Regole di vita in carcere

 

Vita dell’istituto e rapporto con gli operatori

 

 

Le prime ore da detenuto

 

Questa guida le è stata consegnata assieme alla fornitura (lenzuola, piatti, etc.) e le serve per capire cosa le sta succedendo, come esercitare i diritti che le sono riconosciuti e conoscere le regole che è tenuto a rispettare. Lei è già passato per l’Ufficio Matricola, dove è stato perquisito, le hanno preso le impronte, le foto e i dati anagrafici.

In Matricola le chiedono anche se ha problemi di convivenza con gli altri detenuti e, se ne ha, lo faccia presente, per la sua sicurezza.

Le hanno tolto i soldi e tutti gli oggetti di valore (anelli, catenine, etc.), l’orologio, la cintura, e gli altri oggetti che necessitano di un controllo: in seguito potrà richiedere, con domanda scritta indirizzata al Direttore, la restituzione della cintura, dell’orologio (se non ha un valore superiore ai 155 Euro).

Viene visitato dal dottore che le chiede, tra le altre cose, se è tossicodipendente: la sua dichiarazione è importante, perché da essa dipenderà il tipo di trattamento cui sarà sottoposto.

Terminate le operazioni collegate all’ingresso, sarà accompagnato nella sua stanza. L’agente le darà un foglio, nel quale sono descritte le condizioni della stanza. Prima di firmarlo, controlli che tutti gli oggetti siano nelle condizioni descritte e, se c’è qualcosa di rotto, chieda che sia scritto sul foglio, perché eventuali danni riscontrati in seguito, durante o al termine della sua permanenza, le saranno addebitati.

Se si trova in regime di isolamento è perché lo ha disposto il magistrato e rimarrà isolato fino a quando la disposizione non verrà revocata.

È stato informato del suo diritto di avvertire i familiari (o altre persone) che si trova in carcere. Lo può fare con un telegramma, o con una lettera. Le spese postali sono a suo carico ma, se non ha soldi, l’amministrazione si fa carico della spedizione della lettera (a busta aperta), o del telegramma.

Nel telegramma può solamente dare notizia del suo ingresso nell’istituto, dalla libertà o per trasferimento da un altro carcere. Può chiedere, con una domandina, il necessario (francobollo e carta) per la lettera, oppure l’inoltro del telegramma a spese dell’amministrazione. Si ricordi di specificare che chiede questo perché si trova senza soldi.

Se non ha un difensore, può nominarlo: chieda di andare all’Ufficio Matricola, dove trova l’albo degli avvocati del circondario. (La lettera o il telegramma del precedente paragrafo possono essere inviati anche al difensore nominato).

Se lei è straniero può chiedere che l’Ambasciata o il Consolato del suo paese siano avvertiti del suo arresto: questo verrà fatto dall’Ufficio Matricola.

 

Le norme di comportamento

 

La vita carceraria è regolata da una legge denominata Ordinamento Penitenziario. L’ordine e la disciplina sono condizioni per realizzare il trattamento rieducativo, quindi il carcere è un luogo dove ci sono regole precise: conoscerle e rispettarle serve anche a non peggiorare la sua situazione. L’Ordinamento Penitenziario prevede che lei:

osservi le norme che regolano la vita dell’Istituto;

osservi le disposizioni impartite dal personale;

abbia un comportamento rispettoso nei confronti di tutti.

Tutte le infrazioni del regolamento comportano una sanzione, che può essere:

il richiamo (è la sanzione più leggera);

l’ammonizione;

l’esclusione dalle attività ricreative e sportive fino a un massimo di 10 giorni (non si può andare nella saletta, né si può partecipare alle attività ricreative; a scuola, però, si può andare);

l’isolamento durante la permanenza all’aria aperta, per non più di dieci giorni;

l’esclusione dalle attività in comune fino a un massimo di quindici giorni (è la sanzione più grave: si resta isolati in cella; si può uscire soltanto per un’ora d’aria e per la doccia, da soli, e non è possibile effettuare acquisti al sopravvitto, se non per materiali di corrispondenza).

Un comportamento scorretto, inoltre, può farle perdere lo sconto di pena previsto per la buona condotta (si chiama liberazione anticipata ed è di 45 giorni per ogni semestre).

Quindi, per non avere conseguenze spiacevoli, eviti i comportamenti non consentiti, che sono quelli indicati nel Regolamento di Esecuzione:

  1. negligenza nella pulizia e nell’ordine della persona o della camera;

  2. abbandono ingiustificato del posto assegnato;

  3. volontario inadempimento di obblighi lavorativi;

  4. atteggiamenti e comportamenti molesti nei confronti della comunità;

  5. giochi o altre attività non consentite dal regolamento interno;

  6. simulazione di malattia;

  7. traffico di beni di cui è consentito il possesso;

  8. possesso o traffico di oggetti non consentiti o di denaro;

  9. comunicazioni fraudolente con l’esterno o all’interno nei casi indicati nei numeri 2) e 3) del primo comma dell’articolo 33 della legge;

  10. atti osceni o contrari alla pubblica decenza (il carcere, cella compresa, è "luogo pubblico": i rapporti sessuali non sono consentiti);

  11. intimidazione di compagni o sopraffazioni nei confronti dei medesimi;

  12. falsificazione di documenti provenienti dall’Amministrazione affidati alla custodia del detenuto o dell’internato;

  13. appropriazione o danneggiamento di beni dell’Amministrazione;

  14. possesso o traffico di strumenti atti ad offendere;

  15. atteggiamento offensivo nei confronti degli operatori penitenziari o di altre persone che accedono nell’istituto per ragioni del loro ufficio o per visita;

  16. inosservanza di ordini o prescrizioni o ingiustificato ritardo nell’esecuzione di essi;

  17. ritardi ingiustificati nel rientro previsti dagli articoli 30, 30-ter, 51, 52 e 53 della legge;

  18. partecipazione a disordini o a sommosse;

  19. promozione di disordini o di sommosse;

  20. evasione;

  21. fatti previsti dalla legge come reato, commessi in danno di compagni, di operatori penitenziario di visitatori.

 

Il personale dell’Istituto

 

Si rivolga agli Agenti (e agli altri operatori penitenziari) usando il "lei"; loro sono tenuti a rispondere nello stesso modo ed a chiamarla con il suo cognome. Per regolamento non può conoscere i nomi del personale di Polizia Penitenziaria, quindi lo chiami con il grado che ha:

 

Agente (spallina senza gradi, o con una singola freccia rossa);

Assistente (spallina con due, o tre, frecce rosse);

Sovrintendente (spallina con una, o più, barre argentate);

Ispettore (spallina con uno, o più, pentagoni argentati);

Comandante (spallina con una barra e due pentagoni argentati).

 

Oltre al personale di Polizia Penitenziaria, nell’Istituto sono presenti altri operatori:

il Direttore;

i Vicedirettori;

i Funzionari dell’Area Pedagogica

lo Psicologo;

lo Psichiatra;

l’Assistente sociale;

gli Operatori del Ser.T.;

l’Assistente volontario;

gli Insegnanti;

il Cappellano;

il Dirigente sanitario;

i Medici.

Può chiedere di avere un colloquio con loro rivolgendo richiesta scritta (domandina) alla Direzione. L’Ordinamento Penitenziario le garantisce anche la possibilità di entrare in contatto con il Magistrato di Sorveglianza e con il Provveditore Regionale agli Istituti di Pena: può chiedere di essere sentito personalmente da loro, oppure può inviargli domande e reclami scritti. Se non ha il necessario per scrivere, l’Amministrazione è tenuta a fornirglielo. Può inviare anche una lettera in busta chiusa: sulla busta scriva in modo chiaro a chi la manda e, sul retro, il suo nome.

Le istanze per il trasferimento in un altro carcere devono essere rivolte, per il tramite dell’istituto:

al Provveditore Regionale agli Istituti di Pena, quando chiede di essere trasferito in un carcere dello stesso distretto (il Triveneto, trovandovi a Padova);

al Ministero della Giustizia – Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, quando chiede il trasferimento in un carcere fuori dal distretto.

 

I colloqui, le telefonate e la posta

 

Le spettano sei colloqui visivi al mese, della durata di un’ora ciascuno, con familiari o conviventi. In casi particolari (per i quali deve specificare i motivi, in un’apposita richiesta da rivolgere al Direttore) i colloqui "possono" essere consentiti anche con altre persone. I colloqui possono durare anche più di un’ora: se non fa colloquio spesso, o se i suoi parenti vengono da lontano, può chiedere di riunire più ore, previste nel mese, in un solo colloquio.

Finché è imputato, l’autorizzazione ai colloqui viene concessa dal magistrato che procede; dopo il processo di primo grado, viene concessa dal Direttore.

Una volta alla settimana può essere autorizzato a telefonare a familiari e conviventi, sempre dopo aver ottenuto la necessaria autorizzazione, che va chiesta:

al magistrato che sta procedendo nei suoi confronti, fino alla sentenza di primo grado;

al Magistrato di Sorveglianza, dopo la sentenza di primo grado e finché non sarà definitivo;

al Direttore dell’Istituto, quando è definitivo.

(La domanda va sempre presentata alla direzione dell’Istituto, che nel caso la trasmetterà a chi di competenza).

Anche se proviene da un altro carcere, dal quale già telefonava ai familiari, deve chiedere l’autorizzazione ad effettuare le telefonate in questo Istituto e dovrà attendere alcuni giorni, prima di ottenerla. Una volta ottenuta l’autorizzazione, può chiedere con una domandina di fare la telefonata, specificando il giorno e l’ora in cui vorrebbe effettuarla. Indichi nella domandina anche quale lingua utilizzerà durante la telefonata, se si tratta di lingua diversa dall’italiano.

I condannati per i reati previsti dal primo periodo del primo comma dell’art. 4bis O.P., hanno diritto solamente a quattro colloqui e a due telefonate ogni mese. In questi casi, se ha necessità di avere dei colloqui in più, può chiedere al Direttore dell’Istituto di concederglieli, specificando bene i motivi della sua richiesta (ad esempio per favorire il mantenimento dei rapporti con la famiglia).

Può ricevere, al massimo, quattro pacchi al mese, portati dalle persone ammesse ai colloqui o ricevuti per posta, contenenti generi alimentari, vestiario e lenzuola personali, per un peso complessivo di 20 Kg. Tenga presente che ogni plico postale, contenente qualsiasi oggetto (diverso dal materiale didattico), le verrà contato come pacco.

Può ricevere libri (non con copertina rigida), riviste e altro materiale didattico anche in eccesso al peso previsto. Abiti e scarpe imbottiti potrebbero non esserle consegnati, perché di difficile controllo, o perché non consentiti.

Può inoltrare e ricevere posta, senza limitazioni. Sulle lettere deve sempre scrivere il suo nome e cognome. Il Magistrato può sottoporre la corrispondenza a censura; in questo caso, sarà avvertito preventivamente e le lettere, in arrivo e in partenza, porteranno il visto della censura. (Se è sottoposto a censura, imbuchi la busta senza incollarla).

 

La spesa

 

In matricola le hanno ritirato il denaro: presto le verrà consegnato un "libretto" di conto corrente, sul quale è scritta la somma di cui dispone e che verrà aggiornato con tutti i successivi carichi e scarichi. Il denaro lo può ricevere tramite vaglia postale o deposito in portineria. È vietato ricevere soldi tramite la corrispondenza.

Oltre ai tre pasti, che le vengono forniti dall’Amministrazione, può acquistare altri generi alimentari e cucinarli (purché siano di facile cottura) con un fornello a gas, tipo camping, anch’esso in vendita al sopravvitto. I detenuti di religione islamica possono chiedere, con apposita domandina, di avere il "vitto musulmano".

Può acquistare tutti i prodotti (alimentari, detersivi, cartoleria, sigarette, etc.) che sono specificati sulla lista presente in ogni sezione. Se vuole altri prodotti, non compresi in questa lista, può chiederne l’acquisto tramite domandina, che solo in presenza di particolari motivi può essere autorizzata.

Può spendere, al massimo, 424 Euro al mese (106 Euro la settimana), per comperare tutti i prodotti inseriti nell’elenco della spesa, quelli tramite "domandina", per spedire telegrammi ed effettuare telefonate.

 

La "domandina"

 

La domandina è un modulo che le serve per chiedere alla direzione:

colloquio con il Direttore;

colloquio con il Comandante;

colloquio con il responsabile dell’Ufficio Comando;

colloquio con il responsabile dell’Ufficio Matricola (se ha problemi giuridici);

colloquio con il Direttore dell’Area Pedagogica;

colloquio con gli assistenti sociali del C.S.S.A. (se ha qualche problema all’esterno);

colloquio con gli operatori del Ser.T. (se è tossicodipendente);

colloquio con lo psicologo;

colloquio con il cappellano;

colloquio con gli assistenti volontari autorizzati;

l’acquisto di prodotti non compresi nell’elenco della spesa (Mod. 72);

un sussidio, se si trova senza soldi (consiste in prodotti per la pulizia, francobolli, etc.);

libri in prestito dalla biblioteca;

cambiamento di cella o di sezione;

ammissione a corsi scolastici e altre attività;

altro… (specifichi bene i motivi, scrivendo anche sul retro, se lo spazio non è sufficiente).

 

I moduli delle domandine può chiederli all’Agente in servizio nella sezione. Oltre alle domandine, sono disponibili altri moduli, con i quali può chiedere:

di effettuare le telefonate con i familiari e conviventi;

i benefici previsti dall’Ordinamento Penitenziario.

 

Tranne le domandine, che vanno imbucate nella cassetta della posta, tutte le richieste vanno presentate all’Ufficio Matricola: per andare alla matricola deve prenotarsi, dando il suo cognome all’Agente della sezione. Se vuole comunicare al Direttore, o al Comandante, delle esigenze o dei problemi particolari, può farlo inviandogli una lettera in busta chiusa (che non va affrancata).

 

Le scuole, la formazione professionale, le attività culturali e sportive

 

Nell’Istituto vengono organizzati corsi scolastici e di formazione professionale, ma anche diverse attività culturali e sportive. Sono parte importante del "percorso" che gli operatori osservano, quindi se è ammesso a parteciparvi si impegni correttamente.

Queste attività possono anche agevolarla, se lei è straniero, nell’imparare meglio la lingua italiana, e le faranno apprendere informazioni e tecniche che le saranno molto utili quando tornerà libero: dall’uso dei computers, a competenze professionali di diverso tipo. Se porta a buon fine i corsi potrà conseguire attestati o diplomi scolastici e stabilire rapporti con operatori esterni, tutte opportunità che le renderanno più facile trovare un lavoro fuori dal carcere.

Per chiedere di essere iscritto ai corsi ed alle altre attività è sufficiente una domandina, ma tenga presente che verrà fatta una selezione (i posti disponibili, di solito, sono inferiori alle richieste) e che potrebbe anche rimanere escluso. Partecipare ai corsi e alle attività aiuta a vincere la monotonia della carcerazione, permette di conoscere gente nuova e di imparare cose utili. Attento quindi agli avvisi, che trova sulla porta della saletta: quando riguardano un’attività che le interessa faccia la domandina, scrivendo: "chiedo di partecipare al corso di..."

 

Il Centro di Servizio Sociale per Adulti (C.S.S.A.)

 

È un ufficio dell’Amministrazione penitenziaria, costituito da assistenti sociali, da un direttore di servizio sociale, da personale amministrativo di polizia penitenziaria. I compiti di tale servizio riguardano sia attività all’interno degli Istituti penitenziari che sul territorio. Il C.S.S.A., infatti, svolge sia per i detenuti che per le persone sottoposte a misura alternativa alla detenzione, un ruolo di collegamento, di tramite e di stimolo nei contatti con l’ambiente sociale (famigliare, lavorativo, dei servizi) di riferimento.

 

All’interno degli Istituti penitenziari

 

  1. Partecipazione all’attività di osservazione e trattamento dei detenuti, in collaborazione con gli altri operatori dell’istituto. In particolare, rispetto a questa attività, l’assistente sociale è chiamato a fornire informazioni sulla storia del detenuto e sull’ambiente sociale, famigliare da qui lo stesso proviene nel quale prevede di reinserirsi non appena possibile. L’attività di osservazione viene avviata in seguito alla segnalazione che la direzione dell’istituto trasmette al C.S.S.A.

  2. Interventi di segretariato, per particolari problematiche relative al rapporto con i familiari o con altri riferimenti esterni. Tali interventi vengono richiesti dal detenuto attraverso la "domandina" che, filtrata dall’Ufficio educatori, se inerente ad ambiti di competenza del C.S.S.A., viene trasmessa.

  3. Partecipazione alle attività interne all’Istituto tramite commissioni.

 

Sul territorio

 

  1. Indagini socio familiari, su richiesta del Tribunale di Sorveglianza, per la valutazione di istanze di misure alternative alla detenzione.

  2. Collaborazione con altri C.S.S.A.

 

Rispetto alle misure alternative della detenzione

 

  1. Affidamento in prova al Servizio Sociale: l’assistente sociale è incaricato di seguire l’andamento della misura, riferendo Magistrato di Sorveglianza ed attuando interventi di aiuto e di controllo.

  2. Semilibertà: l’assistente sociale riferisce alla direzione dell’Istituto sullo svolgimento della misura, mantenendo sempre la duplice funzione di assistenza e vigilanza.

  3. Altre misure alternative o Misure di Sicurezza: l’assistente sociale è un riferimento per problematiche legate reinserimento sociale.

 

Il servizio per le tossicodipendenze (Ser.T.)

 

Il Ser.T. si occupa di qualsiasi persona che si dichiari tossicodipendente sia da sostanze stupefacenti illegali che da alcool. Non è assolutamente necessario avere una residenza o essere già in cura presso un Ser.T. Se lei fa uso di sostanze stupefacenti o di alcol, lo dichiari al medico quando farà la prima visita, o appena ne avrà occasione, e varrà segnalato al Ser.T. Se lei è già in terapia con un Ser.T. lo dichiari e le verrà garantita la continuità della terapia in atto. Se non è mai stato ad un Ser.T., dopo un rapido esame, verrà adottata terapia più idonea alle sue necessità. Se necessita di contattare il Ser.T. può anche fare domanda al medico del presidio interno.

 

Cosa può chiedere al Ser.T.?

 

Contatti con il Ser.T. che la seguiva in libertà, o in un altro istituto;

Definizione di un programma definito idoneo per un’alternativa alla carcerazione;

Contatti con comunità terapeutiche e cooperative di lavoro;

Inserimento in gruppi di trattamento terapeutico;

Valutazioni ed eventuale sostegno psicologico.

 

L’Associazione Club Alcolisti in Trattamento (A.C.A.T.)

 

È un’Associazione di volontariato che opera in carcere dal 1992, con l’attivazione di Club degli alcolisti in trattamento (ACAT) all’interno dell’istituto. Gli ACAT lavorano secondo l’approccio ecologico - sociale (metodo Hudolin) ed aiutano la persona ad affrontare i problemi legati all’uso di alcol attraverso il confronto e la condivisione, in un contesto di gruppo, dove si esprime solidarietà ed amicizia. Il raggiungimento dell’astinenza permette di lavorare sul cambiamento dello stile di vita e di affrontare in termini progettuali il proprio futuro. In ogni ACAT è presente un servitore-insegnante. Gli incontri avvengono una volta alla settimana, per una durata di un’ora e mezza.

Per partecipare all'ACAT basta richiederlo attraverso la "domandina", dopodiché verrà fatto un colloquio di valutazione della richiesta che verranno date le indicazioni successive. Chi ritiene di avere problemi legati all’uso di bevande alcoliche e di volerli affrontare, può parlarne con i volontari o gli educatori, o ancora con il proprio psicologo e da tutti potrà ricevere le informazioni necessarie. È possibile comunque richiedere informazioni ad Aldo Agus.

Tutela della salute in carcere

 

In carcere, gli spazi ridotti e la convivenza forzata possono comportare dei rischi per la salute. Osservi questi consigli di comportamento e la sua salute sarà più tutelata.

 

Regole generali per una vita in carcere più sana possibile

 

Se resta a letto tutto il giorno, la notte avrà difficoltà a dormire. Cerchi di alzarsi presto il mattino e di fare del moto: anche in cella è possibile fare ginnastica. Appena può, esca all’aria aperta e prenda il sole: fa bene al fisico e migliora l’umore.

Curi in modo particolare l’alimentazione. Non conservi i cibi deperibili (carni, latte, etc.) da un giorno all’altro, specialmente d’estate o quando il riscaldamento è acceso. Sbucci la frutta e lavi la verdura. Se ha problemi di masticazione, o di digestione, lo faccia presente al medico, che valuterà le sue condizioni e le prescriverà una dieta appropriata.

Non assuma vino assieme agli psicofarmaci o al metadone: questo causa gravi danni, fisici e mentali, e costituisce un’infrazione disciplinare. Si ricordi che è vietato accumulare vino oltre la dose giornaliera (mezzo litro) e, comunque, lo consumi con moderazione.

L’autolesionismo (tagliarsi, inghiottire lamette, varechina, etc.) influisce negativamente sugli esiti dell’osservazione. I suoi diritti li può rivendicare con i mezzi previsti dalla legge, cioè delle richieste scritte rivolte alle persone competenti, mentre un atto di autolesionismo non le farà certamente raggiungere lo scopo che vorrebbe.

Farsi i tatuaggi non è consentito perché l’uso di aghi, o di altri strumenti che comunque non sono sterilizzati, comporta la trasmissione di malattie, anche gravi.

In carcere i rapporti sessuali sono vietati, come già detto in precedenza. Possono anche essere il mezzo di trasmissione di diverse malattie: A.I.D.S., epatite B, sifilide.

Non scambi oggetti per l’igiene personale (rasoi, spazzolini da denti, etc.), biancheria, calzature, con altri detenuti. Anche attraverso questi oggetti può ricevere contagi: dalla epatite, alla scabbia, ai funghi della pelle.

Tenga aperta il più possibile la finestra della cella, per garantire il ricambio dell’aria.

 

L’importanza dell’igiene

 

Quando le danno la fornitura, controlli che il materasso, il cuscino, le lenzuola e gli altri oggetti del corredo personale siano puliti.

Appena fa ingresso in una nuova cella la pulisca accuratamente, anche se le sembra già in ordine.

Se non ha soldi, chieda all’amministrazione i prodotti per l’igiene personale e per la pulizia della cella (con un’apposita domandina).

Tenga costantemente puliti i ripiani dove conserva il cibo, le stoviglie, il lavandino, il water.

Non entri nelle docce a piedi nudi: rischia il contatto con funghi e verruche. È consigliabile fare la doccia tutti i giorni (la doccia serve soltanto per lavarsi, non per farsi la barba o lavare i vestiti).

 

 

Le regole per la pulizia

 

Per regolamento deve curare la pulizia della sua persona e della cella in cui si trova. La doccia è consentita tutti i giorni ed in particolare è prevista al rientro dalla palestra, dal campo sportivo, dalla scuola o dal lavoro.

 

Rapporti con il servizio sanitario

 

All’ingresso nel carcere viene sottoposto a vari esami e il medico le chiede anche se vuole fare il test dell’H.I.V.: il modo migliore per difendere la sua salute è di accettare.

Il medico le chiede anche se è tossicodipendente o alcooldipendente; se lo è, lo dichiari: otterrà l’assistenza degli operatori del Ser.T. o del Centro Alcoologico. Se non ha dichiarato questa sua condizione alla visita di primo ingresso lo faccia il prima possibile (segnalandosi a visita medica), così potrà ricevere le cure del caso.

I dati sulla sua salute sono riservati e i medici sono vincolati dal segreto professionale: se ha una qualsiasi malattia ne parli con loro senza timore.

Il servizio sanitario penitenziario non fornisce soltanto i farmaci, ma visite specialistiche (es. dentista, oculista, cardiologo, infettivologo, etc.) esami clinici, cure presso i centri clinici: se ne ha bisogno, chieda queste prestazioni.

Per essere visitato dal medico penitenziario deve prenotarsi la sera, lasciando il suo cognome all’Agente in servizio nella sezione: vedrà il medico il giorno successivo. Se ha un malore improvviso, informi l’Agente in servizio nella sezione (che chiamerà subito il medico): otterrà una visita urgente.

L’infermiere non può modificare la terapia prescritta quindi, se ha qualche problema al riguardo, deve prenotarsi per la visita medica e farlo presente al medico.

La terapia deve assumerla subito, quando le viene consegnata dall’infermiere: è vietato accumulare i farmaci (anche soltanto la dose somministrata in un giorno) e cederli ad altri detenuti.

Può anche essere visitato da un medico esterno, a sue spese: deve chiedere al Direttore che ne autorizzi l’ingresso, specificando il motivo della visita.

 

 

Home Su Successiva