IN-VENETO: INFORMAZIONE TRA IL CARCERE E IL TERRITORIO Edizione n° 32, del 30 luglio 2008
Notizie da Padova
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Notizie da Padova
Anche Legambiente a favore dell’appello "Salvate la Gozzini"
Nella newsletter del 24 luglio anche Legambiente di Padova si è occupata della campagna "Salviamo la Gozzini" lanciato da Ristretti Orizzonti. La campagna sta procedendo bene, sono moltissime le adesioni, soprattutto di operatori e volontari che con il carcere hanno a che fare ogni giorno, ma ora è necessario sensibilizzare più persone possibile, non solo tra gli addetti ai lavori. Per questo è importante che altre realtà, e nella fattispecie Lega Ambiente che si occupa di tutt’altro, ci appoggino e attraverso i loro siti allarghino la raccolta firme a più gente possibile. I motivi per i quali secondo noi è giusto salvare questa legge non riguardano solo le condizioni di vita delle persone detenute nelle carceri, ma riguardano direttamente la sicurezza sociale di tutti. Non ci stanchiamo mai di ripetere che è stato dimostrato da ricerche importanti che la recidiva crolla dal 70% a meno del 20% quando il detenuto fa un percorso di graduale reinserimento nella società: esattamente l’opposto di quello che partiti di governo e una parte consistente dei media vogliono farci credere. Invitiamo pertanto tutti coloro che hanno siti e diffondono newsletter a parlarne e in questo modo ad aiutarci a sensibilizzare più persone possibile.
Interviste a personalità significative per "Nonlavorarestanca"
Il Patriarca di Venezia Angelo Scola, il Sindaco di Venezia Massimo Cacciari, il Sindaco di Padova Flavio Zanonato, quello di San Giorgio in Bosco Leopoldo Marcolongo, il Presidente della Gizip di Padova Rovoletto, il Priore del Santuario di San Leopoldo a Padova Andrea Cereser, presidenti di cooperative, il procuratore capo di Verona Guido Papalia sono solo alcune delle persone da noi intervistate o che abbiamo chiesto di intervistare in merito alla proposta di legge dei senatori Berselli e Balboni n° 623 "Modifiche alla legge 26 luglio 1975, n. 354, e al codice di procedura penale, in materia di permessi premio e di misure alternative alla detenzione". Un numero speciale del foglio di informazione "Nonlavorarestanca" sarà dedicato proprio a queste interviste, nel tentativo di far sentire, a difesa di una legge importante come la Gozzini, le voci di persone con ruoli significativi nella società. Personalità che, conoscendo realmente i problemi riguardanti il reinserimento nella società di soggetti disagiati, non sono abituate a urlare numeri e statistiche false per avere qualche voto in più. Di queste interviste, la versione ridotta sarà pubblicata sul foglio informativo, mentre quella integrale la pubblicheremo nel sito.
Notizie da Verona
Dopo la detenzione, una famiglia felice e serena
Grande festa per l’ex detenuto che domenica 3 agosto battezzerà il suo bambino al convento di San Bernardino, insieme a quello di un caro amico. L’associazione la Fraternità parteciperà con gioia e affetto a questa grande occasione. Spiega il fondatore dell’associazione, Fra Beppe Prioli: "È una storia positiva. Una storia che l’ex detenuto ha già testimoniato nelle scuole e nelle parrocchie a giovani e adulti. Una storia a lieto fine, grazie al coraggio e alla volontà dell’ex detenuto e della sua compagna e di alcuni volontari dell’associazione. Una storia che bisognerebbe raccontare a tutti quelli che non credono che ci si possa riscattare dal carcere. Una storia di una persona che ha commesso un errore nella sua vita ma che, avendolo capito, è stata in grado di ritornare sulla retta via. Una storia di un lungo cammino di carcere, comunità e reinserimento che ha portato alla nascita di una famiglia serena e felice". Il rito sarà celebrato da padre Antonio Pedrina del convento di S. Lucia di Vicenza.
Rumeni sulla via del ritorno a casa
"Non sono ancora alte le percentuali dei rumeni che vivono a Verona e che scelgono di tornare in Romania. Dei circa 7mila rumeni residenti a Verona e provincia, solo un centinaio scarso di famiglie hanno preso la via del rientro in patria. Un dato al momento non particolarmente rilevante, che però è senz’altro destinato a crescere". A spiegarlo è il rettore della comunità ortodossa romena di Verona, Padre Gabriel Codrea, secondo cui "al momento la Romania accusa una mancanza di mano d’opera nell’edilizia senza precedenti. Allo stesso tempo si assiste a una generale ripresa del Paese anche in settori quali l’educazione, l’insegnamento e in ambiti per così dire destinati agli intellettuali. Gli stipendi - almeno per alcune tipologie di impiego - sono aumentati, mentre in Italia ci sono problemi a trovare o a tenersi stretto un lavoro, soprattutto per quanto riguarda gli artigiani. Molti stanno pensando di tornare, anche se finora ad averlo fatto qui a Verona sono stati ancora in pochi. Questo è dovuto anche al motivo che ci sono famiglie che hanno magari le rate della macchina da pagare e non possono andarsene. In questo caso lasciano che a rientrare siano soltanto i loro familiari". Secondo il sacerdote ortodosso, per avere un quadro più significativo dei flussi di rientro bisogna aspettare la fine dell’estate, verso settembre: "Molti rumeni tornano a casa durante il periodo estivo per verificare e rendersi effettivamente conto se vi sia o meno la concreta possibilità di rientrare definitivamente nel loro Paese. Subito dopo l’inverno, con il caso Reggiani e gli articoli di cronaca che hanno messo in cattiva luce la popolazione rumena, in molti hanno pensato seriamente di tornarsene a casa". Il numero dei rumeni che rientreranno, o sono già rientrati, nelle loro città di origine risente anche del generale andamento dell’economia imprenditoriale italiana. Conclude padre Codrea: "Sempre più ditte italiane si trasferiscono in Romania, o vincono degli appalti che le portano a lavorarci per alcuni periodi. Tra queste ce ne sono anche di veronesi, come una ditta di marmi che ora dà lavoro a Bucarest agli stessi rumeni che aveva assunto come dipendenti qui a Verona".
Il Don Calabria per i detenuti
Anche il centro polifunzionale Don Calabria di Verona contribuisce al miglioramento delle condizioni di vita dei detenuti di Montorio. Lo fa pensando al futuro e offrendo loro alcune possibilità di formazione durante il periodo della detenzione. Il responsabile dell’area formazione del centro, Gianni Corradi, spiega: "Ogni anno il centro concorre a bandi della Regione Veneto destinati a corsi professionalizzanti. A seconda dei bandi studia - insieme alla responsabile delle attività pedagogiche del carcere - possibili progetti da sottoporre al vaglio del direttore". Quest’anno nella sezione maschile di Montorio si è svolto un corso sulla manutenzione del verde e il giardinaggio, mentre a breve inizierà un corso sull’attività di assemblaggio nella sezione femminile. Continua Corradi: "Per qualche tempo abbiamo anche provato con i bandi del Fondo sociale europeo. Ma in una Casa circondariale con un continuo turnover di persone, è quasi impossibile garantire un certo numero di partecipanti al corso e il 70% di ore frequentate". Verso settembre prenderà il via un corso di cucina al maschile. "Non tanto sulla cucina in generale - precisa Corradi - ma sulla ristorazione collettiva, come ad esempio quella per le mense". E per chi esce? Quali le modalità di intervento del Centro? È ancora il responsabile della formazione a parlare: "Al momento stiamo collaborando con il progetto "Percorsi per la persona" realizzato da Comune, Provincia e Ulss con finanziamenti della Fondazione Cariverona". Il progetto è finalizzato all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate tra cui 20 tra ex detenuti e detenuti in fine pena o ammessi a misure alternative. Il Don Calabria si occupa dell’orientamento delle persone coinvolte con colloqui individuali, informazione su mondo del lavoro e possibilità interne ad esso e - se necessario - di una vera e propria formazione sulla tipologia di attività che il detenuto andrà a svolgere.
Notizie da Vicenza
Progetto Jonathan sempre in prima linea per far conoscere il carcere
Secondo Elie Wiesel, ebreo deportato ad Auschwitz e a Buchenwald, "chi ascolta una testimonianza diventa un testimone". Questo è quello che ha accompagnato noi del Progetto Jonathan nella tre giorni magistralmente organizzata dalla Pro Loco di Ponte di Barbarano. La testimonianza è una assoluta necessità, un qualcosa che richiede di esser condiviso, è tamburo percosso che cerca onde sonore in cui prolungarsi, capaci di dilatarne la forza e la memoria. Abbiamo allestito un banchetto che raccontava di carcere: quello di Vicenza tramite pannelli, quello di Padova tramite l’immenso lavoro di Ristretti Orizzonti con le sue pubblicazioni e i lavori confezionati dalla Coop. Altra Città. Abbiamo raccontato di carcere con la cella allestita nella giornata di martedì. Grazie all’aiuto dell’immancabile Fra Beppe, presente alla manifestazione con la Fraternità Daraio, abbiamo solo ed esclusivamente incontrato gli altri. L’obiettivo era far conoscere un piccolo mondo che noi vediamo "di rimando" e che qualcuno vive in presa diretta: il carcere, una realtà che, se la conosci, fa meno paura. Incontrando abbiamo visto che poco si conosce e purtroppo si vive di parole di altri. Abbiamo chi ci ha detto che il carcere serve, chi ha voluto ascoltare cosa si fa... ci siamo scontrati e confrontati con molti, abbiamo stabilito un dialogo e portato elementi nuovi di conoscenza a chi ha comunque voglia di saperne di più. Direttore: Ornella Favero Redazione: Chiara Bazzanella, Francesca Carbone, Livio Ferrari, Vera Mantengoli, Paola Marchetti, Maurizio Mazzi, Francesco Morelli, Riccardo Munari, Franco Pavan, Paolo Pasimeni, Jaouhar Redouane, Daniele Zanella.
Iniziativa realizzata nell'ambito del Progetto "Il Carcere dentro le Città", realizzato grazie al contributo del "Comitato di Gestione del Fondo speciale per il Volontariato del Veneto" |