Associazione Papillon

 

Intervento dell'Associazione Papillon al convegno

"Tutela dei Diritti Sociali" (Roma - 17 maggio 2005)

 

Il nostro intervento, svolto da Valerio Guizzardi, si è articolato sostanzialmente su quattro punti. Come logica conseguenza dell’applicazione delle politiche neoliberiste assistiamo ormai da anni ad un vero e proprio processo di carcerizzazione di ampie fasce dell’esclusione sociale. Vale a dire di un’area di popolazione sempre più vasta composta da chi, espulso dal mercato del lavoro, non ha più un reddito; da chi ce l’ha ma è intermittente in base alla propria precarietà (leggi "flessibilità"); dai soggetti più deboli come gli immigrati e i tossicodipendenti. In sostanza, da chi si arrangia come può per poter sopravvivere.

Su questa area sociale si abbattono le politiche penali come unica risposta ai suoi bisogni e alla sua richiesta pressante dei Diritti di cittadinanza come casa, reddito, servizi. All’interno di questa area sociale vi è un’altra numerosa componente costituta da soggetti che agiscono sul piano politico, ossia si organizzano collettivamente praticando forme di lotta che non da oggi sono criminalizzate.

Sembra quasi che ogni richiesta sociale e di cambiamento, avanzata in forma collettiva, viene percepita come un problema di ordine pubblico. Verso questa componente, ossia il Movimento nelle sue diverse articolazioni, è in atto, soprattutto in questi ultimi tempi, un’offensiva della Magistratura che applica sempre più spesso imputazioni con "finalità di sovversione dell’ordine economico e democratico". Come dire che chi occupa una casa perché è per strada è un pericoloso sovversivo, o chi si autori duce la spesa perché non ha reddito è un eversore. Da qui la definizione di "reati sociali". Le denunce non si contano più, gli arresti sono sempre più frequenti. È di tutta evidenza, a questo punto, che all’interno di una richiesta di amnistia e indulto generalizzati, per tutti i detenuti, debbano essere compresi anche questi reati, anche questi soggetti.sociali e politici.

La lotta deve essere comune. La parola d’ordine deve essere: amnistia e indulto per tutti, nessuno escluso. Del resto, sul fatto che sarebbe politicamente singolare e iniquo richiedere un’amnistia a parte per i reati sociali, si è convenuto in numerosi convegni, ultimo quello di Bologna in cui erano relatori i deputati Cento e Russo Spena, e i rappresentanti della Papillon, Antigone e Confederazione Cobas.

C’è infine un’altra questione che non va dimenticata: la richiesta ormai annosa di un provvedimento di amnistia e indulto per i reati politici degli anni 70 e 80, affinchè abbia termine la vendetta infinita sugli attuali 200 detenuti politici e altrettanti esuli rimasti. Naturalmente su questo argomento occorre approfondire la riflessione nel Movimento e tra le forze politiche, e noi, come Papillon, daremo il nostro contributo specifico organizzando nei prossimi mesi alcuni convegni aventi per oggetto anzitutto le forme particolari che assunse negli anni’70 e ‘80 lo stravolgimento del Diritto Penale e del Diritto Penitenziario.

Qualcuno obbietta che bisogna andare cauti sulla richiesta di amnistia e indulto generalizzati poiché sarebbe stata la destra la prima e la più interessata a richiederla per salvare così i propri imputati di corruzione e altri reati di natura economica. Noi ci siamo permessi di dissentire con convinzione portando dati inoppugnabili: dalle cronache è possibile risalire almeno al 2000 quando per primi i detenuti, con le loro proteste pacifiche anche all’ora organizzate dalla Papillon, mettevano il tema dell’amnistia e dell’indulto al primo punto della loro piattaforma rivendicativa.

La documentazione della Papillon è disponibile a chiunque voglia sincerarsene. Come è altrettanto disponibile il lungo elenco di trasferimenti forzati, ritorsioni e angherie compiute ai danni dei detenuti più attivi nelle lotte. Visto quanto sopra, in ogni caso, l’unica risposta che si deve dare alla destra è che la sinistra parlamentare e il Movimento, insieme, diano vita a una vasta campagna affinché la battaglia per l’amnistia e l’indulto generalizzato raccolga a sé tutte le altre realtà che operano nella società civile: dai sindacati al volontariato laico e credente, dall’autorganizzazione ad ogni singolarità sensibile. Infine abbiamo chiesto a ogni partecipante al convegno una chiara pronuncia positiva sulla. nostra proposta di dare il via alla campagna con un sit-in a breve davanti al Parlamento, che rechi un messaggio su un grande striscione unitario: amnistia e indulto per tutti, nessuno escluso.

 

 

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