Associazione Papillon

 

Vergognatevi!

 

L’arroganza e il menefreghismo parlamentare sul carcere stanno cancellando definitivamente l’art. 27 della costituzione e sembrano incitare i detenuti alla rivolta.

 

Associazione Papillon, 21 dicembre 2004

 

In questi giorni di vigilia natalizia, una maggioranza governativa arrogante e vile, accomunata dal classico atteggiamento "forte con i deboli e supino verso i potenti", ha compiuto un altro passo sulla strada dello stravolgimento del Diritto, mascherandolo con il fumo mass-mediatico che ha fatto seguito ad alcuni gravissimi fatti di cronaca.

Invece di programmare ed attuare riforme che affrontino in positivo i problemi della precarietà, del carovita, dell’emarginazione e della tossicodipendenza, hanno strumentalizzato il sacrosanto Diritto alla sicurezza quotidiana dei Cittadini per far passare demagogiche misure che aumentano l’uso della repressione e del carcere ma che certo non potranno neanche scalfire le cause economiche, sociali e culturali che sono alla base della illegalità diffusa, soprattutto nelle grandi periferie urbane.

Questa manovra è stata di fatto agevolata da un’opposizione parlamentare divisa tra opportunisti e forcaioli, tutti troppo impegnati a spartirsi ad ogni livello le future poltrone del potere politico e amministrativo per "sporcarsi le mani" sostenendo seriamente in Parlamento la battaglia di civiltà dei Cittadini detenuti a difesa dell’art. 27 della Costituzione, per l’applicazione integrale ed uniforme della Legge Gozzini e contro il sovraffollamento, la malasanità e gli abusi che si compiono nell’utilizzo della custodia cautelare.

Tanto più significativa è stata la nostra pacifica battaglia di civiltà quanto più triste e squallido è stato lo spettacolo parlamentare offerto negli ultimi due anni dalla maggioranza e dall’opposizione, sempre pronte ad utilizzare i temi della Giustizia per le rispettive campagne elettorali ma guardandosi bene dal proporre e sostenere con forza dei provvedimenti che affrontino seriamente una realtà penitenziaria che è ormai drammatica e che scivola ogni giorno di più al di fuori della legalità costituzionale.

Maggioranza e opposizione, ognuna con i suoi diversi gradi di responsabilità, hanno quindi sepolto e umiliato la pacifica resistenza di tante migliaia di detenuti che negli ultimi anni hanno chiesto null’altro che il ripristino della legalità all’interno del nostro sistema penale e penitenziario. Così facendo, l’intero Parlamento ha dimostrato di considerare un puro e semplice orpello demagogico (il classico specchietto per le allodole) il dettato dell’art. 27 della Costituzione che stabilisce il carattere "rieducativo" e "non afflittivo" della pena.

Giunti a questo punto, noi detenuti vogliamo stringere idealmente la mano a quanti (di ogni idea politica e fede religiosa) ci sono stati vicino in questa nostra lunga battaglia di civiltà.

Dai gruppi di Cittadini che in varie località hanno organizzato sit-in e iniziative culturali di denuncia della situazione nelle carceri, alla Chiesa Cattolica, che con Papa Giovanni Paolo II ha recentemente ribadito la necessità di elaborare e sperimentare un sistema penale diverso da quello fondato esclusivamente sul carcere, sino ai tanti Consiglieri Regionali, Provinciali, Comunali e Municipali che si sono adoperati per verificare la situazione nelle carceri di loro competenza e proporre soluzioni nei limiti delle loro competenze;

dalle tante cooperative sociali alle associazioni laiche e religiose di volontariato, che in ogni regione tentano di creare un ponte tra la realtà delle carceri e la società esterna, fino ai più importanti sindacati degli operatori penitenziari che hanno più volte ribadito la necessità di riformare in positivo il pianeta carcere;

dai pochi onesti giornalisti alle tante emittenti radiofoniche e televisive di ogni tendenza politica (e in primo luogo "radiocarcere", di Riccardo Arena, in onda il martedì alle 21 su radio radicale) che hanno avuto la voglia e la forza di raccontare ai Cittadini la realtà penitenziaria e le ragioni della nostra battaglia di civiltà, fino ai gruppi di tifosi sportivi che in vario modo hanno manifestato solidarietà con i detenuti;

A tutti costoro diciamo semplicemente: grazie! Grazie di esserci stati vicino. Abbiamo perso una importante battaglia, questo è indiscutibile, ma era nostro dovere e nostro diritto resistere ad una tendenza forcaiola che da almeno quattordici anni avanza e spadroneggia facendo progressivamente scempio dello Stato di Diritto.

Ai Parlamentari dei partiti di maggioranza e di opposizione, che in qualche misura sembrano tutti considerarsi proprietari dello Stato e del Diritto, vogliamo soltanto dire che il loro atteggiamento verso la drammatica realtà delle carceri è semplicemente criminale! Costoro stanno trasformando in una pia illusione persino l’aspirazione dei detenuti di arrivare pacificamente ad una profonda riforma positiva del nostro sistema penale e penitenziario, ed ogni atto che compiono sembra voler istigare i detenuti alla rivolta. Sono dei veri e propri irresponsabili e provocatori.

Per parte nostra, non abbiamo alcuna intenzione di cadere nelle loro provocazioni o di rinunciare alle nostre rivendicazioni di legalità e riforme, ed in questa direzione continueremo a lavorare dentro e fuori dalle carceri insieme a quanti vogliono realmente resistere al progressivo stravolgimento del Diritto.

 

 

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