|
Giornata di studi "Carcere: salviamo gli affetti" L’affettività e le relazioni famigliari nella vita delle persone detenute (La giornata di studi si è tenuta il 10 maggio 2002 nella Casa di Reclusione di Padova) Alberta (Volontaria nel carcere di Mantova)
Sono una volontaria del carcere di Mantova. Siamo una ventina di volontari che operano all’interno. I primi tempi erano molto duri, adesso si è creato un ambiente solidale e comprensivo. Per quanto riguarda l’affettività e anche per sensibilizzare l’opinione pubblica, perché è proprio fuori che non si riesce a capire il detenuto, ho cercato di organizzare delle uscite collettive con diversi detenuti alle quali partecipavano anche i familiari, così avevano modo di stare insieme. Oggi questo purtroppo ci è stato tolto, perché, cambiando il magistrato, i detenuti devono scegliere se trascorrere i 45 giorni di permessi con noi o andare a casa. Continuiamo le uscite con i ragazzi, ma con i singoli, non più collettive. Si possono fare dei piccoli passi, ma occorre del tempo. Un’altra cosa che avevamo ottenuto è che un detenuto potesse festeggiare il suo anniversario di matrimonio con la moglie, che vive molto distante e un bambino che non aveva visto nascere. Abbiamo chiesto al direttore, che è molto disponibile, di farli mangiare da soli in una stanza dove di solito noi facciamo i colloqui, e lì hanno portato il loro pranzo e hanno trascorso qualche momento insieme. Stamattina abbiamo ordinato i tavoli e stiamo abbattendo il muro nelle sale colloqui maschili e femminili. L’ambiente è piccolo naturalmente. Non abbiamo uno spazio come sarebbe stato nostro desiderio, per poter creare un ambiente più accogliente, anche con del verde. Lì è tutto cemento, quindi non è possibile. Però è stato anche stato creato un centro di ascolto per i familiari e lì vengono aiutati a vedere come è possibile poter avere un rapporto molto più vicino con il detenuto. Sono anche piccole cose che permettono di aiutare il detenuto: magari aiutarlo a spedire a casa un mazzo di fiori per una ricorrenza. Ci sono tante piccole cose se vogliamo vedere, che si possono utilizzare per fare piccoli passi, per farli sentire ancora persone vive. Anche all’interno naturalmente ci sono altre cose che si cercano di fare per fare in modo che si possano incontrare sia i familiari che i detenuti assieme, di avere un po’ più contatto con loro.
|