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Scure sul carcere di Alghero: stop alle visite specialistiche
L’Unione Sarda, 19 novembre 2003
Nuovi tagli alla spesa sanitaria nel carcere di Alghero. Questa volta sono le convenzioni con tre medici specialisti in ortopedia, dermatologia e otorino, a finire nel calderone dei risparmi forzati. Una decisione assunta dalla direzione carceraria dopo i provvedimenti giunti dal Dap (Dipartimento amministrazione penitenziaria) di Roma: freno ai costi per l’assistenza medica, razionalizzazione delle convenzioni esterne. E spinti ormai da un eccesso al risparmio, i provveditorati regionali non possono far altro che adeguarsi alle sforbiciate romane. A partire dal primo gennaio il servizio sarà garantito esclusivamente dall’azienda sanitaria locale con i propri reparti ospedalieri. Niente più visite all’interno del carcere con i conseguenti problemi di gestione delle emergenze, ma anche della routine. Da ora in poi una semplice otite comporterà una serie di problemi organizzativi: a partire dal personale di scorta ai detenuti che avranno bisogno di una visita specialistica in ospedale. Anche per la più banale delle patologie sarà necessario il trasferimento all’ospedale civile di Via Don Minzoni. E i detenuti dovranno essere accompagnati da una scorta, moltiplicando i problemi della casa circondariale alle prese con la cronica carenza di personale. Dal carcere di Alghero non si leva ancora nessuna protesta ufficiale. L’ennesimo taglio alle spese medico - infermieristiche ha comunque provocato qualche malumore tra i dipendenti. La comunicazione inviata ai tre specialisti dalla direzione carceraria non lascia scampo ad altre interpretazioni: "a seguito disposizioni impartite dal Dap Roma, la convenzione in scadenza il 31 dicembre non verrà rinnovata. Tanto per dover d’ufficio". E soprattutto non sembrano esserci margini per un ripensamento. A discapito di un servizio essenziale come quello sanitario. Il carcere di Alghero non é la prima volta che finisce al centro delle polemiche per le vicende legate al personale medico e infermieristico. Oltre un anno fa si era scatenata la protesta dei detenuti per la mancanza dei medicinali per i malati di Hiv. Ancora per i turni dei medici ed infine l’ultima notizia dei licenziamenti in tronco. Eppure la casa circondariale di Alghero è, ancora, considerata una struttura modello. Dai corsi di reinserimento sociale, al laboratorio teatrale e di informatica, sino ai docenti dell’istituto alberghiero coinvolti direttamente con dei corsi professionali. Una politica in netto contrasto con i tagli alle spese sanitarie decise a Roma. La modernità delle strutture dopo la ristrutturazione, la filosofia rieducativa rischiano però di essere vanificate dalle scelte sull’assistenza sanitaria. Il carcere di Alghero negli ultimi periodi ha visto moltiplicati i detenuti affetti da Aids o tossicodipendenti: rinunciare ai medici, anche per i controlli di routine, potrebbe trasformare il carcere modello in un girone infernale. Con i dannati davanti e oltre le sbarre.
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