“Compendio 
    statistico degli eventi criminosi” 
    di Giovanni 
    Tamburino 
     
     Le due Città,
    novembre- dicembre 2002
    
Diminuiscono omicidi e sequestri di persona, 
    ma aumentano le rapine e i casi di usura. È quanto emerge dal 
Il Sistema Informativo Interforze del Dipartimento 
    della Pubblica Sicurezza anche quest’anno ha diffuso il prezioso “Compendio 
    statistico degli eventi criminosi”, sintesi delle condizioni dell’ordine 
    pubblico nel nostro Paese ricavata dall’analisi delle denunce di reato e 
    delle operazioni di polizia svoltesi durante l’anno 2001. La lettura del 
    Compendio è agevole per la chiarezza delle spiegazioni e per l’evidenza 
    grafica delle tabelle che accompagnano i dati percentuali.
Vediamo che 
    cosa si può ricavare da questo nitido libretto diffuso lo scorso settembre. 
    Anzitutto il dato generale è quello di un andamento pressoché stazionario 
    della criminalità, posto che il numero complessivo dei delitti denunciati 
    (esclusi, quindi, i reati contravvenzionali) è stato pari a 2.163.826, con 
    un calo dell’1,90% rispetto all’anno 2000. 
Le persone denunciate 
    sono state complessivamente 689.501, di cui 112.631 arrestate (con un 
    aumento rispettivamente del 4,91% e dell’1,20% rispetto al 
    2000). 
Tenuto conto che il numero complessivo degli appartenenti 
    alle Forze di polizia operanti nel Paese, nel periodo considerato, era di 
    270.696 unità, si ha che il rapporto tra delitti e operatori delle Forze di 
    polizia era pari a 7,99. Ciò significa che per ogni 8 delitti denunciati si 
    trova in campo un appartenente a una delle cinque Forze di polizia italiane. 
    Sennonché questo rapporto, che sembra molto favorevole, non è ovunque lo 
    stesso. Infatti, mentre nel Lazio sono presenti 9,27 operatori di polizia 
    ogni 1.000 abitanti, nel Veneto ve ne sono soltanto un terzo (3,07) e in 
    Lombardia ancora meno (2,94). In altre parole, nel Lazio si ha una densità 
    di poliziotti pari a oltre tre volte quella esistente in 
    Lombardia. 
La percentuale dei delitti scoperti sul totale dei 
    denunciati è in lieve aumento: dal 23,46% del 2000 si è passati al 24,87% 
    del 2001. 
La media nazionale dei delitti ogni 100.000 abitanti è 
    pari a 3.736. La provincia con il dato peggiore è Rimini (6.985 delitti 
    denunciati ogni 100.000 abitanti. Il record negativo si spiega 
    verosimilmente tenendo conto del grande afflusso estivo di non residenti), 
    mentre ottimo è il grado di sicurezza di province come Isernia (1.682), 
    Benevento (1.657) e Campobasso (1.645). Palermo, pur avendo un rapporto 
    peggiore della media nazionale (4.042 denunce ogni 100.000 abitanti), 
    registra nel 2001 la diminuzione più consistente: -27,07%.
Su base 
    nazionale sono in aumento i delitti di estorsione (+8,92%); le rapine, 
    seppure di poco; le associazioni per delinquere semplici (art. 416 codice 
    penale): +4,22; e soprattutto gli episodi di violenza politica, che 
    aumentano di quasi il 70% (+69,81%). In diminuzione, invece, le associazioni 
    di stampo mafioso (-15,95%); i delitti della cosiddetta criminalità diffusa 
    (-6,76%) e, seppure molto lievemente, i delitti di droga (-1,64%).
Quanto 
    agli omicidi volontari, contrariamente a quanto si pensa, sono in 
    diminuzione (-5,63%) e la tendenza è talmente costante che da dieci anni in 
    qua si sono dimezzati. Nel 2001 sono stati 704, con una diminuzione assoluta 
    di 42 casi rispetto al 2000. La Campania detiene il triste primato degli 
    omicidi. A Napoli si concentra l’11,79% di tutti gli omicidi commessi in 
    Italia lo scorso anno. Tuttavia, nel capoluogo campano si è avuta una 
    consistente flessione degli omicidi (-23,85%) e una diminuzione di poco 
    inferiore si è avuta nel territorio della regione campana (-22,09%). Al 
    contrario, a Catania si è verificato un aumento di omicidi (parliamo sempre 
    di omicidi volontari) del 58% e a Reggio Calabria del 54%.
La Calabria, 
    d’altronde, è la regione con la massima densità di omicidi, perché ne 
    vengono commessi 4,32 ogni 100.000 abitanti e Reggio Calabria è la città 
    che, con 7,56 omicidi ogni 100.000 abitanti, detiene il poco invidiabile 
    primato italiano. Per comprendere meglio il significato di questo 7,56 
    occorre ricordare che la media del Paese è di 1,19 omicidi ogni 100.000 
    abitanti, ossia sette volte di meno di quelli che si registrano a Reggio 
    Calabria. Nonostante queste percentuali già altissime, nel 2001 l’omicidio 
    in Calabria è ancora aumentato (+4,76%), in controtendenza rispetto 
    all’andamento nazionale, che, come si è detto, registra una diminuzione 
    piuttosto marcata. 
Questa diminuzione è dovuta all’andamento di 
    regioni, come la Lombardia e la Puglia, oltre alla Campania, dove la 
    riduzione è stata assai rilevante (intorno al 20%). Minore, ma 
    significativa, anche la riduzione in Sicilia (-4,65%).
Passando alla 
    criminalità organizzata, il Compendio ci informa che la Sicilia rimane la 
    regione con il massimo numero assoluto di denunce per associazione mafiosa e 
    associazione per delinquere semplice (complessivamente 194 denunce), seguita 
    dalla Campania (120). Tuttavia, a differenza della Sicilia, che vede una 
    diminuzione del 15% delle denunce per il delitto di associazione mafiosa 
    (più che compensata, però, dall’aumento delle denunce per associazione per 
    delinquere semplice), la Campania registra una consistente diminuzione 
    rispetto all’anno 2000: -14,89%. Una flessione ancora maggiore, seppure di 
    poco, è stata rilevata in Puglia, mentre si registra un allarmante 
    incremento in Piemonte (+79,55%), Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto e Lazio 
    (oltre il 20% in più). In particolare, per quanto riguarda il Lazio, si è 
    avuto un incremento del 400% nelle denunce per associazione mafiosa. Come si 
    è accennato, peraltro, sul piano nazionale le denunce per associazione 
    mafiosa sono in diminuzione, mentre sono in aumento quelle per associazione 
    per delinquere semplice. L’incremento di quest’ultimo delitto si è 
    verificato soprattutto in Calabria (220 persone in più denunciate), nel 
    Veneto (+95 denunciati) e ancora una volta nel Lazio (+56 
    persone). 
Quanto ai sequestri di persona a scopo di estorsione, 
    anche nel 2001 non se ne sono verificati (esiste una casistica di quelli che 
    potremmo chiamare “piccoli sequestri”, che sono però un’altra cosa in 
    termini criminologici). È questo un dato consolante, perché, oltre tutto, la 
    scomparsa o quasi scomparsa dell’odioso fenomeno perdura ormai da poco meno 
    di un decennio. Un segno persuasivo dell’efficacia delle leggi repressive, 
    che sia pure tardivamente, hanno colpito questo orrendo delitto anche nella 
    fase esecutiva della pena, ma soprattutto dell’accresciuta efficienza degli 
    apparati di indagine, nonché della scelta diretta ad ostacolare i pagamenti 
    del riscatto. 
Altra musica, purtroppo, per le rapine, che crescono, 
    sia pur di poco, raggiungendo l’elevatissimo numero di 38.056. Vero è che 
    questo numero comprende anche le rapine di scarsa gravità. Tuttavia, tra 
    quelle in crescita vi sono anche le rapine più gravi: quelle in danno degli 
    uffici postali (+11,72%), dei rappresentanti di preziosi (+10,62%) e, 
    soprattutto, dei trasportatori di valori postali, che aumentano addirittura 
    del 40,00%. Ancora una volta la regione che segnala il maggior numero di 
    casi è la Campania, dove non soltanto si concentra il 31,44% di tutte le 
    rapine commesse in Italia nel periodo considerato, ma anche si registra un 
    aumento di ben 2.403 episodi nel corso del 2001. Il grave delitto è in 
    aumento anche nel Lazio, in Puglia e in Liguria. Il Lazio ha un rapporto di 
    85,72 rapine ogni 100.000 abitanti, che rappresenta 1/3 in più della media 
    nazionale (65,71 rapine ogni 100.000 abitanti). Il Lazio è la regione con il 
    rapporto peggiore dopo la Campania, che lo precede del 300%: ben 206,88 
    rapine ogni 100.000 abitanti. Soltanto a Napoli viene commesso il 26,69% 
    delle rapine che si verificano nell’intero territorio nazionale. E, rispetto 
    al 2000, il numero di rapine commesso a Napoli è ancora aumentato 
    (+30,23%).
Diversamente da ciò che molti pensano, anche la Sicilia ha un 
    brutto rapporto rapine-abitanti (78,45 ogni 100.000). Va ricordato, infine, 
    che il 70% delle rapine commesse in Italia si concentra in 10 province 
    (oltre a Napoli, Bari, Brescia, Roma, Palermo, Catania, Milano, Torino, 
    Bologna e Rimini). 
Come si è detto, l’aumento maggiore di delitti 
    si è registrato nel 2001 nell’ambito della tipologia definita “terrorismo e 
    violenza politica”: ben il 68,81% in più rispetto al 2000. 
Il dato, 
    molto inquietante, va meglio chiarito. L’aumento è dovuto in massima parte 
    al moltiplicarsi di episodi di danneggiamento (più che raddoppiati) e di 
    attentati dinamitardi o incendiari (+26,94%). Complessivamente questi due 
    tipi di delitti coprono quasi l’87% del fenomeno “criminalità politica”. 
    Quanto alle regioni, il Lazio è quella più colpita, seguita da Lombardia, 
    Sardegna, Sicilia e Toscana. Le città con la maggior frequenza di episodi 
    sono Roma, Nuoro e Napoli. Ma a Livorno, Firenze, Napoli, Milano e Torino si 
    è avuto un incremento dal 100 al 300% rispetto all’anno 
    precedente. 
Quanto agli stupefacenti, poche sono le variazioni. Va 
    ricordato che ancora una volta gli extracomunitari sono i più attivi in 
    questo campo della criminalità, posto che per il 56,34% del totale le 
    denunce sono a loro carico. La novità è rappresentata dal fatto che gli 
    albanesi si inseriscono ai primi posti della graduatoria, dopo Marocco e 
    Tunisia, ma prima dell’Algeria. 
In aumento anche i casi di usura ed 
    estorsione. Per ciò che concerne quest’ultimo delitto, la Puglia si trova al 
    primo posto della graduatoria negativa, con il 14,22% del totale nazionale, 
    seguita dalla Sicilia (14,03%) e dalla Campania (12,70%). In termini di 
    incremento è ancora la Puglia a segnalare il massimo valore (+42,51% 
    rispetto al 2000), seguita da Lazio (+40,38%) e Calabria (+17,94%).
A 
    livello provinciale, Napoli, Roma e Catania raccolgono da sole il 20% delle 
    denunce di estorsione presentate in Italia nel 2001. Bari e Foggia, che 
    seguono immediatamente, hanno conosciuto un incremento rispettivamente del 
    76% e del 58%.
Le denunce di usura sono aumentate del 15% su base 
    nazionale e ancora una volta la Campania e Napoli sono al vertice della poco 
    invidiabile classifica. A Napoli, in particolare, le persone denunciate per 
    questo reato sono aumentate del 207% rispetto all’anno precedente. Per 
    contro, la provincia di Roma ha visto una flessione del 38% circa delle 
    persone denunciate per usura. 
Sotto il titolo “criminalità diffusa” 
    il Compendio analizza i reati di borseggio, scippo, furto in auto in sosta, 
    furto in uffici pubblici, furto in negozi, furto in appartamenti, 
    contrabbando e truffa. 
Dai dati statistici risulta che 
    complessivamente questi reati sono stati denunciati 769.941 volte, numero 
    elevatissimo, ma minore del 6,76% rispetto all’anno prima (quando erano 
    stati 825.771). Questo tipo di criminalità si concentra nelle grandi aree 
    urbane, ma anche in città di medie dimensioni come Padova e Brescia. Nei 
    quozienti di criminalità (definiti dal rapporto tra numero di delitti e 
    numero di abitanti) il posto peggiore tocca a Bologna (4.891 delitti 
    denunciati ogni 100.000 abitanti, valore più che doppio rispetto alla media 
    dei capoluoghi di provincia, che è pari a 2.174), subito seguita da Rimini 
    (4.344), verosimilmente per la ragione già ricordata sopra, ossia l’afflusso 
    stagionale di popolazione non residente. 
Un paragrafo del Compendio 
    ci riguarda più da vicino, essendo dedicato alla “sicurezza del sistema 
    carcerario”. L’indicatore prescelto per testare l’indice di sicurezza 
    carceraria consiste nel fenomeno dell’evasione, che è leggermente aumentato 
    (6 casi in più) rispetto all’anno precedente (quando gli evasi furono 22). 
    Sono invece notevolmente diminuiti i casi di evasione dai permessi, dalle 
    licenze, dalla semilibertà e dagli arresti domiciliari (-18,58%, pari a 767 
    casi, contro i 942 del 2000). Va notato che le evasioni da permessi 
    rimangono molto rare (1,43%), e che quasi nulle sono le evasioni dei 
    detenuti in licenza o in semilibertà (0,26%). Ed è ancora da segnalare che 
    nell’85% dei casi i detenuti evasi (parliamo sempre di evasi dall’esterno 
    del carcere) erano non definitivi.