Vita - 23 maggio

 

Il tempo libero in carcere: distrazioni & distruzioni

 

Se si attraversa un carcere alle quattro del pomeriggio, quando fuori la gente lavora, va a prendere i figli a scuola, fa la spesa al supermercato, quello che si vede è spesso desolante: tanta gente "in branda" con l'unica speranza che il tempo, così, dia un’accelerata e passi un po' più in fetta. La forma di convivenza più difficile in carcere, per la gran parte dei detenuti, è con il tempo, e anche chi da fuori propone delle iniziative spesso lo fa con l'idea di far"passare"più in fetta il tempo: e invece la cosa più importante è portare attività in carcere che diano l'idea del tempo ben utilizzato, sfruttato, spremuto fino in fondo per ricavare qualcosa di buono anche dalla galera.

 

Ornella Favero

 

In circostanze normali l'idea di tempo libero riporta alla mente sensazioni piacevoli, capaci di rivitalizzare le nostre energie logorate dai ritmi frenetici della quotidianità. Anche per noi detenuti questo tempo dovrebbe essere prezioso, salvo poi accorgerci che, paradossalmente, noi abbiamo solo "tempo libero". Certo, la nostra giornata è scandita da incontri e momenti come l'aria, il campo, la palestra, la sala hobby e la sala musica (per i molti che non hanno impegni lavorativi o scolastici), ma come si può apprezzare nella sua pienezza il tempo libero se non si possiedono degli impegni sacrificanti? Naturalmente se per impegni sacrificanti intendiamo la pesantezza di 18 ore chiusi in 3 metri x 2 ecco che quelle sei ore al giorno, fuori della cella, possono assomigliare a uno sago. Allora passeggiare sotto il cielo in uno spazio più ampio, chiacchierare con qualcuno che non sia il tuo compagno di cella, farsi una corsa o una partita a pallone rappresentano momenti che potrebbero davvero esaltarci. Uso il condizionale perché in realtà, poi, questo tempo libero si trasforma in tanti momenti sempre identici, simili a centinaia e migliaia di fogli ciclostilati sempre con lo stesso carattere e le stesse parole vuote. Quella che dovrebbe essere un'attività divertente si trasforma in qualcosa che a poco a poco perde ogni significato.

Viviamo un tempo sfuggevole, perché è inutile dividerlo in giorni, mesi, anni, oppure in impegni e tempo libero, se non si può far altro che combattere il vuoto e la noia. Allora c'improvvisiamo poeti, lettori, calciatori, attori, pittori, scrittori, culturisti e quant' altro la fantasia ci concede. Peccato che tra tanti che resistono e s'inventano ogni giorno qualcosa per non "morire", ci siano anche quelli che trasformano questo vuoto in azioni autodistruttive. Sono coloro che si chiudono in un mondo isolato, seppelliti vivi sotto il peso del vino o della terapia, che non riescono a trovare il modo di incanalare la sofferenza attraverso percorsi più positivi e aspettano che il loro destino cambi senza muovere un dito.

 

Lino Lupone - San Gimignano, Idee libere

 

 

 

Precedente Home Su Successiva