Consorzio Sol.Co. di Brescia

 

Consorzio Sol.Co. di Brescia: "Il P.I.P. della Solidarietà"

Piano Insediamenti Produttivi per Imprese Sociali che si occupano
di inserimento lavorativo e sociale di persone in esecuzione penale ed ex detenuti

 

 

Intervista a Beppe Pezzotti della cooperativa sociale Exodus

Il progetto "P.I.P. della Solidarietà"

Premessa

Analisi del bisogno

Oggetto dell'iniziativa

Descrizione dell'iniziativa

Servizi propedeutici e di supporto all'inserimento lavorativo

Insediamenti produttivi

Informazioni sul Consorzio Sol.Co. di Brescia

Il progetto "P.I.P. della Solidarietà"

 

Un progetto per offrire, nel territorio del Comune di Brescia, una gamma diversificata ma integrata di opportunità di reinserimento lavorativo e sociale per i detenuti

 

Che obiettivi persegue

 

Realizzare un insediamento produttivo per 8 imprese sociali che occuperanno almeno 250 addetti di cui 120 persone svantaggiate

 

Chi lo realizza

 

Sol.Co. Brescia

Consorzio di Cooperative Sociali a r. l.

Via Rose di Sotto 53 - 25126 Brescia

Tel. 030.2979611

o altro ente individuato all'uopo

 

Con chi collabora

 

Comune e Provincia di Brescia

Direzione Penitenziaria, C.S.S.A., Tribunale di Sorveglianza,

Associazione Carcere e Territorio, Caritas

Associazioni Imprenditoriali

 

Dove

 

Via Buffalora – S. Eufemia (Brescia)

 

Perché

 

Per "rompere" la separazione fra cittadini e detenuti e sperimentare progetti concreti di re-inclusione sociale

 

Come

 

Attraverso la realizzazione di capannoni per attività produttive e servizi comuni (mensa, uffici, appartamenti, etc.)

Premessa

 

La Provincia di Brescia è unanimemente riconosciuta come una delle aree di eccellenza a livello globale per la nascita e lo sviluppo di piccole e medie imprese sia in termini quantitativi che qualitativi.

Se pensiamo che delle 101.494 unità produttive attive nel 1999 (fonte Registro Imprese C.C.I.A.A.), 34.000 erano imprese artigiane; se ad esse aggiungiamo le piccole imprese che operano nell'industria, nel commercio e nei servizi ci rendiamo conto della dimensione quantitativa del fenomeno. La provincia di Brescia è, inoltre, senz'altro una Provincia ricca economicamente ma anche ricca di solidarietà e di organizzazioni che a vario titolo operano quotidianamente a servizio dei bisogni dei cittadini.

Alcuni indicatori macroeconomici segnalano il primato nazionale dei depositi bancari, e un tasso di disoccupazione al 3,9 %, segno di una indubbia prosperità.

La miriade di enti non profit (associazioni, fondazioni, istituti, opere pie, etc.) frutto di una tradizione secolare di solidarietà e della capacità dei cittadini bresciani di auto -organizzarsi per rispondere ai bisogni della comunità evidenziano un'altra importante ricchezza locale. Esiste quindi una sorta di modello bresciano all'interno del sistema di welfare lombardo anche nel campo delle politiche attive del lavoro.

In particolare le quasi 200 cooperative sociali iscritte all'Albo Regionale (una ogni 5.000 abitanti) sono un elemento di forza per il territorio provinciale, ma manifestano anche una forte necessità di consolidamento imprenditoriale e organizzativo per migliorare ed incrementare la propria azione a favore delle comunità locali.

In questo quadro si inserisce questo progetto, certamente originale ed innovativo, che vuole rispondere ai bisogni di lavoro del "mondo del carcere" dando una "casa comune" a alcune PMI Sociali bresciane.

 

Analisi del bisogno

 

Pianeta Carcere

 

In provincia di Brescia esistono due strutture penitenziarie: la Casa Circondariale di Brescia e la Casa di Reclusione di Verziano. La situazione di sovraffollamento e di disagio esistente è stata, di recente oggetto di prese di posizione pubbliche e di iniziative da parte del Sindaco del Comune di Brescia Professor Paolo Corsini e del Vicepresidente della Provincia On. Stefano Saglia.

Al 31 dicembre 2000 la popolazione carceraria bresciana contava 571 detenuti (fonte sito del Ministero di Giustizia); di questi 222 erano classificati tossicodipendenti; significativa, poi, la presenza di stranieri.

L'inserimento lavorativo è uno strumento consolidato di politiche attive del lavoro, ed ha raggiunto notevoli dimensioni di intervento: nel bresciano al 15.04.2001 erano attive 74 cooperative di inserimento lavorativo (fonte: B.U.R.L. 1° supplemento al n. 22 del 29 maggio 2001); al 31 dicembre 2000 gli occupati in provincia ammontavano a 1737 con 699 svantaggiati inseriti; di questi 30 erano detenuti (fonte: Regione Lombardia "3° Rapporto sulle Cooperative Sociali in Lombardia" in corso di pubblicazione a cura di Alessandro Ronchi); il dato segnala un regresso rispetto ai 35 del 1999 e ai 38 del 1998. Tale dato va valutato con attenzione: se al 31 dicembre 2000 vi erano 30 detenuti assunti nelle cooperative e probabile che un numero maggiore di carcerati abbiano goduto di un progetto di inserimento lavorativo nel corso dell'anno. Inoltre il regresso quantitativo è certamente legato al peggiorato "clima sociale" e al crescere delle difficoltà pratiche.

 

Svantaggiati

 

Il bisogno di inserimento lavorativo in provincia di Brescia non è facilmente quantificabile; infatti non siamo a conoscenza di statistiche approfondite su tale bisogno. Alcuni dati pero possono farci comprendere le dimensioni del bisogno. Siamo però in grado di definire a grandi linee l'entità del problema in particolar modo per tossicodipendenti e disabili. La legge 68/99 deve essere ancora compiutamente applicata e circa 2000 disabili sono ancora iscritti alle liste del collocamento.

La droga e l'alcool continuano a mietere vittime nel bresciano, malgrado siano attive 30 Comunità Terapeutiche specializzate in questi settori. Al 31 dicembre 2000 gli inseriti tossicodipendenti o alcooldipendenti nelle cooperative sociali della provincia erano 181 erano (fonte: Regione Lombardia "3° Rapporto sulle Cooperative Sociali in Lombardia" in corso di pubblicazione a cura di Alessandro Ronchi).

 

Stranieri

 

"Nel corso degli anni novanta la Provincia di Brescia è stata il punto di arrivo di consistenti flussi migratori che l'anno portata ad assumere, all'interno della Lombardia e nell'Italia in complesso, un ruolo di prima importanza per l'entità della popolazione stranera residente e per i processi socio-economici attuali. Al 31.12.1998 la Lombardia risulta essere la regione italiana con la maggiore presenza di stranieri: 270.943 gli immigrati con regolare permesso di soggiorno. Brescia con 26.327 permessi di soggiorno si colloca al secondo posto dopo la metropoli milanese." (Immigrati e Cooperazione a Brescia - Confcooperative Brescia 2000). In un recente convegno si ricordava che le posizioni INPS aperte relative ad immigrati in provincia di Brescia nel 2001 sono 17.000; rispetto a questa situazione i problemi principali evidenziati sono la casa e l'integrazione culturale.

 

Oggetto dell'iniziativa

 

Introduzione di un modello finalizzato al reinserimento lavorativo e sociale di persone in esecuzione penale ed ex detenuti, attraverso l'utilizzo del lavoro quale politica attiva per il reinserimento.

Realizzazione di un Piano Insediamenti Produttivi per Imprese Sociali che si occupano di inerimento lavorativo di persone in esecuzione penale e ex detenuti.

Il P.I.P. della Solidarietà rappresenta un progetto pilota con caratteristiche riproducibilità in altri territori.

 

Obiettivi dell'iniziativa

 

Beneficiari diretti: persone in esecuzione penale, ex detenuti e familiari

Beneficiari indiretti: società civile

 

Obiettivi specifici

 

  1. Promuovere e attivare un sistema di collaborazioni sinergiche tra chi è in grado di offrire lavoro (imprese presenti sul territorio) e chi ha bisogno di lavorare (detenuti, persone in semilibertà, ex detenuti…) che agevoli e favorisca uno scambio reciproco di informazioni e fornisca anche un valido supporto informativo ed orientativo al detenuto.

  2. Promuovere un sistema in grado di offrire (in modo continuativo e concreto) assistenza alle "parti interessate" anche attraverso la nomina di persone (tutor) in grado di "regolare" e seguire il rapporto instauratosi.

  3. Promuovere un'organizzazione e un metodo di lavoro adeguato al fine di far acquisire ai soggetti la preparazione professionale (attraverso percorsi formativi specifici) necessaria alle normali condizioni lavorative per agevolare l'inserimento sociale.

  4. Offrire la possibilità di adattamento al nuovo contesto ambientale e giuridico in cui il detenuto possa garantirsi, anche attraverso una maggiore responsabilizzazione e attivazione dovuta al lavoro, un "filo logico" che lega le varie fasi del suo percorso di vita.

  5. Affiancare al processo di inserimento lavorativo una serie di supporti (appartamenti protetti, supporto psicologico, ecc.) utili al successo dell'inserimento stesso.

  6. Realizzare un insediamento produttivo per 8 imprese sociali che occuperanno, ad insediamento completato, almeno 250 addetti di cui 120 persone svantaggiate (fra gli svantaggiati la priorità sarà data "mondo del carcere").

 

Partner

 

Direzione penitenziaria di Brescia

Direzione CSSA di Brescia

Tribunale di Sorveglianza di Brescia

Enti locali (Comune, Provincia, Regione)

Università di Brescia

Organizzazioni di volontariato (Ass. Carcere e Territorio, Caritas, Vol.Ca)

Cooperative sociali di tipo B e Cooperative di produzione e lavoro

Associazioni imprenditoriali di Brescia

 

Coerenza con le politiche comunitarie

 

Il contesto su cui si basa il progetto:

La Comunità Europea ha sviluppato una strategia di lotta integrata contro la discriminazione e contro l'esclusione sociale

La strategia europea per l'occupazione (SEO) si propone di raggiungere un elevato livello di occupazione per tutte le categorie presenti sul mercato del lavoro, promovendo sistemi che assicurino lo sviluppo delle competenze e l'occupabilità di quanti si trovino attualmente esclusi dal mercato del lavoro

Il Fondo Sociale Europeo mira all'attuazione di misure di prevenzione e di lotta contro la disoccupazione, di sviluppo delle risorse umane e di promozione delle pari opportunità

La strategia comunitaria si propone di sviluppare forme di integrazione fra sviluppo locale, sviluppo sociale e sviluppo occupazionale

Incidere sui sistemi e sulle politiche locali e nazionali, attraverso il trasferimento delle innovazioni e prassi sperimentate sul "territorio pilota" (politica del main-streaming orizzontale e verticale)

 

Coerenza con le politiche nazionali

 

L'ordinamento nazionale:

Dovrebbe tendere ad attuare l'art. 27 della Costituzione italiana: "Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato".

Persegue una politica di individualizzazione del trattamento nei confronti dei detenuti (scelta dell'attività lavorativa e di formazione professionale più adeguata alla condizione giuridica e alla preparazione del detenuto) L. 354/1975, DPR 230/200.

Agevola e promuove la partecipazione dei privati, delle istituzioni o associazioni pubbliche o private all'azione rieducativa e di reinserimento (es. L. 193/2000 che prevede sgravi fiscali per le imprese che assumono lavoratori detenuti).

Promuove forme di collaborazione intersettoriale e interistituzionale (es. stipula di protocolli di intesa).

Descrizione dell'iniziativa

 

L'ambito nel quale verrà realizzato l'intervento è il territorio del Comune di Brescia in cui insistono la Casa Circondariale di Brescia e la Casa di Reclusione di Verziano.

Di fondamentale importanza è l'analisi del contesto economico in cui si intende attivare il progetto (poiché l'obiettivo principale è dare la possibilità di reinserimento lavorativo).

La provincia di Brescia, rappresenta una importante realtà dal punto di vista economico, in quanto la struttura imprenditoriale , è rappresentata sia da aziende private che da un importante contesto cooperativistico, è composta soprattutto da piccole e medie imprese, le quali hanno negli anni attuato continue politiche di sviluppo.

Negli ultimi anni la domanda di lavoro non è stata soddisfatta dall'offerta, creando disequilibri soprattutto verso tipologie di lavoro a basso valore aggiunto. Questa situazione ha indotto le imprese a esternalizzare servizi e lavorazioni incrementando di fatto attività in out-sourcing.

 

I settori prevalenti sul territorio possono essere indicati:

  1. Industriale, prevalentemente manifatturiero (es. meccanica leggera, falegnameria, casalingo).

  2. Artigianato, prevalentemente settore manifatturiero.

  3. Servizi, prevalentemente terziario avanzato, informatica - logistica, etc.

 

È in fase di sviluppo il settore servizi, strettamente collegato all'avvento di strumenti informatici multimediali.

Tutti i settori sono rappresentati per la maggior parte da piccole e medie imprese, con poche aziende di grandi dimensioni.

 

L'attuazione del progetto avverrà attraverso due distinti sotto-progetti

 

azioni di politiche attive del lavoro;

insediamenti produttivi.

 

Azioni di politica attiva del lavoro

 

Il progetto proposto è studiato e sviluppato come progetto integrato e dovrà prevedere la partecipazione attiva degli Enti Pubblici territoriali (Tribunale di Sorveglianza, Amministrazione Penitenziaria, Enti locali, Università), delle cooperative sociali e delle aziende private.

 

Azioni Previste

 

Attività di concertazione strategica

 

Si tratta di attivare, anche informalmente, un tavolo di concertazione in rappresentanza delle parti attivamente coinvolte nel progetto: Amministrazione Penitenziaria, cooperative sociali, Comune di Brescia, Provincia di Brescia, associazioni di volontariato, rappresentanti di imprese.

L'attività sarà finalizzata alla:

conoscenza del bilancio delle competenze interne all'Istituto penitenziario al fine di definire l'offerta di lavoro.

analisi della domanda di lavoro esterna, per detenuti soggetti a misure alternative ed ex detenuti.

definizione di piani di sviluppo imprenditoriale da attivare all'esterno del carcere.

realizzazione e promozione della Carta dei Diritti del detenuto, ex detenuto lavoratore ed assicurare il rispetto della stessa.

 

Sportello

 

Lo sportello funge da catalizzatore e distributore di informazioni. Lo sportello avrà le seguenti funzioni:

  1. Fornire supporti informativi ed orientativi ai detenuti ed ex detenuti;

  2. Colloquio intervista, scheda professionale, realizzazione di una banca dati delle professionalità del detenuto;

  3. Consulenza orientativa intesa come azione individualizzata finalizzata ad accompagnare il candidato nell'elaborazione di un progetto personalizzato di sviluppo professione e nell'incontro con la domanda di lavoro compatibile;

  4. Progettazione del percorso di inserimento professionalizzato.

monitorare il mercato del lavoro;

ricevere domande ed offerte di lavoro;

assistere le imprese negli adempimenti finalizzati sia all'inserimento lavorativo di detenuti ed ex detenuti, che all'assistenza relativa alle parti burocratiche;

assistere l'impresa nella gestione del rapporto con la persona inserita nell'azienda;

assistere gli ex detenuti e i sottoposti a misure alternative nella fase iniziale di inserimento in azienda e in quella di permanenza all'interno dell'impresa.

 

Servizi propedeutici e di supporto all'inserimento lavorativo

 

Al fine di una migliore riuscita dell'inserimento lavorativo si prevede di attivare i seguenti supporti:

 

Formazione

 

Ogni persona coinvolta nel progetto personalizzato avrà a disposizione un monte ore di formazione, variabile a seconda del settore lavorativo dove verrà inserito, sia su tematiche generali quali conoscenza delle materie prime, conoscenza dei macchinari e attrezzature, analisi della produttività, controllo della qualità, processi produttivi, organizzazione del lavoro.

Il percorso formativo per il reinserimento lavorativo prevede tre livelli fondamentali di apprendimento:

nozioni teoriche necessarie per acquisire la conoscenza delle materie prime trattate, dei prodotti, dei servizi resi;

acquisizione delle tecniche di lavorazione, dei macchinari, delle attrezzature, per avere la padronanza dei procedimenti lavorativi;

partecipazione e responsabilizzazione gestionale necessaria per essere consapevole dei meccanismi economici che regolano il mercato.

In particolare, la formazione deve essere intesa come crescita professionale e umana delle persone coinvolte e non come semplice meccanico apprendimento di elementari operazioni manuali. Le attività formative, in sinergia tra loro, saranno progettate e realizzate dal Consorzio Sol.Co. Brescia attraverso docenti interni al proprio staff formativo e collaborazioni con realtà specialistiche quali ad es. i CFP regionali, il Centro Studi ed il settore Formazione del consorzio Nazionale delle cooperative sociali CGM e da una società di intermediazione di manodopera che a fine pena potrà anche assumere le persone nel proprio organico.

 

Selezione e stesura del progetto personalizzato

 

La selezione avverrà sulla base di determinati parametri sia di natura motivazionale che oggettiva (es. carichi di famiglia, anzianità di disoccupazione, attività pregressa, possibilità di creare effettive relazioni con le reti formali ed informali).

In questa fase viene formulato il progetto personalizzato, in collaborazione con il responsabile sociale della cooperativa, il tutor, l'educatore del carcere, l'assistente sociale del C.S.S.A.

Fondamentale nello svilupparsi del progetto personalizzato sarà l'individuazione di un metodo strutturato per ogni situazione operativa che la persona potrà apprendere e riutilizzare successivamente nel prosieguo della sua esperienza lavorativa.

Ogni persona in percorso di reinserimento avrà come riferimento un operatore che fungerà da tutor a costante supporto sia nell'ambito formativo che in quello di orientamento e di controllo. Si prevedono anche incontri di gruppo volti all'analisi e alla verifica della organizzazione, dei processi lavorativi in atto, dei metodi utilizzati, dei risultati conseguiti.

Sono previste verifiche periodiche del progetto che verranno utilizzate come stimolo per la correzione degli aspetti problematici e per la migliore definizione del percorso. Sulla base dei risultati raggiunti il progetto personalizzato prevede incentivi salariali. Gli indicatori di valutazione sono contemplati in una scheda di valutazione, redatta appositamente dai responsabili del progetto, essa misura infatti le potenzialità del soggetto all'apprendimento delle mansioni, la sua professionalità, l'assunzione di responsabilità e l'autonomia lavorativa sulla base di un punteggio iniziale attribuito in ragione dei risultati conseguiti e verificati dall'équipe del progetto personalizzato.

L'integrazione dei vari attori sociali interessati (C.S.S.A., Educatori del carcere, famiglia, imprese cooperative, volontariato etc.) è ritenuto fondamentale al fine del raggiungimento degli obiettivi del progetto personalizzato.

 

Inserimento lavorativo in attività all'esterno del carcere

 

Le persone in esecuzione penale esterna coinvolte nel progetto verranno assunte sulla base delle varie forme contrattuali disciplinate dal C.C.N.L. delle cooperative sociali e da quanto previsto dalla Legge 381/1991 e successive modifiche, dalla Legge 193/2000 (norme per favorire l'attività lavorativa dei detenuti). Infatti, la persona detenuta e/o condannata svolgerà le proprie mansioni affiancata da un tutor operatore della cooperativa, in grado di trasmettere le cognizioni tecnico professionali monitorandone il loro sviluppo (formazione on the job).

Inoltre questo percorso avrà specifici momenti di verifica, che si sostanzieranno in incontri tra tutor, persona detenuta, educatori del carcere, assistente sociale del C.S.S.A. ed eventuali attori esterni.

Nell'ambito di tali incontri si valuteranno- grazie ad indicatori oggettivi- tutti gli aspetti di relazione, di lavoro, di assunzione di responsabilità, di apprendimento professionale e verrà steso il verbale di verifica. Il progetto prevede per la persona condannata in fase di fine pena o che abbia raggiunto le condizioni necessarie per ottenere il godimento delle misure alternative alla detenzione, di proseguire questo percorso di reinserimento socio-lavorativo

Questo avviene attraverso due modalità:

  1. l'inserimento lavorativo vero e proprio – proseguendo il percorso individualizzato all'interno delle Cooperative di tipo B, rielaborando il "progetto personalizzato" in base alle nuove condizioni giuridiche ed ambientali – o attraverso la segnalazione e il collocamento presso le imprese private ed artigiane. In alternativa si provvederà ad indirizzare la persona a corsi di formazione professionale organizzati dalla Regione, dai privati o finanziati dal F.S.E.

  2. l'attivazione, di reti informali (presidi sul territorio, volontariato, sportello e/o consorzio, assistente sociale) in grado di costituire all'esterno un riferimento adatto a garantire l'orientamento e l'accompagnamento.

Entrambe questi aspetti sono fortemente interdipendenti nel percorso socio-lavorativo, in quanto la loro relazione attiva concretamente strategie di sviluppo locale, di empowerment di gruppi e della comunità, oltre a quelle tese allo sviluppo locale dell'occupazione e del lavoro sociale di rete.

 

Servizi di accompagnamento abitativo e sociale

 

Con le volumetrie disponibili previste dal P.R.G. vigente sarà possibile realizzare degli appartamenti per i custodi; tali appartamenti potranno essere utilizzati anche come appartamenti protetti per persone in inserimento lavorativo. Tale strumento consentirà di creare una situazione di vita temporanea (massimo 1-2 anni) caratterizzata da un clima di accoglienza positivo e caloroso, dove il soggetto può progettare il proprio futuro nella società con una casa ed un lavoro stabile per alcuni anni. Tale processo sarà sempre inserito in un progetto globale concordato e verificato e supportato adeguatamente. Concentrare, in un medesimo contesto territoriale, alloggi e luoghi di lavoro, consente di rendere meno traumatico e difficoltoso il passaggio da un ambiente "protetto", a una società libera.

 

Insediamenti produttivi

 

L'intervento prevede le seguenti fasi:

predisposizione del progetto di fattibilità finanziaria;

eventuale costituzione di un consorzio edilizio;

acquisizione dell'area in diritto di superficie;

definizione del progetto;

realizzazione delle opere di urbanizzazione;

realizzazione delle strutture (capannoni e opere civili al rustico);

realizzazioni dei servizi comuni;

cessione da parte del consorzio dei singoli lotti ai soci;

opere edili di finitura;

realizzazione degli appartamenti;

installazione degli impianti e degli arredi;

avvio delle attività.

 

Piano attuativo

 

L'attivazione delle Azioni di Politica Attiva del Lavoro previste è, di fatto, già in corso. Tali azioni troveranno un attuazione più efficace con il completamento degli insediamenti produttivi che si spera poter realizzare nel corso del 2002.

 

Informazioni sul Consorzio Sol.Co. di Brescia

 

Presentazione

 

Il consorzio Sol.Co, costituito nel maggio del 1983, rappresenta una delle più importanti forme di integrazione fra imprese sociali in Italia. La rilevanza di questa organizzazione imprenditoriale di secondo livello può essere valutata da diversi punti di vista, tra questi:

le caratteristiche dimensionali del consorzio Sol.Co Brescia che si colloca in un ambito territoriale nel quale la cooperazione sociale ha incontrato condizioni particolarmente favorevoli per il suo sviluppo. Al consorzio aderiscono 72 cooperative sociali: il 50% si occupa di attività educative, riabilitative, assistenziali, sanitarie, ricreative, ed in condizioni di bisogno. Le cooperative consorziate nella provincia di Brescia (esclusa la Val Camonica, che ha un proprio consorzio territoriale) danno lavoro a 2050 addetti (di cui 382 svantaggiati) ed hanno un bilancio aggregato, complessivo annuo, di oltre 81 miliardi di lire (dati al 31/12/1999).

Il ruolo svolto da questa struttura consortile nell'ambito del processo di nascita ed affermazione della cooperazione sociale in Italia. E' possibile sostenere, infatti, che lo sviluppo del consorzio ha coinciso e, in diverse occasioni, anticipato alcuni passaggi evolutivi che hanno caratterizzato l'imprenditoria sociale organizzata in forma cooperativa. Il consorzio Sol.Co Brescia può quindi essere considerato come una sorta di "laboratorio" entro il quale, lungo i suoi 17 anni di vita sono state sperimentate soluzioni gestionali e modalità d'intervento che oggi sono considerate caratteristiche strutturali tipiche delle imprese sociali e dei consorzi delle rete CGM.

Il ruolo svolto dal Solco Brescia nella attuazione di politiche attive del lavoro e di servizi a favore della popolazione carceraria, in un'ottica d'integrazione sociale e cambiamento culturale. Il Consorzio ha avviato ed accresciuto, fin dagli anni ottanta, le proprie competenze specifiche attraverso la gestione di attività e servizi diversi.

 

Modello organizzativo e filosofia gestionale

 

La struttura consortile può essere così rappresentata:

 

 

 

Il consorzio si articola in due aree che raggruppano le cooperative di tipo A (servizi alle persone) e le cooperative di tipo B (inserimento lavorativo).

 

Ogni area si sviluppa in quattro settori imprenditoriali in particolare l'area delle cooperative B è suddivisa in:

Settore ecologia

Settore ambiente

Settore verde

Settore informatica

 

Ogni area si sviluppa in quattro settori imprenditoriali in particolare l'area delle cooperative A è suddivisa in:

Settore minori

Settore handicap

Settore anziani

Settore psichiatria

 

Il settore, attraverso un responsabile designato e la partecipazione attiva e "proprietaria "delle cooperative socie, ha varie funzioni, tra cui:

coordinare e verificare i servizi acquisiti dal Consorzio e gestiti dalle cooperative

promuovere nuove iniziative di sviluppo (progetti innovativi, nuovi spazi di mercato, ecc)

Sviluppare marketing (sia sociale che imprenditoriale)

Promuovere programmi formativi e di aggiornamento o sensibilizzazione, sia rivolti alla forza lavoro delle cooperative socie che alle realtà dei contesti territoriali di attività (volontari, amministrazioni, popolazione, ecc.)

 

Ogni cooperativa, attraverso la propria autonoma organizzazione gestisce l'operatività concreta della propria attività ed i servizi ad essa connessi per la realizzazione del mandato sociale e legislativo che la caratterizza (legge 381/91) anche mediante una particolare attenzione al contesto territoriale di riferimento, che ne garantisce il non anonimato e la costruzione di relazioni significative che favoriscano lo scopo sociale dell'integrazione di persone considerate o situate ai margini dei vari ambiti sociali (lavorativi, di cittadinanza, di socializzazione, etc.). Ciò spesso garantisce una maggior efficacia, efficienza e stabilità nella risposta al bisogno/diritto.

 

Il consorzio Sol.Co. Brescia è, inoltre:

 

un'agenzia strategica di sviluppo in supporto alle cooperative socie, che agisce secondo una ferrea logica di sussidiarietà, che attivi al massimo le potenzialità di ogni cooperativa, ma ne supporti appieno, attraverso l'organizzazione in rete, la scelta di dimensioni piccole per la garanzia di democraticità e la specializzazione come scelta dimensionale e qualitativa sul prodotto

il fulcro delle attività d'integrazione fra le diverse vocazioni specialistiche delle cooperative;

il soggetto di partnership con gli enti locali per i progetti di sviluppo dell'occupazione;

il gestore, su mandato delle cooperative, di attività di sostegno all'imprenditorialità, quali la formazione, la progettazione, ecc.;

la struttura organizzativa di presidio del territorio, per lo sviluppo delle cooperative sociali;

il soggetto che orienta gli indirizzi di politica sociale e di politica attiva del lavoro verso una condivisione dei valori di cui è portatore;

il promotore di nuova cooperazione sulla base di una lettura attenta alla domanda sociale;

il mandatario istituzionale del consorzio nazionale CGM, nella cui rete si interconnette con gli altri consorzi territoriali, potenziando i canali di circolarità progettuale attraverso "poli" regionali che costituiscono il livello di funzionamento decentrato del consorzio nazionale;

il luogo di integrazione delle realtà di terzo sistema, come punto della rete;

 

Il Consorzio Sol.Co. Brescia si pone quale garante di:

 

continuità del servizio/attività svolto sino ad oggi da parte delle cooperative associate che concorrono attraverso il consorzio alla gestione delle iniziative imprenditoriali e sociali specifiche.

qualità del servizio/attività/progetto complessivo, da confrontare e condividere con tutti gli attori coinvolti attraverso le modalità via via definite nel progetto e/o processo in corso. A garanzia della qualità dei servizi il Consorzio e le sue cooperative stanno effettuando la certificazione di qualità. da parte del CISQ (Federazione certificazione italiana sistemi qualità aziendali, come da documentazione allegata).

Modalità di capitalizzazione delle esperienze svolte in uno stesso ambito dalle diverse socie in diversi anni e contesti, che permetta di affinare, verificare e consolidare le modalità operative, organizzative, produttive e di percorso più efficaci rispetto agli obiettivi posti.

Territorialità come scelta imprenditoriale ed organizzativa, che sviluppi, sia nelle politiche attive del lavoro che nelle politiche sociali, una logica di welfare ed economia comunitaria e maggiormente a misura d'uomo, attraverso la diffusione e condivisione sia dei "mezzi di produzione" che di dignità personale, che di responsabilizzazione collettiva alla salute e benessere comune. Le basi sociali multi stake holder, che caratterizzano la cooperazione sociale della rete nazionale CGM, con la fatica della compresenza di interessi diversi nella stessa "azienda/associazione" "formano" soci e cittadini alla costruzione di attività attente alle diverse necessità e diritti in una logica educativa e non certo assistenziale.

Punti di forza e punti di debolezza

 

Punti di forza

 

Integrazione dei servizi erogati all'interno del progetto

 

Il destinatario viene inserito all'interno di un iter che dovrebbe guidarlo verso l'inclusione nel mercato del lavoro attraverso fasi identificabili (orientamento, pre-formazione, formazione, esperienze di lavoro, forme di alternanza, inserimento lavorativo assistito, etc.) e verso il reinserimento sociale.

 

Personalizzazione degli interventi

 

L'approccio all'utenza sarà di tipo individualizzato: il percorso è stato infatti costruito a partire dalla centralità del singolo visto come "cliente", sottolineando quindi l'esigenza di un suo coinvolgimento attivo.

 

Cooperazione sul progetto specifico da parte di soggetti ed enti diversi

 

Al fine di aumentare l'efficacia dei servizi erogati e l'impatto della sperimentazione sul territorio, i soggetti promotori dei percorsi devono attivare reti di attori (pubblici, privati e terzo settore) che in misura diversa concorrano alla realizzazione dell'intervento. Si tratta, quindi, di individuare, sensibilizzare e coinvolgere quei soggetti che nel territorio a vario titolo svolgono un ruolo chiave nel processo di inclusione socioeconomica dei detenuti, intesi come gruppo svantaggiato.

 

Standardizzazione del modello e contestualizzazione territoriale degli interventi

 

L'aderenza del percorso al contesto territoriale segnala come i bisogni di integrazione delle categorie svantaggiate differiscano non solo all'interno di uno stesso gruppo sociale e, dunque, in relazione al vissuto di ogni singolo individuo (in termini di storia sociale, formativa e professionale), ma anche in funzione dello scenario socioeconomico, nonché dei servizi in esso disponibili.

 

Riproducibilità del progetto

 

Investimento sui destinatari intermedi, ossia sulle diverse figure di operatori che supportano il percorso dell'inclusione sociale (operatori dell'orientamento, tutor, mediatori culturali, strutture che assicurano l'attività lavorativa).

Le cooperative devono giocare un ruolo come attori del reinserimento sociale, non solo lavorativo: per far questo occorre una presa di coscienza ideologica e metodologica, iniziando dalla prassi quotidiana ed investendo, in concreto, il proprio modo di agire complessivo.

Si tratta di sperimentare un'azione rivolta agli attori locali che divengono destinatari di un'attività sia formativa che finalizzata alla creazione ed espansione della rete stessa.

Quindi il momento del reinserimento, inteso in senso lato, è lo strumento attraverso il quale i diversi partner, con le loro specifiche competenze, ridefiniscono i molteplici aspetti delle problematiche esistenti a livello locale rispetto al loro intervento.

Le nuove modalità di collaborazione devono necessariamente assumere la forma di "reti operative", finalizzate al raggiungimento di obiettivi chiari e condivisibili e che definiscano gli specifici contributi di ciascun attore, evitando così di rimanere ad un livello teorico/formale.

L'obiettivo è la condivisione di una cultura di rete finalizzata a creare le condizioni per lo sviluppo e il consolidamento di una modalità di lavoro integrato, che vada oltre la durata progettuale.

Si proporrà quindi alle persone coinvolte nel progetto, l'apprendimento di uno o più metodi necessari per poter affrontare le varie situazioni - siano esse di natura relazionale, organizzativa o imprenditoriale, ossia:

l'acquisizione di abilità professionali, lavorative e relazionali tali da consentire una effettiva autonomia operativa e la sperimentazione del ruolo di lavoratore e dell'autoimprenditorialità;

l'opportunità, per coloro che vorranno avviare un lavoro autonomo o una cooperativa, di usufruire della consulenza di figure professionali proprie della rete consortile sulle modalità di reperimento dei contributi e/o finanziamenti agevolati (prestito d'onore, Legge regionale 16/93, Legge regionale 35/96 etc.).

 

Analisi dei rischi

 

Nella fase di realizzazione del progetto si potrebbero presentare alcuni ostacoli:

difficoltà nel coinvolgere le imprese;

possibilità che a seguito del trasferimento disposto dalle competenti autorità verso persone inserite nel programma di inserimento lavorativo, questo venga interrotto;

possibilità che il sistema normativo attualmente vigente e al quale si è ispirato il presente progetto possa subire delle modifiche.

 

Piano finanziario

 

Acquisizione area in diritto di superficie L. 345.000.000

Opere di urbanizzazione L. 575.000.000

 

Insediamenti produttivi

 

- capannoni L. 4.650.000.000

- sistemazioni esterne L. 250.000.000

- mensa interaziendale L. 350.000.000

- spazi comuni L. 200.000.000

- arredi mensa e spazi comuni L. 180.000.000

- uffici L. 400.000.000

- appartamenti L. 800.000.000

- arredi uffici e appartamenti L. 300.000.000

- impianti, macchinari e attrezzature L. 1.350.000.000

- spese tecniche L. 300.000.000

- allacciamenti L. 150.000.000

- imprevisti L. 150.000.000

 

Totale L. 10.000.000.000

 

Fonti finanziarie certe e da reperire

 

Capitale sociale soci L. 1.000.000.000

Mezzi Propri L. 1.000.000.000

Contributi nazionali richiesti L. 600.000.000

Contributi regionali richiesti e da richiedere L. 100.000.000

Contributi da privati da richiedere L. 300.000.000

Finanziamenti agevolati L. 1.000.000.000

Finanziamenti bancari da richiedere L. 6.000.000.000

 

Totale L. 10.000.000.000

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