevamo al computer gli articoli del giornale, il correttore ortografico automatico si ostinava a sottolineare in rosso molte parole che in carcere invece risultano ormai assolutamente normali.

Così, visto che vorremmo avere lettori dentro, ma anche fuori del carcere, abbiamo pensato di iniziare una rubrica, aperta anche a collaborazioni esterne (si intende: provenienti da altre case di reclusione), che fornisca ai non addetti ai lavori gli strumenti necessari per capire certe curiose espressioni di un gergo spesso ironico, pungente, a volte anche cattivo. I termini sono stati raccolti con la collaborazione di molti detenuti, gli esempi di uso sono frutto anche della fantasia dell’autore...

 

Corvo (o Aquila nera)

 

È così chiamato l’Ufficiale giudiziario, secondo alcuni per l’effigie che reca il suo timbro, ma più verosimilmente per le cattive notizie che immancabilmente porta: citazioni a giudizio, precetti di pagamento etc..

Preghiera mattutina del carcerato:"Signore, tienimi lontano la malattia, il corvo e gli infami!"

Proverbio del giorno: "Quando vola il corvo il cielo si oscura". Il "corvo" è diventato anche emblema di inesorabilità, così si suole dire a chi non conosce indulgenza: "Hai la memoria del corvo".

Proverbio del mese: "Le disgrazie non vengono mai sole e, quando il corvo ti ha conosciuto, ogni giorno te ne porta una 1".

 

"640" ( o Zanza)

 

Questo numero corrisponde all’articolo del codice penale che prevede e punisce la truffa. Tempo addietro i truffatori non erano ben visti dagli altri detenuti, anche perché si temeva che non avessero perso il vizio e continuassero a "praticare" in carcere. Il colmo:"La vergogna per un ladro è il farsi derubare". Da quando la pena è diventata "rieducativa" c’è più fiducia verso i truffatori e l’epiteto "Zanza" viene usato scherzosamente quando qualcuno le conta grosse:"Sei uno zanza"!

 

Modi di dire

 

"Buttarsi al blindo" vuoi dire iniziare una protesta con relativo sciopero della fame, il che comporta l’isolamento.

 

"Buttarsi sotto il blindo" invece serve a poco, perché è sicuramente posteggiato in attesa che tu ci entri!

 

"Finire al blindo", perché puniti, non è divertente; se senti qualcuno ridere vuoi dire che si è fuso di cervello, oppure l’ha fatta talmente grossa che la punizione gli pare ridicola.

 

"Blindati in cella"! È l’ironico invito che viene rivolto a chi si comporta con indisponenza, oppure ha mancato alle attese, alla parola data etc..

 

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