Accordo tra Volontariato e A.P.

 

Protocollo d’Intesa

tra

il Provveditorato Regionale dell’Amm.ne Penitenziaria di Padova

il Centro per la Giustizia Minorile di Venezia

e le

Organizzazioni di Volontariato operanti nell’area penale interna ed esterna

 

Premesso

 

Che la legge 11 agosto 1991, n°266 (Legge- quadro sul volontariato), afferma: "La Repubblica italiana riconosce il valore sociale e la funzione dell’attività del volontariato come espressione di partecipazione, solidarietà e pluralismo, ne promuove lo sviluppo salvaguardandone l’autonomia e ne favorisce l’apporto originale per il conseguimento delle finalità di carattere sociale, civile e culturale individuate dallo Stato, dalle Regioni, dalle Province Autonome, dagli Enti Locali";

Che i principi sopra riportati di carattere generale si esplicano in modo diverso nei diversi settori della vita sociale del Paese, nei rapporti con le varie amministrazioni che curano ciascun settore;

Che con il presente protocollo si vuole riconoscere e promuovere l’attività di volontariato, che viene effettuata nell’area penale del territorio della Regione Veneto, salvaguardandone l’autonomia e l’apporto originale;

Che è necessario definire le linee di intervento ed i rapporti tra il Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria per il Triveneto (P.R.A.P.), il Centro per la Giustizia Minorile per il Triveneto (C.G.M.), la Conferenza Regionale Volontariato Giustizia del Veneto (C.R.V.G.), il Coordinamento Enti e Associazioni di Volontariato Penitenziario del Veneto (S.E.A.C.) e lo Sportello Giustizia dei Centri di Servizi per il Volontariato del Veneto (C.S.V.);

Che il P.R.A.P., il C.G.M. ed il Volontariato concorrono in un rapporto di collaborazione e concertazione, con pari dignità, ma nel rispetto della diversità dei ruoli e delle competenze costituzionalmente previste;

Che l'Ordinamento Penitenziario (L.354/75), il Regolamento di Esecuzione dell’Ordinamento Penitenziario (D.P.R. 230/2000) e le Norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del decreto del Presidente della Repubblica 22 settembre 1988, n°488, recante disposizioni sul processo penale a carico di imputati minorenni (D.lgs. 272/89) attribuiscono al volontariato un ruolo di grande rilievo nel reinserimento sociale di coloro che sono entrati nel circuito penale, indicando anche gli ambiti nei quali la partecipazione e la collaborazione deve essere ricercata e sollecitata, nonché le attività che possono efficacemente essere insieme programmate ed organizzate;

Che la legge 266/91 (Legge-quadro sul volontariato), e la legge 328/2000 (Legge-quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali) riconoscono il valore sociale e la funzione del volontariato nelle sue varie forme come espressione di partecipazione, solidarietà, pluralismo della comunità e che, pertanto, il volontariato partecipa con l' Amministrazione della Giustizia e con le autonomie locali anche per la realizzazione della reintegrazione sociale delle persone in esecuzione penale e penitenziaria;

Che i soggetti che entrano in campo e che sono chiamati a collaborare all’interno del presente protocollo d’intesa penale sono:
a) per il Ministero della Giustizia settori minori: il C.G.M. ed i Servizi Minorili del Veneto da esso dipendenti; settori adulti: il P.R.A.P., gli Istituti penitenziari (Case Circondariali e Mandamentali, Case di Reclusione, Istituti di osservazione, Ospedali psichiatrici giudiziari, Colonie agricole, Case di lavoro, Case di cura e di custodia) del Veneto, i Centri di Servizio Sociale per Adulti del Veneto (C.S.S.A);
b) per il Volontariato: quello organizzato ex L. 266/91; quello riconosciuto e promosso con la Legge Regione del Veneto n°40 del 30 agosto 1993;

 

Visti

 

gli indirizzi in materia di volontariato nel campo della giustizia, approvate il 10 marzo 1994 dalla Commissione Nazionale Consultiva e di Coordinamento del Ministero della Giustizia per i rapporti con le Regioni, gli Enti Locali e il Volontariato, in cui è stata ribadita l'importanza della collaborazione tra il Volontariato e 1’Amministrazione Penitenziaria nell'organizzazione delle attività trattamentali finalizzate al reinserimento sociale dei soggetti in esecuzione penale ristretti negli Istituti o in misura alternativa;

il protocollo d'intesa siglato il 8 giugno 1999 tra il Ministero della Giustizia - Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Dipartimento Giustizia Minorile - e la Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia, nel quale si auspica e si indicano modalità precise per una sempre maggiore collaborazione tra il Volontariato e l’Amministrazione Penitenziaria nell' organizzazione delle attività trattamentali finalizzate al reinserimento sociale dei soggetti in esecuzione penale ristretti negli istituti o in misura alternativa;

il protocollo d’intesa siglato il 28 luglio 2003 tra la Direzione Generale dell’esecuzione penale esterna del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e la Conferenza Nazionale Volontariato e Giustizia;

il protocollo d’intesa siglato tra il Ministero della Giustizia e la Regione del Veneto del 8 aprile 2003;

la carta dei valori del volontariato;

 

Considerato

 

che l'Ordinamento Penitenziario e la normativa successiva prevedono che il volontariato possa efficacemente esprimere il suo impegno, in particolare, nei seguenti ambiti di intervento:

assistenza e sostegno morale nei confronti di singoli individui e/o di gruppi, di collettività di persone comunque entrate nel circuito penale penitenziario;

assunzione diretta di interventi per singoli aspetti trattamentali nell’ambito di programmi concordati con i diversi settori del Ministero della Giustizia (sia all’interno che all’esterno degli Istituti), quali rapporti con la famiglia, il lavoro, l’istruzione;

promozione, organizzazione e realizzazione di attività cu1turali, ricreative, sportive e formative;

promozione, elaborazione, realizzazione, nell’ambito di programmi concordati anche con gli Enti Locali di progetti che prevedano:

percorsi di formazione e lavoro;

attività lavorative, attività promozionale sistematica per la ricerca di posti di lavoro e relativa banca dati;

situazioni alloggiative: attività di reperimento di situazioni alloggiative disponibili per dimessi o per soggetti in misura di esecuzione penale esterna;

istituzione di centri d’accoglienza, d’ascolto e di riunione per soggetti in permesso, in misura alternativa o dimessi dagli istituti;

servizi d’informazione, bollettini di notizie;

attività di promozione di lavori socialmente utili;

elaborazione ed esecuzione di progetti mirati per particolari problematiche emergenti quali, per esempio, quelle di nomadi, extracomunitari e tossicodipendenti, sia ristretti che sottoposti a misure alternative o sostitutive o a misure cautelari non detentive (prescrizioni, permanenza in casa, collocamento in comunità);

promozione di cooperative sociali e di lavoro, promozione d'occasioni per l’impiego di condannati in attività d’utilità sociale, ecc. (in collaborazione con gli Enti Locali);

campagne di sensibilizzazione dell'opinione pubblica sui temi indicati, condotte con particolare cura per la correttezza e l’obiettività dell’informazione medesima.

 

Si concorda quanto segue

 

1.

 

Il Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria di Padova, il Centro per la Giustizia Minorile di Venezia e le organizzazioni di Volontariato sottoscrittori del presente protocollo:

auspicano che quanto previsto dal protocollo venga operativamente attuato dagli operatori penitenziari e dai volontari, singoli o associati, nei rapporti di collaborazione e all’interno del lavoro svolto nei confronti delle persone che sono entrate nel circuito penale della giustizia;

si impegnano a svolgere, almeno due volte all’anno, incontri periodici di programmazione e verifica del lavoro nel "Tavolo Regionale di confronto tra il Ministero della Giustizia e il Volontariato";

si impegnano a promuovere una presenza attiva del volontariato nel circuito penale della giustizia.

 

2.

 

Le Direzioni degli Istituti penali e penitenziari, dei Centri di Prima Accoglienza, dei Centri di Servizi Sociale Adulti, degli Uffici di Servizio Sociale per i Minorenni e le Organizzazioni di Volontariato che svolgono attività nel settore penitenziario promuovono il reciproco scambio d’informazioni riguardo ad atti, indirizzi e programmi, utili ai fini dello svolgimento dei rispettivi interventi, nell’osservanza delle norme che regolano l’attività dell’Amministrazione Penitenziaria e della Giustizia Minorile e nel rispetto della normativa sulla riservatezza dei dati a tutela della persona.

 

Inoltre:

nella predisposizione di progetti, promuovono l’integrazione e coordinamento fra le parti nonché una verifica congiunta periodica;

nella promozione di interventi da parte delle comunità locali, tendono allo sviluppo di una sensibilità civica verso le diverse forme di disagio che si rapportano con la giustizia e alla partecipazione attiva nell'azione di risocializzazione;

promuovono e agevolano specifici ed idonei progetti proposti dal volontariato in proprio o di concerto con altre risorse locali, anche stipulando appositi protocolli e/o convenzioni;

programmano percorsi formativi congiunti per gli operatori ed i volontari coinvolti nelle iniziative ed attivano iniziative in ambito locale di studi e ricerche sul disagio penale;

favoriscono incontri tra il territorio e gli operatori della giustizia;

favoriscono la diffusione del presente accordo;

esortano la Regione Veneto all’attuazione di quanto previsto nel Protocollo d’Intesa siglato tra il Ministero della Giustizia e la Regione del Veneto del 8 aprile 2003;

promuovono la ricerca di standard omogenei nei comportamenti e nelle prestazioni.

 

3.

 

Le organizzazioni di volontariato si impegnano:

a svolgere la loro attività sotto la guida delle Direzioni degli Istituti Penitenziari, dei Centri di Prima Accoglienza, dei Centri di Servizio Sociali Adulti e degli Uffici di Servizio Sociale per Minorenni con competenza e senso di responsabilità, nel pieno rispetto delle norme che disciplinano la presenza dei volontari nei diversi ambiti penitenziari;

a uniformare la propria attività indirizzata verso i singoli o di carattere generale nel rispetto dei programmi definiti dagli operatori della giustizia, anche con il contributo dei volontari;

a riconoscere e rispettare la dignità delle persone che incontrano e a mantenere la massima riservatezza rispetto alle informazioni ed alle situazioni di cui vengono a conoscenza, a tutela dei dati personali, delle esigenza di ordine e di sicurezza e di rispetto della legalità;

a collaborare con l’équipe trattamentale nella predisposizione e realizzazione di progetti di reinserimento sociale per i dimessi dal carcere al fine di favorire l’assistenza post-penitenziaria;

a raccordarsi con le Direzioni degli Istituti Penitenziari, dei Centri di Prima Accoglienza, dei Centri di Servizio Sociali Adulti e degli Uffici di Servizio Sociale per Minorenni, con le modalità che saranno da esse indicate, sia per quanto attiene la gestione dei singoli casi, sia per quanto riguarda la conduzione di attività trattamentali rivolte a più persone detenute;

ad evitare che i volontari assumano compiti vicari rispetto a quelli istituzionali e ad adoperarsi affinché gli stessi abbiano rispetto delle responsabilità e dei ruoli degli operatori delle Istituzioni;

a garantire il completamento degli impegni assunti;

ad essere disponibili alla formazione di base specifica e all'aggiornamento che potranno essere proposti all’interno di quanto sottoscritto nel protocollo d’intesa tra Ministero della Giustizia e Regione Veneto.

 

4.

 

Le Direzioni degli Istituti Penitenziari, dei Centri di Prima Accoglienza, dei Centri di Servizio Sociali Adulti e degli Uffici di Servizio Sociale per Minorenni si impegnano:

a sensibilizzare dovutamente i volontari sulle esigenze di ordine e sicurezza degli Istituti Penitenziari e sulle cautele da considerare nella gestione di soggetti del circuito penale, favorendo modalità di rapporto professionali;

compatibilmente con motivate esigenze di sicurezza, a facilitare l'attività svolta dal Volontariato all’interno delle strutture penitenziarie e, in collaborazione con i Servizi Sociali del territorio, a collaborare nei progetti, predisposti anche in modo congiunto, finalizzati al reinserimento lavorativo e sociale delle persone sottoposte a provvedimenti penali;

a richiedere la partecipazione di volontari all’equipe trattamentale, ove le Direzioni medesime lo reputino opportuno;

a informare i volontari delle attività trattamentali in corso e favorire la partecipazione degli stessi alla programmazione e realizzazione di tali attività con le modalità ed i tempi occorrenti per una proficua collaborazione all’azione rieducativa;

a sollecitare la Regione Veneto, gli Enti Locali e le organizzazioni Pubbliche e del Privato Sociale per la realizzazione di specifici corsi di formazione anche congiuntamente con gli operatori penitenziari e territoriali;

a disciplinare le modalità di accesso dei volontari e le loro attività rimuovendo, nella prassi operativa, gli ostacoli che ingiustificatamente possono essere frapposti alla loro azione;

a promuovere periodici incontri di programmazione e verifica con il Volontariato.

 

 

Dipartimento Amministrazione Penitenziaria

Provveditorato Regionale per il Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige - P.zza Castello, 12 Padova

 

 

Il Provveditore, Ettore Ziccone

 

Dipartimento Giustizia Minorile - Centro per la Giustizia Minorile

per il Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige

via Bissa, Pal della Giustizia Minorile Venezia-Mestre

 

 

Il Dirigente, Paolo Attardo

 

Conferenza Regionale Veneto Volontariato e Giustizia

c/o La Fraternità Via A. Provolo 28 Verona

 

 

 

Il Responsabile regionale, Maurizio Mazzi

 

Coordinamento Enti e Associazioni di Volontariato Penitenziario del Veneto - S.E.A.C.

c/o La Fraternità via A. Provolo, 28 Verona

 

 

Il Coordinatore regionale, Giuseppe Prioli

 

per i Centri di Servizio Volontariato del Veneto lo Sportello Giustizia del

Centro di Servizio per il Volontariato di Rovigo

Viale Trieste, 23 Rovigo

 

 

 

Il Presidente, Leda Bonaguro

 

Padova, 2 aprile 2004

 

 

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