Alfonso Sabella

 

“Nessuna violenza del D.A.P.”

Per Sabella, capo del servizio,

la polizia penitenziaria non è responsabile dei pestaggi.

 

Il Gazzettino di Venezia, 30 luglio 2001

 

"Le violenze ci sono state, i referti medici parlano chiaro, ma di certo a commetterle non sono stati gli agenti del D.A.P.”. Lo afferma, nel corso di un’intervista al TG “La 7”, Alfonso Sabella, capo del servizio ispettivo del Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria, che nei prossimi giorni sarà ascoltato dai magistrati che indagano sulle presunte violenze avvenute a Genova contro i manifestanti anti globalizzazione.

“Prima di arrivare nella caserma di Bolzaneto - racconta Sabella - i manifestanti anti global sono stati trattenuti per molte ore da chi li aveva fermati”. Sabella sostiene che in diversi casi vi è un “buco” anche di 24 ore, tra il blitz alla scuola “Pertini-Diaz”, e l‘arrivo nella caserma di Bolzaneto dei manifestanti fermati.

“A noi del DAP - conclude Sabella - i magistrati di Genova non hanno chiesto l’elenco dei funzionari in servizio; se è così un motivo ci sarà”. Il capo del servizio ispettivo del DAP, nel corso dell’intervista esclude, infine, di volersi dimettere: “Non ho alcuna intenzione - afferma - di dimettermi. A Genova l’operato degli agenti penitenziari è stato esemplare”.

Intanto gli scontri di Genova, tra manifestanti e forze dell’ordine, sono finite su Internet. Immagini fotografiche ed un video sugli incidenti sono stati realizzati da quattro giovani diessini napoletani e sono ora in visione sul sito www.vanvitelli.net.

Sono diciotto le fotografie selezionate dai giovani, tra le diverse centinaia di scatti effettuati tra il 18 e 21 luglio per testimoniare quanto avvenuto davanti ai loro occhi. Il video dura invece venti minuti, frutto di un montaggio di circa tre ore di riprese. Foto e immagini rappresentano una sorta di seguito degli episodi di violenza, anch’essi sul sito, verificatisi durante il Global Forum dello scorso marzo a Napoli. IL pensiero dei giovani di www.vanvitelli.net accomuna Carlo Giuliani, il giovane morto durante gli incidenti di Genova al “ragazzo in divisa che, suo malgrado, è diventato carnefice. Due persone che questo sistema assurdo ha schierato uno contro l’altro, due persone vittime dello stesso errore”.

 

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