Difesa dei Ser.T. e più risorse

 

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Le droghe domani, tra controriforme e volontà punitive

 

La CGIL: difesa dei Ser.T. e più risorse

 

Roma, maggio 2003

 

Cinque punti per i diritti dei tossicodipendenti e dei consumatori di droghe. È stato questo il contenuto principale della relazione introduttiva svolta da Giuseppe Bortone, responsabile di questo settore presso la CGIL nazionale, alla riunione che si è tenuta in Corso d’Italia venerdì 20 maggio, per iniziativa del Dipartimento Welfare della Confederazione.

Quali sono i cinque punti?

In estrema sintesi, si tratta di contrapporre all’impianto già delineato da Gianfranco Fini più repressione per i consumatori e meno servizi pubblici per le tossicodipendenze - una piattaforma politica alternativa: in primo luogo, la difesa e il rafforzamento del sistema integrato dei servizi (il pubblico, più il privato sociale meno ideologico e più cooperativo, che in questo settore è molto consistente) e, in esso, delle funzioni di controllo e di regia dei Ser.T.. Il secondo punto consiste nella richiesta di un’adeguata quota vincolata per le tossicodipendenze all’interno del Fondo sociale.

Il terzo tocca la questione delle esperienze più innovati ve all’interno dei servizi (riduzione del danno e bassa soglia, ma non solo) che sono spesso le più penalizzate e per le quali si richiede una stabilizzazione, in primo luogo la certezza e la tempestività nel finanziamento.

Al quarto e al quinto punto la depenalizzazione di tutte le condotte legate al consumo, che invece Fini vorrebbe integralmente "ripenalizzare", cancellando i risultati del referendum del 1993, e la rimozione degli ostacoli tecnici e legislativi che bloccano, nel nostro paese, una pratica ormai diffusa in tutta Europa: quella che, grazie all ‘ impegno del sistema dei servizi, consente l’analisi chimica in tempo reale delle sostanze che i giovani consumano nel corso dei concerti e dei rave.

Alla riunione sono intervenuti, fra gli altri, rappresentanti della CGIL della Lombarda e della Toscana, e della Funzione Pubblica.

Rossana Dettori, a nome dei lavoratori CGIL del settore pubblico, ha sottolineato la connessione dei problemi della tossicodipendenza con quelli della salute mentale, anche rispetto all’impostazione neoautoritaria del governo in ambedue i settori, oltre che su altri temi chiave per la mentalità e il costume. Dettori ha anche insistito sulla necessità di destinare una quota di risorse, accresciuta rispetto a oggi, a queste aree (appunto salute mentale e tossicodipendenze), evitando così il rischio di una sorta di "guerra tra poveri".

Numerosi sono stati gli interventi delle associazioni esterne alla CGIL, che da anni costituiscono insieme alla Confederazione un fronte unito contro le politiche autoritarie in questo settore: hanno preso la parola, nel corso della riunione, rappresentanti del Gruppo Abele, di Antigone, del Forum Droghe, di Parsec, del CNCA Lazio e dell’UDS.

Nelle sue conclusioni, la segretaria confederale Morena Piccinini ha ripreso il tema delle risorse da destinare ai servizi per le tossicodipendenze, sottolineando il fatto che le Regioni, anche quelle governate dal centro-sinistra, faticano a comprendere la necessità per questo settore di livelli adeguati di finanziamento, e sono spesso troppo attratte da una prospettiva di privatizzazione indiscriminata. In questo senso, ha sottolineato Piccinini - riprendendo un tema affrontata da Danilo Villa, responsabile delle Politiche sociali della CGIL Brianza -, particolarmente pericoloso può essere l’ affermarsi del cosiddetto modello lombardo:

all’interno di esso, infatti - ha aggiunto - l’accreditamento indiscriminato del privato sociale può spalancare le porte a strutture pesantemente ideologizzate, oppure prive dei necessari standard di qualità e di aggiornamento.

 

 

 

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