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Giornata di studi "Carcere: non lavorare stanca" 9 maggio 2003 - Casa di Reclusione di Padova
Insegnante di scuola media di Padova
Questa è la mia seconda esperienza nel carcere, attraverso il gruppo di volontari della Caritas. Io mi sono resa conto di questi problemi attraverso un corso di formazione al quale ho partecipato. Trovo che le iniziative di Roma, Firenze, Limena e Galliera sono molto interessanti. Questo Nordest molto ricco, del quale si parla in tutta Europa, che apre cantieri e fabbriche all’estero, perché non viene sensibilizzato dai Comuni che hanno già esperienza con i detenuti? Volevo capire quale è il canale attraverso il quale, noi come volontari, e loro come amministratori, possiamo estendere queste esperienze ad altre città e ad altri paesi. Ma anche per sensibilizzare i giovani, attraverso la scuola, perché il mondo della scuola non conosce il carcere, i ragazzi hanno paura quando si parla di carcere. Io ho cominciato a parlare con i miei alunni di una terza media e quando gli ho detto che sarei venuta oggi in carcere, si sono accucciati sui banchi e hanno sgranato gli occhi e avevano un che di diffidenza verso ciò che stavo per dire loro. Si potrebbe trovare un percorso anche attraverso i Provveditorati, per avvicinare il mondo della scuola ai problemi del carcere, in questo modo si potrebbe anche fare della prevenzione, spiegando perché molte persone sbagliano, per l’emarginazione sociale, perché probabilmente non si sono rese conto di certi valori. Qualcuno ha avuto delle sfortune e, altri, diventano vittime delle sfortune di queste persone. Allora, io penso che tutti noi abbiamo il dovere di proteggere i giovani, gli adolescenti, dai rischi che possono correre nel futuro.
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