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Interrogazioni e interpellanze al Ministro della Giustizia
Carboni - Seduta del 14 settembre 2005
Per sapere - premesso che: note di stampa pubblicate nel corso del corrente mese di agosto dai quotidiani La Nuova Sardegna e L’Unione Sarda hanno riferito di crescenti proteste e difficoltà nei maggiori istituti penitenziari di Cagliari, Sassari, Nuoro ed Alghero; le difficoltà rappresentate derivano soprattutto dalla carenza degli organici del personale della polizia penitenziaria, sottoposto normalmente a notevoli disagi che si acuiscono nella stagione estiva; in particolare: nella casa circondariale di Cagliari sarebbe stato posto in essere un tentativo di aggressione da parte di alcuni detenuti al rientro dall’ora d’aria, nei confronti dell’unico agente posto a sorveglianza dei cancelli di due sezioni, con il tentativo di strappargli di mano le chiavi delle celle; nella casa circondariale di Sassari, ove nei giorni scorsi vi è stato un tentativo di evasione da parte di detenuti accusati di gravissimi reati, fortunatamente sventato, un’organizzazione sindacale della Polizia penitenziaria ha proclamato lo stato di agitazione per protestare contro la carenza dell’organico che non consente di svolgere adeguatamente anche i minimi servizi di assistenza alle persone detenute, poiché costringe i pochi operatori a turni di lavoro massacranti; analoga situazione viene registrata per la casa circondariale di Nuoro e per la casa di reclusione di Alghero, con lamentele e proteste delle persone recluse, anche per le difficoltà di gestione dei servizi sanitari e per i costi esorbitanti del "sopravvitto"; inoltre, L’Unione Sarda ha dato notizia che due agenti in organico nella casa circondariale di Cagliari sarebbero stati comandati a rinforzare la scorta al servizio del ministro della giustizia per la sicurezza delle sue ultime vacanze presso la casa di reclusione di Is Arenas, complicando ulteriormente la situazione precaria dell’istituto del capoluogo regionale che ospita circa quattrocento detenuti -: se il Ministro sia a conoscenza del grave episodio verificatosi nella casa circondariale di Cagliari e del tentativo di evasione sventato nella casa circondariale di Sassari; quali iniziative abbia ritenuto di adottare in esito alle numerose interrogazione che gli sono state rivolte sulla drammatica situazione del sistema penitenziario della Sardegna ed in particolare degli istituti di Cagliari, Sassari, Nuoro ed Alghero; per quali ragioni sia stato deciso il trasferimento di due agenti da Cagliari ad Is Arenas, ove l’ultima vacanza del ministro nella struttura demaniale, secondo l’interrogante, poteva essere adeguatamente garantita, se necessario, dal personale assegnato a quell’istituto.
Carboni - Seduta del 14 settembre 2005
Per sapere - premesso che: i tre quotidiani sardi del giorno 2 settembre 2005 hanno dato notizia che il Ministro interrogato ha firmato il decreto di chiusura della casa circondariale di Tempio Pausania, ritenendo non più sussistenti le condizioni minime di operatività e di sicurezza; la casa di reclusione di Tempio Pausania inserita insieme agli altri istituti sardi di Cagliari, Sassari, Oristano e Lanusei nell’elenco dei ventuno istituti da dimettere predisposto nel gennaio del 2001 dal Ministro della giustizia Piero Fassino, ospitava solamente detenuti in misura custodiale, costituendo il supporto indispensabile ed insostituibile per la attività della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Tempio Pausania; l’istituto versava già da tempo in notevoli condizioni di degrado, e veniva ancora utilizzato per lo spirito di sacrificio dimostrato dal personale tutto che ivi operava; la condizione sopradetta è detta ad oggi tollerata poiché il nuovo istituto da realizzarsi disponeva e dispone, unico in Sardegna, delle risorse necessarie stanziate con l’ultima finanziaria della precedente legislatura; per conseguenza, si riteneva, come era e come è logico, di poter far coincidere la dismissione dell’attuale istituto con l’apertura di quello nuovo ancora da realizzarsi, proprio in considerazione del fatto che la casa circondariale serviva solo alle attività della Procura della Repubblica di Tempio Pausania; allo stato il provvedimento di chiusura appare del tutto immotivato poiché le attuali condizioni non differiscono in alcun modo da quelle già note e presenti negli anni scorsi quando più volte è stato sollecitato l’intervento del Ministro almeno per le minime opere di manutenzione ordinaria -: per quali motivi sia stata decisa la chiusura della casa circondariale di Tempio Pausania; in quali tempi ritenga che il nuovo istituto potrà essere realizzato ed assegnato alle funzioni.
Delmastro Delle Vedove - Seduta del 12 settembre 2005
Per sapere - premesso che: in data 9 agosto 2005 un detenuto rinchiuso nel carcere de "La Felicina", in Comune di Saluzzo (Cuneo), ha tentato di uccidere un agente di polizia penitenziaria utilizzando una lametta da barba che teneva nella sua cella; soltanto la pronta ed anzi immediata reazione dell’agente ed il tempestivo intervento dei colleghi hanno evitato il peggio; si tratta, come ha sostenuto la stampa locale, di una "tragedia sfiorata ma anche annunciata" (confronta Il Giornale del Piemonte di mercoledì 10 agosto 2005), atteso che proprio alcuni giorni prima del fatto l’agente ferito aveva riferito ai suoi superiori che il detenuto in questione, rinchiuso in una cella di massima sicurezza, lo aveva ripetutamente minacciato; il detenuto in questione sarebbe un affiliato alla camorra ed è a Saluzzo ormai da diversi anni per scontare la pena dell’ergastolo; l’agente di polizia penitenziaria ha subìto una pericolosissima ferita al collo in quanto la lametta da barba è giunta a pochi millimetri dalla giugulare, provocando una ferita che è stata rimarginata con ben 28 punti di sutura al collo; l’episodio in questione ha fatto rinascere una forte polemica da parte delle organizzazioni sindacali del personale di custodia; Leo Beneduci, segretario generale dell’O.S.A.P.P. (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) ha giustamente ricordato che "il carcere di Saluzzo è considerato un As, ossia ad alto indice di sicurezza. Vi sono detenuti che non hanno nulla da perdere. L’episodio accaduto ieri ne è la dimostrazione" (confronta giornale citato); si è espressa altresì la protesta degli agenti di polizia penitenziaria che hanno dichiarato: "Non ci sentiamo sicuri. I turni sono massacranti e mancano operatori" (confronta giornale citato); sempre secondo il segretario generale dell’O.S.A.P.P. Leo Beneduci l’organico presente in servizio sarebbe sottodimensionato di circa 80 unità, mentre gli agenti hanno concluso con una richiesta più che legittima: "Chiediamo di poter lavorare in condizioni di maggior sicurezza" (giornale citato) -: se risponda a verità che l’agente ferito alcuni giorni prima avesse segnalato ai propri superiori di essere stato ripetutamente minacciato dal detenuto che in data 9 agosto 2005 lo ha effettivamente ferito al collo con una lametta da barba; in caso affermativo, quali siano state le iniziative assunte dai superiori nei confronti del detenuto e quali provvedimenti siano stati assunti; se non ritenga di dover implementare senza indugio, tenendo anche conto delle caratteristiche del carcere di Saluzzo "La Felicina", il numero degli agenti di custodia, colmando la carenza di organico e consentendo agli agenti di svolgere il loro lavoro con turni normali e comunque non massacranti; se non ritenga di dover verificare le condizioni operative degli agenti di custodia per garantire loro la massima sicurezza nell’espletamento delle loro mansioni quotidiane.
Delmastro Delle Vedove- Seduta del 12 settembre 2005
Per sapere - premesso che: il giornale La Provincia pavese di mercoledì 17 agosto 2005, alla pagina 17, ha dato notizia di una grave situazione denunciata dalle delegazioni sindacali UIL/P.A., S.A.P.Pe., O.S.A.P.P., F.S.A./C.N.P.P., S.I.N.A.P.PEe., S.I.A.P.Pe. presso la Casa Circondariale di Voghera (Pavia) secondo cui si sarebbero registrati casi di tubercolosi tra il personale di Polizia Penitenziaria; alcuni operatori della Polizia Penitenziaria sarebbero stati sottoposti al test della tubercolina, mentre sembrano non essere state rispettate le procedure previste in situazioni di questo genere, che prevedono da una parte uno screening più ampio fra gli agenti e dall’altra l’effettuazione di uno specifico screening fra i detenuti nuovi giunti presso l’istituto di pena; le organizzazioni sindacali hanno chiesto con lettera 12 agosto 2005 al Direttore Reggente Dottoressa Stefania Mussio di avviare una serie di misure di prevenzione nonché di avviare specifici trattamenti per gli agenti risultati positivi ai test -: quali iniziative abbia assunto o intenda assumere per la piena tutela della integrità fisica degli operatori della polizia penitenziaria della Casa Circondariale di Voghera (Pavia) in relazione ai casi di tubercolosi che sarebbero stati riscontrati, e quali iniziative in via di prevenzione si ritenga che debbano essere assunte, tenuto conto del fatto che vi è elevata probabilità che detta grave patologia possa esser fatta risalire ai flussi migratori che portano detenuti provenienti dai più disparati Paesi del mondo.
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