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Amnistia: voto in commissione alla Camera forse già giovedì
Corriere della Sera, 15 gennaio 2005
Sull’amnistia e l’indulto i partiti saranno chiamati a scoprire le carte in Parlamento entro Natale. Già nella seduta di giovedì prossimo l’ufficio di presidenza della commissione Giustizia della Camera potrebbe decidere di chiedere un voto sul principio generale: "Sì o no a un atto di clemenza". Così, solo a carte scoperte, si potrà forse procedere a disegnare i contorni del provvedimento dopo aver verificato se esiste la maggioranza dei due terzi richiesta per l’approvazione dell’indulto e dell’amnistia. Il presidente della commissione Giustizia, Gaetano Pecorella (FI), ha detto di essere disponibile: "Su argomenti così delicati per le aspettative che suscitano tutti si devono assumere la responsabilità di dire sì o no. Il Parlamento, nell’arco di un’intera legislatura, deve prendere una decisione, positiva o negativa che sia". Pecorella, però, non si fa illusioni: "Su quel che decideranno i partiti sono abbastanza pessimista. La Marcia di Natale in favore di un atto di clemenza ideata da Marco Pannella, che ieri ha scritto a Romano Prodi per chiedere un appoggio concreto per l’iniziativa, ha fatto riaprire il dibattito in Parlamento. Il confronto si era arenato due anni fa quando i no della Lega e di An avevano fatto saltare il voto sul principio. Oggi, però, ci riprova Enrico Buemi (Rosa nel pugno) che ha chiesto a Pecorella di inserire l’argomento all’ordine del giorno: "I partiti devono chiarire la loro disponibilità a portare a termine questo provvedimento, poi nel merito discuteremo quale sarà la portata del provvedimento stesso". Pecorella, dunque, ora attende che la richiesta di Buemi sia formalizzata. Ieri hanno spinto in questa direzione anche Publio Fiori (Dc) e l’Unione delle Camere penali, che ha chiesto l’istituzione di osservatorio permanente sulle carceri. Nei palazzi della politica, tuttavia, si rischia la schizofrenia. Se da un lato si moltiplicano le adesioni alla Marcia di Natale pro amnistia, la stessa commissione Giustizia è fortemente impegnata sul fronte dell’inasprimento delle pene: già oggi, su richiesta della Lega, Pecorella ha deciso di mettere all’ordine del giorno il ddl sulla "castrazione chimica" sponsorizzata dal ministro Roberto Calderoli. Invece, il governo, per iniziativa di Silvio Berlusconi, ieri ha messo a punto il testo di un decreto legge che verrà portato domani in consiglio dei ministri: pene edittali più severe per furto in appartamento e rapina e maggiore tutela per l’uso legittimo delle armi (articolo 53 CP) da parte delle forze di polizia. Davanti a questo quadro non stona la dichiarazione di Michele Saponara (FI): "A suo tempo sono stato favorevole all’amnistia ma ora l’iniziativa di Pannella ha un sapore demagogico". Anche Luigi Bobbio (An) è contrario. "Non piace questo opportunismo di Pannella, a ridosso del Natale, festa cristiana per eccellenza, che ci fa pensare a un cattolicesimo di ripiego". Infine i Ds con Francesco Bonito, come del resto anche molti esponenti della Margherita, non spingono certo in direzione di un atto di clemenza alla vigilia delle elezioni: "Noi siamo disponibili ma non illudiamo mica la popolazione carceraria perché per l’indulto e amnistia serve la maggioranza qualificata dei due terzi". Roma: sciopero del vitto per detenuti Regina Coeli
Age, 15 gennaio 2005
A partire da ieri circa 700 detenuti del carcere romano di Regina Coeli hanno attuato come forma di protesta il rifiuto del cibo dell’amministrazione penitenziaria che viene donato alla Caritas per le mense cittadine. Alla protesta non partecipano i reclusi della settima sezione (quella dei nuovi giunti) e quelli dell’ottava, riservata ai protetti. L’iniziativa dei detenuti di Regina Coeli vuole essere una sorta di appoggio alla proposta del leader radicale Marco Pannella di amnistia in vista del prossimo Natale. In particolare, i detenuti chiedono un miglioramento delle condizioni di vivibilità delle carceri con una riduzione del sovraffollamento attraverso anche misure alternative alla carcerazione e un miglioramento dei sistemi di cura. I detenuti hanno chiesto anche un incontro con i parlamentari di maggioranza e di opposizione che si occupano di problematiche di giustizia. Giustizia: Prodi rilancia l’indulto, no della Cdl
Giornale di Vicenza, 15 gennaio 2005
L’Unione scende in campo a favore di un provvedimento di clemenza. Pressato da Marco Pannella, che continua il digiuno e prepara la Marcia di Natale a sostegno della sua richiesta, anche Romano Prodi ha rotto gli indugi. E in una nota firmata a Piero Fassino, Ds, e Francesco Rutelli, Margherita, ha chiesto alla Casa delle libertà "una risposta chiara e inequivocabile" su amnistia e indulto. "Non si possono suscitare aspettative e speranze di clemenza", hanno spiegato i leader dell’Unione, "che vengono poi disattese con conseguenze gravi anche sul versante della sicurezza delle carceri". Per uscire dall’emergenza, aggravata dall’applicazione della ex Cirielli che aggrava le pene per i recidivi, l’Unione rilancia l’indulto graduale, in funzione del residuo della pena da scontare. Per il centrosinistra non serve invece l’amnistia, perché un provvedimento che estingue i reati potrebbe minare una campagna elettorale insidiosa sui temi di sicurezza e legalità. Un primo segnale positivo è arrivato in giornata da Forza Italia, sicura di poter raggiungere in Parlamento il quorum dei due terzi, malgrado il no di Lega e parte di An. Ieri la Commissione giustizia della Camera ha dato una settimana di tempo al relatore Nino Mormino (Fi) per sondare i gruppi politici. In serata, tuttavia, dal partito degli "azzurri" è arrivata la doccia fredda. "Dopo l’attacco di Prodi sulla legge elettorale", ha spiegato il coordinatore di Forza Italia Sandro Bondi, facendo riferimento alle dichiarazioni di Prodi relative alle presunte pressioni del Polo sul presidente Ciampi, "è assai difficile discutere con la necessaria serenità sul tema dell’amnistia e dell’indulto come chiedono i leader dell’Unione". Il ministro della Giustizia Roberto Castelli conferma il suo "no" all’ipotesi di amnistia (tutta le Lega Nord è schierata con lui), ma dichiara che è comunque il Parlamento a dover decidere. Dopo il no opposto alla grazia ad Adriano Sofri, Il Guardasigilli ha intanto spiegato che se il Consiglio dei ministri lo avesse obbligato a chiedere la grazia avrebbe chiesto a Umberto Bossi di potersi dimettere. Roberto Sandalo intanto torna a ribadire: "Fummo noi di Lotta Continua a uccidere Luigi Calabresi, ora che a Sofri è stata negata la grazia ripeto il mio invito: chi sa parli". Padova: Ruzzante; serve una nuova ala al Due Palazzi
Il Gazzettino, 15 gennaio 2005
Ieri l’onorevole Piero Ruzzante ha presentato un’interrogazione parlamentare a risposta urgente per denunciare la "drammatica situazione del carcere circondariale" di via Due Palazzi. Tra le altre cose il deputato diessino chiede al Governo "un’azione immediata di sfollamento che porti le presenze sotto le duecento unità, in attesa dell’apertura della nuova ala del carcere che dovrà sostituire quello vecchio, che va chiuso", oltre a "una verifica sanitaria della salubrità del carcere a garanzia di detenuti e personale". Un primo intervento è già stato compiuto comunque con i primi quaranta detenuti che sono stati trasferiti in altri istituti. "Le condizioni - detto Ruzzante al ministro della Giustizia Roberto Castelli - diventeranno ancora più disumane dopo l’introduzione della legge Cirielli che aumenta la pena e la detenzione dei recidivi. La situazione è a dir poco drammatica. Tre persone per celle da una, dodici in stanze da cinque, letti senza protezioni da cui i detenuti spesso cadono ferendosi. In alcune celle il water otturato si affaccia sul tavolo-mensa. La sfiducia coinvolge anche gli agenti di polizia penitenziaria, sotto organico di quaranta unità. Molte notti sono in quattro per tutto l’istituto". Il deputato ha concluso chiedendo se il Governo è a conoscenza di questa situazione e come intende intervenire per portare le presenze al di sotto dei duecento detenuti. Castelfranco Emilia: i no-global mandano in tilt la via Emilia
Il Nuovo Giornale di Modena, 15 gennaio 2005
Una manifestazione di protesta contro l’inaugurazione del carcere attenuato di Castelfranco Emilia, fatta dal ministro della giustizia Roberto Castelli, è sfociata nell’occupazione, da parte di una quarantina di "disobbedienti" della via Emilia, vicino all’ingresso della struttura, per quasi due ore, prima che i manifestanti abbandonassero la zona permettendo la riapertura del traffico. C’è stato anche dissenso tra chi ha scelto di bloccare la circolazione automobilistica, senza per altro impedire l’accesso al carcere ai partecipanti all’inaugurazione, e altri manifestanti del Coordinamento contro il carcere di Castelfranco, andati a contestare, senza però aderire al blocco dell’arteria la "privatizzazione" della gestione penitenziaria, dato che alla struttura di Castelfranco, per la gestione dei detenuti tossicodipendenti, collaborerà la Comunità di S. Patrignano. Dopo un primo e riuscito sgombero da parte delle forze dell’ordine, che erano riuscite a spingere i disobbedienti sul ciglio della strada e che hanno tentato una mediazione, l’occupazione è ripresa fino a che la cerimonia, poco prima di mezzogiorno, era cominciata. Tra i leader della protesta alcuni esponenti del Prc, tra cui l’on. Titti De Simone, e dei Verdi. Esposto uno striscione con la scritta: "Un carcere per tossicodipendenti, due Cpt, basta lager in Emilia-Romagna". Genova: sei detenuti ottengono il diploma di aiuto cuoco
Ansa, 15 gennaio 2005
Sei detenuti del carcere di Chiavari hanno ottenuto un diploma valido per un futuro lavoro quando usciranno dal carcere. Si tratta di un’ iniziativa di quelle facenti parte di un programma di recupero e di reinserimento nel mondo del lavoro presentate dalla direzione del carcere. Alcuni detenuti hanno seguito un corso della Scuola Alberghiera di Lavagna e sono diventati a tutti gli effetti aiuto cuoco. Altri progetti sono in fase di sviluppo in quest’ottica; si tratta di corsi di grafica che verranno realizzati ad opera di docenti dell’Istituto "Caboto" di Chiavari; della realizzazione di uno sportello informativo della Federazione Regionale Solidarietà e Lavoro relativo alle tematiche dei permessi di soggiorno e un progetto di laboratorio teatrale. Un progetto, promosso anche dalla Commissione Speciale Carceri del Consiglio Provinciale Genovese, riguarda il personale della Polizia Penitenziaria: si tratta di un corso per accedere agli esami per la "patente europea del computer". Il presidente della Provincia Alessandro Repetto, insieme al Provveditore regionale per l’Amministrazione Penitenziaria, Giovanni Salamone e all’assessore provinciale all’Istruzione, Eugenio Massolo, presente alla consegna dei diplomi, si è così espresso: "Queste iniziative permetteranno ai detenuti di avere una speranza in più nel momento in cui torneranno liberi, ma saranno anche utili per migliorare la qualità della loro vita all’interno delle case circondariali". Cinema: con filmando Nisida il film entra nel carcere
Ansa, 15 gennaio 2005
I film per uscire dalle mura del carcere, le storie per confrontarsi con il mondo esterno e con una realtà spesso difficile ma conosciuta. Tutto questo è il progetto "Filmando Nisida" che da oggi e fino alla prossima primavera, porterà all’interno del carcere minorile di Nisida a Napoli il cinema con registi e attori che incontreranno i detenuti minorenni. Giunto alla seconda edizione, "Filmando Nisida" rappresenta un momento di confronto tra il mondo esterno e i 50 tra ragazzi e ragazze ospiti della struttura. Un modo per integrarsi, per formarsi culturalmente e per imparare a confrontarsi con tante realtà diverse rappresentate nei film che verranno proiettati. La rassegna è stata inaugurata questa mattina con la proiezione del film "Sotto la stessa luna" del regista napoletano Carlo Luglio. La storia interamente ambientata nel quartiere di Scampia si ispira all’uccisione nel giugno del 2004 di due ragazzi rom del campo nomadi di Secondigliano. Il film, prodotto e realizzato con l’aiuto dell’associazione I Figli del Bronx, vede come protagonisti ragazzi di strada che non hanno mai recitato. Direttore artistico del progetto Filmando Nisida è Gaetano Di Vaio, ex detenuto, che oggi si occupa di integrare e valorizzare il tempo che i minori passano nel carcere con attività culturali di vario genere. Numerose associazioni e le istituzioni ci hanno aiutato nel portare avanti questo progetto - ha detto Di Vaio - da I Figli del Bronx a Terranova, da Movie Event all’assessorato alle Politiche Sociali del Comune. Tutto questo è dedicato ai ragazzi con i quali si fa un lavoro di continuo confronto sui temi che affrontiamo e che si trovano nei film. Il punto è cercare di coinvolgerli e mostrare loro un’altra realtà migliore e sana. A presentare la manifestazione nel teatro del carcere minorile con alcuni dei 50 detenuti dell’istituto c’erano, oltre al direttore Gianluca Guida, anche l’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Napoli, Raffaele Tecce, insegnanti e molti rappresentanti delle associazioni che lavorano con i minori a rischio. All’interno del nostro istituto si fanno molte attività - ha spiegato il direttore Guida - chi arriva da noi è perché ha commesso dei reati gravi o perché ha reiterato il reato. Ad oggi dei 50 ragazzi che ospitiamo il 90% delle ragazze è di etnia rom mentre un terzo dei ragazzi è straniero. Tuttavia partecipano a tutte le attività: ceramica, musica, teatro, fanno lezioni scolastiche e producono anche un giornalino. Ogni tre o quattro mesi, infatti, dopo gli incontri o magari dopo un evento in particolare, i ragazzi sono coinvolti nella produzione di un giornale Nisida News. Gli articoli e i commenti a manifestazioni, a film o a incontri con registi e attori sono interamente scritti dai ragazzi i quali negli ultimi due anni hanno incontrato attori come Luigi Lo Cascio, Toni Servillo, e registi come Mario Martone, visto film d’impegno come I cento passi di Marco Tullio Giordana e Un uomo in più di Paolo Sorrentino. Ne sono rimasti colpiti - spiega una delle insegnanti del carcere - tanto da produrre commenti e scritti. Il lavoro che facciamo non dura solo un evento ma un anno intero sulla base di dibattiti e sui temi duri come camorra e illegalità. La rassegna Filmando Nisida ha in programma alcuni dei più impegnati film degli ultimi anni come Io non ho paura di Salvatores, un bacio appassionato di Ken Loach, Alla luce del sole di Faenza, I cinghiali di Portici di Olivares. Ma ci sarà spazio anche per la musica e i musical partenopei con Nino D’Angelo e Peppe Lanzetta. Vicenza: "Liberi di leggere", al carcere "Pio X"
Il Gazzettino, 15 gennaio 2005
"Liberi di leggere", là dove si pagano gli errori commessi con la privazione di tante altre libertà. Là dove il tempo per riflettere non manca, e un testo scritto può aiutare a meditare, a ravvedersi, a voltare definitivamente pagina. "Regala un libro alla biblioteca della casa circondariale di Vicenza" è l’invito che parte dalla Bertoliana e dal Servizio bibliotecario provinciale. Anche le biblioteche civiche di Cartigliano e Rosà e la libreria "Palazzo Roberti" di via Da Ponte, a Bassano, aderiscono alla campagna, che proseguirà per tutto il periodo delle feste, fino all’Epifania. La proposta è semplice: versare una quota per l’acquisto di libri destinati agli ospiti del penitenziario. O, in una delle librerie mobilitate (altre sono a Vicenza, Grisignano, Thiene e Valdagno), comprare in prima persona un volume per i detenuti: sono circa 270 quelli attualmente trattenuti nella struttura carceraria del capoluogo, il 56\% stranieri, in attesa di giudizio o condannati a pene brevi (entro i cinque anni). Il rapporto di collaborazione triennale avviato nel 2004 fra il comune di Vicenza e la casa circondariale ha portato ad attivare un collegamento fra l’istituto e le biblioteche che appartengono al circuito provinciale. "Liberi di leggere" si innesta in questo progetto e si prefigge appunto, con l’aiuto dei cittadini, di arricchire ed aggiornare la biblioteca del penitenziario. Pordenone: in 130 dal carcere a una nuova vita
Il Gazzettino, 15 gennaio 2005
Dieci anni e 130 ex detenuti reinseriti in modo stabile nella società sono numeri sufficienti per dare ragione alla missione che i soci volontari della Cooperativa Oasi, che dal 1999 ha sede nella casa di proprietà in via Seduzza a Cordenons, il 18 dicembre 1995 scrissero nero su bianco nell’atto costitutivo. Danno cioè ragione alla convinzione che fare prevenzione in termini di sicurezza significa prima di tutto restituire a chi ha già pagato il suo debito con la società la dignità di uomini e di lavoratori. Attraverso, nel caso dell’Oasi, il lavoro retribuito nell’ambito della sistemazione del verde su commissione di enti e di privati e una casa dignitosa in cui poter ricostruire una dimensione famigliare e dove, in modo assolutamente naturale e con il supporto dei volontari, trova luogo il percorso educativo degli ospiti. "Chi esce dal carcere spiega Sandro Castellari, da sempre anima della cooperativa - ha terra bruciata attorno a sé e due bisogni primari da soddisfare: trovare un piatto con cui sfamarsi e un tetto sotto il quale ripararsi. Senza questi, ogni azione di sicurezza nei loro confronti diventa repressione controproducente, perché un ex detenuto prima o poi troverà il modo per soddisfarli questi bisogni, anche illegalmente". Dopo dieci anni e dopo difficoltà di ogni genere l’Oasi oggi festeggia il suo compleanno, sentendosi una realtà finalmente accettata. "Per la prima volta, lo scorso Natale spiega Sergio Chiarotto, presidente delle cooperativa abbiamo ricevuto la visita del sindaco di Cordenons, Riccardo del Pup, e del presidente della Provincia, Elio De Anna. Per noi volontari e soprattutto per i nostri ragazzi è stato un segno importante. Lo scorso luglio inoltre aggiunge abbiamo sottoscritto con l’assessore Alessandro Ciriani e la Provincia di Pordenone una convenzione per il reinserimento lavorativo e l’assistenza sociale di ex detenuti, che in pochi mesi ha già portato in casa sette nuove persone". Contemporaneamente è stato proposto al finanziamento della Regione e in collaborazione con l’ente Enaip un progetto di formazione professionale per ex detenuti nell’ambito della manutenzione del verde. L’ultimo motivo per cui rendere questo decimo compleanno speciale è infine il completamento dei lavori di restauro della vecchia casa di via Seduzza. Con questo pacchetto di buoni auspici per il futuro i 15 soci lavoratori attuali (di cui otto ospiti della casa di Cordenons e tre di un locale in comodato a Pordenone) festeggeranno il compleanno sabato 17 dicembre con la celebrazione della Santa Messa da parte del Vescovo Ovidio Poletto, da sempre vicino alla comunità. Assieme alla decina di volontari, alle autorità e a quanti vorranno unirsi a loro nella piccola casa di via Seduzza. Modena: nel carcere apre una sala giochi per bimbi
Emilianet, 15 gennaio 2005
Tappeti colorati, giocattoli, morbidi parallelepipedi e finestre immaginarie per uno spazio che è difficile pensare all’interno di una casa di detenzione. Nel carcere S. Anna di Modena è stata ultimata, anche con la collaborazione dei detenuti, la nuova sala giochi destinata agli incontri tra genitori e figli. L’intervento, realizzato con un contributo del settore Istruzione del Comune di Modena, è costato 5300 euro per l’arredo ed ha comportato l’impegno di molte ore di lavoro da parte dei detenuti stessi. "Il colloquio in carcere - afferma l’assessore all’Istruzione e alle Politiche per l’Infanzia Adriana Querzè - non rappresenta sempre una buona forma di incontro tra genitori e figli. I tempi sono limitati, i controlli evidenti e l’intimità difficile. In queste condizioni il colloquio non aiuta a riannodare i fili di una maternità o di una paternità interrotte dalla detenzione. Perciò – continua l’assessore - abbiamo volentieri collaborato con la direzione del carcere nella decisione di dare nuovo impulso agli incontri tra genitori e figli ritenendo che già preoccuparsi di rendere possibili incontri piuttosto che colloqui, rappresentasse un grande passo in avanti. Gli incontri infatti presuppongono contatto, intimità, relazione e meglio si addicono all’emotività che contraddistingue il rapporto tra genitori e figli". La realizzazione della nuova sala "Peter Pan", destinata in particolare ai bambini fino a dieci anni, va ad aggiungersi ad un altro spazio realizzato, su un’idea del Comune, con il contributo economico della Regione, che nel 2003 fece del S. Anna il primo carcere dell’Emilia - Romagna a dotarsi di una sala giochi che consentisse di superare il parlatorio per gli incontri tra detenuti e figli. L’alto numero di richieste da parte dei detenuti per accedervi insieme ai figli ha persuaso direzione del carcere e Comune ad ampliare l’area. Il progetto del nuovo "Peter Pan" è stato progettato dai tecnici dei Lavori Pubblici del Comune (architetto Ilaria Braida in collaborazione con il geometra Diana Bozzetto) e nasce dall’idea che per rispondere ai bisogni affettivi e psicologici dei piccoli, il colloquio all’interno del carcere deve essere un’occasione di reale e concreto contatto con il genitore in un ambiente pensato per i bambini. La nuova sala ha una superficie di circa 60 metri quadrati; quella già esistente è di 22 metri quadrati e sarà riservata agli incontri dei detenuti della sezione di massima sicurezza con i figli. Essendo più ampia, la nuova sala incontri può accogliere contemporaneamente più famiglie e ha permesso di organizzare lo spazio con diverse funzioni. Per far giocare gli ospiti più piccoli è stata allestita una zona morbida con un grande tappeto su cui sono sistemati elementi per la psicomotricità: una seria di cubi, un tunnel, parallelepipedi morbidi. Accanto all’ingresso dall’esterno si trova la zona destinata ai bimbi più grandi, con morbide poltrone, mobili a giorno con libri e una lavagna a cavalletto per disegnare. Nell’area più interna, separata da quella della psicomotricità da due cancelletti in legno, si trova un ulteriore spazio con tavolo, sedie e poltrone. Alle pareti sono stati appesi quattro disegni che rappresentano le stagioni e hanno come protagonisti i bambini. La nuova sala si inserisce nell’ambito di un progetto dedicato a sostenere la genitorialità all’interno del carcere che coinvolge diversi partner - oltre, ovviamente, la direzione del carcere - tra i quali l’Associazione Carcere Città, l’Azienda Usl di Modena ed operatori del Centro per le Famiglie e dei Servizi sociali del Comune. Nello stesso progetto rientrano anche gli incontri di gruppo con padri detenuti guidati da operatori del Comune e finalizzati a sostenere i padri ad affrontare la difficoltà di continuare ad essere genitori in carcere, aiutandoli a trovare le risorse necessarie in un contesto così particolare. Sappe: date alla polizia penitenziaria proventi della porno tax
Comunicato Stampa, 15 dicembre 2005
"È irresponsabile un Governo che, avendo sotto gli occhi il disastroso sistema penitenziario italiano, non assume alcuna iniziativa concreta nella Finanziaria ed anzi ha sponsorizzato una legge (la ex Cirielli) che incrementerà ulteriormente la già vertiginosa cifra dei 60.000 detenuti attuali (sono previsti 4.000 detenuti in più alla fine del prossimo anno e saranno oltre 70.000 nel 2008). La Polizia Penitenziaria ha bisogno di fatti concreti e la finanziaria 2006 deve garantire l’assunzione definitiva dei 500 ex agenti ausiliari, come ha promesso ai Sindacati dei Baschi Azzurri il sottosegretario alla Giustizia Luigi Vitali, oltre a maggiori fondi che permettano la predisposizione di piani straordinari per la sicurezza degli istituti di pena e per il personale. Vista l’indecenza delle nostre carceri, il Governo destini alla Polizia Penitenziaria almeno i proventi derivanti dall’introduzione della porno tax!" A dichiararlo è Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, che annuncia una serie di iniziative di protesta dei Sindacati di categoria Sappe, Sinappe e Fsa davanti a Palazzo Chigi, alla Camera dei Deputati ed al ministero della Giustizia. "Saremo in piazza il 16, 20, 21 e 22 dicembre e volantineremo davanti alle sedi del Governo, della Camera dei Deputati e del Ministero della Giustizia perché l’opinione pubblica sappia le promesse fatte e non mantenute da importanti esponenti dell’Esecutivo Berlusconi. E il 21 dicembre saremo in sit-in permanente davanti a Montecitorio, per richiamare tutti i parlamentari sulla gravissima situazione penitenziaria nazionale". "Lo scorso 26 settembre" spiega Capece "l’On.le Luigi Vitali, Sottosegretario alla Giustizia, incontrò i Sindacati di Polizia Penitenziaria Sappe, Sinappe e Fsa (i maggiori rappresentanti dei Baschi Azzurri) e sottoscrisse un accordo - a nome del Governo Berlusconi – con precisi impegni per definire in sede di stesura della Legge Finanziaria del 2006 alcune precise priorità per il Corpo. In particolare, si trattava di garantire la copertura economica utile al mantenimento in servizio dei circa 500 agenti di Polizia Penitenziaria ausiliari che prossimamente termineranno il periodo del servizio di leva, di prevedere un’integrazione ai fondi di bilancio (non inferiore ai 5 milioni di euro per lo stanziamento economico del Fesi - Fondo efficienza servizi istituzionali) della Polizia Penitenziaria e di adeguare lo stanziamento economico utile al pagamento delle missioni fuori sede del Personale di Polizia Penitenziaria e aumentare le risorse economiche destinate ai vari Capitoli di spesa dell’Amministrazione Penitenziaria." "Ma nel testo della Manovra economica" prosegue il Segretario Generale del Sappe "non c’è nemmeno uno di questi impegni! Per denunciare questa vergogna e per sollecitare gli esponenti del Governo Berlusconi e tutti i Parlamentari di maggioranza ed opposizione a farsi parte attiva nel recepire le istanze sindacali della Polizia Penitenziaria il 21 dicembre ci sarà una grande manifestazione davanti a Montecitorio, preceduta da un intenso volantinaggio davanti ai palazzi del potere romano. Perché la Polizia Penitenziaria ha bisogno di fatti, non di chiacchiere… E più di uno devono provare vergogna per aver preso in giro i poliziotti penitenziari, preferendo i condoni alla sicurezza sociale del Paese!". Amnistia: tanti sì dai due Poli, ma la strada resta in salita
La Provincia di Sondrio, 15 dicembre 2005
La via parlamentare che porta all’amnistia resta stretta e difficile da percorrere, anche se fra i favorevoli alla clemenza collocati nei due schieramenti si incrociano segnali di disponibilità. Segnali misti, però, ad accuse reciproche e a recriminazioni sulle responsabilità che finora hanno impedito di arrivare ad alcuna conclusione, e che rischiano di ripetersi, fermando anche l’ultimo tentativo della legislatura. Così, mentre Marco Pannella digiuna per chiedere una partecipazione di massa alla marcia di Natale, e mentre il "no" rinnovato dal ministro Roberto Castelli alla grazia per Adriano Sofri aggiunge un elemento di concitazione al confronto, fra i partiti si riapre un confronto, che resta ancora lontano dall’aprire la strada alla maggioranza qualificata dei due terzi, necessaria all’approvazione del provvedimento. La necessità di una larga convergenza è stata sottolineata da Massimo D’Alema; il presidente dei Ds si dice personalmente favorevole all’amnistia, ma sostiene che in questa legislatura non è stato possibile farla per il "voltafaccia" di Silvio Berlusconi, tanto che la clemenza per i detenuti resta, secondo D’Alema, una delle tante "promesse non mantenute" del governo. Anche il verde Alfonso Pecoraro Scanio e il comunista italiano Marco Rizzo ritengono che l’amnistia debba diventare un impegno per il centrosinistra in vista delle elezioni. Un po’ più fiducioso sembra il presidente dello Sdi, Enrico Boselli che, anche come esponente della rosa nel pugno, esprime pieno sostegno all’iniziativa di Pannella. Nella Cdl la maggioranza qualificata necessaria all’amnistia, è un impegno dichiarato dall’Udc che, dice Pippo Gianni, rappresenta "un nostro dovere ed una tacita promessa" fatta a Giovanni Paolo II, che sollecitò clemenza in occasione della visita alla Camera. Ed in Forza Italia, si confermano favorevoli il vice coordinatore Fabrizio Cicchitto, il presidente della commissione giustizia della Camera, Gaetano Pecorella, e il sottosegretario alla giustizia, Luigi Vitali. Tuttavia, queste stesse dichiarazioni indicano che resta la diffidenza reciproca (Pecorella apprezza che i Ds si dicano favorevoli all’amnistia, ma sostiene che in passato le dichiarazioni non si traducevano in decisioni parlamentari coerenti), e che nella Cdl, come ammette Vitali, restano "problemi con la Lega e con una parte di An". Che la Lega non intenda recedere dalla netta contrarietà lo conferma, con parole inequivocabili, il ministro delle riforme Roberto Calderoli, che denuncia "l’atteggiamento della sinistra e di chiunque voglia seguirli" sulla strada dell’amnistia. Contrario all’amnistia, sul fronte opposto, si dichiara Antonio Di Pietro, che annuncia per Natale una contromanifestazione a difesa della legalità. Pena di morte: giustiziato a 77 anni, il più anziano negli Usa
Ansa, 15 dicembre 2005
A meno di due giorni dall’esecuzione in California di Stanley Tookie Williams, il 51enne ex gangster divenuto un apprezzato scrittore e un alfiere della lotta alla criminalità giovanile, nel carcere di Parchman, in Mississippi, è stato giustiziato mediante iniezione letale John Nixon, già sicario di professione, nonostante avesse ormai 77 anni; era stato condannato a morte nell’85 per l’omicidio di una donna. Si tratta del detenuto più anziano messo a morte negli Stati Uniti dal ‘76, quando la pena capitale fu reintrodotta nell’ordinamento nazionale dalla Corte Suprema federale. Nei vent’anni trascorsi in prigione Nixon aveva presentato diversi ricorsi, tutti respinti al pari di quello d’urgenza con cui i suoi difensori avevano chiesto alla massima istanza Usa la sospensione dell’esecuzione; la grazia era stata rifiutata giorni fa dal governatore dello Stato, Hakey Barbour. Nel Mississippi nessun condannato era più stato giustiziato dal 2002; in 29 anni le esecuzioni sono state in tutto sette.
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