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Protocollo
di intesa tra la Regione dell’Umbria
Perugia, 7 marzo 2001
che la Regione dell’Umbria già tiene in considerazione nella propria azione di governo le problematiche relative al contesto dell’esecuzione penale per le materie di sua competenza;
Le parti si impegnano
Il Ministero della Giustizia e la Regione Umbria convengono
su quanto segue
Comunicazione e strumenti informatici e telematici
Le parti concordano sulla importanza della comunicazione e sullo scambio di conoscenze per la migliore realizzazione degli impegni assunti Con il presente Protocollo. A tale fine le parti si impegnano a sostenere lo sviluppo dei mezzi informatici e telematici. La Regione Umbria fornirà al Ministero della Giustizia, sulla propria rete i servizi di connettività e di interoperabilità, qualora necessari, alle interazioni con il dominio giustizia nell’ambito della RUPA e nell’ottica della rete nazionale.
Organizzazione uffici giudiziari
Vista la particolare importanza rivestita dagli Uffici Giudiziari di Perugia nell’ambito dell’Organizzazione Giudiziaria nazionale, considerata l’attuale ubicazione degli uffici sopra indicati suddivisi in varie sedi, in modo non funzionale all’espletamento dell’attività giudiziaria, il Ministero della Giustizia si impegna a concentrare nell’attuale complesso penitenziario di Piazza Partigiani, non appena sarà Teso libero, gli uffici giudiziari situati nella città di Perugia. Si andrà così verso la realizzazione della cittadella giudiziaria. Nel quadro delle iniziative previste dal "piano d’azione giustizia", il Ministero della Giustizia si impegna ad adeguare alle esigenze operative le strutture edilizie degli uffici giudiziari di Temi e Spoleto. Si impegna, altresì, a destinare agli uffici giudiziari del distretto della Corte d’Appello di Perugia risorse materiali ed umane, atte a consentire uno svolgimento più efficace dell’attività giudiziaria. In particolare per quanto riguarda il perSOnale amministrativo assume 1 ‘impegno a coprire le vacanze negli attuali organici e a rivedere le piante organiche del personale giudiziario e di SUpportO all’attività giurisdizionale. Per quanto riguarda il personale della magistratura lo stesso Ministero assume l’impegno a sollecitare il C.S.M. per la copertura delle vacanze di organico e per una revisione dell’organico stesso. La Regione dell’Umbria si impegna a valutare la possibilità di insediamento di punti di primo soccorso negli uffici giudiziari del distretto.
Assistenza sanitaria e salute in carcere
La salute intesa come benessere psico-fisico è strettamente legata alla qualità delle condizioni di vita quotidiana all’interno dell’istituto penitenziario, al trattamento e alla tutela dei diritti delle persone ristrette. n Ministero della Giustizia e la Regione dell’Umbria orientano i propri interventi nel rispetto delle indicazioni contenute nel decreto legislativo 22 giugno 1999, n. 230 avente ad oggetto "riordino della medicina penitenziaria, a nonna dell’art. 5 della legge 30.11.98 n. 419",e della recente intesa Stato-Regioni che prevede, in relazione ai risultati della sperimentazione, il trasferimento delle funzioni di assistenza sanitaria svolte dall’amministrazione penitenziaria al Servizio Sanitario Nazionale. La Regione dell’Umbria e il Ministero della Giustizia si impegnano a garantire la più ampia collaborazione reciproca, nel rispetto delle proprie competenze, al fine sia di governare la delicata fase di avvio del trasferimento delle funzioni senza arrecare pregiudizio alcuno ai soggetti detenuti ed internati, sia nel favorire la predisposizione della "carta dei servizi sanitari", così come previsto dall’art. 1 comma 3 del decreto legislativo suddetto. A tale scopo, stante l’importanza dei servizi sanitari presenti negli istituti penitenziari di Perugia (centri clinici maschile e femminile), le parti si impegnano a costituire una commissione mista che regoli il passaggio delle competenze. La Regione dell’Umbria si impegna ad assicurare l’assistenza sanitaria ai detenuti ed internati nel rispetto e in attuazione della legge di riordino citata, secondo le indicazioni del progetto obiettivo previsto dall’art. 5 dal decreto legislativo 230/99 ed approvato con Decreto Ministeriale del 21 aprile 2000, assumendo come principi fondamentali della propria azione: l’eguaglianza, l’imparzialità la continuità assistenziale, il diritto di scelta, la partecipazione alle prestazioni sanitarie anche con la collaborazione delle associazioni di volontariato per tutelare l’efficacia, l’efficienza, il rispetto della privacy .
La Regione dell’Umbria si" impegna, altresì, affinché le ASL:
La Regione dell’Umbria e il Ministero della Giustizia, ciascuno per quanto di competenza, si impegnano a:
Trattamento tossico e alcool dipendenti
La Regione dell’Umbria si impegna ad emanare opportune disposizioni alle ASL affinché, nei programmi di assistenza sanitaria, riabilitazione e reinserimento sociale, previsti per i tossicodipendenti, siano a pieno titolo inclusi i soggetti tossicodipendenti presenti negli istituti penitenziari.. compresi i soggetti affetti da A.I.D.S. e H.I.V., detenuti o sottoposti a misure alternative e limitative della libertà personale. La Regione dell’Umbria, oltre a confermare la collaborazione da tempo definita con apposite convenzioni tra i SERT e gli istituti penitenziari, si impegna ad assicurare per i soggetti tossicodipendenti ed alcooldipendenti sottoposti a custodia cautelare e in esecuzione di pena detentiva un intervento terapeutico tempestivo subito dopo ingresso in carcere. nonché la predisposizione di un programma terapeutico che continui anche dopo uscita dal carcere, e comunque la continuità terapeutica nel caso in cui il detenuto proveniente dalla libertà fosse già in programma terapeutico. A tal fine i SERT competenti per istituti si coordineranno con quelli competenti per residenza, per assicurare una continuità di trattamento terapeutico. Il Provveditorato Regionale ed il Centro di giustizia minorile promuoveranno intese con le ASL al fine di rendere il più possibile efficaci gli interventi dei SERT.
Gli organici dei SERT dovranno prevedere differenti professionalità per svolgere interventi adeguati secondo l’età, l’area di provenienza e le specifiche condizioni soggettive.
La Regione dell’Umbria si impegna a predisporre programmi che garantiscano la salute dei tossico/ alcool dipendenti e contemperino strategie più strettamente terapeutiche con quelle preventive e di riduzione del danno, anche in collegamento con le comunità terapeutiche locali.
Il sostegno degli interessi umani, culturali, professionali, l’azione rieducativa e il rispetto della dignità delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale negli istituti penitenziari.. nei servizi minorili della Giustizia, o in misura alternativa sul territorio dell’Umbria, rientra nelle competenze istituzionali dell’Amministrazione Penitenziaria e della Giustizia Minorile e comporta il coinvolgimento, in termini coordinati e integrati, delle competenze e delle relative funzioni della Regione e degli Enti Locali. Per il perseguimento degli obiettivi posti a fondamento del trattamento penitenziario, la Regione dell’Umbria, nell’esercizio delle proprie funzioni istituzionali, recependo le diverse indicazioni nel merito formulate dalla Commissione Nazionale per i rapporti con le Regioni e gli Enti Locali, si impegna per una concreta traduzione operativa di quanto previsto dalla normativa vigente e, in particolare, per la creazione delle condizioni utili ad attivare un efficace rapporto di collaborazione tra Amministrazione Penitenziaria, Giustizia Minorile (rappresentate nel loro insieme a livello regionale rispettivamente dal Provveditorato regionale e dal Centro per la Giustizia Minorile), Ente Locale e organizzazioni di volontariato. Tale collaborazione, dovrà assumere le connotazioni proprie del progetto.
Orientamento al lavoro e formazione professionale territoriale
Le parti concordano sulla necessità di prestare la massima attenzione alle esigenze di orientamento al lavoro e formazione professionale rivolta alle persone sottoposte a misure privative o limitative della libertà personale, quale momento imprescindibile dell’opera di socializzazione delle persone sottoposte ad esecuzione penale; conseguentemente si impegnano a formulare insieme il programma delle attività formative secondo le esigenze del mercato del lavoro. Fermo restando l’impegno di favorire, con opportuni interventi, l’attuazione dei programmi di formazione ed orientamento al lavoro già esistenti, la Regione dell’Umbria si impegna a sperimentare "Progetti Formativi" tesi a sviluppare l’inserimento lavorativo nel tessuto sociale da parte dei soggetti interessati, attivando anche strumenti (borse di studio, borse lavoro, L.P.U. etc.) che facilitino il loro inserimento lavorativo. Si impegna inoltre a promuovere progetti di formazione innovativi anche in relazione a nuove professionalità. L’obiettivo è perseguito attraverso la collaborazione tra le strutture dell’Amministrazione penitenziaria e dell’Ufficio Centrale per la -Giustizia Minorile e i servizi territoriali competenti, i quali periodicamente forniranno ogni notizia sul mercato del lavoro utile ad orientare i corsi professionali in armonia con la domanda di lavoro esistente sia sul territorio regionale che su quello di provenienza dei soggetti detenuti. A tale scopo la Regione dell’Umbria si impegna a coordinare l’attività degli enti locali, delle organizzazioni di volontariato, delle associazioni e cooperative di solidarietà sociale che operano senza fine di lucro. L’orientamento al lavoro, la formazione professionale e l’inserimento lavorativo dovranno realizzarsi anche attraverso percorsi individualizzati e di gruppo da effettuarsi sia all’interno degli II.PP. che all’esterno per soggetti in esecuzione penale esterna. I corsi dovranno essere organizzati di norma per aree territoriali al fine di facilitarne la frequentazione tenendo conto del luogo di dimora del gruppo partecipante. I corsi organizzati all’interno degli II.PP. e quelli realizzati all’esterno dovranno essere collegati allo scopo di favorire la continuità della frequenza dei detenuti che, per qualsiasi ragione, siano dimessi dal carcere in costanza di svolgimento del corso all’interno della struttura penitenziaria e prima ancora di aver conseguito la "certificazione". Sarà prevista la partecipazione ai corsi di soggetti non coinvolti nell’area penale, congiuntamente ai sottoposti a pena. n Ministero della Giustizia si impegna, al fine di agevolare la partecipazione dei detenuti ai corsi di formazione, a prevederne anche il temporaneo spostamento in altri istituti della regione. Il Ministero della Giustizia di concerto con gli organismi locali competenti, si impegna a riconvertire e/ o sviluppare le attività produttive già presenti negli istituti penitenziari; la Regione dell’Umbria si impegna a sostenere la commercializzazione dei prodotti. Ferma restando la responsabilità organizzativa degli interventi che sostanziano il trattamento penitenziario di competenza dell’Amministrazione Penitenziaria e della Giustizia Minorile, la gestione degli interventi, laddove sia coinvolto l’Ente Locale, si realizza d’intesa tra Direzione Penitenziaria, Direzione del Centro di Servizio Sociale per Adulti, Direzione dei servizi della giustizia minorile ed Ente Locale di riferimento, mediante convenzione o altri tipi di accordo. In tale ambito il progetto collaborativo locale, che potrà avere valenza pluriennale prevederà:
I progetti relativi al trattamento potranno avere anche carattere sperimentale al fine di procedere, d ‘intesa tra le parti, a quelle modifiche in itinere che si rendessero necessarie per un più efficace perseguimento degli obiettivi prefissati, rimuovono gli ostacoli che a questo si frappongono. Dalla valutazione dei progetti saranno tratti quegli elementi utili per la eventuale ridefinizione delle strategie di intervento dei servizi coinvolti. Gli interventi a favore delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale in forma totalmente o parzialmente extra murale, rivestono per la Regione carattere di particolare importanza. In conformità alle disposizioni vigenti è garantita parità di trattamento tra cittadini italiani, cittadini stranieri, nomadi e apolidi. Gli interventi ad integrazione e supporto del trattamento penitenziario resi dai presidi, dai servizi e dalla comunità locale gravano finanziariamente sui rispettivi bilanci di competenza. IL Ministero della Giustizia, al fine di consentire alla Regione dell’Umbria di programmare gli interventi di competenza secondo anche gli impegni assunti con il presente protocollo, si impegna a fornire con cadenza semestrale i dati riferiti al territorio della regione, relativi a:
Il Ministero della Giustizia e la Regione dell’Umbria s’impegnano a favorire e sostenere le organizzazioni del volontariato nelle attività volte alla socializzazione, sia all’interno degli II.PP. sia nell’esecuzione penale esterna.
La Regione dell’Umbria si impegna: attraverso l’Osservatore regionale sulla condizione penitenziaria e post-penitenziaria, nella sensibilizzazione dell’opinione pubblica rispetto al problema dell’integrazione del detenuto, sia come adempimento del dovere inderogabile di solidarietà sociale, di rilievo costituzionale, sia come esigenza di recupero alla società civile di risorse umane, sia come condizione di sicurezza sociale; nel coinvolgimento degli Enti Locali nell’opera di reinserimento sociale, nonché nell’individuazione e rimozione delle cause della devianza, con pa1ticolare riguardo al fenomeno della recidiva; nella predisposizione di idonei meccanismi per la più tempestiva localizzazione delle situazioni "a rischio" in visita di interventi preventivi;nell’organizzazione di t centri di accoglienza per detenuti in permesso od ammessi al regime di detenzione domiciliare od affidamento in prova al servizio sociale, che Siano privi di validi riferimenti esterni, familiari od ambientali; nell’incentivazione ed organizzazione di attività culturali, ricreative e sportive anche attraverso la programmazione dell’osservatorio regionale sulla condizione penitenziaria che ne cura la realizzazione con criterio di continuità; tra le attività di continuità; tra le attività culturali si impegna a sostenere l’istruzione, anche in riferimento alla istituzione dei centri territoriali permanenti (ordinanza n. 455/97 del M. P. I.);nell’organizzazione di corsi di formazione e di orientamento professionale ed artigianale all’interno delle strutture penitenziarie ed incentivazione della popolazione detenuta per la più ampia partecipazione; nel promuovere e sostenere le iniziative volte al collocamento nel mondo del lavoro, con particolare riguardo verso i detenuti che abbiano seguito con profitto i corsi professionali e/ o siano in condizione di usufruire di misure alternative.
Il Ministero della Giustizia si impegna a: fornire dati personali, nel rispetto della privacy, con riferimento a soggetti in esecuzione di pena detentiva e/ o in misura alternativa, comunque prossimi al termine della pena e bisognevoli di utile supporto post-pena, al fine di dare continuità, anche dopo la fine della pena, e non vanificare il percorso socializzante già seguito; soddisfare le personali esigenze di vita religiosa, spirituale e morale anche attraverso l’organizzazione di riunioni, a garantire il diritto di partecipare ai riti delle varie confessioni all’interno degli istituti e a rendere disponibili libri e pubblicazioni. Al fine di rendere operativo quanto sopra stabilito le parti concordano quanto segue:
Territorializzazione della pena
Il Ministero della Giustizia in attuazione del principio generale di Territorializzazione dell’esecuzione penale previsto dall’ordinamento penitenziario, si impegna, per quanto possibile, a destinare agli istituti penitenziari della Regione dell’Umbria i detenuti umbri e a favorire il rientro di quelli detenuti in altre Regioni. Nel contempo il Ministero individuerà i criteri per assicurare la mobilità sul territorio nazionale dei detenuti non residenti e che si trovino nelle condizioni giuridiche di non accedere a quelle misure finalizzate al reinserimento all’esterno.
Considerata l’importanza che l’edilizia penitenziaria riveste per l’ attuazione del principio di Territorializzazione dell’esecuzione della pena, per la realizzazione del trattamento dei detenuti, nonché per assicurare condizioni di vita decorose agli operatori penitenziari, le parti si impegnano, nell’ambito di uno sviluppo equilibrato del territorio della Regione Umbria, a ridefinire congiuntamente il piano di edilizia penitenziaria. In particolare per gli istituti penitenziari di Perugia, per i quali è già previsto il trasferimento in un nuovo complesso penitenziario in stato avanzato di costruzione, in località Capanne di Perugia, il Ministero della Giustizia si impegna a sollecitare il completamento della nuova struttura, al fine di lasciare disponibile quanto prima la sede di Piazza Partigiani. La Regione dell’Umbria si impegna affinché il Comune di Perugia attui tutte le opere di urbanizzazione civile quali: fogne, acqua, viabilità, mezzi di trasporto e quanto altro possa essere utile per inserire il complesso penitenziario nel tessuto cittadino e per agevolare lo svolgimento dell’attività lavorativa da parte di tutti gli operatori. Nella formulazione del nuovo piano le parti terranno presente comunque la Raccomandazione R (87) sulle regole penitenziarie europee, al fine di perseguire gli obiettivi:
La Regione dell’Umbria s’impegna a prevedere nella programmazione territoriale dell’edilizia penitenziaria, risorse anche per l’edilizia residenziale a favore degli operatori penitenziari. Gli oneri relativi alla costruzione e al riadattamento degli istituti penitenziari, ivi compresi gli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria, gravano sulle parti come da normativa vigente. In tale ambito la Regione dell’Umbria intende far confluire le risorse previste dalle vigenti leggi regionali in materia, introducendo criteri di priorità d’accesso ai Comuni sedi di uffici giudiziari, istituti e servizi penitenziari per adulti e per minori. La Regione si impegna ad aumentare i fondi di dotazione ai Comuni sedi di uffici giudiziari nonché di istituti e servizi penitenziari, di servizi per la giustizia minorile nell’ambito degli interventi regionali di edilizia sovvenzionata e a rivalutare, in misura adeguata nella percentuale e nella procedura di erogazione, la riserva di alloggi anche per la polizia penitenziaria.
Interventi specifici rivolti a particolari situazioni: donne e stranieri
Fermo restando l’impegno di attuare pienamente quanto previsto dal presente protocollo per tutti i detenuti, senza distinzione di sesso, nazionalità e religione si ritiene necessario evidenziare i particolari problemi di cui sono portatori alcune fasce di detenuti, come le donne e gli stranieri nei cui confronti è doveroso prevedere azioni aggiuntive ad integrazione di quelle rivolte alla generalità dei detenuti.
La condizione delle detenute richiede una particolare attenzione sia in riferimento agli specifici problemi legati al sesso (casi di maternità e accudimento del figlio in situazione di detenzione), sia in riferimento alla condizione psico-fisica (in prevalenza si tratta di reati collegati alla tossicodipendenza), sia in riferimento al peso numericamente irrilevante a livello nazionale della presenza femminile all’interno degli istituti, che rischia di lasciare queste persone in un’area di ulteriore marginalità rispetto alla programmazione complessiva degli interventi per i detenuti. L ‘istituto femminile di Perugia che comprende sezioni di (Casa Circondariale e Casa di Reclusione, Semilibertà e Centro Clinico), ospitando anche donne con bambini minori fino all ‘età di 3 anni, già attua sia interventi mirati all’accudimento dei minori e alla loro socializzazione all’interno dell’istituto, sia un complesso di collegamenti con i servizi specifici esterni (asili nido, consultori familiari ecc.) per l’inserimento dei minori le cui madri sono detenute; le parti si impegnano, ciascuno per quanto di competenza, a migliorare le iniziative già in atto per assicurare una equilibrata crescita dei bambini. La Regione si impegna per l’assistenza socio-sanitaria degli stessi, con particolare riguardo all’accesso ai servizi socio-educativi previsti per l’universalità della popolazione. La Regione si impegna altresì alla formazione psicopedagogica del personale penitenziario addetto all’istituto e selezionato dall’amministrazione.
Il Ministero della Giustizia e la Regione dell’Umbria, salvo il più favorevole trattamento dello straniero nell’area penale, derivante dalle norme di diritto internazionale, concordano per la eliminazione di ogni ostacolo all’effettivo godimento dei diritti fondamentali della persona umana, al pari del cittadino italiano secondo i principi della L. 40/98 e D.P.R. 394 del 31/08/99. A tal fine le parti si impegnano a promuovere iniziative per consentire allo straniero di conoscere l’Ordinamento Penitenziario, poter quindi fruire dei diritti da esso garantiti, delle opportunità e delle facoltà processuali riconosciute al~’imputato; si impegnano altresì ad agevolare il contatto con le autorità del paese di provenienza, al pari dello straniero non detenuto. Le Parti si impegnano ad istituire, nell’ambito delle strutture penitenziaria, servizi di mediazione culturale ed a rendere effettivo il diritto all’interprete..
Interventi a favore dei minorenni
La specificità dei problemi relativi al disadattamento minorile, secondo le indicazioni del D.P.R. 22 settembre 1988 n. 448 e del D.L. vo 28 luglio 1989" n. 272, dà ragione di interventi coordinati e differenziati che abbiano considerazione delle diverse potenzialità evolutive dell’adolescente e del diverso modello procedimentale e sanzionatorio che seguono la devianza minorile rispetto alla problematica degli adulti. Le parti si impegnano a fornire, ciascuna secondo le proprie competenze, ogni informazione utile per rilevare lo stato di attuazione delle misure individuate dai provvedimenti legislativi n. 448/88 e 272/89, al fine di potenziarne l’azione secondo un programma di interventi congiunti che tengono conto delle risorse disponibili e delle esperienze maturate a tutt’oggi nel settore. Nell’ottica del recupero e della prevenzione della devianza sarà posta attenzione al grado di scolarità e alla problematicità che ricorre in questo ambito dei soggetti interessati, al fine di valorizzarne il rapporto di interdipendenza con la devianza; in collaborazione con le Istituzioni scolastiche e con gli Enti Locali. Facendo propri i criteri e le finalità di cui alla legge 28.8.97 n.285, in quanto passaggi obbligati per un orientamento socialmente positivo del minore, le parti ricercheranno intese per il miglior utilizzo delle risorse normative secondo criteri di razionalità, tenendo conto delle specificità degli ambiti territoriali previsti dall’art. 2 ed individuando, nella realtà dei singoli ambiti territoriali, specifiche aree suscettibili di interventi mirati e integrati. A tal fine la Regione Umbria si impegna a dare impulso per il pieno e tempestivo utilizzo dei fondi come previsto dal co. 3 art. 2 L. n. 285/97. Nell’ambito del territorio regionale dovranno ricercarsi i meccanismi più idonei pero una tempestiva individuazione dei soggetti esposti alla devianza, sia in ragione delle aree di provenienza che sulla base dei primi segnali di disadatta mento manifestati nell’ambito della scuola dell’obbligo o in altri servizi per i minori, e comunque nei luoghi di vita, in collaborazione con le Istituzioni locali. Particolare attenzione dovrà essere posta alle problematiche dei minor stranieri, nomadi o apolidi (e alle minorenni detenute con figli in età non superiore ai tre anni) attivando specifiche azioni di supporto. Particolare attenzione sarà riservata ai minori per i quali è stato disposto dal Tribunale per i minorenni il collocamento fuori della famiglia a norma degli artt. 330, 333 e 336 del Codice Civile. Le parti promuoveranno intese con gli Uffici del Tribunale per i minorenni per il reperimento dei dati anche statistici relativi alla distribuzione nel territorio regionale della criminalità minorile, tenendo conto delle tipologie oggettive e soggettive del reato, avendo cura di approntare idonei meccanismi per la tempestiva rilevazione di mutamenti a carattere generale delle tendenze antisociali. Per il perseguimento degli obiettivi a favore dei minorenni l’Osservatorio regionale sulla condizione penitenziaria e post-penitenziaria redigerà un apposito programma dettagliato a media scadenza e, sulle attività realizzate, sarà redatta relazione con cadenza periodica. Al fine di potenziare l’opera di «educazione e formazione del Minore», le parti si impegnano a promuovere opportune intese con le Istituzioni scolastiche locali volte ad organizzare - attività di formazione ed educazione presso i Centri scolastici circoscrizionali, a cui accedono minori in esecuzione di provvedimenti penali alternativi alla detenzione, anche ponendo attenzione al fenomeno della dispersione scolastica7 tenendo conto delle indicazioni e dello spirito della Ordinanza del Ministero della Pubblica Istruzione n. 455/97 istitutiva dei centri territoriali di educazione permanente. Altre intese con l’Amministrazione della Pubblica Istruzione, in sede locale o centrale, saranno promosse al precipuo scopo di contenere il fenomeno della dispersione scolastica. Di concerto con le Istituzioni scolastiche Regional4 le parti si impegnano ad elaborare meccanismi per la individuazione di soggetti a rischio nell’ambito della scuola dell’obbligo, nel rispetto della privacy e di ogni altro tutelato interesse del minore, secondo criteri volti ad evitare ogni forma di discriminazione o etichettamento. Le parti, in via sperimentale, si impegnano a promuovere la istituzione in una provincia della Regione dell’Umbria di un servizio di mediazione penale, al fine di offrire una maggiore attenzione alle vittime, riattivare un processo di responsabilizzazione del minore autore di reato, si da consentire la riapertura della comunicazione tra le due parti. Il Ministero della Giustizia e la Regione dell’Umbria, si impegnano a sostenere finanziaria mente l’iniziativa e, dopo una adeguata sperimentazione, ad estenderla in tutto il territorio regionale.
Le comunità per i minori in area penale
Preso atto dell’insufficienza sul territorio regionale dell’attuale disponibilità di strutture residenziali giovanili - iscritte all’Albo Regionale e in rapporto con il Centro Giustizia Minorile di Firenze - che accolgono minori sottoposti, con provvedimento giudiziario, al collocamento in comunità in misura cautelare, in misura di sicurezza e in applicazione art. 28 c.p.p.m., la Regione dell’Umbria si impegna a riservare fondi per: 1. adeguare il finanziamento delle comunità per minori esistenti nella Regione in ragione di una maggiore qualificazione degli interventi sui bisogni dell’area minorile; 2. stimolare le comunità di accoglienza per minori, presenti nel territorio regionale, a rispondere anche alle esigenze di trattamento e di collocamento in comunità delle varie tipologie di minori sottoposti a provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria; 3. organizzare la formazione e l’aggiornamento del volontariato e raccordarne l’opera con quella delle comunità regionali.
Il Ministero della Giustizia e la Regione dell’Umbria:
In particolare si impegnano a sostenere:
Partecipazione del volontariato
Nel recepire le "Linee di indirizzo in materia di volontariato" approvate dalla Commissione Nazionale Consultiva e di Coordinamento per i rapporti con le Regioni e gli Enti Locali il 10 marzo 1994, nonché il Protocollo d’intesa sottoscritto l’8 giugno 1999 dal Ministero della Giustizia con la Conferenza Nazionale del Volontariato Giustizia, il Ministero della Giustizia e la Regione dell’Umbria, oltre agli interventi specifici previsti nei capitoli di carattere generale, favoriscono la collaborazione organica con il privato sociale no-profit e con il volontariato impegnati nei confronti dei condannati e dei soggetti a rischio di comportamenti criminali. Obiettivo di tale azione congiunta è la promozione di interventi di prevenzione, di trattamento e di supporto al reinserimento sociale che, partendo da iniziative autonome o da progetti comuni, si coordinino con le funzioni e le attività programmatiche e organizzative delle istituzioni pubbliche.
Formazione e aggiornamento degli operatori
Il Ministero della Giustizia e la Regione dell’Umbria si impegnano a definire programmi di formazione congiunta rivolti al personale dell’Amministrazione Penitenziaria, della Giustizia Minorile, degli Enti Locali e del Volontariato, secondo le indicazioni contenute nelle linee di indirizzo sulla formazione congiunta approvate dalla Commissione Nazionale Consultiva e di Coordinamento il 10 marzo 1994. Nel formulare programmi di formazione permanente o di aggiornamento, terranno conto delle variabili legate:
Il Ministero della Giustizia e la Regione dell’Umbria, ritenuto fondamentale il ruolo della Polizia Penitenziaria dal punto di vista trattamentale e della sicurezza fuori e dentro le strutture penitenziarie, intendono valorizzarne le funzioni. A tale scopo si impegnano a promuoverne e migliorarne i processi di integrazione e partecipazione sociale (alloggi, asili nido, accesso ai centri sportivi e culturali etc.), analogamente a quanto previsto per le altre Forze di Polizia, fermi restando gli impegni assunti in tema di edilizia e di formazione professionale.
Il lavoro che si svolge all’interno degli istituti, dei servizi penitenziari, dei servizi della giustizia minorile e degli uffici giudiziari, comporta la responsabilità dell’attuazione delle norme previste a tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori con riferimento al D.L. 626/94. Le ASL territorialmente competenti per tali istituti e servizi, si impegnano a fornire alle direzioni degli stessi, il supporto di competenza in ordine ad una sempre più efficace tutela della salute dei lavoratori) con interventi, sia nei confronti degli operatori che nei confronti dei detenuti o degli ammessi alle misure alternative che svolgono attività lavorativa all’interno o all’esterno della struttura penitenziaria, individuando gli ostacoli culturali, strutturali o gestionali e collaborando alla loro rimozione.
Assistenza alle vittime del delitto
In particolare la Regione dell’Umbria si impegna, attraverso raccomandazioni e sollecitazioni alle Amministrazioni Locali, a favorire l)accesso alle risorse del territorio da parte delle vittime o dei loro familiari. Si impegnano altresì a promuovere o a sostenere i progetti che prevedono la prestazione di attività socialmente utili da parte di condannati in favore di enti o associazioni di volontariato. Inoltre le parti si impegnano a promuovere, nell’ambito delle proprie competenze, la crescita di una cultura che favorisca la ricomposizione del rapporto tra vittima e autore di reato, al fine di sostenere quei percorsi codificati dell’esecuzione penale esterna (es. affidamento in prova al servizio sociale, liberazione condizionale), che presuppongono specifiche prescrizioni nei programmi di reinserimento da espletarsi nei confronti della vittime del reato.
Al fine di rendere operativa la presente "intesa" le Parti convengono di avvalersi dell’Osservatorio regionale sulla condizione penitenziaria e post penitenziaria adeguatamente integrato di una sezione minori. Dell’Osservatorio dovranno fare parte, quali membri necessari, per li Ministero della Giustizia:
Per la Regione:
All’Osservatorio regionale, oltre alle funzioni sue proprie, si conviene di attribuire il compito di:
L’Osservatorio regionale, nell’ambito delle aree d’intervento oggetto dell’intesa, dovrà individuare i settori per i quali si renda necessaria la costituzione di gruppi di lavoro con funzioni specifiche.
Il Ministero della Giustizia e la Regione dell’Umbria indicheranno rispettivamente un referente per curare i rapporti derivanti dall’applicazione del presente Protocollo.
Il Ministero della Giustizia e la Regione dell’Umbria s’impegnano a dare al presente Protocollo la più ampia diffusione nonché le direttive generali per la sua realizzazione.
Il Ministero della Giustizia nella persona del Ministro Guardasigilli On.le Piero Passino, la Regione dell’Umbria nella persona della Presidente On.le Maria Rita Lorenzetti, sottoscrivono il presente protocollo d’intesa con il quale si impegnano all’esecuzione di tutti gli atti consequenziali a quanto in premessa dichiarato.
Il presente atto è firmato in doppio originale
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