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Giustizia: lettera di un cittadino in "libertà provvisoria" di Riccardo Arena (Radio Carcere)
Il Riformista, 13 maggio 2007
"Drinn! Drinn!" È la sveglia. Assonnato mi guardo intorno. Emma, la gatta, miagola. Mi alzo e penso: "Che bello! Neanche oggi m’hanno arrestato". Io cittadino italiano in libertà provvisoria. 9 luglio 2006, caserma dei Carabinieri di Bracciano. Tre genitori di altrettanti bambini denunciano fatti gravissimi avvenuti nella scuola "Olga Rovere" di Rignano. L’ipotesi di reato è tra le più crudeli e odiose: abusi sessuali a danno di minori. Dopo quel giorno, la tranquilla stazione dei Carabinieri non sarà più la stessa. Dal 10 luglio, al 28 novembre 2006 è un via vai di mamme e papà che, giustamente preoccupati, varcano la stessa porta e sporgono denuncia. "Appundato scrifa!" Il malloppo di denunce arriva sul tavolo del pm del Tribunale di Tivoli, Marco Mansi. Inizia l’indagine. Il pm Mansi incarica una psicologa, la dott.ssa Marcella Battisti Fraschetti, di fare una consulenza tecnica sui bambini. La psicologa ascolta i bambini. Non registra nulla, perché è noto quanto sia difficile nascondere una piccola telecamera o un registratore a bambini di 6 anni! Infatti. Dopo di che scrive la sua consulenza. Conclusioni: questi bambini hanno subito sevizie sessuali e le loro parole, spesso vaghe, per la psicologa sono chiaro segno di violenza sessuale. Non solo. La dott.ssa Battisti Fraschetti analizza anche i genitori dei bambini e precisa: pure i racconti dei genitori sono credibili. Beh, se lo dice lei! Il pm Mansi sembra conquistato sia dalle denunce dei genitori che dalla consulenza della psicologa. Sembra incapace di opporre la resistenza del diritto o di un rigoroso metodo di indagine alla suggestiva ipotesi di reato. Così, mentre da lontano si ode un tintinnar di manette, il pm Mansi tra la fine del 2006 e febbraio 2007 cerca, poco prima degli arresti e dopo essere passati mesi dai presunti abusi sui bambini, un riscontro fisico-oggettivo delle violenze. Come dire: in questa vicenda il riscontro oggettivo è proprio l’ultima cosa! Sta di fatto che i bambini, poverelli, vengono portati in vari ospedali e visitati nelle parti intime, per vedere se ci sono tracce di violenza. I medici dicono sostanzialmente di no. Tranne qualche arrossamento che lascia dei dubbi, non ci sono segni inequivocabili di violenza. Ma chi se ne frega. Ormai la giostra è partita. Poi si sa i bambini recuperano in fretta! 24 marzo 2007, il pm Mansi chiede la misura cautelare in carcere per diverse insegnanti della scuola "Olga Rovere", per il marito di una di queste, per una bidella e per un aiutante alla pompa di benzina di Rignano. "mmm… sai stì stranieri!" 24 aprile 2007, il gip Elvira Tamburelli, ci pensa per un mese e poi accoglie la richiesta di misura cautelare in carcere. Tutti dentro. Ma non solo. Tutti dentro e sputtanati. E già perché i solerti giornalisti, non solo danno giustamente la notizia degli arresti, ma in più (perché irrilevante) sui giornali ci scrivono anche i nomi degli arrestati. Era necessario per il diritto di cronaca scrivere il nome di sei sconosciuti vero? A leggere quei nomi io ho rabbrividito, ma sono un ingenuo. Passa un giorno, due e sui giornali si leggono rare dichiarazione del prof. Franco Coppi, difensore di uno degli indagati. Il professore di diritto penale, di solito schivo a lasciare dichiarazioni ai giornali o in Tv, questa volta parla. Si dice allibito e dichiara l’innocenza del suo assistito. "Se il prof. Coppi dice così" - penso - vuol dire che qualcosa proprio non va!". Così mi incuriosisco e mi procuro l’ordinanza che ha portato in carcere quelle 6 persone, con un’accusa tanto grave. È un documento di 59 pagine. 59 pagine che sono state chiave che ha aperto la porta della galera a 6 persone come noi. 59 pagine che però sono facili da sintetizzare, il che la dice lunga. Ecco qua. Da pagina 1 a pagina 30 ci sono le dichiarazioni dei bambini, quelle dei genitori e frammenti di considerazioni della psicologa Marcella Battisti Fraschetti. Da pagina 30 a pagina 32, ci sono i riscontri medici. "Ah, finalmente qualcosa di oggettivo". Insomma. I medici tentennano, parlano di strani arrossamenti, ma nulla di più. Elementi certamente utili per l’indagine, ma insufficienti per mettere gente innocente in galera. Da pagina 32 a pagina 34, ci sono poi gli esami tossicologici, che segnalano solo su due bambine, la presenza di tranquillanti. Interessante, ma basta? No. Da solo questo elemento di prova non basa. Occorreva indagare ancora. E invece nulla. "E dopo che c’è scritto?" Eh, dopo si riprende con le chiacchiere. Da pagina 34 a pagina 51 ancora frasi dei bambini, dei genitori e considerazioni della dott. Battisti Fraschetti, psicologa. Ma! Poi, d’un tratto, appaiono due paginette scarse sui riscontri esterni. Ovvero su quegli elementi di prova che dovevano dimostrare il collegamento tra gli abusi commessi e gli indagati/incarcerati/sputtanati. Bene, anzi no, male. Perché in queste due paginette striminzite come elemento di prova contro gli indagati troviamo: La testimonianza di una vigilessa di Rignano che dice di aver visto le Maestre con un gruppo di bambini. Ma che Maestre depravate. Sì. Peccato che era una gita scolastica autorizzata! Poi: la perla. La testimonianza della cameriera di un indagato che ha detto di aver visto in casa dei bambini. Pedofilo e porco. Già, peccato che la teste abbia riportato fatti del 1999-2000, data in cui i bambini molestati non erano nati! Peccato che i bambini che ha visto la cameriera erano i figli dell’indagato con gli amichetti. Peccato! Infine l’ordinanza dedica ben 7 pagine, sette, per dire quanto siano brutti questi fatti, gravi, inaccettabili, bla, bla, bla. In galera! Timbro, data e firma. Fine. 24 aprile 2007, è l’alba i carabinieri irrompono nelle case, nella vita di 6 cittadini come noi. 6 cittadini incensurati, mamme e padri di famiglia entrano nel carcere Rebibbia di Roma. 10 maggio 2007, ore 16.13: il Tribunale della libertà di Roma, presieduto da un magistrato non avvezzo alle scarcerazioni facili come Bruno Scicchitano, annulla quel brutto esempio di ordinanza di misura cautelare in carcere. Un provvedimento che rimette in libertà 5 su 6 degli indagati, solo perché uno di loro, la bidella, aveva presentato richiesta di riesame un giorno più tardi. Strani calendari per la libertà. 11 maggio 2007, il gip di Tivoli Elvira Tamburelli, su richiesta del pm Marco Mansi, vista le decisione del Tribunale della libertà per gli altri indagati, fa uscire dal carcere anche la bidella. Si tratta dell’unico atto di buon senso scritto, in questa vicenda, dai due magistrati. Quali responsabilità hanno questi magistrati? Perché invece della materia penale non si dedicano al civile o all’amministrativo? Chi cancellerà mai lo scempio fatto su quei 6 cittadini indagati? Quanti casi come la mala-indagine di Rignano esistono in Italia? Quante volte si abusa della misura cautelare in carcere? Ed infine: la gogna mediatica che, con la mano del vile giornalista, uccide ogni giorno sui giornali e in tv, è la nuova giustizia? Io, cittadino in libertà provvisoria, domando mentre aspetto che mi vengano ad arrestare. Domando, mentre aspetto di essere sputtanato sui giornali. Domando, mentre aspetto che si tolga il cartello "il Servizio è sospeso" dalla Giustizia.
Riccardo Arena, in libertà provvisoria Vasto: la Caritas apre casa-alloggio per gli ex detenuti
Il Tempo, 13 maggio 2007
Sarà inaugurata venerdì 18 maggio prossimo, a Vasto, la casa d’accoglienza "Santa Maria de La Salette" che, realizzata dalla Caritas Diocesana di Chieti-Vasto, è destinata a dare ospitalità a detenuti in permesso premio, ex detenuti e loro familiari che, in ristrettezze economiche, non sono in grado di trovare alloggio negli hotel cittadini. La struttura, otto camere con servizi igienici, cucina, saloni per socializzazione, laboratori per attività informatiche, sarà particolarmente utile a coloro che, beneficiato dell’indulto, cercano di ricollocarsi nel mondo del lavoro. Come ricorda il direttore della Caritas, Ermanno Di Bonaventura, la casa è costata 800 mila euro, 200 mila dei quali finanziati dalla Regione Abruzzo, il resto dalla Caritas medesima. Prima del taglio del nastro, alla presenza del Presidente della Giunta Regionale, Ottaviano Del Turco, è previsto un convegno-dibattito alle 10, nell’aula magna del Liceo Scientifico "Mattioli" a Vasto, che vedrà l’intervento, in veste di relatori, del professor Onorato Bucci, ordinario di Diritto Romano all’Università del Molise e di Eide Spedicato, docente di sociologia generale alla "D’Annunzio" di Chieti. Droghe: Vercelli; arresti domiciliari per l'autista del bus
Ansa, 13 maggio 2007
Il gip Daniela Bellesi ha disposto gli arresti domiciliari per Michele Tizzani, l’autista del bus che si è ribaltato nel Vercellese provocando la morte di due bambini. Il giudice ha convalidato l’arresto operato dalla polizia stradale. L’autista avrebbe confermato davanti al gip di aver fatto uso della cannabis la sera prima del viaggio e avrebbe affermato che per lui era la prima volta. Sono queste le poche indiscrezioni trapelate al termine dell’udienza di convalida dell’arresto da parte dei suoi avvocati Ernesto Raisaro e Piero Alberto. L’autista avrebbe anche detto di aver avuto un malore al momento dell’incidente. Secondo quanto riferito dai legali, l’uomo sarebbe molto provato. Tizzani sarà agli arresti domiciliari insieme ai familiari. Contro di lui si procede per omicidio colposo plurimo e lesioni. Prima dell’udienza l’autista era stato dimesso dall’ospedale di Casale Monferrato, dove alcune ore dopo l’incidente era stato ricoverato per una sospetta frattura del bacino. È uscito intorno alle 13 di venerdì ed è stato portato dapprima al carcere di Vercelli, dove è stato registrato all’ufficio matricola. Successivamente, sotto la custodia della polizia penitenziaria, è stato portato al palazzo di giustizia di Casale Monferrato.
Trapianti organi di uno dei bimbi
Sono quattro i bambini che continueranno a vivere grazie agli organi del piccolo Francesco Barbonaglia di soli 7 anni morto in seguito alle ferite riportate nell’incidente. Il cuore è stato trapiantato all’ospedale Bambino Gesù di Roma, dall’equipe del dottor Roberto Di Donato, a un bambino di 5 anni, il fegato a una bimba di cinque mesi di Alessandria presso l’ospedale Molinette di Torino, e i reni sono destinati a due bambini, uno a Roma e uno a Genova. Il fegato di Francesco ha salvato la vita a una bimba di appena cinque mesi. Il trapianto è stato eseguito dall’equipe del professor Mauro Salizzoni dell’ospedale Molinette di Torino. La piccola che ha ricevuto il fegato era affetta da atresia delle vie biliari. Droghe: Padova; la principessa "beccata" con il pusher
Ansa, 13 maggio 2007
La principessa Virginia von Furstenberg, discendente della famiglia Agnelli (la nonna è Clara Agnelli), è stata sorpresa a Padova mentre acquistava da un extracomunitario tre grammi di cocaina. Il suo nome è spuntato nei verbali del processo per direttissima che ha subito lo spacciatore maghrebino. Virginia von Furstenberg è stata sorpresa nella strada padovana del muro anti-spaccio mentre comperava tre grammi di cocaina da un pusher clandestino, il tunisino Glay Ghammouri, 29 anni. Il nome della principessa, 32 anni, personaggio noto nei salotti veneziani, compare nel verbale d’arresto del tunisino che ha patteggiato un anno e sette mesi di reclusione con la sospensione condizionale della pena. Il tunisino, spacciatore abituale della zona - riferiscono i quotidiani locali - giovedì scorso era finito in un blitz della polizia mentre consegnava la droga alla principessa a bordo della sua lussuosa Mercedes, che era stata notata dai poliziotti. L’arresto è stato eseguito dagli agenti in borghese del Commissariato Stanga. Droghe: test in famiglia, su internet i consigli ai genitori
Notiziario Aduc, 13 maggio 2007
Consigli ai genitori per capire se i propri figli fanno, o meno, uso di stupefacenti. Il decalogo, pubblicato sul sito www.testantidroga.it, costituisce un approccio al problema: si osservano i comportamenti dei giovani e poi, eventualmente, si passa ai veri e propri test antidroga domestici che sono stati presentati in questi giorni a Bologna alla fiera di Cosmofarma 2007. Secondo www.testantidroga.it si può capire se una persona fa uso di droghe qualora abbia repentini cambi di umore o difficoltà scolastiche o nel lavoro. E poi: se il sospettato fa ripetute e frequenti assenze o se si isola dall’ambiente in cui vive. Al quinto punto si dice: attenti se il giovane ha frequentazioni e amicizie diverse. E il sesto mette sull’avviso: preoccupatevi se si cominciano a verificare cambiamenti di orario. Meritano attenzione il settimo e l’ottavo punto: i genitori non devono sottovalutare le improvvise richieste di danaro o la scomparsa di oggetti da casa. Infine, le due ultime voci del decalogo: possono costituire una spia di disagio l’insofferenza e una progettualità ridotta.
Dal sito www.testantidroga.it
La droga è un grave problema nazionale, che coinvolge tutte le famiglie e tutta la famiglia senza alcuna distinzione di età, sesso o estrazione sociale. Non bisogna mai dimenticare che la droga può colpire chiunque. Tutti noi ci troviamo ad attraversare momenti in cui siamo fragili ed indifesi a causa di gravi perdite sia a livello umano che professionale ed è proprio nei momenti di debolezza e fragilità che un individuo è portato a cercare qualunque tipo di stimolo per cercare di stare meglio, molti di noi trovano il giusto stimolo grazie alla propria forza interiore o grazie all’amore delle persone che ci circondano ma non tutti sono così fortunati. Quindi ricordiamo la droga non è un problema solo adolescenziale ma indubbiamente gli adolescenti fanno parte della categoria più a rischio. Il consumo di droga fra i giovani è la causa primaria di furti, suicidi, morte, gravidanze indesiderate, malattie veneree e abbandono degli studi. Molti genitori sono confusi, oscillano tra autoritarismo e lassismo e preferiscono pensare: "Tanto a mio figlio non succederà mai ...". Forse a vostro figlio non succederà mai, forse... I giovani sono ben consapevoli del pericolo droga: sanno che fa male. Perché la prendono allora? Le cause più comuni sono: la voglia di sperimentare una cosa nuova, l’influenza del gruppo, un sistema per combattere la noia e la depressione, il normale desiderio di trasgressione. Lo spaccio di droga avviene non solo in discoteca, ma a scuola, nei pub, nelle feste private: in tutte le strutture a cui accedono i giovani, nessuna esclusa.
Come si può capire se una persona fa uso di droghe?
Lo si capisce perché la persona cambia le proprie abitudini: - repentini cambi di umore - difficoltà scolastiche e/o di lavoro - ripetute e frequenti assenze - isolamento - frequentazioni e amicizie diverse - cambi di orari - richiesta di denaro - scomparsa di oggetti da casa - insofferenza - progettualità ridotta
Quali droghe si possono considerare pesanti e quali leggere?
Le più recenti e autorevoli ricerche scientifiche hanno dimostrato che non esistono differenze sostanziali tra droghe "leggere" e "pesanti". Tutte, infatti, alterano il rapporto dell’individuo con se stesso e con il mondo che lo circonda. Inoltre, è stato rilevato che anche hashish e marijuana inducono dipendenza psicologica e fisica. Dal nostro punto di vista, è comunque sbagliato fermarsi alle differenze di effetti fra le sostanze. Il problema della droga, infatti, nasce prima che la persona ne faccia uso.
Bisogna preoccuparsi anche per l’uso delle droghe leggere?
L’uso di hashish e marijuana non comporta necessariamente il passaggio ad altre droghe ma è certo che la stragrande maggioranza dei tossicodipendenti ha iniziato fumando uno spinello. L’utilizzo di cannabis può essere quindi solo una parentesi nella difficile fase dell’adolescenza, ma può anche evolversi in tossicodipendenza. È perciò importante dare peso anche a questo tipo di comportamento, perché il desiderio del ragazzo di estraniarsi dalla realtà è sempre il frutto di un senso di inadeguatezza e di disagio che va approfondito con attenzione.
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