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Fuorni, torna il metadone. I radicali: un passo avanti
La Città - Quotidiano di Salerno, 9 gennaio 2003
Dopo otto anni di mancata somministrazione, il metadone è stato reintrodotto nel carcere di Fuorni. E’ finito così, con buona pace dei radicali e dei tossicodipendenti reclusi, il calvario iniziato nel lontano 1995 a causa della resistenza dell’ex direttore Alfredo Stendardo che, per sua esplicita e arbitraria volontà, chiarì che a Fuorni "il metadone non sarebbe mai entrato". Un atteggiamento, questo, che determinò la brusca interruzione del trattamento della tossicodipendenza nel carcere. La terapia a base di metadone, l’unica riconosciuta dal Ser.T. come in grado di curare la patologia della tossicodipendenza, è stata ripristinata a Fuorni il 3 ottobre scorso. Lo hanno verificato ieri mattina, nel corso di un sopralluogo, l’eurodeputato Marco Cappato e i radicali di salernitani Maurizio Provenza e Michele Capano. Dalla data del ripristino del metadone, 23 detenuti ne hanno fatto uso con la positiva conseguenza della sensibile diminuzione dei fenomeni di autolesionismo e di suicidio all’interno del carcere. "Un importante passo in avanti è stato compiuto - hanno affermato i radicali - ma ci sono ancora tanti problemi da risolvere". In un esposto presentato ieri alla Procura, i radicali hanno espresso perplessità riguardo la richiesta del pm Penna di archiviazione del procedimento nei confronti di Stendardo. "Ha negato ai tossicodipendenti reclusi il diritto di curarsi - hanno scritto - un fatto grave che non può essere sottovalutato". Dai radicali parte anche un appello agli ex detenuti tossicodipendenti: fare un esposto collettivo per ottenere un risarcimento danni per tutti gli anni in cui gli è stato negato il diritto di curarsi col metadone.
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