Carcere
& società
Sperimentazione di reti locali per l’integrazione
socio-lavorativa di detenuti ed ex detenuti
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2002-189/RER
Parma - Consorzio Forma Futuro |
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2002-190/RER Piacenza
- Tutor SpA |
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2002-191/RER Forlì
Cesena - Consorzio Technè |
Durata
Novembre
2002 - marzo 2004
Obiettivi
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la costruzione di un sistema di monitoraggio e valutazione ad hoc degli interventi
nell’ambito della formazione professionale, transizione al lavoro e integrazione
socio-lavorativa; |
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lo sviluppo di strategie concrete e realizzabili per l’inserimento socio-lavorativo
in considerazione dell’aggiornamento del quadro normativo penitenziario e delle
politiche attive per l’occupazione; |
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dare strumenti e conoscenze per la progettazione individualizzata per l’accompagnamento
dell’inserimento socio-lavorativo dei detenuti che si misurino efficacemente
con gli strumenti messi a disposizione dall’ordinamento penitenziario; |
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dare strumenti e conoscenze per la progettazione individualizzata per l’accompagnamento
dell’inserimento socio-lavorativo dei detenuti, inteso come percorso flessibile
(all’interno del carcere, fuori dal carcere, in godimento di misure alternative,
a fine pena) e attivare modalità di integrazione tra gli strumenti della formazione
professionale e quelli dell’area trattamentale del carcere al fine di programmare
gli inserimenti; |
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costruire un modello condiviso di lavoro di rete dei soggetti istituzionali
per una maggiore efficacia nell’uso delle opportunità e degli strumenti a disposizione
per il raggiungimento del successo e della qualità degli inserimenti socio-lavorativi
dei detenuti; |
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supportare la politica dei penitenziari volta ad incrementare gli inserimenti
lavorativi esterni e quelli interni con il coinvolgimento delle cooperative
di solidarietà sociale e del mondo privato; |
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rafforzare le politiche dell’istruzione, della formazione e del lavoro a favore
dei detenuti, trasferendo i modelli di intervento regionale ad una più ampia
e vasta platea di beneficiari, ampliando i target di utenza coinvolti e assegnando
alle azioni promosse una più incisiva finalità di integrazione sul mercato del
lavoro. |
Territorio
di studio
Piacenza
Parma
Reggio
Emilia
Modena
Bologna
Forlì
Cesena
Ravenna
Ferrara
Rimini
Risultati
attesi e impatto al termine dell'attività
I risultati attesi dalle attività sono:
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valutazione delle esperienze formative e di inserimento lavorativo dei detenuti
(valutazione di efficacia), ed individuazione delle buone prassi e degli elementi
di successo degli interventi; |
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adeguare i percorsi e i modelli di transizione lavorativa sperimentati alle
modificazioni introdotte nel mercato del lavoro; |
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valorizzare l’apporto degli attori in rete e sostenere le reti territoriali
per una maggiore efficacia degli interventi integrati a sostegno dei percorsi
lavorativi; |
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offrire strumenti indispensabili all’implementazione delle politiche di formazione
ed avviamento al lavoro di detenuti ed ex detenuti che siano più efficaci rispetto
agli obiettivi di integrazione sociale; |
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mettere in rete i soggetti istituzionali che si occupano di detenuti attraverso
la condivisione del modello di monitoraggio e valutazione degli interventi di
formazione professionale; |
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incrementare la reciproca conoscenza dei linguaggi dei soggetti della rete; |
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migliorare la conoscenza da parte dei soggetti istituzionali delle strategie
e delle buone pratiche per gli inserimenti socio-lavorativi in un’ottica di
programmazione territoriale; |
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integrare la formazione professionale e l’area trattamentale del carcere attraverso
l’utilizzo e la messa in rete di professionalità, saperi, mission e la conoscenza
dei reciproci strumenti al fine di consolidare le proposte di inserimento dei
partecipanti. |
Contesto
e motivazioni dell'intervento
Nel
contesto locale, il Comune di Parma con la delibera di Giunta Comunale n. 2507/92
del 25-10-1999 ha costituito il Comitato Area Esecuzione Penale Adulti, organismo
preposto a:
a) la rilevazione dei bisogni e la conoscenza delle dimensioni
dei fenomeni attraverso l’analisi e l’elaborazione dei dati individuali;
b)
la programmazione e la sperimentazione di progetti innovativi che valorizzino
le risorse del territorio;
c) la formulazione di intese operative anche con
il settore privato, al fine anche di promuovere una cultura dell’intervento
del volontariato e dell’associazionismo non più sporadico ed occasionale ma
come parte integrata di una più vasta rete fra soggetti ed istituzioni;
d) la
pubblicazione, la diffusione e la verifica dei risultati", l’organismo
è composto dall’Assessore alle Politiche sociali del Comune di Parma, il direttore
degli Istituti penitenziari di Parma, il direttore del Centro di servizio sociale
adulti (CSSA) e l’Assessore provinciale alle politiche sociali.
Sempre il Comune di Parma e il suo Assessorato alle Politiche sociali, coinvolto
nel presente progetto, hanno attuato quanto previsto dal Protocollo di intesa
tra Ministero di Grazia e Giustizia e la Regione Emilia Romagna già citato,
concretizzando l’attivazione di servizi interni agli Istituti penitenziari di
Parma per fornire ai detenuti "informazione legale", e supportando
"i detenuti nella ricerca delle condizioni idonee (…) per usufruire di
misure alternative" attraverso l'apertura dello Sportello informativo interno.
E’ di recente data, 9 aprile 2002, l’accordo firmato tra l’Assessorato alle
Politiche sociali di Parma e la direzione degli Istituti penitenziari che prevede
un impegno congiunto nell’attivare tutte le iniziative possibili al fine di
favorire e facilitare l’accesso alle misure alternative, riconoscendo alla formazione
professionale un rilevante ruolo nel trattamento penitenziario. L’accordo prevede
che gli interventi relativi alla formazione e al lavoro coinvolgano, in uguale
misura, sia l'Amministrazione penitenziaria che gli Enti locali su un piano
di pari dignità ed in modo integrato e coordinato, in particolare gli Enti firmatari
del protocollo si impegnano a sostenere "progetti individuali" per
detenuti ammessi a percorsi di orientamento e/o formazione professionale, nonché
al lavoro interno su commissione esterna, ed al lavoro esterno. I "progetti
individuali" dovranno essere parte integrante del programma di trattamento
e comprendere ipotesi di percorso formativo e/o inserimento lavorativo. I progetti
individuali vengono elaborati attraverso il lavoro congiunto degli educatori,
degli assistenti sociali del CSSA e di esperti progettisti di formazione. E’
previsto inoltre il coinvolgimento sistematico degli Assessorati alla Formazione
professionale, degli Uffici del Lavoro e dell’Agenzia per l’Impiego affinché
i detenuti possano usufruire degli strumenti ordinari di inserimento lavorativo.
A Parma è inoltre presente ed attivo il Comitato area esecuzione penale adulti
e il Progetto Sportello informativo della Regione Emilia - Romagna.
Gli Istituti penitenziari di Parma, nei quali sono reclusi circa 600 detenuti
(tutti maschi), è da anni attivo nei processi di reinserimento socio-lavorativo
dei detenuti mantenendo uno stretto rapporto sia con la formazione professionale
che con il mondo delle cooperative di solidarietà sociale del territorio.
Il progetto risulta essere uno stimolo adeguato per le realtà attive nell’ambito
penitenziario che però soffrono della mancanza di un vero e proprio lavoro in
rete e dell’assenza di analisi storiche dei successi e degli insuccessi raggiunti.
Obiettivi
dell'intervento
Come
si prefigge il progetto nella sua complessità e in linea con quelli della azione
proposta dal Bando Regionale gli obiettivi dell’intervento sono:
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la costruzione di un sistema di monitoraggio e valutazione ad hoc degli interventi
nell’ambito della formazione professionale, transizione al lavoro e integrazione
socio - lavorativa; |
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lo sviluppo di strategie concrete e realizzabili per l’inserimento socio-lavorativo
in considerazione dell’aggiornamento del quadro normativo penitenziario e delle
politiche attive per l’occupazione; |
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lo sviluppo di strategie di intervento formativo e di buone pratiche verso la
gestione dell’inserimento socio-lavorativo dei detenuti che si misurino efficacemente
con gli strumenti messi a disposizione dall’ordinamento penitenziario; |
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dare strumenti e conoscenze per la progettazione individualizzata per l’accompagnamento
dell’inserimento socio-lavorativo dei detenuti, inteso come percorso flessibile
(all’interno del carcere, fuori dal carcere, in godimento di misure alternative,
a fine pena) e attivare modalità di integrazione tra gli strumenti della formazione
professionale e quelli dell’area trattamentale del carcere al fine di programmare
gli inserimenti; |
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costruire un modello condiviso di lavoro in rete dei soggetti istituzionali
per una maggior efficacia nell’uso delle opportunità e degli strumenti a disposizione
per il raggiungimento del successo e della qualità negli inserimenti socio-lavorativi
dei detenuti; |
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supportare la politica dei penitenziari volta ad incrementare gli inserimenti
lavorativi esterni e quelli interni con il coinvolgimento delle cooperative
di solidarietà sociale e del mondo del privato; |
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rafforzare le politiche dell’istruzione, della formazione e del lavoro a favore
dei detenuti, trasferendo i modelli di intervento regionale ad una più ampia
e vasta platea di beneficiari, ampliando i target di utenza coinvolti e assegnando
alle azioni promosse una più incisiva finalità di integrazione sul mercato del
lavoro. |
Descrizione
dell'intervento (attività da realizzare)
Essendo
Parma sede principale per la realizzazione del progetto si attiverà la necessaria
sensibilizzazione, assieme agli altri enti promotori, per la formazione del
Gruppo di lavoro e del Comitato tecnico scientifico che seguiranno lo svolgimento
dell’intero progetto. Il Consorzio Forma Futuro curerà il coordinamento di tutte
le attività al fine di realizzare le fasi previste dal progetto nel suo insieme
e precisamente:
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FASE 1: Monitoraggio ed analisi degli obiettivi del progetto: percorso che
debutterà all’inizio del progetto e terminerà con la sua fine. Verranno formati
sia il Gruppo di lavoro che il Comitato tecnico scientifico e si formalizzeranno
i ruoli, i compiti e i tempi. |
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FASE 2: Indagine sul campo: il carcere e la società: fase operativa di lavoro
sul campo con i coinvolgimento degli attori previsti dal progetto per la realizzazione,
attraverso questionari, della raccolta e analisi dei dati. |
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FASE 3: Seminari di formazione al lavoro in rete: azione di formazione e facilitazione
al lavoro in rete per migliorare gli interventi rivolti al gruppo target del
progetto. |
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FASE 4: Sperimentazione di percorsi esemplari: attivazione di percorsi a partire
dagli elementi di successo evidenziati nella FASE 1 e FASE 2. |
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FASE 5: Diffusione risultati e attività di sostegno: diffusione dei risultati
del progetto e trasferimento del modello al territorio regionale. |
Risultati
attesi e impatto al termine dell'attività
I
risultati attesi al termine delle precedenti attività sono:
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valutazione delle esperienze formative e di inserimento lavorativo dei soggetti
ristretti (valutazione di efficacia), ed individuazione delle buone prassi e
gli elementi di successo degli interventi; |
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adeguare i percorsi e i modelli di transizione lavorativa sperimentati alle
modificazioni introdotte nel mercato del lavoro; |
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valorizzare l’apporto degli attori in rete e sostenere le reti territoriali
per una maggiore efficacia degli interventi integrati a sostegno dei percorsi
lavorativi; |
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offrire strumenti indispensabili all’implementazione delle politiche di formazione
ed avviamento al lavoro di detenuti ed ex detenuti che siano più efficaci rispetto
agli obiettivi di integrazione sociale; |
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mettere in rete i soggetti istituzionali che si occupano di detenuti attraverso
la condivisione del modello di monitoraggio e valutazione degli interventi di
formazione professionale; |
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incrementare la reciproca conoscenza dei linguaggi dei soggetti della rete; |
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migliorare la conoscenza da parte dei soggetti istituzionali delle strategie
e delle buone pratiche per gli inserimenti socio-lavorativi in un’ottica di
programmazione territoriale; |
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integrare la formazione professionale e l’area trattamentale del carcere attraverso
l’utilizzo e la messa in rete di professionalità, saperi, mission e la conoscenza
dei reciproci strumenti al fine di consolidare le proposte di inserimento dei
partecipanti. |
Altre
esperienze significative
Il
Consorzio per la Formazione professionale Forma Futuro (già Centro di Formazione
Professionale Buraldi - Bedeschi) ha aperto la sua collaborazione con gli Istituti
penitenziari di Parma nel 1989. Quell’anno la direzione del carcere richiese
per la prima volta un corso di formazione in ambito informatico al fine di formare
detenuti che potessero poi lavorare in un laboratorio informatico interno in
collaborazione con la Cooperativa Cabiria di Parma. Sino al 1994 le esperienze
formative nel carcere di Parma si sono concentrare esclusivamente nella formazione
di detenuti nel contesto informatico (Microsoft Office e data base) che trovavano
occupazione presso il laboratorio interno (lavoro intramurario) o all’esterno
presso le biblioteche della città, Cooperativa Cabiria o altre cooperative sociali.
Nel 1995, d’accordo con la direzione degli Istituti penitenziari veniva inaugurata
una nuova linea di intervento sul fronte della formazione professionale in carcere
con l’attivazione di corsi di formazione al lavoro che prevedessero la qualifica
professionale. Sono stati realizzati negli anni successivi corsi per Disegnatore
CAD meccanico, Operatore elettrico, Addetto alla ristorazione (FSE), Addetto
all’assistenza di base, Operatore grafico – Indirizzo legatoria artigianale.
Le attività sono state diffuse e hanno sempre raggiunto gli standard di successo
definiti dalla Misura B del FSE. Tutti i corsi hanno incluso esperienze di stage
svolti all’esterno per i detenuti che si trovavano nelle condizione previste
dalla legge per godere di regimi alternativi alla reclusione. In tutti casi
gli stage esterni sono stati poi occasione dell’inizio di inserimenti lavorativi
esterni tramite assunzione o supportati da borse lavoro.
Attualmente sono in atto due corsi di formazione (Operatore elettrico – Impianti
civili e Operatore grafico) finanziati dalla Provincia di Parma, sono 24 i detenuti
che regolarmente frequentano e 9 di questi svolgeranno nel periodo di maggio
e giugno gli stage esterni, mentre i detenuti che non potranno godere di permessi
o regimi alternativi svolgeranno lavoro di pertinenza con il profilo professionale
del corso commissionati dall’esterno da Cooperative di solidarietà sociale della
città. I corsi citati si sono avvalsi di una stretta collaborazione con gli
esperti esterni (ex art. 80 O.P.) per l’osservazione scientifica del detenuto,
cosa che ha particolarmente facilitato la motivazione e l’accesso al godimento
della possibilità di svolgere gli stage esterni per i nove detenuti.
Per l’anno formativo 2002-2003 è stata presentata al bando della Provincia di
Parma la richiesta di finanziamento per due corsi di formazione (Operatore elettrico
– Impianti civili e Operatore grafico) sostenuti da una rete di promotori (Istituti
penitenziari di Parma, Assessorato alle Politiche sociali di Parma, Sert Parma
e dalle Cooperative di solidarietà sociale ARCA Molinetto e la Scintilla). Queste
cooperative inizieranno nel 2003 attività produttive intramurarie nel campo
dell’istallazione di impianti elettrici e della legatoria artigianale attraverso
il coinvolgimento di detenuti tramite assunzione diretta e borse lavoro.
Metodologie,
strumenti e prodotti realizzati
Fase n° 1: monitoraggio ed analisi degli obiettivi del progetto
Descrizione
della Fase
La fase consiste nella formazione del Gruppo di lavoro e del Comitato tecnico
scientifico che dovranno condividere le strategie di attuazione e realizzazione
del progetto e definire i ruoli dei propri componenti. Il lavoro dei due gruppi,
che interagiranno per tutta la durata del progetto, sarà a beneficio e a governo
del lavoro svolto anche a Piacenza e Forlì.
Per gli interventi, si prevedono riunioni plenarie mensili in fase di sviluppo
del progetto, indirizzate all’analisi dei dati raccolti, la stesura delle analisi
e l’approvazione di eventuali correttivi nelle metodologie seguite.
In questa fase si svilupperanno i contenuti dei modelli, degli indicatori e
delle metodologie che al termine del progetto rappresenteranno le buone pratiche
di intervento promosse dal bando:
Si attuerà la costituzione di un gruppo di sperimentazione e studio che sarà
di indirizzo alle funzioni di un’équipe di operatori del trattamento allargato
(esperti di formazione, operatori penitenziari area educativa, personale della
direzione degli Istituti penitenziari, responsabili degli Assessorati per le
Politiche Sociali dei Comuni, operatori appartenenti a servizi diversi a carattere
sociale e trattamentale) .
Tempi di realizzazione, quantificazione e descrizione delle risorse umane coinvolte
La fase avrà durata per tutto il progetto. Le risorse sono rappresentate dai
promotori del progetto oltre che da esperti universitari, da rappresentanti
del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria e del CSSA.
Fase
n° 2: indagine sul campo
Descrizione
della Fase
Questa fase rappresenta un momento di analisi delle esperienze formative e di
inserimento lavorativo realizzate negli ultimi 10 anni al fine di dettagliare
e valutare le caratteristiche qualitative e quantitative delle azioni positive
già realizzate, e verificare la possibilità di costruzione di buone prassi per
la soluzione del problema carcere – reinserimento - lavoro e l’individuazione
degli indicatori e criteri per la costruzione di un sistema di monitoraggio
e valutazione delle esperienze realizzate.
La rilevazione di esperienze, dati e progetti analoghi attivati nella città
e proiettati (con rilevamento dati e statistiche con modelli adeguati) nell’Emilia
consentirà di mettere a fuoco le modalità più efficaci per il trattamento del
problema del reinserimento dei detenuti, di analizzare punti di forza delle
azioni realizzate a loro favore.
La ricerca toccherà direttamente tutti i detenuti degli Istituti penitenziari
di Parma, una particolare attenzione verrà dedicata a detenuti ed ex detenuti
immigrati (clandestini regolarizzabili, clandestini non regolarizzabili) e con
problemi di tossicodipendenza, per i quali numerosi partner del progetto possono
programmare interventi su misura. Utilizzando i canali delle organizzazioni
e associazioni che operano in particolare sui clandestini, si cercherà di intervenire
anche su questa categoria in quanto sussiste un aspetto concreto di rifiuto
personale al rientro in patria come espulso che potrebbe trovare modalità di
mediazione e supporto con l'intervento di appropriate organizzazioni nell'ambito
di accordi bilaterali esistenti tra i paesi. La ricerca analizzerà inoltre la
problematica delle persone soggette a pene alternative, poiché quest’ultimo
aspetto è spesso particolarmente trascurato.
Operativamente, l’indagine partirà con uno screening preliminare finalizzato
all'identificazione di fonti informative già attive sul territorio regionale
(banche dati, servizi di incrocio domanda/offerta, siti internet, ecc.) che
possono concorrere alla localizzazione delle esperienze da censire ed analizzare.
Sulla base dei risultati verrà predisposto un modello operativo per il monitoraggio
delle esperienze, un set di strumenti per la loro analisi e valutazione contenenti
criteri di qualità per l’individuazione delle best practice passibili di diffusione.
Si attiverà quindi la rete di monitoraggio per una prima rilevazione estensiva
sul territorio delle esperienze positive di inserimento socio-lavorativo di
ex detenuti. Poi, impiegando il modello di analisi predisposto, verranno affrontate
tutte le esperienze raccolte per una loro valutazione e selezione secondo i
criteri individuati, al fine di costituire il primo corpus della banca dati
di best practice del progetto. Tutte le prassi positive saranno classificate
e sistematizzate in una banca dati sui "casi eccellenti" che documenti
tutti gli aspetti progettuali e realizzativi utili per una loro diffusione.
In sintesi si dovrà:
predisporre una mappa significativa riguardo a cosa è stato fatto negli ultimi
dieci anni e i risultati ottenuti, che cosa è possibile proporre o modificare
rispetto alla situazione attuale nel territorio della Regione Emilia Romagna;
verificare la qualità delle interazioni o reti comunicative che si attivano
tra i differenti attori coinvolti nel processo di reinserimento sociale e lavorativo
dei detenuti.
Tempi di realizzazione, quantificazione e descrizione delle risorse umane coinvolte
Questa prima fase dell'attività verrà realizzata in un periodo di sei mesi,
coinvolgendo rilevatori ed esperti di problematiche sociali legate al carcere,
provenienti dai partner del progetto e dal mondo dell’Università. Gli strumenti
di lavoro e di indagine (questionari) saranno già stati stesi nella fase di
Monitoraggio e analisi degli obiettivi del progetto.
Fase
n° 3: seminari di formazione al lavoro in rete
Descrizione della Fase
Questa fase del progetto è dedicata alla razionalizzazione e sistematizzazione
della rete stabile territoriale pubblico/privata che favorisce la definizione
di percorsi di inserimento socio-lavorativo, assumendo i risultati della rilevazione
di esperienze positive realizzata nella indagine sul campo per elaborare modelli
di intervento di rete.
Pertanto, si intende ricercare, sperimentare e capitalizzare modalità di azione
che consentano di intervenire con buone possibilità di riuscita nel lavoro con
utenze che si trovano in situazioni specifiche della detenzione o che usufruiscono
di misure alternative.
L'idea è quella di integrare, in modo permanente, una serie di azioni, rivolte
a detenuti prossimi alla scarcerazione o in semilibertà, che facilitino l’orientamento,
la ricerca di opportunità di inserimento lavorativo, la formazione dei destinatari
del progetto, coordinando l’attività degli enti e dei soggetti detentori delle
necessarie informazioni e capacità di intervento.
In particolare, il modello di rete ipotizzato in sede progettuale agirà attraverso
l’integrazione e il coordinamento di:
-
strutture in grado di realizzare azioni di orientamento all’interno del carcere,
attraverso consulenze individualizzate ai singoli destinatari; a tali strutture
sarà deputato il compito di valutare le possibilità di accesso al mercato del
lavoro dei detenuti prossimi alla scarcerazione, le loro competenze, le azioni
di supporto necessarie al successo del reinserimento socio-lavorativo;strutture che, in collaborazione con i Servizi per l’impiego, sono in grado
di ricercare le opportunità occupazionali e le offerte di lavoro presso le imprese,
le cooperative, in genere gli enti privati della regione;
-
a tali organismi sarà
assegnato il compito di sondare il territorio provinciale e regionale per valutare
i profili richiesti sul mercato del lavoro, le imprese/enti in cerca di personale
e disponibili ad ospitare in tirocinio persone svantaggiate;
-
strutture in grado di accompagnare l’inserimento lavorativo attraverso la
progettazione e la gestione di tirocini e di attività formative su misura;
-
strutture in grado di mettere in atto azioni di supporto necessarie al reinserimento
sociale dei detenuti.
Vale ancora la pena di sottolineare che la rete che si intende attivare permarrà
anche dopo la conclusione del progetto. Si tratta infatti di una rete stabile
territoriale, che non deve perdersi con l’iniziativa non corsuale qui trattata.
Si sottolinea infine che una delle azioni fondamentali del progetto è la costruzione
di un sito Internet, quale strumento di diffusione delle informazioni e di comunicazione
tra i partner del progetto, oltre che tra gli erogatori di servizi e i loro
utilizzatori.
Infatti, uno dei mezzi tecnologici che consente di divulgare ed accedere in
modo efficace e agevole alle informazioni consiste nell’utilizzo della rete
Internet. Rendendo disponibili on-line le informazioni relative alle attività
previste dal progetto, si potrà effettuare un’azione di diffusione e divulgazione
delle iniziative in corso, riducendo il gap tra attivazione di un servizio e
conoscenza dello stesso da parte del destinatario, per tendere addirittura ad
un sistema just in time.
Inoltre, un altro vantaggio dell’implementazione delle tecnologie digitali è
l’economicità e la facilità di accesso, di elaborazione, memorizzazione e trasmissione
delle informazioni. Ancora, un ulteriore fondamentale prerogativa è l’interattività,
e può essere sfruttata per un approccio completamente nuovo all’erogazione di
servizi di solidarietà sociale, oltre che all'apprendimento, all'orientamento
e alla formazione.
Ecco perché questa fase del progetto costituisce un elemento importante di implementazione,
sperimentazione, diffusione e promozione, attraverso l'attivazione di un sito
Internet che svolga le seguenti funzioni centrali:
a) diffonda le iniziative di assistenza/orientamento/formazione/inserimento
lavorativo promosse dai partner del progetto;
b) promuova le iniziative stesse, in modo da favorire il processo di selezione
dei partecipanti e la possibilità di accesso;
c) metta in rete la banca dati realizzata durante l’indagine sul campo e le
banche dati specifiche dei partner del progetto;
d) divulghi i risultati prodotti dalle iniziative attivate, in termini di personale
formato e inserito nel mondo del lavoro;
e) crei un luogo di informazione, consultazione e servizi in una logica di integrazione
di diversi attori operanti sul progetto.
Scopo del sito Internet è pertanto supportare la rete e creare nuove tipologie
di servizio in grado di potenziare il processo di innovazione dei servizi socio
assistenziali a favore dei detenuti e degli ex detenuti, al fine di rendere
l’accesso all’informazione e lo scambio di conoscenze più facilmente fruibile
e gestibile.
Si realizzeranno anche una serie di incontri (workshop) lungo tutto il percorso
di attuazione del progetto con gli operatori coinvolti e facenti parte della
rete.
Gli incontri avranno carattere di iniziative di formazione, consulenza, gruppi
di progetto con gli obiettivi di:
sensibilizzazione e formazione mirata degli operatori del sistema di rete
per un coinvolgimento diretto e partecipativo al percorso di reinserimento socio-lavorativo;
valorizzazione degli attori in rete rendendoli partecipi di valori, codici
linguistici, mission, logiche tipiche del progetto;
aggiornamento delle competenze necessarie per una gestione efficace ed efficiente
del collegamento e del coordinamento delle azioni previste;
diffusione di nuove metodologie e nuovi strumenti, in particolare della formazione
professionale;
seminario conclusivo di diffusione dei risultati e delle innovazioni.
Tempi di realizzazione, quantificazione e descrizione delle risorse umane coinvolte
Gli operatori del sistema in rete saranno coinvolti attivamente nelle fasi di
realizzazione del progetto attraverso incontri operativi (work shop) per tutta
la durata delle attività dell’intervento.
Prima dell’avvio, durante l’attuazione e nella fase conclusiva del progetto
sono previsti questi incontri tematici di riflessione, lavoro, presa di decisioni,
diffusione di informazioni in cui gli operatori potranno confrontarsi e reciprocamente
arricchirsi di ulteriori considerazioni, informazioni e daranno il proprio contributo
al momento degli incontri e successivamente con azioni all’esterno per attuare
le decisioni prese.
I work shop avranno durata di 3-4 ore ciascuno e avranno carattere mensile lungo
tutta l’attuazione del progetto.
Agli incontri parteciperanno di volta in volta gli operatori coinvolti ed avranno
un ruolo attivo dalla fase di progettazione alla fase di analisi e di messa
a punto del sistema di monitoraggio.
Sarà importante anche il seminario conclusivo di restituzione dei risultati
e di diffusione delle modalità di lavoro e degli aspetti innovativi e di attuazione
delle attività.
Il carattere divulgativo sarà nei confronti delle categorie interessate e non
solo degli operatori che hanno avuto un ruolo nel progetto.
I coordinatori che fanno capo agli Enti di formazione professionale produrranno
materiali, relazioni, documenti informativi che divulgheranno costantemente
durante l’intero arco di tempo di attuazione del progetto anche all’interno
del sito Web previsto dal progetto, dove appariranno i dati dell’evoluzione
del progetto e i risultati raggiunti sotto forma di monitoraggio qualitativo
e in termini di inserimenti nel mondo del lavoro e del tessuto sociale.
Fase
n° 4: sperimentazione di percorsi esemplari
Descrizione della Fase
Dopo la definizione degli indicatori e criteri per la costituzione di un sistema
di monitoraggio e valutazione delle esperienze realizzate nell’ambito della
formazione, transizione e integrazione sociale e la messa a punto delle risorse
umane e tecnologiche necessarie alla creazione della rete, questa fase del progetto
prevede la sua sperimentazione, attraverso la realizzazione, e l’analisi delle
competenze professionali dei detenuti che si trovano in condizioni giudiziarie
che permettano il godimento di regimi alternativi di percorsi di reinserimento
socio-lavorativo che misureranno l’efficacia della rete e dei propri strumenti.
Verranno utilizzati strumenti della formazione professionale quali il bilancio
di competenze e i tirocini orientativi e formativi anche legandosi ai progetti
di formazione in essere all’interno dei penitenziari durante lo svolgimento
del progetto. Il bilancio delle competenze rivolto ad un’utenza di detenuti
assume una valenza di azione orientativa prima e di aiuto all’inserimento lavorativo
successivamente. La popolazione carceraria conta di persone che hanno maturato,
anche durante il periodo detentivo, delle notevoli competenze. Si pensi ai detenuti
che per anni hanno assistito compagni inabili, lavorato in cucina, curato la
pulizia degli ambienti o sono stati impiegati nella manutenzione ordinaria.
Possono vantare un’esperienza lavorativa, senza tuttavia essere in possesso
di alcun documento/certificazione che attesti quella serie di conoscenze, abilità,
competenze che negli anni li hanno arricchiti. L’utente privilegiato e diretto
delle azioni del bilancio di competenze è il singolo. In Italia questo processo
di orientamento e il bilancio di competenze non ha un taglio sociale, ma è diventato
uno strumento di riposizionamento strategico nel Mercato del Lavoro.
La presente fase si pone l’obiettivo di creare così una mappa di opportunità
per favorire e promuovere azioni di aiuto alle persone che dovranno avvicinarsi
al mondo del lavoro e di sperimentazione degli attori della rete, attraverso
l’utilizzo di strumenti molto flessibili e semplici da utilizzare come il portafoglio
di competenze.
La sperimentazione si innesta su un'esperienza di attività pluriennale del Consorzio
Forma Futuro condotta all’interno del carcere in collaborazione con i soggetti
locali inclusi in questo progetto. La necessità di sistematizzazione e di sperimentazione
fa riferimento in particolare agli aspetti già evidenziati:
sistematizzazione e sperimentazione di una rete territoriale che funziona
supportata da un sistema informativo di rete e di progetto;
messa a punto di percorsi rivolti a detenuti nelle diverse condizioni per
contribuire a ridurre la possibilità di fallimento nei percorsi di reinserimento
socio-lavorativo.
La sperimentazione condotta durante questa fase del progetto riguarderà non
soltanto il modello di attivazione ed erogazione integrata dei servizi, ma anche
gli strumenti telematici utilizzati (ad esempio il sito internet). In questo
modo si potrà valutare la bontà dell’assetto organizzativo, del sistema informativo
nei confronti dell'utenza, del sistema di comunicazione e relazione tra i partner
della rete, il successo degli strumenti messi a punto.
Si individueranno i detenuti prossimi alla scarcerazione o in semilibertà, si
realizzeranno colloqui individuali di orientamento e finalizzati al bilancio
di competenze, si incroceranno le esperienze e le capacità lavorative dei destinatari
con la domanda di lavoro espressa dalle imprese e dalle cooperative sociali
del territorio, si predisporranno tirocini formativi progettati "su misura"
rispetto alle esigenze di entrambi gli interlocutori, si valuteranno le successive
possibilità di reinserimento lavorativo, si attiveranno gli altri partner del
progetto in grado di dare supporto per il reingresso nella comunità.
L'attività rivolta ai detenuti ha l'obiettivo di attivare nei destinatari processi
decisionali individuali, in un’ottica inizialmente orientativa che rinforzi
e sperimenti in modo protetto le competenze relazionali e di problem solving;
è fondamentale proporre al destinatario un’opportunità costruita congiuntamente,
in cui egli abbia la netta possibilità di riconoscersi e di investire, intravedendone
la concreta finalizzazione e i supporti anche sociali a fronte dei problemi
collaterali. È importante che questo percorso sia collegato con il sistema personale
di aspettative del detenuto e agganciato realisticamente ad un bilancio di competenze
che aiuti, nella fase di autovalutazione, a valorizzare anche la motivazione
personale integrandola nella concreta rete delle risorse territoriali.
I tirocini con i quali si avvierà l’inserimento lavorativo dei detenuti saranno
progettati congiuntamente dagli operatori delle diverse strutture della rete
territoriale. Saranno progettati singolarmente per ogni destinatario, valutando
i risultati del bilancio di competenze, le aspettative, le motivazioni, i saperi
in ingresso, così da predisporre percorsi il più possibile aderenti alle caratteristiche
dell’utente. I tirocini andranno pertanto a definire profili lavorativi differenziati,
e avranno durata anch'essa diversa, poiché dovranno essere progettati in funzione
delle esigenze formative del destinatario e dell’ambito lavorativo in cui andrà
ad operare.
Al termine di questa fase si potrà valutare il successo delle azioni compiute
considerando il risultato positivo o negativo delle attività integrate messe
in atto.
Tempi di realizzazione, quantificazione e descrizione delle risorse umane coinvolte
Questa azione si realizzerà nei quattro mesi finali del progetto e continuerà
anche oltre il suo termine coinvolgendo tutti i partner del progetto nel momento
attuativo sperimentale della rete. Si utilizzeranno esperti di orientamento
e di problematiche sociali legate al carcere, gli esperti impegnati nell’osservazione
scientifica del detenuto così come previsto nell’Ordinamento penitenziario,
esperti di formazione ed esperti del mercato del lavoro e della cooperazione
sociale.
Fase
n° 5: diffusione dei risultati ed attività di sostegno
Descrizione della Fase
L’ultima fase del progetto costituisce un’azione di sensibilizzazione della
comunità e di divulgazione dei risultati del progetto. Come già sottolineato,
esiste un vero e proprio distacco tra realtà locale e realtà penitenziaria,
tra cittadini e detenuti. La realtà del penitenziario rimane infatti "invisibile"
alla comunità, che non ne conosce i problemi, l’organizzazione, le attività.
La rottura, o per lo meno l’attenuazione, di tale distacco può realizzarsi con
iniziative di sensibilizzazione ed informazione.
Si effettueranno pertanto momenti di incontro strutturati (se ne prevedono 3),
su due livelli: uno per le associazioni e i referenti istituzionali, in cui
verrà presentato il risultato dell’attività condotta, e un momento più propriamente
rivolto a promuovere l’interazione "carcere-società". Si è rilevato
d’altra parte che la promozione di contatti più diretti (ex detenuto -
azienda;
ex detenuto - famiglia disponibile ad aprire un punto d’appoggio) favorisce
il superamento delle diffidenze.
Tali incontri saranno realizzati in diverse località della regione, presso le
quali sono presenti istituti penitenziari, durante i quali interverranno esperti
dei servizi sociali e delle organizzazioni della rete, oltre che rappresentanti
di imprese ospitanti i tirocini e detenuti che avranno usufruito dei servizi
del progetto, per divulgare non soltanto i risultati dell’iniziativa ma anche
e soprattutto per incidere sul distacco tra realtà carceraria e comunità civile.
Questa azione potrà avere effetto inoltre sulla domanda di sicurezza in termini
di assunzione di responsabilità da parte della comunità, pur in presenza di
una tendenza politico-culturale complessiva a declinare il concetto di sicurezza
in termini difensivo - punitivi piuttosto che in una prospettiva di integrazione
sociale.
L’attività di diffusione finale dei risultati rimane comunque fondamentale,
poiché:
serve a rendere visibile l’esperienza compiuta anche al di là dei soggetti
direttamente coinvolti e a consentire collegamenti con altre realtà;
serve a rendere i soggetti istituzionali partecipi delle conclusioni del progetto
e degli output da esso generati;
sensibilizza l’opinione pubblica sull’importanza di agire in modo integrato
sulle fasce deboli.
Le azioni che compongono questa fase sono:
pubblicazione di metodologie, standard e di report sull’esperienza e loro
diffusione;
realizzazione cicli di seminari dedicati alla popolazione, per la diffusione
dei risultati del progetto e per portare a conoscenza la realtà del carcere;
inserimento sul sito Web delle azioni, delle metodologie e dei risultati complessivi
del progetto;
momenti di confronto con i soggetti regionali e provinciali che curano le
politiche di intervento della formazione professionale compresi nella Misura
B.
Tempi di realizzazione, quantificazione e descrizione delle risorse umane coinvolte.
Questa fase verrà realizzata nei due ultimi mesi del progetto coinvolgendo esponenti
dei partner del progetto. La cura e la divulgazione dei risultati sul sito Web
verrà affidata invece a esperti per la gestione del sito.
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