Progetto
Nausicaa: percorsi
di incontro, orientamento ed accompagnamento tra carcere e territorio
Premessa
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la
Ricerca "Dopo il carcere: i percorsi di reinserimento" ha
fatto emergere i problemi che i cittadini, dopo l’esperienza della
detenzione, incontrano nella prima fase del reinserimento, con riferimento a
necessità di ordine materiale, relazionale, sociale e individuale. Per
molti, la detenzione provoca una frattura nella vita personale, nel contesto
sociale e familiare; un detenuto in uscita dal carcere deve affrontare e
superare nuove sfide legate alla difficoltà di farsi riaccettare, di
costruire nuove relazioni, alla quasi impossibilità di trovare un’abitazione
o un lavoro regolare. I bisogni concreti di accoglienza, di risorse e
supporti per casa e lavoro si coniugano strettamente con l’importanza
della dimensione relazionale, con il bisogno di dialogo e di comunicazione,
che non sembrano trovare risposta nei servizi attualmente presenti sul
territorio; |
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le
ricerche e le indagini sociali evidenziano come il carcere sia sempre più
contenitore di esclusione e marginalità sociale. Il detenuto è spesso
portatore di deficit a livello di strumenti personali di informazione e
competenza relazionale e sociale nell’utilizzo delle risorse del
territorio e nell’orientamento alle Sue opportunità. Tale situazione si
può riproporre al momento della scarcerazione, ripercuotendosi sulle
possibilità di recidiva; |
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le
previsioni normative prevedono specifiche competenze dei Servizi pubblici
(statali e comunali) nel campo dell’assistenza al dimettendo e nella fase
successiva di reinserimento. La scarsità di risorse, soprattutto in termini
di personale, non consentono pienamente la messa in atto di azioni concrete
che rendano effettivi i dettati normativi e sostengano realmente le persone
in percorsi di re inserimento e di ricontatto col territorio; |
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da
diversi anni la realtà locale di Parma conosce Importanti esperienze di
collaborazione tra territorio ed istituzioni carcerarie, finalizzate al
reinserimento socio-lavorativo di detenuti o di persone che abbiano vissuto
l’esperienza della detenzione. In particolare la realtà dell’Associazionismo
o della CooperazIone Sociale sono da tempo attive nel creare percorsi di
reinserimento che evitino i rischi di esclusione e marginalizzazione,
favorendo la promozione dei diritti di cittadinanza e facilitando il
rapporto tra ambito penale e territorio; |
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un
gruppo di queste realtà, da circa due anni sta lavorando, in collaborazione
con Forum Solidarietà, al Progetto "Centro Servizi Carcere" con l’obiettivo
di progettare e realIzzare percorsi di risposta alle necessità di coloro
che, finito il periodo di detenzione, vivono pesanti problemi relativamente
al proprio reinserimento sociale. Da questo percorso di collaborazione è
nata nell’Aprile 2002 l’Associazione A.LI. - Accoglienza per le libertà
- Coordinamento territoriale volontariato e cooperazione - oltre la cultura
della pena; |
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con
il Progetto Nausicaa, che fa riferimento ad esperienze operative maturate da
realtà del terzo settore in altre città (es. Coop. Articolo Tre di
Milano), l’Associazione A.LI. intende promuovere un primo intervento nei
confronti delle problematiche esposte, con la speranza che possa divenire,
nel tempo, fattore di promozione e sensibilizzazione, in una logica di
collegamento e comunicazione tra il dentro e il fuori: tra l’istituzione
penitenziaria e il territorio ad essa circostante. |
Finalità
Favorire
il reinserimento sociale di persone che vivano o abbiano vissuto l’esperienza
della detenzione, offrendo sostegno ed opportunità di ricontatto con Il
contesto sociale, valorizzando le risorse del territorio e promuovendo
collaborazione e comune progettualità tra enti pubblici: associazioni di
volontariato e cooperative sociali.
Il
progetto mira a ridurre i rischi di marginalizzazione, di esclusione sociale e
di recidiva, attraverso la promozione dei diritti di cittadinanza, e lo sviluppo
di un intervento di aiuto realizzato in una logica di collegamento tra carcere e
territorio.
Obiettivo
Realizzare
un "servizio di accompagnamento al territorio" rivolto a tutti coloro,
italiani e stranieri, escano o stiano per uscire dal carcere, che consenta di
sviluppare azioni di sostegno ai percorsi individuali di vita ed autonomia, in
questa fase molto critica e nel periodo successivo di reinserimento esterno
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superando
una logica di intervento unicamente di tipo emergenziale |
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coordinando
l’azione dei volontari dell’Associazione, che già lavorano sia all’interno
del carcere che in percorsi di sostegno esterni |
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promovendo
uno stretto raccordo ai servizi del territorio. |
Il
Servizio di accompagnamento al territorio è progettato anche per coloro che
escono dal carcere fruendo della semilibertà, dell’art. 21 o dell’affido al
Servizio Sociale Penitenziario.
Metodi
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progettualità,
implementando costantemente le azioni poste in essere, al fine di promuovere
percorsi efficaci di risposta ai bisogni emergenti, con particolare
attenzione alle categorie di persone più emarginate e meno avvicinate dai
servizi; |
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sviluppo
di azioni di rete, offrendo consulenza ed assistenza al cittadino ex
detenuto o in via di dimissione, nel reperimento e nell’utilizzo delle
risorse del territorio, e nel corretto accesso ai servizi pubblici e privati
esistenti, attraverso un’azione che possa già iniziare nel perIodo
precedente la scarcerazione. |
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osservazione,
ponendo un’attenzione costante e particolare alla rilevazione dei bisogni,
all’individuazione dei "nodi problematici" esistenti nei
percorsi di reinserimento, all’azione di stimolo e proposta nei confronti
delle istituzioni competenti affinché svolgano pienamente le funzioni di
assistenza post penitenziaria; |
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carattere
sperimentale, sviluppando frequenti verifiche dei risultati ottenuti, per
evitare eventuali negatività ed accentuare gli aspetti positivi. |
Momenti
di intervento
Il
Progetto intende realizzare interventi articolati in tempi e fasi diversi
Prima
dell’uscita dal carcere
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colloquio,
incontro con la persona: su richiesta del detenuto prossimo alla
scarcerazione, incontro con i volontari dell’Associazione .operativi all’interno
del carcere, finalizzato alla conoscenza della situazione personale, dei
bisogni e delle problematiche, ad un confronto sulla progettualità e sulle
necessità di vita con riferimento al primo periodo di uscita dal carcere; |
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individuazione
di percorsi di reinserimento: avvio di un dialogo ed un confronto con la
persona detenuta, che possa portare a confrontare bisogni da lui espressi e
le sue aspettative con le realistiche possibilità ed opportunità che
esistono sul territorio, con riferimento ai vincoli/risorse normativi,
burocratici e di organizzazione dei servizi, definendo un percorso di azioni
effettivamente realizzabili nel primo periodo di libertà; |
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avvio
dei contatti con i servizi pubblici e privati del territorio: presentazione
della situazione, confronto sulla progettualità e predisposizione degli
interventi di accoglienza eventualmente necessari, in una logica di
prevenzione dell’emergenza; |
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messa
a punto di una rete di contatti e collaborazioni all’interno ed all’esterno
dell’Istituto Penitenziario (Direzione, Comandante Polizia Penitenziaria,
Educatori), (Assistenti Sociali del CSSA, Sportello del Comune) al fine di
realizzare il comune obiettivo di agevolare il reinserimento sociale del
cittadino detenuto, tramite: |
-
un’ampia
e corretta informazione all’interno del carcere sul Servizio di
Accompagnamento (obiettivi, modalità, ecc.) in modo da consentire ai
detenuti interessati di presentare richiesta di incontro con i volontari
(ad es. affissione nelle sezioni di locandine informative, predisposizione
di materiale informativo da mettere a disposizione dei vari operatori
interni al carcere);
-
scambi
informativi, che consentano ai volontari di raccogliere notizie utili alla
conoscenza delle persone per una migliore definizione dei progetti di
accompagnamento al territorio.
Dopo
il carcere
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Realizzazione
e sviluppo dell’azione di accompagnamento al territorio ed alle sue
opportunità, tramite l’attivazione di un Centro di Ascolto ed
Orientamento, inteso come spazio specifIco di incontro ed accoglienza, che
possa supportare operativamente l’azione dei volontari indirizzata a: |
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incontrare
la persona uscita dal carcere, verificando insieme lo sviluppo del programma
concordato e l’esito dei contatti intrapresi, offrendo sostegno
relazionale per una eventuale chiarificazione e ridefinizione di possibili
percorsi di autonomia, alla luce delle esperienze, dei contatti e dell’evoluzione
dei percorsi di vita, ecc.; |
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offrire
informazioni rispetto alla Città ed ai bisogni del quotidiano, aiutando la
persona ad orientarsi in modo strategico nell’utilizzo delle risorse
(mappatura del territorio e creazione di una banca dati costantemente
aggiornata con riferimento ai servizi sociali, di accoglienza, sanitari,
educativi, formativi, opportunità di lavoro, ecc.); |
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sviluppare
un’azione di accompagnamento, affiancando la persona nei vari contatti con
i servizi del territorio, e nei percorsi intrapresi, con un’azione
finalizzata, secondo i bisogni, al sostegno personale, alla facilitazione
nell’accedere ai servizi: all’aiuto nel disbrigo di pratiche, alla
gestione dei tempi di attesa, alla medIazIone, all’apprendimento di
competenze sociali, ecc.; |
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accogliere
documentazione rispetto alle normative, alle pratiche, alle tematiche del
carcere e della pena, alle esperienze ed ai percorsi innovativi realizzati
in altre città ed a tutte le informazioni che possano favorire i percorsi
di reinserimento, da mettere a disposizione dei volontari e di tutti coloro
che desiderino approfondire queste tematiche; |
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promuovere
ricerca sociale e confronto con le istituzioni ed i servizio pubblici e
privati del territorio, al fine di individuare percorsi specifici di
orientamento, sostegno e mediazione per supportare le persone nella ricerca
di opportunità abitative e di lavoro (progettazione di specifiche
iniziative di sensibilizzazione della Città e del territorio). |
Il
Centro di Ascolto ed Orientamento intende quindi operare, tramite i volontari
che ad esso fanno riferimento, per promuovere risposte ai bisogni di ascolto,
informazione, orientamento, facilitazione di percorsi, contatto ed
accompagnamento verso i competenti servizi sociali di coloro che necessitino di
progetti sociali strutturati. Appare quindi opportuno costruire una rete di
rapporti e di reciproca conoscenza tra i volontari del Centro ed i servizi
pubblici e privati, che potrà divenire risorsa preziosa per la persona ex
detenuta.
Il
Centro di Ascolto ed Orientamento intende essere spazio aperto di incontro e
punto di riferimento anche per cittadini ex detenuti che si trovino a vario
titolo sul territorio, e che non abbiano avuto la possibilità di contattare i
volontari del Progetto nella fase precedente la scarcerazione, e per volontari e
cittadini interessati ad approfondire le tematiche relative al carcere, alla
detenzione ed al reinserimento.
Metodologia
di lavoro per i volontari
Il
Progetto è promosso dai volontari dell’Associazione A.LI., che da anni sono
impegnati sulle tematiche penitenziarie e della giustizia, operando in percorsi
di aiuto ed assistenza sia all’interno del carcere di Parma, che sul
territorio cittadino. Il Progetto intende promuovere solidarietà ed attenzione
ancora più ampia del mondo del volontariato verso queste tematiche.
I
presupposti a cui si intende fare riferimento nell’azione e nell’intervento
sociale sono i seguenti.
La
relazione ed il dialogo con la persona
Nell’ottica
del riconoscimento dei diritti di cittadinanza, attraverso l’ascolto attivo e
la chiarificazione rispetto alle risorse ed alle opportunità del territorio, s’intende
favorire l’elaborazione e lo sviluppo delle "mete proprie" della
persona, del suo progetto di vita e della sua autonoma crescita personale all’interno
del territorio. Il Progetto vuole quindi connotarsi per questa dimensione
relazionale e di attenzione alla persona, avvalendosi della collaborazione e
dell’operatività di volontari che, per esperienza diretta personale o per
lavoro sul campo, abbiano acquisito conoscenza profonda delle problematiche del
carcere.
Il
lavoro sul territorio
Si
intende attivare e valorizzare le risorse formali ed informali pubbliche e
private, in una logica di conoscenza ed attenzione verso i servizi esistenti, di
comunicazione e scambio, di comune progettualità, nel rispetto delle proprie
specificità.
L’orientamento
e l’accompagnamento
Vogliono
realizzate in una dimensione di promozione di risorse, capacità e conoscenze
dei beneficiari, non come destinatari passivi ma come persone competenti a
decidere su problemi e le soluzioni che li riguardano; affiancamento e
accompagnamento, se necessario, nell’accesso e nell’uso delle risorse del
territorio, con un sostegno sia da un punto di vista operativo che relazionale.
La
formazione
I
volontari operanti sul progetto, impegnati all’interno del carcere o nei
percorsi esterni, si impegnano in percorsi di formazione permanenti, che
favoriscano la riflessione e il confronto sulle modalità personali di incontro
e comunicazione, di lettura dei bisogni e di intervento operativo, al fine di
condividere, nel rispetto delle peculiarità personali, una comune metodologia
di lavoro.
Il
coordinamento
Nella
logica del Progetto di creare connessioni e percorsi di collegamento tra
"il dentro e il fuori", appare fondamentale promuovere, per i
volontari impegnati nel Progetto, una metodologia di lavoro di equipe, che
consenta il confronto progettuale sulle situazioni ed il raccordo operativo
sugli interventi.
Sede
e tempi di apertura del centro di ascolto
Si
intende realizzare l’attività del Centro di Ascolto ed Orientamento presso la
sede dell’Associazione A.LI - Via Spezia n° 5, (locali condivisi con il
Consorzio di Solidarietà Sociale di Parma). Il Centro sarà aperto, almeno in
una fase iniziale, per 2 o 3 volte a settimana.
Operatori
del progetto
Costituzione
di un’equipe di lavoro composta da:
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volontari
penitenziari che svolgono la propria attività di incontro, ascolto ed
accoglienza all’interno dell’Istituto Penitenziario di Parma; |
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volontari
con sufficiente conoscenza delle problematiche del mondo penitenziario,
disponibili a lavorare sui percorsi di accompagnamento all’esterno del
carcere, all’interno della progettualità del Centro di Ascolto ed
Orientamento; |
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il
Responsabile del Progetto dell’Associazione A.LI.; |
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il
coordinatore del Progetto Carcere Forum. |
Con
riferimento a specifiche necessità, e rispetto a percorsi e problematiche
complesse, verranno attivate specifiche consulenze (ad es. in campo giuridico,
psicologico, previdenziale ecc.)
Si
prevede per l’equipe una frequenza di incontro quindicinale per una
presentazione delle situazioni, una verifica dei percorsi, uno scambio di
informazioni, una organizzazione del lavoro di accompagnamento, un coordinamento
delle azioni da realizzare, una valutazione dei contatti da attivare.
Valutazione
interventi
Si
valuta necessario realizzare fin dall’inizio un’opera di monitoraggio del
Progetto e dell’attività svolta, al fine di evidenziare periodicamente
informazioni utili per una progettazione che consenta di calibrare costantemente
l’operatività sui bisogni effettivi. Gli strumenti per la raccolta dati sono
i seguenti:
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eventuale
scheda individuale, dove poter raccogliere i dati essenziali relativi alla
persona ed ai suoi percorsi; |
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diario
giornaliero per rilevare i contatti sia all’interno che all’esterno del
carcere; |
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statistica
trimestrale che metta in evidenza numero di accessi, tipologia di bisogni,
caratteristiche socio anagrafiche dei detenuti che richiedono il servizio,
tipologia di interventi realizzati, rete dei contatti intrattenuti ecc.; |
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relazione
annuale al Consiglio Direttivo dell’Associazione, al fine di valutare il
lavoro svolto e di indirizzare nuove progettualità. |
Durata
del progetto
In
considerazione della metodologia innovativa che si intende realizzare, il
Progetto ha carattere sperimentale. La durata è prevista in 1 anno (giugno 2002
- giugno 2003). Tale periodo appare congruo per una sperimentazione del modello
operativo ed una valutazione dei primi risultati.
Al
termine del periodo di sperimentazione, si intende promuovere un’iniziativa
seminariale che consenta di presentare alle Istituzioni ed ai Servizi del
territorio (carcere, servizi ministeriali, servizi sociali comunali,
associazioni, cooperative) i dati quantitativi e qualitativi relativi al
Servizio di accompagnamento e di verificare modalità, tempi e strumenti di una
sua eventuale prosecuzione.
Tale
modalità appare adeguata rispetto alle finalità di cui l’Associazione A.LI.
intende farsi promotrice.
Fasi
di attuazione
Si
ipotizzano i seguenti tempi di attuazione:
maggio-
agosto 2002:
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presentazione
del Progetto ed avvio raccordi operativi con la Direzione del Carcere, il
CSSA, l’Assessorato alle Politiche sociali del Comune, le realtà del
volontariato che gestiscono servizi di accoglienza; |
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raccolta
ed elaborazione della documentazione e dei materiali informativi presso il
Centro di Ascolto ed Orientamento |
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costituzione
della prima equipe di lavoro dei volontari |
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predisposizione
dei materiali di raccolta dati |
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avvio
dei primi percorsi di accompagnamento |
settembre
2002:
prima
verifica sull’andamento dei percorsi di accompagnamento e verifica delle
azioni, della metodologia, delle risorse . avvio percorso di formazione con
i volontari impegnati sul Progetto, sui temi della relazione d’aiuto, sull’accompagnamento
come metodologia di intervento sociale, sulla comunicazione.
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