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Voto agli stranieri, sì del Belgio da Bruxelles Franco Serra
Avvenire, 21.02.2004
Gli extracomunitari che risiedono in Belgio da almeno 5 anni voteranno nelle elezioni comunali. La legge è Stata approvata dalla Camera dei deputati di Bruxelles, dopo il via libera del Senato alla fine del 2003. Riguarda circa 120.000 persone e verrà applicata per la prima volta nel 2006, data delle prossime amministrative. Unica condizione, oltre a quella di esser stati residenti stabili per almeno cinque anni, gli extracomunitari dovranno fare una dichiarazione scritta di rispetto dei principi della democrazia. Essi non potranno tuttavia essere eletti. Nell’Ue il diritto di voto all’insieme degli extracomunitari vigeva finora solo in Danimarca, Irlanda, Olanda e Svezia. La votazione è stata contrastata: 80 sì, 58 no e tre astensioni. La coalizione di governo si è divisa, con i socialisti a favore e i liberali fiamminghi del premier Guy Verhofstat contro, mentre hanno votato sì numerosi deputati dell’opposizione democristiana e Verde. La presenza di un forte elettorato xenofobo nel nord del Paese, la Fiandra, ha confermato la divisione fra il nord e il sud francofono, la Vallonia. Solo i socialisti delle due grandi regioni, infatti, hanno votato insieme mentre tra nord e sud si sono divisi Verdi e democristiani. Con il voto dell’altra notte il Belgio ha sottolineato la distanza che oggi in questo campo lo separa dalla vicina Olanda, dove il parlamento ha appena approvato la proposta del governo di centro-destra di rifiutare il diritto d’asilo a circa 26.000 immigrati e di espellerli a scaglioni nel giro di tre anni. Sono stati così condannati al ritorno, in condizioni di miseria estrema e spesso di pericolo di vita, persone che in molti casi vivono in Olanda da anni e anni, compresi bambini che parlano solo il neerlandese. La legge è passata nonostante la disperazione dei condannati all’esodo e le proteste dei rappresentanti delle Chiese, delle organizzazioni umanitarie, di gruppi spontanei di cittadini.
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