IN-VENETO: INFORMAZIONE TRA IL CARCERE E IL TERRITORIO

Edizione n° 19, del 28 aprile 2008

 

Notizie da Padova

I progetti editoriali di "Ristretti Orizzonti": usciti due supplementi

Carcere e scuole: un foglio informativo dedicato anche ai genitori

Via della strada: un giornale di voci e racconti dalla "pancia" della città

Segretariato sociale: una collaborazione tra "Italia lavoro" e "Granello di senape"

Notizie da Verona

Rispetto degli altri, anche se detenuti: parola di scout!

Accoglienza o barricate per prevenire i reati?

Un monumento "all’apostolo delle carceri"

Un convegno a Verona sulla giustizia riparativa

Nelle scuole per parlare di legalità

I rumeni di Montorio campioni di calcetto

Notizie da Vicenza

Corso Engim: educare alla creatività aiuta a educare alla vita

Coop Insieme: Come da un ritrovamento fortuito nasce una mostra

Notizie da Treviso

Il Gruppo "Giovani per un mondo unito" in carcere per la Pasqua ortodossa

Appuntamenti

Don Ciotti a Treviso

Presentazione Associazione

Sesta Opera

Notizie da Padova

 

I progetti editoriali di "Ristretti Orizzonti": usciti due supplementi

 

Due progetti diversi, due impegni editoriali per sensibilizzare e testimoniare realtà poco considerate nella loro interezza dai media. O, almeno, considerate solo quando c’è da urlare "al mostro". "Il carcere entra a scuola le scuole entrano in carcere" e "Via della strada": questo il nome dei due progetti che l’associazione "Granello di Senape" sta portando avanti e che vengono raccontati, periodicamente, con delle pubblicazioni. Le ultime, una dedicata al progetto con le scuole, e in particolare a sensibilizzare i genitori, l’altra legata al progetto "Avvocato di strada" saranno allegate ai prossimi numeri di Ristretti Orizzonti.

 

Carcere e scuole: un foglio informativo dedicato anche ai genitori

 

È un foglio informativo di otto facciate dove hanno scritto le testimonianze sulla loro esperienza studenti, genitori, detenuti che stanno partecipando al progetto.

Una piccola pubblicazione, estremamente efficace nel far notare come i ragazzi, quando stimolati, rispondano in modo pronto e con attenzione a un progetto complesso come questo, che ha a che fare con i temi della legalità e del carcere.

Gli scritti degli studenti rispondono in particolare a due domande: "E se fossi tu a essere privato della libertà?" e "Come pensi reagiresti se sapessi che un tuo amico ha dei comportamenti illegali?". Ma ci sono anche le loro riflessioni sul progetto: dalle quali si capisce come la conoscenza sia l’unico mezzo per sfatare pregiudizi, come il fatto di incontrare i detenuti "dal vivo" faccia loro rivedere alcune idee che si erano fatti.

Sul foglio sono pubblicate anche riflessioni dei genitori, che fanno capire come i ragazzi li abbiamo coinvolti in questo progetto, e riescano a comunicare anche a loro il senso di questa esperienza.

 

Via della strada: un giornale di voci e racconti dalla "pancia" della città

 

Via della strada è un foglio di informazione, collegato al progetto "Avvocato di strada". Parla di questa realtà, ma anche di immigrati, nuovi poveri, periferie delle città. Avvocato di Strada nasce per dare appoggio legale ai senza fissa dimora, ma con l’andare del tempo ci si è accorti che il bacino di utenza diventava via via più ampio. Infatti carcere e strada sono spesso vasi comunicanti, dove confluiscono marginalità, nuova immigrazione, nuovi poveri.

Della redazione fa parte anche un gruppo di giovani che provengono da esperienze diverse nell’ambito del volontariato e dell’impegno sociale e che portano testimonianze di queste attività. Questo numero è dedicato in gran parte all’immigrazione, con il racconto di esperienze come un doposcuola multietnico in un quartiere difficile e un’indagine in alcune scuole sul problema dell’integrazione degli studenti stranieri.

 

Segretariato sociale: una collaborazione tra "Italia Lavoro" e "Granello di senape"

 

Italia Lavoro è stata incaricata, subito dopo l’indulto, di gestire il progetto "Lavoro nell’inclusione sociale dei detenuti beneficiari dell’indulto", finanziato dal Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, in accordo col Ministero della Giustizia, un progetto che mirava, attraverso tirocini formativi, a trovare una collocazione lavorativa per le molte persone che, uscite dal carcere con l’indulto, e magari senza avere usufruito delle misure alternative, si sono ritrovate per strada senza un lavoro. Il progetto all’inizio riguardava le 14 aree metropolitane Torino, Milano, Venezia, Genova, Trieste, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Cagliari, Catania, Messina, Palermo, ora è stato prorogato ed esteso anche ad altre città sede di carcere (cosa che gran parte del volontariato aveva chiesto da subito. Una situazione significativa da questo punto di vista è Padova, non inclusa inizialmente nel progetto nonostante sia sede di una Casa di reclusione da cui sono usciti molti più detenuti con problemi di reinserimento che dalle carceri di Venezia, città prescelta invece dal progetto. Il progetto è stato ora prorogato ed esteso anche ad altre città.

Si tratta di inserimenti che partono da un tirocinio di 4 o 6 mesi in cui i lavoratori sono interamente pagati da Italia Lavoro, per cui l’azienda si trova ad avere un lavoratore a costo zero, alla fine del tirocinio in alcuni casi c’è stata l’assunzione del lavoratore. In questo iter ogni detenuto ha un progetto personalizzato ed è seguito da un tutor. La collaborazione tra Italia Lavoro e il "Granello di Senape" nasce sulla base del fatto che l’associazione: ha aperto a novembre dello scorso anno, all’interno della Casa di reclusione di Padova, uno Sportello di Segretariato sociale, al quale pervengono molte richieste di lavoro da parte di detenuti che stanno per concludere la pena o sono nei termini per una misura alternativa.

 

Notizie da Verona

 

Rispetto degli altri, anche se detenuti: parola di scout!

 

Si è svolta a Costermano, per volontà della parrocchia, la recente settimana di sensibilizzazione sulla realtà carceraria. L’associazione veronese La Fraternità è stata invitata a presentare le sue attività in questo campo, proponendo incontri, mostre e letture che stimolassero riflessioni e confronti. Secondo il gruppo Scout Costermano 1°, che ha partecipato agli incontri anche animando la messa conclusiva, l’iniziativa è stata positiva sia per gli educatori che, soprattutto, per i ragazzi più giovani. "Ascoltare testimonianze ed esperienze dirette ci ha toccato profondamente - spiegano gli educatori - e ha suscitato in tutti noi una curiosità e una voglia di conoscere un po’ più a fondo questa realtà troppo spesso tanto contestata e affrontata talvolta con superficialità e pregiudizio. L’augurio che rivolgiamo ai nostri ragazzi è che la conoscenza li porti a riflettere e ad avere una migliore capacità di giudizio, sviluppando nel contempo anche una sensibilità, un’attenzione e un rispetto degli altri che sono gli elementi su cui anche il nostro fondatore ha basato lo scoutismo".

 

Accoglienza o barricate per prevenire i reati?

 

È ruotata intorno ai "compagni di viaggio" la giornata di domenica 13 aprile, organizzata dal Centro Missionario Diocesano di Verona, a conclusione del corso intitolato "In viaggio per conoscere, capire, incontrare". Il volontario dell’associazione "La Fraternità", Arrigo Cavallina, accompagnato da Flora Massari, ha presentato a questo proposito dati sulla situazione delle carceri, che in Italia sono prossime al collasso, con un incremento di un migliaio di detenuti al mese e già molto oltre la massima capienza regolamentare. Si tratta per la maggior parte di persone provenienti da aree di povertà: stranieri migranti "irregolari", tossicodipendenti, emarginati. "Per gli oltre 50 partecipanti all’iniziativa si è delineata una scelta radicale", spiega Cavallina, "li consideriamo nemici, totalmente altri da noi, minacce al nostro benessere, da cui difendersi rendendo sempre più diffuso e feroce lo strumento penale, come ci incitano a fare le campagne di odio e paura di questi giorni? Oppure fratelli spinti dalla disperazione, con i quali, oltre alle regole da rispettare, vogliamo condividere anche qualcosa della nostra fortuna e delle nostre opportunità (spezzare cioè con i poveri cristi lo stesso pane col quale Cristo si è fatto riconoscere ad Emmaus)? Rappresenta insomma una migliore prevenzione dei reati un sistema di accoglienza o uno di barricate?". Sul sito della Fraternità (www.lafraternita.it), nella sezione "Notizie", è possibile trovare una raccolta di testi che invitano a un approfondimento personale, con testimonianze poetiche, statistiche, informazioni e "disinformazioni" giornalistiche, esempi di propaganda e commenti.

 

Un monumento all’apostolo delle carceri

 

Nel trentesimo anno dalla morte di don Giuseppe Girelli, sabato 26 aprile la cittadinanza di Rosegaferro, in provincia di Verona, ha voluto rendere omaggio al "servo di Dio, apostolo delle carceri" dedicandogli un monumento. Don Giuseppe, da sempre attento ai poveri e agli ammalati della sua parrocchia, si è dedicato con particolare devozione al sostegno delle persone in uscita dal carcere, accompagnandole nel difficile percorso di reinserimento nella società. Per queste persone don Girelli ha fondato l’associazione "Sesta Opera" e la "Casa S. Giuseppe", offrendo a chi aveva già scontato la sua pena, la possibilità di trovare una casa e di custodire il proprio passato lontano dalle indiscrezioni dei curiosi. A benedire il monumento di Don Girelli, con una santa messa di commemorazione, è intervenuto il Vescovo di Verona, Mons. Giuseppe Zenti.

 

Un convegno a Verona sulla giustizia ripartiva

 

Erano circa 350 gli esperti provenienti a Verona da tutto il mondo per partecipare alla quinta edizione del Forum Europeo sulla giustizia riparativa, svoltasi tra il 17 e il 19 aprile. I vari avvocati, giudici, studiosi, psicologi e addetti ai servizi penitenziari hanno discusso intorno a tale nuovo modello di giustizia che, andando oltre alla sola idea di castigo, cerca nuove soluzioni penali nella riconciliazione tra vittima e autore del reato. Il convegno è stato organizzato dall’Istituto don Calabria - Comunità di S. Benedetto - con il supporto e il patrocinio del Comune di Verona, Assessorato alle Politiche Giovanili e del Dipartimento per la Giustizia Minorile, Ministero della Giustizia. "Con il termine giustizia riparativa - spiega il direttore dell’Istituto don Calabria Alessandro Padovani - si fa riferimento a un nuovo e diverso modo di fare giustizia che si pone come obiettivo primario quello di ristabilire il diritto attraverso la rappacificazione sociale delle parti in contrasto. È un modo nuovo perché si differenzia dai modelli cosiddetti tradizionali della giustizia retributiva e della giustizia rieducativa. Si applica con modalità che coinvolgono attivamente vittima, reo e comunità nella ricerca di soluzioni al conflitto generato da comportamenti ed azioni che possono anche configurarsi come illeciti e reati. Per questo è fondamentale il coinvolgimento di tutti gli attori del processo e il confronto con l’Europa". Molti gli ambiti di intervento affrontanti durante il congresso: dalla necessità di un coinvolgimento degli enti istituzionali e del territorio, tramite un costante dialogo con la società civile, a quella di una cooperazione tra ricercatori e operatori, fino al rafforzamento del ruolo dell’Unione Europea nello sviluppo di un modello di giustizia riparativa, in particolare nel sud Europa.

 

Nelle scuole per parlare di legalità

 

Prosegue senza sosta il progetto Carcere & Scuola ideato da Maurizio Ruzzenenti di Progetto Carcere 663, con incontri quotidiani di calcio e pallavolo tra giovani studenti e popolazione detenuta a Montorio. Oltre agli appuntamenti interni al carcere, l’associazione Progetto Carcere continua a incontrare gli studenti anche a scuola, per sensibilizzarli su tale realtà e cercare il confronto. L’ultimo di questi incontri ha coinvolto gli studenti della sede staccata del Messedaglia, molto attenti e interessati, come dimostrato dalle numerosissime domande poste a direttore e commissario dell’istituto penale veronese. Il prossimo appuntamento sul tema "La legalità e le conseguenze del mancato rispetto della legge" si terrà martedì 22 aprile con i ragazzi del Centro Servizi Formativi Stimmatini e vedrà la partecipazione di Marco Odorisio, capo squadra mobile di Verona, del magistrato Ernesto d’Amico, dell’avvocato Guariente Guarienti, del direttore del carcere Salvatore Erminio, del Commissario Paolo Presti e del volontario dell’associazione La Fraternità Maurizio Mazzi.

 

I rumeni di Montorio campioni di calcetto

 

Va ai rumeni la vittoria - conquistata sui nordafricani - del torneo invernale di calcetto organizzato a Montorio dall’associazione progetto Carcere 663. "Portato a termine grazie all’indispensabile collaborazione degli ispettori della sorveglianza interna (dati anche alcuni divieti d’incontro tra etnie, a seguito di scontri interni), il torneo - spiega il presidente dell’associazione Maurizio Ruzzenenti - resterà un bel ricordo per tutti i partecipanti, anche grazie a una maglietta davvero gradita, donata loro dall’organizzazione". Nel frattempo continua il torneo di tennis tavolo.

 

Notizie da Vicenza

 

Corso Engim: educare alla creatività aiuta a educare alla vita

 

Ormai al suo terzo anno, è iniziato nuovamente il corso di formazione professionale per pittori-decoratori, presso la casa circondariale San Pio X di Vicenza.

L’idea di fondo è proprio questa: educare alla creatività è educare alla vita. L’attività, promossa dalla direzione e dagli operatori della struttura con la collaborazione del Centro di Formazione Professionale Engim Veneto e il finanziamento della Regione Veneto, ha il fine di dare ai detenuti competenze che li aiutino poi nella ricerca di un lavoro..

Si tratta di un percorso didattico di 300 ore per il quale sono selezionati 15 detenuti di età inferiore ai 30 anni.

La dottoressa Galletti, responsabile per la Engim delle attività legate al carcere, e che abbiamo sentito telefonicamente, ci ha spiegato che per quest’anno non si è ancora deciso su quale ambiente della Casa circondariale potranno intervenire. Infatti, il corso, che naturalmente non è solo teorico, nelle edizioni precedenti si è occupato di ripristinare esteticamente alcuni ambienti: nel primo anno i detenuti avevano decorato il corridoio e la chiesa, che per l’occasione era stata "inaugurata" dal Vescovo di Vicenza.

Alla fine del corso saranno rilasciati i certificati di frequenza e di competenze di base per far sì che la formazione sia poi spendibile nel mondo del lavoro. Le foto di alcuni particolari dei lavori svolti nelle scorse edizioni del corso danno l’impressione di un risultato notevole, sia da un punto di vista estetico che di preparazione dei singoli allievi. Da sottolineare che la Engim organizza, sempre all’interno della Casa circondariale di Vicenza, anche un corso di formazione per panettieri-pasticceri.

 

Coop Insieme: come da un ritrovamento fortuito nasce una mostra

 

Dal 23 aprile al 10 maggio 2008 la cooperativa sociale Insieme ospita una mostra di immagini e oggetti provenienti dai campi di concentramento. La mostra dal titolo "Cosa è rimasto?" è curata da Giancarlo Ferriotti, che da molti anni raccoglie materiali relativi alla drammatica esperienza dell’internamento. La proposta trae spunto dal ritrovamento casuale, durante uno degli sgomberi di cui la cooperativa si occupa, di un libro dedicato "al dottor Pellegrino prima di partire per il campo di concentramento, in ricordo di Vanda", dedica accompagnata dalla fotografia di una giovane donna degli anni trenta. La storia di Vittorio Koach, che ha firmato la dedica del libro, è sconosciuta, non si sa se stava tra i deportati o i guardiani dei campi, ma il ritrovamento del libro è l’occasione per interrogarsi ancora sull’esperienza dei campi di concentramento.

Sembra una iniziativa fuori tempo perché non organizzata nel "Giorno della Memoria", ma si sente spesso dire che il ricordo della drammatica esperienza dei campi non può essere limitato al 27 gennaio e deve invece far parte di una riflessione più ampia. Si spera quindi che i visitatori della mostra siano numerosi: le immagini sono molto intense ed i materiali esposti sono semplici pezzi di una terribile storia. La cooperativa è facilmente raggiungibile con il bus e l’accesso alla mostra è gratuito. L’orario di apertura 10-12.30 e 15-19 (lunedì mattina, domenica e il 25 aprile la mostra è chiusa). Per altre informazioni contattare Marino Gresele (tel.0444.301065) o Oscar Ruaro (tel. 0444.452676) presso sedi di Vicenza ed Arzignano.

 

Notizie da Treviso

 

Il Gruppo "Giovani per un mondo unito" in carcere per la Pasqua ortodossa

 

Domenica 27 aprile il gruppo Giovani per un Mondo Unito è stato invitato da alcuni detenuti a partecipare, animandola con canti e musica, alla celebrazione della Pasqua ortodossa presieduta dal cappellano don Piero Zardo. Questo invito si inserisce nel percorso di incontro e dialogo che questi giovani stanno portando avanti da diversi anni all’interno dell’istituto di Santa Bona.

 

Appuntamenti

 

Don Ciotti a Treviso. Treviso: casa Toniolo, via Longhin, 7. Mercoledì 30 aprile alle ore 20.45. "La passione per la costruzione del bene comune" è il titolo dell’incontro con don Ciotti. Organizzato nell’ambito della Scuola di Formazione Socio Politica di Treviso, è aperto a tutta la cittadinanza. Promotore della serata è il CdS di Treviso e il Laboratorio Scuola e Volontariato

 

Presentazione Associazione

 

Sesta Opera

 

La Sesta Opera fu costituita da don Giuseppe Girelli nel 1958 (anche se l’atto ufficiale di costituzione è del febbraio 1960) per assistere detenuti ed ex detenuti nel loro rientro in società. L’associazione venne affidata e consacrata a S. Leonardo di Limoges, precursore di tale attività caritativa. Approvato dal vescovo di Verona mons. Giuseppe Carraro, lo statuto di Sesta Opera spiega, nell’articolo 3, che "scopo dell’associazione è l’apostolato e l’assistenza in favore dei carcerati, ex carcerati e loro famiglie". Nel 1952 a Ronco all’Adige era sorta la Casa S. Giuseppe per ospitare quei dimessi dalle carceri che fossero vecchi, inabili al lavoro o senza famiglia. La Sesta Opera intervenne aggiungendo alla casa un nuovo padiglione con venti camere. Attualmente la Casa S. Giuseppe accoglie una ventina di ospiti, dei quali solo una parte sono ex carcerati, accolti proprio perché anziani e privi di famiglia.

Oggi la Sesta Opera conta su circa un centinaio di aderenti che si riuniscono nei gruppi di Ronco all’Adige, Rosegaferro, Dossobuono e Verona. La sua attività ha come scopo la formazione degli aderenti, la collaborazione con la Casa S. Giuseppe di Ronco all’Adige e con le altre associazioni diocesane che seguono i carcerati.

Ogni mese si tiene un incontro di formazione e preghiera e si raccolgono offerte per sostenere la Casa S. Giuseppe. Si cerca inoltre di mantenere vivo l’atteggiamento di caritatevole interesse verso le persone che si trovano in carcere contribuendo in vari modi a far fronte alle necessità che vengono segnalate dagli operatori volontari che sono a diretto contatto con i reclusi.

Direttore: Ornella Favero

Redazione: Chiara Bazzanella, Francesca Carbone, Livio Ferrari, Vera Mantengoli, Paola Marchetti, Maurizio Mazzi, Francesco Morelli, Riccardo Munari, Franco Pavan, Paolo Pasimeni, Jaouhar Redouane, Daniele Zanella.

 

Iniziativa realizzata nell'ambito del Progetto "Il Carcere dentro le Città", realizzato grazie al contributo del "Comitato di Gestione del Fondo speciale per il Volontariato del Veneto"

 

 

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