Anno giudiziario 2004

 

Inaugurazione dell’anno giudiziario 2004

 

Napoli, 17.01.2004

 

Intervento del Ministro della Giustizia Roberto Castelli

(Parte riguardante l’Amministrazione Penitenziaria)

 

"Uno dei più gran freni dei delitti non è la crudeltà delle pene ma l’infallibilità di esse" e ancora "La certezza di un castigo, benché moderato, farà sempre una maggior impressione che non il timore di un altro più terribile, unito con la speranza dell’impunità". Così scriveva Cesare Beccaria nel suo Dei delitti e delle pene.

Il Ministro ha perseguito in ogni momento il duplice obbiettivo, da un lato, di garantire la certezza della pena, principio così magistralmente esposto da Beccaria e percepito dai cittadini come componente fondamentale dell’applicazione della giustizia e, dall’altro, di dare compimento all’art. 27 della Costituzione.

Come da molti anni ad oggi, il problema più grave da affrontare è stato quello relativo al sovraffollamento. A questo proposito abbiamo agito in due direzioni.

Nell’immediato si è intervenuti al fine di ridurre, senza violare il principio della certezza della pena, il numero dei detenuti presenti nei penitenziari.

Partendo dalla considerazione che il presente sovraffollamento è legato in larga parte all’aumento crescente della popolazione extracomunitaria, il Ministro ha sottoscritto accordi internazionali - che peraltro hanno destato molto interesse tra i partner europei - al fine di far scontare la pena nei Paesi di provenienza. Inoltre, attraverso l’art. 15 della legge 30 luglio 2002, meglio nota come Bossi-Fini, sono stati liberati e rimpatriati ad oggi ben 1397 detenuti extracomunitari.

La legge 1 agosto 2003 n° 207 di iniziativa parlamentare ha fatto sì che venissero scarcerati 3.941 detenuti.
Attraverso queste misure la popolazione penitenziaria è passata dai 55.670 detenuti al 01.01.2003 ai 54.314 del 01.01.2004 tornando ai livelli dei primi mesi del 2001.

Sull’altro fronte, è proseguita l’attività relativa alla costruzione di nuovi istituti.

Sono di imminente consegna 2 nuove case circondariali nelle località di Ancona e Sant’Angelo dei Lombardi, mentre sono in corso di costruzione 2 nuovi istituti a Perugia e Reggio Calabria per un totale di 757 posti.

Oltre a ciò, si è dato vita ad un piano di costruzione di 23 nuovi penitenziari utilizzando per 378 milioni di euro gli strumenti di finanza tradizionale, per 75 milioni 744 mila lo strumento del leasing attraverso la legge 14.11.2002 n° 259.

Infine, si è dato vita, di concerto con il Ministero dell’Economia, alla Dike Aedifica Spa che ha per scopo sociale quello di costruire penitenziari e uffici giudiziari moderni utilizzando risorse reperite attraverso la dismissione e valorizzazione delle vecchie strutture penitenziarie.

Il combinato disposto di queste azioni, che non mi dispiace definire di finanza creativa, ha permesso di attivare risorse e progetti per circa 2.000 miliardi di vecchie lire.

Per quanto riguarda, invece, la sanità penitenziaria, l’art. 11 della legge 354/75 e l’art. 17 D.P.R. 230/2000 impongono all’Amministrazione Penitenziaria di predisporre in ogni istituto di pena l’organizzazione di un servizio sanitario "rispondente alle esigenze profilattiche e di cura della popolazione detenuta".

I Ministri della Giustizia e della Salute hanno istituito con decreto del 16 maggio 2002, una commissione interministeriale per il rinnovamento del servizio sanitario penitenziario, che ha tra i propri compiti quello principale di individuare nuovi modelli assistenziali basati sull’integrazione tra Servizio Sanitario Nazionale e Servizio Sanitario Penitenziario.

Nel corso dell’anno 2003 tale commissione ha proposto un ampio ventaglio di possibili soluzioni alle numerose e non facili problematiche della sanità penitenziaria.

Sul piano del trattamento, molto è stato fatto, ai fini del recupero sociale e della diminuzione della recidiva secondo le linee programmatiche, in tema di formazione professionale dei detenuti.

Al 30 giugno 2003 risultavano attivati 361 corsi con il coinvolgimento di 3.879 detenuti.

Tra i progetti realizzati nel corso del 2003, particolare interesse ha destato il corso pilota di formazione per operatori di rete "Cisco", multinazionale che opera nel campo della telematica, istituito presso la 2^ casa di reclusione di Milano Bollate.

Il progetto, per il suo altissimo livello di specializzazione, è stato premiato alla Convention annuale delle Cisco’s Accademies, a Johannesburg (Sud-Africa), tra i sette migliori progetti dell’anno. Il direttore del carcere ha ritirato personalmente il premio insieme al teacher della Società italiana di Arti e Mestieri di Milano.

Sul piano del lavoro, dopo aver peraltro emanato i decreti d’attuazione della Legge Smuraglia, i detenuti attualmente impegnati inattività lavorative sono 13.630 con un aumento di 156 unità rispetto al 31.12.2002.

Si tratta di un trend positivo ma esso ci fa ritenere di essere ancora lontani da un livello che riterremmo ottimale.

Tra le molte iniziative, ricordo l’attivazione presso l’istituto di San Vittore di un call-center Telecom che rappresenta un’attività professionale di buon livello assoluto, con ottime prospettive occupazionali.
Troppo spesso, tuttavia, quando si parla di amministrazione penitenziaria, il pensiero unico dominante impone di destinare tutta l’attenzione ai detenuti.

Ritengo invece giusto, ancorché doveroso, ricordare e soprattutto ringraziare i direttori, gli agenti della polizia penitenziaria, il personale amministrativo, il mondo del volontariato e tutti gli operatori penitenziari in genere.

Nello sforzo di una sempre maggior qualificazione del Corpo di Polizia Penitenziaria, nel 2003 si è perfezionato l’ingresso nei ruoli del Corpo dei primi Commissari e Vice Commissari, che al termine del loro corso di formazione sono stati assegnati alle rispettive sedi di servizio.

Si tratta del primo risultato tangibile della riforma varata con il D.Lvo 146/2000, che ha tra l’altro dotato il Corpo di un ruolo direttivo specifico, colmando una lacuna da tempo sofferta e fornendo alla polizia penitenziaria possibilità di impiego più funzionali ed allargate.

Con l’inizio del mese di febbraio 2004, inizierà presso l’Istituto Superiore di Studi Penitenziari un ulteriore corso di formazione per 65 vice commissari del ruolo speciale, nel programma di progressiva copertura della dotazione organica.

Ricordo anche l’istituzione del reparto a cavallo che viene impiegato per la sorveglianza nelle colonie agricole.

Persiste peraltro il problema dell’irrazionale distribuzione del personale penitenziario sul territorio nazionale, soprattutto relativamente alla Polizia Penitenziaria.

Il Dipartimento è impegnato a risolvere la questione anche attraverso una costante interlocuzione con le rappresentanze sindacali che ringrazio per la collaborazione.

 

 

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