Comunicato Fp-Cgil Veneto

 

Fp-Cgil Veneto: ecco i perché dello stato di agitazione

 

Comunicato stampa, 3 maggio 2005

 

Il personale di Polizia Penitenziaria e del Comparto Ministeri Amministrazione Penitenziaria aderente alla C.G.I.L. nella Regione Veneto ha deciso di proclamare lo stato di agitazione.

I motivi sono molteplici e riguardano le generali condizioni di lavoro negli Istituti e nei Servizi dell’Amministrazione Penitenziaria, oltre che il mancato rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale per una parte di questo personale.

Riteniamo essenziale considerare la complementarietà esistente fra il mandato istituzionale del personale di polizia penitenziaria e quello dell’altro personale che opera all’interno dell’amministrazione penitenziaria; pertanto, consideriamo che le rispettive condizioni di lavoro abbiano riflessi reciproci sulla situazione complessiva di ogni Istituto e di ogni Servizio, oltre che sulle condizioni di vita della popolazione detenuta.

Nella Regione Veneto, a fronte di un organico di Poliziotti Penitenziari mal distribuito e mai rivisto con le OO.SS., si ricorre ad un eccessivo numero di prestazioni di tipo straordinario, per far fronte all’enorme carico di lavoro; non si applica il principio delle pari opportunità e non si garantisce al personale adeguati percorsi di crescita professionale e di valorizzazione delle abilità esistenti. La mobilità del personale non è attuata in base agli accordi e secondo interpelli, ma regolata esclusivamente sulla discrezionalità; non si applica, inoltre, la normativa inerente al ricongiungimento del familiare. Si assiste, inoltre, alla continua assegnazione di personale al G.O.M., anche in assenza di requisiti previsti. Si deve aggiungere che gli alloggi e le mense del personale sono fatiscenti e che vi sono gravi carenze nella prevenzione sanitarie riguardante il personale che opera nelle sezioni detentive.

Altrettanto drammatica è la situazione numerica degli educatori degli istituti di pena del Veneto che vede, a fronte di un gran numero di ristretti un esiguo numero di educatori. Ad esempio, la Casa Circondariale di Padova, istituto caratterizzato dalla presenza di popolazione detenuta straniera al di sopra della media nazionale, vede la presenza di due soli educatori, uno dei quali, peraltro, svolge servizio in missione presso la Casa Circondariale di Rovigo. Altro esempio, la Casa di Reclusione di Padova,unico istituto maschile del genere per il Triveneto è attualmente seguita da soli due educatori titolari e per un anno coadiuvati da altri due educatori a tempo determinato. Il fenomeno della demotivazione e della "sofferenza psico-fisica" non può che riguardare anche questi operatori che agiscono in un contesto che non si può non ritenere "logorante". La carenza di personale negli Istituti, riguardante non soltanto il profilo degli educatori, sta rallentando, inoltre, l’attuazione delle aree organizzative.

Per quanto riguarda i Centri di Servizio Sociale per Adulti al progressivo aumento delle competenze di tali Servizi e della quantità di misure alternative in esecuzione non è corrisposta una proporzionale assegnazione di personale e nel Veneto questo fenomeno è ancora più marcato. Questa continua "sofferenza" dei Centri per carenza di risorse umane ha messo a dura prova la resistenza del personale che ha garantito il funzionamento di tali Servizi, assumendo su di sé carichi di lavoro sempre più insostenibili. Anche nei C.S.S.A., il mai raggiunto completamento delle piante degli organici sta determinando negative conseguenze sul piano organizzativo, ostacolando e rallentando la realizzazione di importanti obbiettivi quali la realizzazione delle aree e del decentramento dei Servizi sul territorio Regionale. Ad esempio, la sede di Treviso, pur avendo già disponibile la sede, incontra difficoltà ad avviare l’attività proprio in assenza del personale necessario. L’Amministrazione Penitenziaria è sempre stata sorda alle richieste di confronto della nostra organizzazione sindacale su molti di questi problemi, negando spesso la possibilità di esporre le ragioni del personale rappresentato. Nei prossimi giorni, peraltro, l’Amministrazione Penitenziaria si accinge a predisporre le nuove piante organiche, che già hanno subito un taglio della spesa del 5% previsto dalla Legge Finanziaria. Affinché l’Amministrazione Penitenziaria, anche nelle sue sedi periferiche, si faccia carico della difficile situazione del personale determinata dalle gravi carenze di organico invitiamo tutti a partecipare al sit-in che si terrà il 6 maggio dalle ore 09.30 alle ore 11.30 in Piazza Castello a Padova presso il Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria.

 

 

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