Percorsi di confronto
tra operatori
dell'Amministrazione
Penitenziaria e del Privato-Sociale
Tratto dal sito
internet www.giustizia.it
Il percorso,
finanziato dalla regione Emilia - Romagna, è frutto di una collaborazione tra la
regione e il Provveditorato regionale, che hanno stabilito i punti più
significativi del loro intervento nel Protocollo d'intesa risalente al 5 marzo
1998; tra questi, la formazione del personale (punto H del Protocollo), in cui
si dichiara il comune impegno delle due Amministrazioni ad organizzare
iniziative di formazione congiunta rivolte al personale sia dell'Amministrazione
penitenziaria che degli Enti Locali.
Partendo da questa contraddizione la finalità del progetto è quella di mettere
in contatto e confronto due mondi solo apparentemente troppo distanti, due mondi
che spesso lavorano a fianco senza conoscere reciprocamente i propri ruoli, a
cui occorre evidenziare gli elementi comuni sintetizzabili nel comune obiettivo
di offrire ai detenuti effettive prospettive di rieducazione.
Il percorso, gestito per conto del Centro Servizi Volontariato di Modena, che ha
la delega sulla formazione del personale in ambito regionale, dallo studio Egla
di Forlì (studio specializzato in gestione delle risorse umane, comunicazione
organizzativa ed interpersonale), ha previsto inizialmente un'analisi del
contesto, a cura delle formatrici.
In tale fase sono stati svolti focus group con agenti di polizia penitenziaria e
interviste sul campo rivolte a Direttori, Educatori, Comandanti.
Una volta messo a fuoco il contesto, è partito il percorso formativo vero e
proprio organizzato in 3 moduli :
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Emilia nord: C.C. Piacenza, II.PP. Parma, C.C.
Reggio Emilia; Settembre-Dicembre 2001 |
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Emilia sud : C.C. Bologna, C.C. Modena, C.C.
Ferrara, C.L. Castelfranco E., C.L. Saliceta S.G.; Gennaio-Giugno 2002
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Romagna : C.C. Rimini, C.C. Forlì, C.C. Ravenna,
Settembre-Dicembre 2002 |
Ciascun modulo, cui ha partecipato un numero di
circa 25 persone, metà appartenenti all'Amministrazione penitenziaria e metà al
mondo del volontariato, è organizzato in 10 incontri secondo la metodologia
della formazione-intervento, con una modalità di laboratorio attivo e
partecipato: lavori di gruppo, giochi didattici, e simulazioni costituiscono il
terreno su cui vengono svolte osservazioni e riflessioni sulla complessità della
comunicazione, soprattutto in presenza di culture diverse di appartenenza. Le
metodologie, di natura esperienziale, favoriscono l'emergere di tematiche
relazionali sulle quali, appunto, si vuole lavorare.
Tale esperienza, che ha già prodotto dei report, a cura dello Studio Egla,
tratteggia uno studio rappresentativo della realtà nel suo complesso e in tal
senso, può fornire interessanti ed utili suggerimenti per intervenire in favore
del superamento delle problematiche.
Un momento fondamentale del percorso è la giornata conclusiva di ogni modulo in
cui gli operatori "restituiscono" ai Direttori, ai Comandanti, ai responsabili
delle Aree Educative degli II.PP. e ai Presidenti delle Associazioni di
volontariato il lavoro svolto.
Tali incontri, in cui è presente anche il Provveditore regionale, producono una
riflessione collettiva sugli argomenti trattati e a tutt'oggi si sono conclusi
con la presentazione di precise proposte operative, presentate dagli operatori
partecipanti ai responsabili degli Istituti, delle Aree Sicurezza e Trattamento
e delle Associazioni di volontariato.
Il percorso formativo, che avrà termine entro la fine dell'anno, si concluderà
con un seminario di livello regionale che dovrebbe rilanciare attraverso
proposte concrete e innovative una più costruttiva collaborazione tra carcere e
privato-sociale.
Tra le possibili ipotesi su cui lavorare, anche quella di un protocollo d'intesa
tra Conferenza regionale volontariato e PRAP, che definisca in maniera più
precisa, le modalità di collaborazione tra i soggetti coinvolti.
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