Il lavoro pRecluso

 

Gianni Trevisan Cooperativa Il Cerchio

 

 

Io non ripeto quale fatto estremamente positivo sia questo incontro e propongo a Loris come Lega delle Cooperative di far sì che questo abbia una continuità proprio nell’interscambio di esperienze tra cooperative che quantomeno sono iscritte alla Lega. In modo molto telegrafico perché il tempo è molto stretto. Oltre il 58.000 sono i detenuti in pena alternativa nel nostro paese a vario titolo e di questi 30.000 vi sono semiliberi, affidati, arresti domiciliari, pochi art.21, sappiamo che sono due cose completamente diverse. La SMURAGLIA interviene sull’art.21, non sulla semilibertà in senso lato. In modo telegrafico, la nostra cooperativa è solo per lavoratori svantaggiati che provengono dalle carceri, noi non abbiamo altre fonti. 4 anni, 90 detenuti, 50 dei quali sono ancora oggi all’interno della cooperativa. 35 sono in semilibertà e 15 sono ex detenuti. Poi oggi siamo in 70 soci dei quali 15 sono extracomunitari, questi i dati concisi e telegrafici. Come siamo riusciti in 4 anni a fare tutto questo? Attraverso un rapporto corretto con il Comune che ci da la possibilità di fare: controllo agli impianti sportivi, alle Isole della Certosa, abbiamo la VESTA che è un servizio di pulizia urbana, abbiamo i bagni della città, tutta una serie di interrelazioni Provincia, dalla pittura delle scuole e via di questo passo, la pulizia delle spiagge l’estate. Ma non ci sono corsi di formazione. Andiamo a vedere la SMURAGLIA, io sostengo che la SMURAGLIA è una grossa cosa, dicono "non parte non parte" , e non poteva partire perché la SMURAGLIA prevedeva un decreto applicativo il quale sono pochi mesi che c’è, il decreto applicativo stabilisce che gli sgravi fiscali per l’art.21 non sono del 100% come per i semiliberi ma sono l’80%. Però un’azienda privata ad un certo momento ha gli sgravi fiscali, non solo paga solo il 20% dell’INPS ma lo stato gli da un milione di vecchie lire in defiscalizzazione. Allora è un suicidio politico quello che la Casa Penale di Padova con 1300 mq. di capannoni industriali non avere un accordo tra la Direzione del carcere e l’Associazione Industriali, noi vogliamo bene ai detenuti, dal punto di vista imprenditoriale io do e io ricevo, questo deve garantire agli imprenditori un area franca nell’entrare ed uscire delle merci che hanno un costi terribilmente aggiuntivi. Perché non può essere come succede a noi che quando entriamo con delle cose nella Casa di Reclusione Femminile, se trovi un agente in portineria disponibile ci metti un minuto per entrare, se trovi quello non disponibile ci perdi la mattina. Per uno che da lavoro i tempi sono importantissimi, io ero consulente del precedente Ministro ed ho girato diversi carceri in Italia, vi garantisco che ci sono dei Direttori di una disponibilità totale, a Monza il circondariale ha fatto si di creare una lavanderia al suo interno e questa opera in tutto il territorio, una lavanderia per gli alberghi. Ma c’è il direttore con una disponibilità totale e non è l’unico, vi sono dei direttori, quello precedente, oggi quello del Penale dei Due Palazzi non lo conosco, di un apertura totale. Anche qui dentro al Circondariale di Padova io devo fare una proposta, qui c’è un processo di ristrutturazione in atto, se il Direttore fa un accordo con l’impresa edile che entra in questo carcere ed ha bisogno di manovalanza, deve sapere che utilizzando la manovalanza dei detenuti, con l’apporto dell’impresa edile, ne ha tutto il vantaggio. Infatti 800.000 lire al dipendente per 40 ore settimanali è un vantaggio per l’impresa ed una buona opportunità per i detenuti.

 

 

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