Prime Conclusioni 2

 

Contesto

 

Già previsti dalla legge n. 685 del 1975, gli interventi a carattere preventivo finalizzati al contenimento della domanda di stupefacenti sono stati ridefiniti dalla n. 309 del 1990. In seguito all’approvazione del discusso Testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti, è stato istituito un Fondo nazionale per la lotta alle droghe che prevede, tra l’altro, la destinazione di significative risorse economiche alle Amministrazioni dello Stato, Regioni, enti locali e organizzazioni del privato sociale. In campo preventivo molto è stato fatto, ma le strategie di intervento, ben che articolate e complesse, mancano ancora di programmazione e coordinamento. Inoltre la filosofia della legge ha profondamente orientato il tipo di interventi preventivi, penalizzando chi già fa uso di droghe.

 

Questioni critiche

 

Gran parte delle iniziative realizzate rientrano nella categoria della prevenzione primaria aspecifica, orientata cioè verso il benessere della popolazione giovanile in generale. Gli interventi di prevenzione specifica sono stati poco valorizzati e propongono metodologie ancora molto differenti.

Molte azioni di prevenzione, finanziate attraverso l’apposito Fondo nazionale per la lotta alle droghe, si sono trasformate in progetti di "accompagnamento pedagogico educativo" attuati da esperti con competenze specifiche (Sert e comunità), favorendo la delega e il disinteresse delle agenzie tradizionali (scuola, comunità locale). Le risorse originariamente destinate a finanziare l’intervento "straordinario" - la prevenzione delle dipendenze - hanno sostituito "l’ordinario" - la pratica quotidiana delle istituzioni locali. Il forte investimento sulla prevenzione ha finito cosi per depotenziare lo sviluppo d’iniziative a carattere educativo.

Manca una cultura diffusa della valutazione degli strumenti e delle metodologie di intervento. Dopo 12 anni di esperienza non sono ancora stati identificati e condivisi, in base a parametri di efficacia, i criteri fondamentali delle strategie di prevenzione.

La filosofia che ispira la legge n. 309 - col suo ripetuto "no alla droga" anche nei confronti di chi già ne fa uso, la mancata distinzione tra le sostanze e la scelta obbligata dell’astinenza - rende assai ardua l’attività di contenimento dell’uso e la prevenzione dell’abuso.

 

Proposte

 

Rimodellare le strategie di prevenzione sulla droga, in particolare quella secondaria (rivolta cioè a chi già usa sostanze), affrontando le varie problematiche legate al consumo di sostanze, a cominciare da quelle legali (alcol e tabacco).

Promuovere il concetto di educazione all’essenzialità. Il tema della dipendenza ha inglobato e oscurato la problematica del consumo nella sua più ampia accezione: non solo sostanze, quindi, ma anche tecnologia, rapporti, oggetti, esperienze.

Puntare alla prevenzione del consumo e alla riduzione dell’abuso, coinvolgendo una pluralità di soggetti e attori della comunità locale, a sostegno dell’attività degli addetti ai lavori.

Investire nelle azioni di peer support (supporto tra pari): preziosa ed efficace risorsa di conoscenza tra coetanei per via orizzontale.

Elaborare una legge nazionale sui giovani, che - investendo in opportunità (dai centri di aggregazione agli scambi internazionali) - ne riconosca il protagonismo e le possibilità di auto-promozione.

 

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