Censura per calendario dei detenuti

 

Censurato il calendario dei detenuti cha fa satira su Berlusconi

 

Il Manifesto, 7 gennaio 2004

 

La direzione del carcere di Badu 'e carros, a Nuoro, vieta l’iniziativa. Protestano gli autori: abbiamo solo denunciato la situazione carceraria. Già qualche anno fa, nel 2000 per la precisione, era accaduto che l’allora direttore Paolo Sagace bloccasse il giornalino "Badu 'e carros oltre il 2000", redatto da detenuti, ufficialmente perché privo di direttore responsabile e conseguente iscrizione al tribunale. Ora, tre anni e venti direttori dopo, accade che un calendario satirico, ideato da un gruppo di detenuti con il contributo esterno del nostro Vauro, subisca la stessa sorte in un carcere anche di massima sicurezza, quale quello di Nuoro, tristemente famoso per casi come quello di Luigi Acquaviva, un ergastolano napoletano trovato impiccato alle sbarre della sua cella il cui "presunto suicidio" nel gennaio 2000 costò il trasferimento al direttore Francesco Gigante e all’ispettore Antonio Deidda, e un processo a otto agenti, accusati di aver violentemente picchiato il detenuto la sera prima della morte.

"Abbiamo fatto un calendario per dimostrare che siamo vivi e che si può scontare la pena in modo positivo e costruttivo se solo qualcuno ci ascoltasse o ci desse una mano. Senza grandi pretese abbiamo lanciato un appello semplice: abbiamo una gran voglia di parlare, di fare, di esprimerci, di instaurare relazioni. Chi è disposto ad ascoltarci?", dicono Carmelo Musumeci, Salvatore Sechi, Sebastiano Prino e Giovanni Mocci, i quattro detenuti che hanno elaborato il progetto di calendario satirico. Nulla di tutto ciò. La risposta è stata la censura da parte della direzione, "una grande vigliaccata", avvenuta "restringendoci l’orario della sala computer e ritirandoci la stampante e lo scanner". Tutto ciò all’antivigilia di Natale, vale a dire proprio nei giorni in cui il calendario sarebbe dovuto andare in stampa e quindi essere diffuso.

Perché? "Forse al dottor Paolo Sanna (il direttore dell’istituto, ndr), politicamente schierato, non è piaciuta la satira delle vignette contro Berlusconi", ha detto pubblicamente Musumeci, che ha coraggiosamente quanto furbescamente approfittato della messa di Natale, davanti al vescovo e a 150 persone, per salire sull’altare e leggere un documento, intitolato "Babbo Natale nel carcere di Nuoro", che raccontava quanto accaduto. Accolto, a quanto spiegano, da scrosci di applausi da parte degli altri detenuti e qualche imbarazzo sul volto del direttore. Forse ha dato fastidio quella vignetta in cui "i prigionieri protestano perché Berlusconi si vuole comprare anche il manifesto", o quel titolo "2004 odissea nelle patrie galere" che campeggia sulla copertina, oppure il politicamente scorretto che trapela da ogni mese del calendario.

Ma la censura, che in questo caso suonerebbe come una punizione, secondo i detenuti potrebbe anche essere una piccola vendetta "per aver osato scrivere al giornale L’unione sarda che non abbiamo da anni un direttore fisso, educatori, spazi, eccetera. Cosa che d’altronde hanno sempre denunciato gli stessi agenti di polizia penitenziaria, solidali con noi nel pretendere dal ministero la nomina di un direttore fisso nel carcere di Nuoro", sostengono ancora i detenuti.

Un carcere difficile, quello di Badu 'e carros, che conta oltre 250 detenuti, diversi dei quali in un braccio di massima sicurezza che ha ospitato e ospita tuttora mafiosi e camorristi, ma anche anarchici e brigatisti. Proprio i "politici" furono protagonisti nell’85 di una dura protesta, alla quale partecipò anche il "rapinatore gentile" anarchico Horst Fantazzini, per chiedere la fine del regime di "detenzione speciale" e la separazione dai boss mafiosi. Un penitenziario complicato da gestire, visto il "valzer di direttori" che in tre anni ne ha visti avvicendarsi ben venti, alcuni dei quali molto contestati, come appunto Gigante e Sagace, ma anche Armida Miserere, la "dura" che in un’intervista aveva definito come "boiate" i progetti di risocializzazione e che poi si sparerà un colpo alla testa nella sua casa di Taranto.

 

Stop al calendario dei detenuti, è polemica. Il Dap ne vieta la pubblicazione, la Cgil attacca: "Lo faremo noi"

 

L’Unione Sarda, 8 gennaio 2004

 

Il calendario? Ormai è roba per veline e starlette seminude, meglio salvaguardare la dignità dei detenuti. Non è chiaro se sia stato questo (ma appare improbabile) il ragionamento che ha convinto i responsabili del Dap, il dipartimento amministrazione penitenziaria, a vietare la pubblicazione del calendario "2004: Odissea nelle patrie galere", ideato da quattro reclusi del carcere Badu ‘e Carros in collaborazione con il vignettista Vauro, del quotidiano il Manifesto. È certo invece che attorno alla decisione dei vertici dell’amministrazione penitenziaria si sono scatenate immediate e roventi polemiche. Il primo a scagliarsi contro è stato il responsabile nazionale della Fp-Cgil Settore penitenziario, Fabrizio Rossetti.

"È paradossale - ha spiegato il sindacalista - perché questa decisione riguarda persone già sottoposte a misure restrittive della libertà personale alla quale così si fa dono di un’ulteriore privazione: quella della libertà di espressione. Quei detenuti, con questa decisione, diventano ufficialmente delle non persone. Questo divieto - ha aggiunto Rossetti - ha anche un risvolto ignobile: si trancia di netto quel cordone ombelicale che dovrebbe servire a mantenere i rapporti fra il dentro e il fuori e che è alla base di ogni attività di recupero e reinserimento sociale". Un giudizio netto e severo come si vede, al quale Rossetti fa seguire la proposta di pubblicare per conto del suo sindacato il calendario oscurato: "La Fp-Cgil verificherà la possibilità di fare proprio quel calendario tentando di concordare forme e modi di questa adozione con chi ha elaborato il progetto e con chi stava contribuendo a realizzarlo".

L’idea di realizzare un calendario che raccontasse il carcere dal punto di vista dei detenuti era nata da quattro ospiti del carcere nuorese, che avevano deciso di utilizzare le conoscenze informatiche apprese durante la detenzione e sfruttando la collaborazione di una matita fra le più famose e graffianti d’Italia, quella di Vauro, avevano realizzato un’opera fra l’ironico e il sociale. "Il calendario - avevano spiegato i quattro detenuti in una lettera - è stato ideato e stampato in una saletta dove ci sono due personal computer. Questo a dimostrazione del fatto che quando ci vengono concessi anche piccoli spazi e un po’ di libertà, siamo capaci di lavorare e, avendone l’opportunità, anche di essere socialmente utili".

 

Badu e’ carros. Stop al calendario dei detenuti, Ciriaco Davoli: "È un errore"

 

L’Unione Sarda, 9 gennaio 2004

 

"Al di là del giudizio soggettivo sull’iniziativa, è gravissimo chiudere un’esperienza che consentiva ai detenuti di avere un contatto con l’esterno". È questo il parere dell’assessore provinciale alla Pubblica Istruzione con delega alle politiche carcerarie Ciriaco Davoli sulla decisione del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria di bloccare il calendario realizzato da quattro detenuti del carcere nuorese di Badu 'e Carros in collaborazione col vignettista Vauro del Manifesto. Una decisione denunciata da Fabrizio Rossetti responsabile nazionale della Funzione Pubblica Cgil. "È chiaro - sottolinea Ciriaco Davoli - che all’interno del carcere c’è la precisa volontà dei detenuti di avere contatti fuori dal carcere e perciò la Provincia stessa ha sostenuto la realizzazione di corsi professionali e di corsi di studi come quello per ragionieri. Questa decisione è un errore". L’intervento del Dap arriva in un momento di estrema difficoltà del carcere nuorese più volte denunciata dai sindacati, in cui all’ennesima nomina di un direttore a scavalco si aggiungono le difficoltà per l’assenza dell’educatore e quelle del personale costretto a pesanti turni di lavoro.

 

 

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