|
Quando la cocaina viene scoperta dai media...
di Patrizia Tellini, ex detenuta della custodia attenuata femminile di Empoli, giornalista pubblicista nell’ufficio stampa del Comune di Empoli
Sono le notizie clou di questi giorni. La cocaina viene scoperta dai media, dai grandi giornalisti, dai grandi conduttori televisivi, solo adesso, perché colpisce uomini di fama pubblica importanti: i vip. E dimenticano con estrema superficialità quanti ragazzi, giovani e meno giovani, vivono nel grande dramma della dipendenza quotidianamente. Quanti dei tossicodipendenti comuni vengono beccati con trenta grammi di cocaina o eroina o 20 pasticche e finiscono in carcere, immediatamente, magari pure malmenati? E quanti, prima di vedersi concesse delle misure alternative, aspettano la lungaggine di una carcerazione detta preventiva? Ma attenzione. Questo conta poco. Ai vip si riconosce subito l’uso personale. "È solo un consumatore". Anzi a qualcuno neppure quello. Ma noi uomini tutti di un pezzo, siamo ostili verso i drogati di serie C2, che lasciano in ogni angolo della strada, nei giardini pubblici, le siringhe (sbagliando!), curati nei Ser.T. a metadone o con altri farmaci stabilizzatori dell’umore, se necessario. Ma di sicuro, tutti hanno pendenze penali da scontare, prima o poi. So che cosa si prova quando il cuore smette di battere. Arresto cardiaco. Vai giù ovunque tu sia e non sempre ci si salva. Sei tra la vita e la morte. Un sonno profondo. E quando ti risvegli, e vedi tua madre ai bordi del letto di un ospedale, apri gli occhi, non le dici quasi niente. Ricordi solo che nei tuoi slip avevi una dose e non vedi l’ora di chiuderti in bagno per un altro viaggio. Questo è il vero dramma. Non ho nulla contro la modella Kate Moss, l’attore Calissano, il nobile Lapo Elkann o i figli della contessa Garavaglia. Anch’io sono stata una di loro. Non condivido che per loro si apriranno comunità terapeutiche a cinque stelle, dove verranno curati con la meditazione e la preghiera. Forse San Patrignano non serve; il Ceis produce solo fallimenti; la Buon Pastore di Varazze utilizza la pittura come una perdita di tempo. Ogni dipendenza racchiude in sé una tragedia, qualcosa che ci manca e che con la droga viene anestetizzata per paura che esca fuori, che non ci faccia vivere. Ogni droga affascina nelle sue tenebre. Ti abbraccia. È un richiamo forte, abbagliante. Ti distrugge ma tu vai avanti e ti racconti che domani sarà l’ultima volta. E la cocaina, a differenza del pensiero di molti, ritengo sia peggiore dell’eroina, soprattutto per i ‘feed-back’ che lascia, come l’ecstasy. Non è però con la repressione, con le ingiustizie, l’equiparare le sostanze ad una uguaglianza che creerà solo posti in più nelle carceri, un sistema a rischio collasso, che il tossicodipendente ritroverà la strada e non è con lo schiacciare il servizio terapeutico pubblico che si otterranno più risultati. A Paolo, Lapo, Kate dico che un altro stile di vita è possibile. Basta volerlo ed accontentarsi.
Patrizia Tellini - Via Piazza della Vittoria, 2 50053 Empoli (Fi) - 333.5995042
|