Gli errori giudiziari...

 

Eurispes: 4 milioni gli italiani vittime
di errori giudiziari negli ultimi 50 anni

 

Il Giornale, 8 febbraio 2003

 

Nel gennaio 2002 un uomo è stato assolto per non aver commesso il fatto dopo aver trascorso 16 mesi in carcere con l’accusa di violenze carnali e lesioni. L’anno prima, a febbraio, un condannato all’ergastolo con l’accusa di aver ucciso la moglie fu lasciato libero dopo sette anni dietro le sbarre. A giugno dello stesso anno un giovane di 25 anni è stato riconosciuto innocente dopo aver trascorso 6 anni e 4 mesi in carcere, come presunto omicida. Tre casi di clamorosi errori giudiziari, citati nel rapporto Eurispes sulle storie di ingiusta detenzione.

Secondo un calcolo compiuto dall’istituto di ricerca nell’arco degli ultimi cinquant’anni sarebbero 4 milioni gli italiani vittime di svarioni giudiziari: dichiarati colpevoli, arrestati e solo dopo un tempo più o meno lungo, rilasciati perché innocenti. Un dato che al ministero dl Giustizia non confermano, e che è stato ricavato da un’analisi delle sentenze e delle scarcerazioni per ingiusta detenzione nel corso di cinque decenni.

Dal ‘92 c’è la possibilità per gli innocenti ritenuti colpevoli e poi rimessi in libertà, chiedere e ottenere un risarcimento per in giusta detenzione. Negli ultimi anni, rivela il rapporto Eurispes, basato sulle cifre fornite dal ministero del Tesoro, i casi di indennizzi concessi sono in continuo aumento: erano 197 nel ‘92, 360 nel ‘93, 476 nel ‘94. Fino ai 738 del ‘99 e ai 1.263 del 2000. Nel ‘99 i risarcimenti hanno superato i 14 miliardi di vecchie lire, quasi il triplo rispetto al ‘92.

La media degli indennizzi per persona varia da 18 al 20 milioni di vecchie lire a domanda. Ma dipende dai casi: un ex sindaco ha ottenuto 50 milioni di vecchie lire come contributo riparatore per la sua ingiusta detenzione. A un assessore siciliano, dopo 38 giorni di carcere e 25 di arresti domiciliari, è stato assegnato un risarcimento di 250 milioni di lire.

Finora l’Eurispes registra che il pagamento più alto concesso per un errore giudiziario a un ex imputato è di 400 milioni di vecchie lire, andati a un avvocato palermitano che rimase tre mesi in carcere con l’accusa di associazione mafiosa prima di essere scarcerato. Nel maggio 2001, un uomo, in cella a Palermo per cinque anni e un mese, accusato di aver commesso quattro omicidi e di essere un affiliato alla mafia, fu risarcito con 350 milioni di vecchie lire.

Negli ultimi tre anni c’è stata un’impennata di domande presentate da extracomunitari: un quarto delle richieste di risarcimento arrivate alla Corte di appello di Firenze proveniva da immigrati. A marzo 2001 due albanesi a Torino hanno ottenuto 550 milioni in due di risarcimento dopo aver trascorso un anno in carcere con l’accusa di violenza carnale.

La Procura più «generosa» con gli ex carcerati ingiustamente detenuti è Napoli: a partire dal ‘92 sono 449 i risarcimenti decisi dai giudici partenopei, quasi il 10 per cento del totale.

Le sentenze di indennizzo sono state 279 a Roma, 210 a Milano. Appena tre a Campobasso. In complesso nelle procure del Sud hanno concesso finora più della metà dei risarcimenti totali, contro il 24,4 per cento del nord e i1 21,5 per cento del centro Italia.

Ma dai dati del primo quadrimestre 2001, gli ultimi disponibili, risulta che in quel breve periodo di tempo la sola Procura di Roma ha accettato 241 domande di risarcimento, più di ogni altra Procura in quei quattro mesi: due al giorno.

 

Precedente Home Su Successiva