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Sintesi del lavoro nei gruppi tematici
Gruppo 1: Le Misure Alternative alla Detenzione
Dott.ssa Liberata Di Lorenzo Responsabile Area Pedagogica Circondariale Due Palazzi
Il lavoro all’interno debba essere applicato in maniera più estesa, però ragioniamo anche su quelle che sono le difficoltà logistiche che secondo me non vanno sottovalutate. Un altro argomento forte che abbiamo affrontato con l’Avv.to Pinelli che era già emerso stamattina nella sua relazione che poi lui ha riportato all’interno del gruppo e sulla quale ci siamo abbastanza ritrovati, è quello della rivisitazione critica. Si diceva, secondo noi è un lavoro molto di coscienza, un lavoro interiore che la persona deve fare soprattutto con la sua coscienza e ci rendiamo conto che la strumentalizzazione è molto forte rispetto a questo discorso della revisione critica. Quindi è una cosa che i detenuti vivono male quando gli viene chiesto se si sono pentiti etc., ma è una cosa che si vivono male anche gli operatori perché ci si rende conto di violare un po’ l’intimità della persona, di voler incidere su una sfera di emotività di pensieri, sentimenti che sono molto personali e rispetto ai quali se si riesce ad entrare è perché dall’altra parte si trova una risposta più strumentale che vera, che reale. Quindi questo discorso della revisione critica disturba un po’ tutti tranne uno, vabbè che ha detto che lui non ne ha bisogno, comunque in linea di massima è un discorso che da parecchio fastidio. Poi l’on. Ruzzante ci invitava a tirare bene le fila del discorso rispetto a quelle che sono state le riflessioni rispetto alla legge SMURAGLIA, sulle possibilità di applicazione, su tutto quello che riguarda poi il tema del convegno di oggi perché giustamente c’è la possibilità di chiedere delle verifiche rispetto alla concreta applicazione di questa legge ed eventualmente anche di proporre degli aggiustamenti, di far emergere se ci sono delle distorsioni, se ci sono delle disapplicazioni far emergere dei punti nodali, cioè far capire perché la legge non va avanti perché la legge, diceva, giustamente deve essere anche seguita, non basta che sia una buona legge perchè deve essere poi supportata da una verifica periodica della sua reale applicabilità. Anche nel nostro gruppo è emerso poi il problema dell’affiancamento della persona a pena espiata perché ormai è abbastanza evidente che il detenuto che ha espiato la pena non è ancora restituito alla società in maniera equilibrata, cioè ha ancora bisogno nella maggior parte dei casi di essere affiancato, supportato sostenuto. Su questo argomento secondo me non si è ancora fatto abbastanza, anzi direi che non si è ancora fatto nulla e qui subentra molto forte l’importanza del lavoro di rete, cioè della possibilità di costruire delle sinergie di modo che la persona non si senta sola e non gli si dica "hai espiato la tua pena, adesso arrangiati". E’ quello il maggiore momento di rischio di ricaduta, di recidiva, di depressione, di tutto, è quello un momento sul quale bisogna cercare di lavorare tutti quanti e cercare di far emergere delle proposte concrete per dare poi degli appoggi, degli aiuti veramente validi alle persone che hanno scontato una pena. Mi sembra di aver detto tutto. |