Parma

 

Fuori dal carcere la vita: il reinserimento non è più un'utopia
Intesa tra il Comune e l'istituto di pena

 

GAZZETTA DI PARMA, 25 maggio 2002

 

 

«Dentro e fuori. Fuori e dentro». E' questo il frequente balletto del detenuto che una volta uscito dal carcere fatica a trovare il reinserimento nella società civile. E spesso ritorna dietro le sbarre. Ma il futuro per il detenuto nuovamente libero, potrebbe essere diverso. Almeno per quelli che si lasciano alle spalle il carcere di via Burla. Le strade per il reinserimento (alcune già in atto come lo sportello informativo all'interno della struttura penitenziaria) sono contenute in un protocollo d'intesa siglato ieri mattina nella sala di rappresentanza del Municipio fra l'assessorato alle Politiche sociali del comune e l'istituto penitenziario di via Burla. Sono intervenuti il provveditore regionale degli Istituti di pena in Emilia Romagna Aldo Fabozzi, l'assessore ai Servizi sociali Maria Teresa Guarnieri con il direttore Lorena Baccarani, il direttore del carcere Silvio Di Gregorio e numerosi operatori, tra cui il responsabile del Sert Rocco Caccavari, il tutor legale dello sportello informativo Cristina Rossi e il direttore della Caritas don Andrea Volta. Ma quali sono i punti base del protocollo appena firmato? «Innanzitutto l'impegno fra carcere e amministrazione comunale per realizzare in sintonia il percorso di reinserimento, ha spiegato l'assessore Guarnieri: gli aiuti e gli stimoli devono partire dall'interno dell'istituto penitenziario, come la formazione professionale che sarà di grande supporto al detenuto, nel ritorno alla normalità. Da parte nostra c'è l'impegno di creare le condizioni perché l'inserimento si possa realizzare. In quest'ottica sono in progetto strutture abitative destinate ai detenuti e ai loro familiari». L'alleanza fra Comune e carcere è stata apprezzata dal direttore regionale degli istituti di pena Aldo Fabozzi che ha giudicato la realtà di Parma come un esempio da seguire. «Il protocollo non è un punto d'arrivo _ ha poi precisato il direttore del carcere Di Gregorio _ ma è un libro aperto a tutti quanti vogliono collaborare per un ritorno dignitoso del detenuto nel contesto sociale; dal mondo del volontariato a quello degli imprenditori». I progetti sono tanti e la Guarnieri assicura che non sono soltanto parole. «Ogni anno verificheremo i risultati delle nostre azioni». E non nasconde la soddisfazione per i risultati ottenuti dallo sportello informativo avviato nel marzo scorso. «Un punto di riferimento indispensabile per i detenuti _ ha sottolineato il tutor legale Cristina Rossi _ dove possono avere informazioni su come ci si muove all'interno del carcere, come esercitare i propri diritti, le possibilità di inserimento all'esterno». E se il detenuto è straniero (metà della popolazione di via Burla è composta da extracomunitari) ci sono mediatori culturali e linguistici. Nella sinergia Comune-carcere trova posto anche un'edizione del nuovo regolamento carcerario tradotta in albanese, arabo e inglese. Tutto questo impegno per ridurre il balletto del detenuto a un solo passo; quello che porta fuori. Ma definitivamente.

 

Precedente Home Su Successiva