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Antimafia: 41 bis, revoche in calo nel 2004 ma l’allarme resta
Agi, 4 maggio 2004
Nei primi quattro mesi del 2004, i detenuti che si sono visti revocare dal magistrato di sorveglianza il provvedimento del 41bis (il cosiddetto "carcere duro") sono 12: lo scorso anno, nello stesso periodo, erano stati 29. Lo ha reso noto Pierluigi Vigna, procuratore nazionale antimafia, nel corso dell’audizione davanti alla Commissione parlamentare antimafia svoltasi stamane a palazzo San Macuto. Ricordando che, in tutto il 2003, le revoche del 41 bis erano state ben 72, Vigna ha parlato di un’incoraggiante "inversione di tendenza", determinata in parte "dall’entrata in vigore della nuova legge" e in parte da "alcune, recenti sentenze della Corte di Cassazione che hanno chiarito molti dei dubbi interpretativi", soprattutto in materia di proroga dei provvedimenti e di "qualità" dei delitti ai quali il 41bis può essere applicato. "L’allarme dettato dal numero delle revoche disposte nel 2003 - ha ammesso il presidente della Commissione, Roberto Centaro - è rientrato, ma sino ad un certo punto: bisogna verificare lo spessore dei boss che ne hanno beneficiato e far sì che la legge sia più facilmente applicabile, riducendo al massimo la possibilità di interpretazioni diverse e, in qualche caso, abnormi. In questo senso, il contributo offerto dalla Cassazione è stato importantissimo". Attualmente, ha spiegato Pierluigi Vigna, i detenuti sottoposti al 41bis sono 611, a fronte dei 636 dell’ultimo aggiornamento, datato 13 ottobre 2003. Dei 611 detenuti in regime di carcere duro, 210 appartengono a Cosa nostra, 130 alla ‘ndrangheta, 123 alla camorra, 58 ad "altre mafie", 48 alla mafia pugliese, 41 alla stidda e soltanto uno alla criminalità comune.
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