Premesso
che
la legge 266/91 riconosce il valore sociale e la funzione del Volontariato nelle
sue varie forme come espressione di partecipazione, solidarietà, pluralismo
della comunità e che, pertanto, il Volontariato si pone come protagonista a
pari dignità con l'Amministrazione della Giustizia e con le autonomie locali
anche per la realizzazione della reintegrazione sociale delle persone in
esecuzione penale e penitenziaria;
Premesso
che
l'Ordinamento penitenziario nonché il D.P.R. 448/88 ed il D. l.vo 272/89
attribuiscono un ruolo di grande rilievo nel reinserimento sociale di coloro
che, adulti e minori, sono entrati nel circuito penale, indicando anche gli
ambiti nei quali la partecipazione e la collaborazione deve essere ricercata e
sollecitata, nonché le attività che possono efficacemente essere insieme
programmate ed organizzate;
Viste
inoltre,
le linee di indirizzo in materia di Volontariato nel campo della giustizia,
approvate il 10 marzo 1994 dalla Commissione Nazionale Consultiva e di
Coordinamento per i rapporti con le Regioni e gli Enti locali, in cui è stata
ribadita l'importanza della collaborazione tra il Volontariato e
l'Amministrazione Penitenziaria nell'organizzazione delle attività
trattamentali finalizzate al reinserimento sociale dei soggetti in esecuzione
penale ristretti negli istituti o in misura alternativa.
Considerato
che
il Ministero di Grazia e Giustizia - Dipartimento dell'amministrazione
Penitenziaria e Ufficio Centrale della Giustizia Minorile riconosce la
Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia come soggetto referente per le
scelte programmatiche che riguardano gli ambiti di intervento del volontariato,
nelle sue diverse forme ed espressioni, nel settore penale penitenziario.
Visto
che
l'
Ordinamento Penitenziario, il DPR 448/88 ed il D. l.vo 272/89 prevedono che il
volontariato possa efficacemente esprimere il suo impegno, in particolare, nei
seguenti ambiti di intervento:
-
assistenza
e sostegno morale nei confronti di singoli individui e/o di gruppi, di
collettività di persone comunque entrate nel circuito penale penitenziario;
-
organizzazione
e realizzazione di attività culturali, ricreative, sportive e formative;
-
promozione,
elaborazione, realizzazione, nell'ambito di programmi concordati anche con
gli Enti Locali, di progetti che prevedono:
a) percorsi di formazione e lavoro;
b) attività lavorative;
c) situazioni alloggiative;
-
elaborazione
ed esecuzione di "progetti mirati" per particolari problemi
emergenti quali esempio i nomadi, extracomunitari, tossicodipendenti,
sia ristretti che sottoposti a misure alternative e sostitutive o a misure
cautelari non detentive (permanenza in casa, in comunità, ecc.);
Considerato che
Per
la realizzazione dei fini sopraesposti, è necessario rimuovere gli ostacoli che
ancora si frappongono alla realizzazione degli interventi svolti dal
volontariato nell'ambito del trattamento e del reinserimento sociale di persone
minori ed adulte, comunque entrate nei circuito penale penitenziario;
Visto
che
Il
D.A.P. e l'U.C.G.M. hanno la responsabilità dell'esecuzione delle pene nel loro
complesso e che, quindi, hanno il compito di predisporre le condizioni per
rendere possibili tali collaborazioni;
Tutto
ciò premesso
La
Conferenza Nazionale Volontariato e Giustizia, il D.A.P. e l'Ufficio Centrale
Minorile convengono quanto segue
-
la
Conferenza, il D.A. P. e l'U.C.G.M. si impegnano ad una reciproca
informazione riguardo ad atti, indirizzi, dati e si impegnano altresì a
promuovere la programmazione annuale delle attività a livello regionale e
locale, nel rispetto della normativa sulla riservatezza dei dati a tutela
della persona;
-
la
Conferenza ed il Ministero di Grazia e Giustizia si impegnano nella
promozione di interventi con la comunità locale, per lo sviluppo di una
sensibilità civica verso le diverse forme di disagio e per un
coinvolgimento attivo nell'azione di risocializzazione;
-
il
dipartimento dell'amministrazione Penitenziaria e l'U.C.G.M si impegnano,
compatibilmente con le esigenze di sicurezza, a facilitare l'attività
svolta dal volontariato all'interno degli istituti e con i servizi, nel
territorio, a collaborare nei progetti predisposti "anche in modo
congiunto" finalizzati al reinserimento lavorativo e sociale dei
soggetti in esecuzione penale;
-
il
D.A.P. e l'U.C.G.M si impegnano, anche con l'emanazione di circolari, a far
si che i Provveditorati e i Centri per la Giustizia Minorile adottino tute
le iniziative nei confronti degli istituti, del CSSA e degli USSM, volte a
promuovere e ad agevolare programmi e progetti proposti dal Volontariato in
proprio o di concerto con altre risorse locali, anche stipulando appositi
protocolli operativi e/o convenzioni;
-
la
Conferenza Nazionale si impegna a comunicare al D.A.P. e all'U.C.G.M. tutti
gli organismi ad essa associati che operano nell'ambito del disagio sociale
con particolare riferimento all'area della devianza e della criminalità;
-
la
Conferenza Nazionale, il D.A.P. e l'U.C.G.M. si impegnano, nella
predisposizione di progetti, a prevedere una gestione integrata a
continuativa fra le parti firmatarie del presente protocollo, nonché una
verifica congiunta periodica al fine di apportare eventuali e/o necessarie
modifiche ai progetti medesimi. I progetti dovranno prevedere il graduale
coinvolgimento di altre risorse pubbliche e private operanti in loco;
-
la
Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia, il D.A.P. e l'U.C.G.M. si
impegnano a programmare percorsi formativi congiunti per gli operatori
coinvolti nelle iniziative;
-
la
Conferenza Nazionale - il D.A.P. - l'U.C.G.M. si impegnano a diffondere il
presente protocollo d'intesa;
-
la
Conferenza Nazionale il D.A.P. - l'U.C.G.M. si impegnano a verificare
annualmente del presente protocollo attraverso il gruppo di lavoro
permanente, costituito dalla Commissione nazionale Consultiva e di
Coordinamento.
Per la Conferenza Nazionale Volontariato e Giustizia
Il Presidente Livio Ferrari
Per
il Ministero di Grazia e Giustizia
Il Ministro On. Oliviero Diliberto
8 giugno 1999