Associazione Papillon

 

Lettera a Romano Prodi e ai candidati alle primarie dell'Unione

 

All’On. Romano Prodi e a tutti i candidati e le candidate alle primarie dell’Unione

A tutti i Segretari dei partiti dell’Unione

 

Considerando che il veloce approssimarsi del 16 ottobre rende ormai praticamente impossibile organizzare adeguatamente la presenza dei seggi dell’Unione all’interno dei 2005 istituti penitenziari del paese, impedendo ai Cittadini detenuti che lo volessero di partecipare alla consultazione delle primarie;

Considerando che i temi della Giustizia vengono per lo più affrontati da versanti certo importanti (come la prescrizione, le carriere dei Magistrati, ecc.) ma comunque diversi da quello della drammatica realtà quotidiana che da tempo si vive nelle carceri del nostro paese e che è stata notevolmente aggravata da oltre quattro anni di cinismo e arroganza del centro destra, arrivando ormai a condizioni che riteniamo indegne per una società che vorrebbe definirsi civile e democratica;

Considerando che negli ultimi anni i detenuti italiani hanno più volte cercato di richiamare pacificamente l’attenzione del mondo politico sui problemi del nostro sistema penitenziario, incontrando l’attenzione di una parte della società civile e soprattutto la sensibilità e l’intelligenza di un uomo che si chiamava Giovanni Paolo II, il quale si fece interprete, a suo modo politico, del dramma delle carceri (sia a livello internazionale, nel Giubileo del 2000, che a livello nazionale, nell’aula di Montecitorio);

Considerando che in definitiva i Cittadini detenuti (ma ormai anche i sindacati degli operatori penitenziari) non chiedono altro che provvedimenti di emergenza e riforme che ristabiliscano un minimo di equilibrio e vivibilità all’interno di un sistema penale e penitenziario assolutamente inadeguato al rispetto del dettato costituzionale, il quale vorrebbe la quantità e le modalità esecutive della pena finalizzate certo alla difesa della società e al sacrosanto Diritto dei Cittadini alla sicurezza quotidiana, ma perseguendo al contempo la "rieducazione" e il reinserimento sociale dei detenuti;

Per tutto quanto sopra esposto, noi detenuti ed ex detenuti dell’associazione Papillon-Rebibbia chiediamo a tutti Voi un atto di coraggio e sensibilità politica, permettendo ad un nostro associato di prendere brevemente la parola durante la manifestazione di domenica prossima a piazza del Popolo, così da permettere a coloro che vivono la mortificante condizione di "ultimi tra gli ultimi" di iniziare a costruire un ponte ideale e politico verso le tante anime che compongono il popolo dell’Unione.

Augurandoci di incontrare il Vostro consenso, vi stringiamo idealmente la mano.

 

 

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