Infibulazione,
giro di vite carcere per chi la pratica
Rush
finale alla Camera. E per trovare finanziamenti galà di Fendi
La
Repubblica, 31 marzo 2004
Rischia da sei fino a 12 anni di carcere e 10 anni di interdizione
dall’esercizio della professione chi pratica mutilazioni genitali, anche se la
vittima è consenziente. Questa è una delle principali novità della proposta
di legge in via di approvazione alla Camera e che in tempi strettissimi tornerà
a Palazzo Madama. Uno dei dieci articoli prevede anche che sia concesso lo
status di rifugiate alle donne che vogliono sottrarsi all’infibulazione o
evitarla alle figlie minorenni. Sarà istituito un numero verde, sia per
raccogliere segnalazioni sia per fornire alle immigrate informazioni sulle
strutture sanitarie.
Sono circa 140 milioni nel mondo le donne sottoposte a infibulazione secondo
l’Oms. E l’Italia avrebbe il primato europeo, con 40 mila donne mutilate. A
sostegno della campagna internazionale "Stop Fgm" (che sta per female
genital mutilation), si sta muovendo una grande griffe della moda: Fendi. Poiché
i contributi garantiti dalla Commissione europea alla campagna - che vede in
Emma Bonino una delle sostenitrici più accese - sono esauriti e i prossimi non
verranno erogati fino al 2005, Anna Fendi ha organizzato per stasera, a Roma, un
galà-kolossal a fini benefici.
Attese, fra le altre, Sophia Loren e Virna Lisi, Marella e Susanna Agnelli, Gae
Aulenti, Rita Levi Montalcini, Giulia Maria Crespi, Miriam Mafai, che fanno
parte del comitato promotore della serata. La cena si svolgerà al Museo
nazionale preistorico ed etnografico Pigorini.
I
500 ospiti pagheranno ciascuno 150 euro. Durante la serata, Christie’s batterà
all’asta oggetti d’arte e capi griffati. Agli ospiti, prima della cena, verrà
mostrato il breve filmato-shock (due minuti, indimenticabili) sull’infibulazione
girato in un paese africano da Oliviero Toscani, in cui si vede in ogni
dettaglio la mano del carnefice arrotare e riscaldare la lametta su una pietra e
mutilare una bambina di appena otto anni. "Sono vent’anni che
combattiamo, forse possiamo ragionevolmente sperare che entro il 2015 questa
pratica non esista più", ha annunciato Daniela Colombo, presidente di
Aidos. "Comincia finalmente a incrinarsi il muro dell’omertà e
dell’indifferenza. Ora è il momento del rush finale", ha commentato Emma
Bonino. Miriam Mafai ha sottolineato come la mobilitazione dell’Occidente non
debba essere giudicata "un atteggiamento paternalistico, bensì un modo per
esportare pacificamente la democrazia". Un coro di no, "un no pieno e
totale", è venuto contro l’infibulazione cosiddetta "dolce",
una puntura simbolica, dunque meno efferata e cruenta, nei genitali femminili.