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Dott. Giorgio Castellani Assessore alle Politiche del Lavoro
Sono molto rammaricato di dover andare via, l’avevo preannunciato all’inizio ma purtroppo abbiamo la Giunta e non posso sottrarmi a questo tipo di impegno che è il principale istituzionalmente dell’incarico che ci è stato confidato. Vado via con rammarico perché pur essendo un avvocato che lavora nel penale da 37 anni e quindi avendo conoscenza delle vicende di tipo, di chi si scontra con la giustizia e poi finisce in carcere, oggi me ne vado di qui arricchito dalle esperienze di chi opera invece di supporto, sotto altro profilo, della persona detenuta e sul recupero della persona detenuta sono anch’io d’accordo con Boscoletto. Io sono un po’ meno con Pinelli con il quale per altro condivido quel sano pragmatismo che gli fa dire non voliamo troppo alto perché rischiamo di bruciarci le ali e rischiamo di perdere la possibilità di volare un po’ più basso ma più concretamente. Però non possiamo perdere il richiamo al recupero etico della persona. Se anche dovessimo scontrarci con centomila, un milione di delusioni dobbiamo sempre far conto con quei tre, quattro, un caso che riusciamo a recuperare sotto il profilo etico. E’ comunque un tentativo di riflessione, di richiamo ai principi che va fatto sempre e comunque. Mi dispiace andare via perché ho sentito esperienze interessantissime, vado via arricchito di queste, purtroppo non ho il tempo per rimanere a sentire le altre esperienze che mi sarebbero state preziose. Vado via anche con una soddisfazione perché ho sentito dal Direttore che presto si inaugurerà La Pizzeria, devo dire che quella è un’esperienza che nasce anche attraverso il mio assessorato che è quello che ha promosso il premio META-IMPRESA del quale questo progetto è stato il vincitore. Io ricordo che quando la commissione ha valutato i progetti che sono stati portati, tutti molto interessanti, tutti molto creativi, abbiamo visto questo con un occhio particolare, un particolare interesse. Sarà per la mia deformazione professionale ma soprattutto per il fatto che ci è sembrato un tentativo, magari piccolo, magari idealistico, magari problematico ma un tentativo di unire il dentro e il fuori con una cosa banale, piccola e modesta ma che entra nella vita di tutti i giorni, la pizza, che è un modo per dare specializzazione, capacità lavorativa e allo stesso tempo qualche posto di lavoro in più. Un esperienza che se funziona e qua molto è nelle mani vostre, un esperienza che se funziona potrà essere esportata in tutte le carceri di Italia, in tutti gli istituti, vabbé si chiamano Case Circondariali ma io li chiamo ancora carceri al vecchio modo che si usava quando studiavo diritto all’università. Ecco in tutti i carceri di Italia e quindi moltiplicando questa opzione di collegamento diretto dentro–fuori e nello stesso tempo moltiplicando le possibilità di dare un posto di lavoro soprattutto per il dopo a tutti quanti. Buon lavoro e grazie ancora.
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