Il TG di Buoncammino

 

Benvenuti al TG di Buoncammino
Un sito Internet confezionato da un gruppo di detenuti
La collaborazione fondamentale di uno studio di informatica e l'ok del direttore

 

La Nuova Sardegna, 20 agosto 2002



Non solo grida di dolore da Buoncammino. La scorsa settimana, prima dell'arrivo del Guardasigilli Roberto Castelli e prima di esternazioni di cui non si sentiva il bisogno («Le carceri non sono hotel di lusso»), i detenuti della casa circondariale che guarda uno dei panorami più maestosi della città avevano denunciato in una lettera «le condizioni di estrema invivibilità» che quotidianamente sono costretti a sopportare.
Oggi arriva una buona notizia, la nascita di un TG su internet messo a punto e organizzato proprio dai detenuti. Una iniziativa che è partita quasi in punta di piedi lo scorso novembre, che si è sviluppata negli ultimi mesi e che ha cerca una visibilità ancora una volta attraverso una lettera.
State a sentire: «Si chiama TG Buoncammino ed è un telegiornale realizzato nel carcere. Non è trasmesso in diretta, ovviamente ma lo si può seguire su internet collegandosi al sito http://www.tgbuoncammino.com»., un sito che promuove la realtà dei carcerati». Ma come è possibile realizzare un notiziario in carcere, dove tra l'altro non è consentito l'accesso a Internet. L'interfaccia, questa volta più umano che tecnologico. è garantito dai responsabili di uno studio di informatica di Cagliari e da volontari del settore. Lo spiega Roberto Spiga, detenuto da 14 anni e con fine pena nel 2006: «Sono io che faccio da tramite tra l'interno e l'esterno. Inserisco nel sito i lavori che io e gli altri detenuti realizziamo e con l'autorizzazione della direzione li invio ai volontari di informatica per la pubblicazione su Internet, comprese le risposte dei visitatori del sito». Ma per molti detenuti non è solo una passione con la quale spendere giornate che altrimenti sarebbero vinte dalla noia ma la specializzazione nel web designer potrebbe essere una professione magari da intraprendere quando saranno fuori, alla ricerca di un lavoro.
Di che cosa si parla nel notiziario di Buoncammino? Innanzitutto della realtà che si vive dentro un carcere considerato da tutti come l'inferno, dove anche chi ha avuto la sfortuna di passare un solo giorno ha ricordi tutt'altro che piacevoli. Ma non si parla solo dei problemi e delle emergenze (che sono molteplici e che sono state puntualmente denunciate al termine di una qualsiasi visita di una delle tante commissioni di inchiesta parlamentari). Uno spazio importante è dedicato alle attività che si svolgono dentro il carcere. Ma non mancano - continua la lettera - gli spazi dedicati on line alle interviste, ai servizi speciali. agli approfondimenti.
Al telegiornale di Buoncanmmino lavorano attualmente sei detenuti, che sono pratici di informatica e che hanno un minimo di competenza sull'argomento. Ci sono poi due detenuti che fungono da tecnici e altri dodici che assicurano la redazione delle notizie. «Tutti diventano a turno inviati veramente speciali in una realtà che fuori è davvero tutta da scoprire e che non in molti conoscono. E per una volta i detenuti web-giornalisti si sono confessati su internet. Mariano, 53 anni, addetto al montaggio e alla grafica tridimensionale: «È un modo per evadere davvero. E attraverso questa iniziativa guardiamo alla realtà con autoironia». Roberto, 41 anni, specializzato nelle pagine html: «Ho scoperto soltanto in carcere, prima a Pisa e adesso qui a Cagliari, questa attività: ma cercherò di farla anche una volta uscito da qui». Ma saranno diverse le interviste che saranno molto presto pubblicate sul sito del carcere.
Insomma, una realtà diversa e che forse nemmeno in molti immaginano. Un modo come un altro comunque per conoscere situazioni inedite e realtà ignote a chi non può varcare il carcere di Buoncammino. Perché davvero non arrivano solo grida di dolore da un carcere che tutti vogliono chiudere ma che resterà lì - nonostante le promesse (le ultime sono arrivate proprio nella giornata di Ferragosto dal ministro di Grazia e giustizia Roberto Castelli: «Tempo tre o quattro anni e il carcere sarà trasferito altrove» - a dominare la città dal colle di Buoncammino.

 

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