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"Persone
dentro e volontari fuori"
Elena Mosconi (Volontaria nel carcere di Cremona)
Dieci anni fa entravo in carcere e poi uscivo e comunicavo, alle persone che incontravo, la storia della gente che c’era dentro. Cinque anni fa entravo in carcere e poi uscivo comunicando i progetti che facevamo "Sai, stiamo facendo questo, stiamo facendo quello". Adesso mi piace uscire e mettermi ad ascoltare. Intendo dire che il convegno di oggi, che ha offerto moltissimi spunti interessanti e anche molti motivi di autocritica, può forse anche porci (noi volontari in questo caso) nella condizione dei destinatari della comunicazione, non soltanto nella condizione degli emittenti, dei soggetti attivi. Destinatari che imparano ad essere tali, e imparano criticamente. Siamo ancora testimoni di una comunicazione che all’interno del carcere non è soddisfacente e, se ci venissero rivolti gli stessi messaggi, negli stessi modi, probabilmente ci arrabbieremmo di più. Siamo testimoni di una comunicazione che, a livello di fiction, lo diceva stamattina, non soltanto mette il Maresciallo Rocca nell’immaginario degli italiani in un ruolo positivo, ma che vede come uniche figure di volontari doc le persone dei sacerdoti che vanno dentro e fuori dal carcere. Intendo dire che, come destinatari consapevoli di questa comunicazione, noi volontari non esistiamo. Quindi, grazie di questi spunti, anche perché mi insegnano di più ad ascoltare e a capire che siamo terminali di un processo comunicativo anche a valle, che ci vede davvero ancora un po’ indietro, con tanta strada da fare.
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