|
A proposito di elezioni e carceri Roma, 27.02.2004
È ormai iniziata una lunga stagione di elezioni europee, nazionali e locali che terminerà soltanto a metà del 2006…
Come è giusto che sia, i temi della pace e della guerra, del carovita e dei licenziamenti, dei crack finanziari e del debito pubblico, della sanità, delle pensioni e della disoccupazione, sono al centro della vita quotidiana di milioni di cittadini ed assumono quindi per le forze politiche una rilevanza maggiore della pur importante contesa sui problemi della Giustizia. Ciònondimeno, è di tutta evidenza l’esistenza di una stretta correlazione tra l’aggravarsi dei problemi sopra richiamati, l’espandersi delle diverse forme di emarginazione e di piccole e grandi illegalità, e i problemi della Giustizia italiana; primi fra tutti quelli costituiti da un codice penale e da un sistema penitenziario assolutamente inadeguati al rispetto del dettato costituzionale, il quale vorrebbe la quantità e le modalità esecutive della pena finalizzate certo alla difesa della società ma perseguendo al contempo la "rieducazione" e il reinserimento sociale dei detenuti. Noi ci permettiamo quindi di sottolineare che se tutti i più gravi problemi internazionali e nazionali rimandano alla necessità storica di una maggiore Giustizia sociale (la quale permetta finalmente ad ogni popolo e ad ogni persona di godere pienamente dei lati positivi che pure esistono nello sviluppo tecnico/scientifico e culturale) l’assurda situazione di "legale illegalità" in cui si trovano la Giustizia e le carceri italiane chiama invece in causa quasi tutte le forze politiche, e in primo luogo quelle che hanno avuto maggiori responsabilità nei governi degli ultimi 12 anni. Ecco perché la nostra associazione, che è la più grande associazione di detenuti del paese ed è l’unica che svolge un’attività sociale e culturale anche in alcune grandi periferie di Roma e di altre città, chiede a tutti i partiti politici di non utilizzare demagogicamente in campagna elettorale i temi della sicurezza e di mostrare invece ai cittadini la loro reale sensibilità verso i drammi del carcere, e soprattutto la loro volontà di riformare profondamente il codice penale e il sistema penitenziario. Sfidando alcuni luoghi comuni noi siamo certi, insomma, che per tanti cittadini di diverse idee politiche e religiose, anche le varie proposte sulla Giustizia e il carcere potranno costituire un importante criterio di scelta nelle prossime scadenze elettorali. Da parte nostra, continueremo la battaglia di civiltà per una serie di riforme che sono sintetizzate nella piattaforma con la quale abbiamo guidato le pacifiche proteste degli anni scorsi, sostenuti anche dalla Chiesa Cattolica.
Su questi obiettivi continueremo la nostra pacifica battaglia di civiltà, cercando di costruire con mille iniziative un ponte ideale verso tutti coloro che oggi si interrogano sulle tante ingiustizie del presente e vogliono costruire un futuro migliore per tutti. Ci
auguriamo quindi che almeno le più coerenti forze politiche abbiano il coraggio
di fare propri, già durante le prossime campagne elettorali, uno o più di
questi semplici ma importanti obiettivi riformatori.
Associazione Papillon
|