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Il Presidente della Regione Marche e il Ministro della Giustizia
Ancona, 9 marzo 2001
CONVENGONO E SI IMPEGNANO su quanto segue:
Comunicazione e strumenti informatici e telematici
L'obiettivo di una piena funzionalità della macchina della Giustizia può essere raggiunto in particolare anche attraverso una accelerazione nell'innovazione di nuove tecnologie che vanno applicate su larga scala. A tale fine le parti si impegnano a sostenere lo sviluppo dei mezzi informatici e telematici. La Regione Marche fornirà al Ministero della Giustizia, sulla propria rete i servizi di connettività e di interoperabilità, qualora necessari, alle interazioni con il dominio giustizia nell’ambito della RUPA e nell’ottica della rete nazionale.
Organizzazione uffici giudiziari
Nel quadro del forte impegno deciso dal Governo e dal Parlamento con i recenti provvedimenti, per adeguare alle esigenze le risorse finanziarie dedicate al sistema Giustizia, il Ministero si impegna a realizzare un complesso significativo di interventi capaci di migliorare la funzionalità degli Uffici Giudiziari della Regione Marche. Il complesso delle risorse impegnate su progetti definiti o in corso di definizione ammonta ad oltre 60 miliardi. Sono previsti interventi per la ristrutturazione dei tribunali di Jesi, Osimo, Amandola, San Benedetto del Tronto, Camerino, Pesaro e Fano, mentre ad Ascoli Piceno il Ministero della Giustizia è impegnato per la costruzione di un nuovo Palazzo di Giustizia. Si conferma altresì l’impegno a concludere gli interenti necessari per gli uffici giudiziari di Ancona, mentre si esprime piena disponibilità a procedere alla ristrutturazione di quelli di Macerata. Tra gli interventi diretti a realizzare uno svolgimento più efficace dell’attività degli uffici giudiziari del distretto di Ancona sono previste misure, che saranno assunte in tempi stretti, relative all'organico del personale amministrativo ed in parte del personale della magistratura; più in generale per quanto riguarda l'organico della magistratura il Ministero assume l’impegno a sollecitare il Consiglio Superiore della Magistratura per la copertura delle vacanze di organico e per una revisione dell’organico stesso. Ciò con particolare priorità per il Tribunale di Ancona. Il Ministero si impegna, inoltre, a coprire completamente la pianta organica dei Giudici di Pace. La Regione Marche valuterà la possibilità di istituire punti di primo soccorso negli uffici giudiziari del distretto.
Interventi a favore dei minorenni
La protezione e la tutela dell’infanzia e dell’adolescenza sono un interesse-dovere dello Stato in tutte le sue articolazioni ed il preminente interesse del minore e la salvaguardia dei suoi diritti sono criteri guida per l’impostazione di politiche sociali efficaci a sostenere e favorire i processi di crescita e sviluppo della persona. Le parti affermano che, specie per l’individuo in età evolutiva, sono necessarie l’unitarietà e la globalità dell’intervento, ricomponendo sull’individuo la possibile frammentazione delle funzioni, delle competenze e delle risorse attivabili dai singoli Enti.. Per garantire concretamente i diritti di tutti i minori, compresi quelli imputati di reato, occorre favorire una politica coordinata che affronti con una strategia globale la promozione degli stessi, elaborando comuni strategie per il loro concreto perseguimento.
3. a – territorializzazione degli interventi
Il D.P.R. n°448/88 e il D.lgs. n°272 sanciscono il principio che la misura detentiva rappresenta nei confronti del minore sottoposto a procedimento penale una scelta residuale, a fronte della quale vengono introdotte misure volte a rimuovere le cause che hanno determinato la condotta deviante, anche attraverso azioni concrete nel territorio dove esse sono state prodotte ed attivando quelle risorse territoriali che possono fornire al minore e al suo nucleo familiare il necessario sostegno al processo evolutivo della sua personalità e a quello di responsabilizzazione rispetto al reato. L’utenza penale minorile della Regione Marche, fortemente connotata come minori denunciati a piede libero e sottoposti a programmi di messa alla prova, richiede un ulteriore impegno a:
Facendo propri i criteri e le finalità di cui alla L. n°285/97, le parti ricercheranno intese per il miglior utilizzo delle risorse stanziate, promovendo una progettualità comune tra tutti i soggetti, istituzionali e non, che operano attivamente nel campo dell’infanzia e dell’adolescenza, anche al fine di una efficace prevenzione del disagio adolescenziale. Le parti, ognuno per la propria competenza, si impegnano ad attivare la partecipazione fattiva degli organismi del Terzo Settore presenti sul territorio, anche al fine di garantire la piena partecipazione dei minori alle attività da esse proposte.
Le parti si impegnano a rilevare, monitorare ed elaborare strategie comuni di intervento riguardo alle problematiche legate al disagio minorile, con particolare riguardo all’emergere di fasce deboli giovanili, quali:
3. c – comunità per minori in area penale
Le parti si impegnano, per gli aspetti di propria competenza, a collaborare per monitorare la presenza sul territorio regionale di strutture comunitarie e gruppi appartamento che accolgono minori di età compresa tra i 14 e i 18 anni, nonché giovani sottoposti a procedimento penale. La Regione Marche si impegna in un’azione di ulteriore qualificazione della rete delle offerte residenziali e semiresidenziali per i minori e della loro diversificazione rispetto ai progetti educativi.
3. d – attività di sperimentazione
Le parti si impegnano, in via sperimentale, a promuovere in una provincia della Regione attività di mediazione, al fine di prevenire situazioni di rischio di devianza, operando negli ambiti più significativi della vita relazionale del giovane, nonché a promuovere una cultura della mediazione che presti maggiore attenzione alle vittime del reato, attivando processi di responsabilizzazione e di riapertura comunicativa fra le parti. La Regione si impegnerà, altresì, a promuovere la formazione congiunta di operatori relativamente all’attività di mediazione. Un ulteriore ambito di sperimentazione è costituito dagli interventi previsti dalla L. n°66/96, recante "Norme contro la violenza sessuale". La Regione si impegna a promuovere la formazione congiunta degli operatori dei Servizi degli EE.LL., delle AA.UU.SS.LL. e del Ministero della Giustizia relativamente all’abuso sessuale sui minori e a sollecitare, presso le sedi competenti, l’adeguamento delle strutture interessate.
3. e - difensore civico per l’infanzia e l’adolescenza
La Regione Marche si impegna a verificare la fattibilità dell’istituzione di un organo di garanzia che, in piena libertà ed indipendenza, possa assicurare la tutela degli interessi e dei diritti individuali e collettivi dell’infanzia e dell’adolescenza. La Regione determinerà le modalità per la nomina del Difensore civico per l’infanzia e l’adolescenza, l’articolazione territoriale, l’organizzazione degli uffici e le funzioni del difensore civico.
3. f – formazione professionale ed avviamento al lavoro
La Regione Marche ed il Ministero della Giustizia considerano la formazione professionale e l’avviamento al lavoro elementi fondamentali per la positiva costruzione dell’identità personale del soggetto in età evolutiva. Considerato che molti dei minori sottoposti a procedimento penale presentano esperienze di abbandono scolastico o di dispersione scolastica, che rendono più difficile l’ingresso qualificato e gratificante nel mondo lavorativo, le parti si impegnano a sostenere attività di prevenzione di tali fenomeni. Il Ministero della Giustizia e la Regione Marche si impegnano a favorire l’accesso, sia per i minori sottoposti a misure cautelari che per minori per i quali si elaborano o attuano progetti di messa alla prova (art. 28 DPR 448/88), a percorsi di recupero o a corsi di formazione professionale. La Regione Marche si impegna a favorire la fruizione dei corsi professionali da parte dei minori sottoposti a procedimento penale attraverso un’ampia diffusione dell’offerta formativa e facilitandone l’accesso. Al fine di sostenere l’avviamento al lavoro dei minori appartenenti alle fasce più deboli (minori stranieri, zingari, eccetera), le parti si impegnano ad incrementare forme di sostegno specifico (borse lavoro, abbattimento degli oneri sociali, sostegno del tutoring). I progetti di formazione ed avviamento al lavoro saranno incentivati dalla Regione Marche anche attraverso la facilitazione delle modalità di accesso ai finanziamenti Comunitari.
Si applicano a favore dei minorenni, in quanto compatibili, le previsioni di intervento riferite alla popolazione adulta contenute nella presente intesa e non esplicitamente indicate in questo capitolo.
Assistenza sanitaria e salute in carcere
Il diritto alla salute è un diritto fondamentale dell’individuo e della collettività e come tale va garantito anche a coloro che vivono in condizioni di restrizione. La Regione Marche ed il Ministero della Giustizia riconoscono che la salute va intesa come benessere psico-fisico strettamente legata alla qualità delle condizioni di vita quotidiana all’interno dell’Istituto Penitenziario, al trattamento e alla tutela dei diritti delle persone ristrette. La Regione Marche e il Ministero della Giustizia, secondo le indicazioni contenute nel D.Lgs. n. 230/99, così come modificato dal D.lgs. 433/00, si impegnano a garantire la più ampia collaborazione reciproca, nel rispetto delle proprie competenze, al fine di governare, in relazione ai risultati della sperimentazione, la delicata fase di avvio del trasferimento delle funzioni senza arrecare pregiudizio alcuno ai soggetti detenuti ed internati. Le parti concordano che il Progetto Obiettivo per la tutela della salute in ambito penitenziario (D.M. Sanità 21.4.2000), costituisce il principale riferimento per la riorganizzazione dell’assistenza sanitaria alla popolazione detenuta; esse si impegnano perciò a favorirne la sua rapida e puntuale applicazione previa formale consultazione degli organismi e degli operatori che a vario titolo si interessano della materia, in modo da avere soluzioni operative condivise. La Regione Marche si impegna perciò ad assicurare l’assistenza sanitaria ai detenuti ed internati secondo le indicazioni del Progetto Obiettivo assumendo come principi fondamentali della propria azione: l’eguaglianza, l’imparzialità, la continuità assistenziale, il diritto di scelta, la partecipazione alle prestazioni sanitarie anche con la collaborazione delle associazioni di volontariato per tutelare l’efficacia, l’efficienza e il rispetto della privacy. Le parti riconoscono che l’assistenza sanitaria anche quando viene erogata in ambiente penitenziario deve essere espletata in struttura accreditata e perciò in possesso di specifici requisiti sanitari, strutturali e funzionali che saranno determinati secondo la normativa vigente e tenendo conto delle peculiarità delle strutture sanitarie carcerarie e dei tempi di adeguamento. La Regione Marche inoltre si impegna affinché le AUSL assicurino:
La Regione Marche e il Ministero della Giustizia, ciascuno per quanto di competenza, si impegnano a:
La Regione Marche si impegna:
La stessa Regione è impegnata a:
4. a - trattamento dei tossico e alcool dipendenti
L’assistenza sanitaria ai tossicodipendenti è stata trasferita al S.S.N. a partire dall’1.1.2000 e pertanto le AUSL sono già impegnate ad attuare, anche per i soggetti tossicodipendenti presenti negli Istituti Penitenziari, programmi di assistenza sanitaria, riabilitazione e reinserimento sociale previsti per gli altri utenti. Saranno ugualmente inclusi nei programmi dei presidi e dei servizi specifici territoriali i soggetti affetti da AIDS e HIV+ detenuti o sottoposti a misure alternative e limitative della libertà personale presenti nel territorio delle Marche. I SER.T competenti per Istituti di pena, al fine di assicurare la continuità terapeutica ai soggetti tossicodipendenti ed alcoldipendenti, si coordineranno con i Servizi competenti per residenza. Compatibilmente con le esigenze cautelari sarà garantito, subito dopo l’ingresso in carcere, l’intervento terapeutico necessario, d’intesa con le strutture sanitarie dell’Istituto di Pena. In ogni caso sarà assicurata, in tempi idonei, da precisarsi nel protocollo operativo di ogni singolo Istituto, la presa in carico dei soggetti sottoposti a custodia cautelare e in esecuzione di pene detentive assicurando la necessaria continuità assistenziale. Nel corso della presa in carico verrà effettuata la diagnosi multidisciplinare dei bisogni, in particolare per quanto riguarda i trattamenti farmacologici anche di mantenimento, nonché la predisposizione di un programma terapeutico che continui anche dopo l’uscita dal carcere. Le Direzioni degli Istituti penitenziari da parte loro si impegnano ad assicurare adeguati spazi strutturali, temporali e funzionali per lo svolgimento della attività dei SER.T. La Regione Marche si impegna inoltre a predisporre programmi di tutela della salute dei tossico/alcool-dipendenti, che contemperino strategie più strettamente terapeutiche con quelle preventive e di riduzione del danno. Le parti concordano infine sulla necessità di attivare nella Regione una sezione a custodia attenuata previa verifica della fattibilità.
4. b - tutela della salute nei luoghi di lavoro all’interno di istituti e servizi penitenziari
Il lavoro che si svolge all’interno degli Istituti, dei Servizi penitenziari e dei Servizi della Giustizia minorile, comporta la responsabilità per le Direzioni dell’attuazione delle norme previste a tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori, ivi compresi gli operatori che svolgono attività di volontariato, ai sensi del D.L. 626/94 e secondo le previsioni di cui al D.M. 29.8.1997 n. 338. Le AUSL territorialmente competenti per tali Istituti e Servizi, si impegnano a fornire alle Direzioni degli stessi, il supporto di competenze in ordine ad una sempre più efficace tutela della salute dei lavoratori, con interventi sia nei confronti degli operatori che nei confronti dei detenuti.
Attività trattamentali
Il trattamento delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale negli Istituti penitenziari, nei Servizi Minorili della Giustizia, o in misura alternativa sul territorio delle Marche, rientra nelle competenze istituzionali dell’Amministrazione Penitenziaria e della Giustizia Minorile e comporta il coinvolgimento, in termini coordinati e integrati, delle competenze e delle relative funzioni della Regione e degli Enti locali. Gli interventi a favore delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale in forma totalmente o parzialmente extra muraria rivestono per la Regione carattere di particolare importanza. In conformità alle disposizioni vigenti è garantita parità di trattamento tra cittadini italiani, cittadini stranieri e apolidi. Per il perseguimento degli obiettivi posti a fondamento del trattamento, la Regione Marche, nell'esercizio delle proprie funzioni istituzionali, recependo le diverse indicazioni nel merito formulate dalla Commissione Nazionale per i rapporti con le Regioni e gli Enti locali, si impegna per una concreta traduzione operativa di quanto previsto dalla normativa vigente e, in particolare, per la creazione delle condizioni utili ad attivare un efficace rapporto di collaborazione tra Amministrazione Penitenziaria, Giustizia Minorile (rappresentate nel loro insieme a livello regionale rispettivamente dal Provveditorato Regionale e dal Centro per la Giustizia Minorile), Enti locali e organismi del Terzo Settore. Tale collaborazione potrà anche assumere la connotazione di progetti specifici, attuati a mezzo di convenzioni tra le direzioni degli Istituti Penitenziari, le Direzioni dei Centri di Servizio Sociale per Adulti, le Direzioni dei Servizi Minorili, gli Enti locali di riferimento, anche associati negli ambiti territoriali di cui al Piano sociale regionale, e gli organismi del Terzo Settore. La responsabilità organizzativa degli interventi che sostanziano il trattamento penitenziario appartiene all’Amministrazione Penitenziaria e alla Giustizia Minorile. La gestione degli interventi, laddove siano coinvolti l’Ente locale o il Terzo Settore mediante convenzione, si realizza d'intesa tra Direzione Penitenziaria, Direzione del Centro di Servizio Sociale per Adulti, Direzione dei Servizi della Giustizia Minorile, Ente locale di riferimento ed organismo del Terzo Settore. In tale ambito il progetto collaborativo locale, che potrà avere valenza pluriennale, prevederà:
I progetti relativi al trattamento potranno avere anche carattere sperimentale al fine di procedere, d’intesa tra le parti, a quelle modifiche in itinere che si rendessero necessarie per un più efficace perseguimento degli obiettivi prefissati, rimuovendo gli ostacoli che a questo si frappongono. Dalla valutazione dei progetti potranno derivare elementi utili per la eventuale ridefinizione dell’organizzazione e della programmazione dei servizi e dei presidi degli Enti locali sedi di Istituti penitenziari, e/o di servizi della Giustizia minorile coinvolti nella materia e debitamente convenzionati. Gli interventi ad integrazione e supporto del trattamento penitenziario resi dai presidi, dai servizi e dalla comunità locale gravano finanziariamente sul bilancio degli Enti locali coinvolti, integrato da cofinanziamento regionale e statale. Concorrono alla realizzazione del progetto per il trattamento delle persone ristrette negli Istituti penitenziari delle Marche o in misure alternative sul territorio le risorse finanziarie e i servizi a questo ordinati dai Servizi Sociali, Sanità, Istruzione, Formazione professionale e Lavoro, Cultura, Sport e Tempo libero dell’Amministrazione Regionale competenti a fornire opportunità in ordine al recupero ed alla reintegrazione sociale di tali cittadini. Operativamente, verranno stimolate e agevolate iniziative relative alle seguenti attività trattamentali, di cui all’art. 15 della L. n°354/75:
Nell’ambito delle competenze in merito alla pianificazione ed alla programmazione dell’offerta formativa integrata rivolta agli adulti, ai sensi dell’art. 138 del D.lgs. n°112/98, degli orientamenti espressi dall’Accordo sottoscritto il 2 marzo 2000 dalla Conferenza unificata Stato-Regioni (ex art. 8 del D.lgs. n°281/97) su "La riorganizzazione e il potenziamento dell’educazione permanente degli adulti" e in applicazione della Direttiva per il Sistema Istruzione approvata in sede di Conferenza Unificata in data 6 febbraio 2001, la Regione Marche riconosce all’educazione degli adulti tutte le priorità e le potenzialità di intervento sia nel campo formale (istruzione e formazione professionale) sia in quello informale (percorsi di educazione multiculturale, culturale, sanitaria, fisica) nel rispetto del diritto all’educazione ed all’istruzione per l’intero arco della vita. Nella nuova visione dell’individuo, inteso nella sua complessità ed unicità intellettuale, culturale ed esperienziale, titolare della scelta educativa - nella gestione effettiva del diritto individuale all’educazione, istruzione e formazione - la Regione si impegna, prioritariamente all’offerta formativa differenziata per campi e settori, a sostenere azioni individualizzate per la rimotivazione all’apprendimento, per l’orientamento della persona nella realizzazione del percorso di re-inserimento nel contesto sociale e lavorativo. La Regione, nell’esercizio delle sue funzioni di programmazione e di indirizzo nelle politiche educative e formative regionali, in raccordo con le Province, i Comuni e il Sistema delle Autonomie Scolastiche, si impegna a:
Il Ministero della Giustizia si impegna:
5. b – formazione professionale e lavoro
La Regione Marche ed il Ministero della Giustizia considerano la formazione professionale ed il lavoro come parti integranti e centrali del trattamento penitenziario volto al reinserimento sociale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, anche in forma alternativa, e delle persone dimesse. Considerato che gli interventi relativi coinvolgono in egual misura sia l’Amministrazione Penitenziaria che gli Enti Locali, le parti orientano i propri servizi e le proprie risorse nel quadro di una collaborazione intersettoriale e interistituzionale, così come definita dalla normativa vigente. All’interno di tale collaborazione particolare rilievo assume l’attivazione ed il funzionamento della Commissione Regionale per il Lavoro Penitenziario di cui all’art. 25bis della L. 354/75, introdotto dalla L. 296/93. Relativamente alle attività di formazione professionale, la Regione Marche, per il tramite delle Province, ai sensi delle LL.RR. 16/90, 2/96, 38/98, si impegna ad assicurare uno stretto raccordo tra i percorsi di formazione professionale, promossi a favore dei detenuti, degli ammessi a misure alternative e delle persone dimesse, e le reali esigenze occupazionali del mercato del lavoro regionale. Per i minori sottoposti a provvedimenti di collocamento in comunità la Regione, in attuazione della L.144/99 art. 68 sull’obbligo formativo, ai sensi del regolamento attuativo n. 257/2000, assicurerà attraverso le Province adeguate offerte atte a promuovere percorsi formativi specifici con l’obiettivo dell’inserimento lavorativo dei minori stessi. A tal fine, la Regione Marche si impegna ad utilizzare le informazioni e le conoscenze sulla domanda di professionalità espressa dalle realtà produttive presenti sul territorio regionale, attraverso il collegamento tra gli organi e i servizi propri e degli altri Enti Locali (Osservatorio Regionale sul Mercato del Lavoro, Agenzia Regionale Marche Lavoro, Centri per l’Impiego), le istituzioni (la Commissione Regionale per il Lavoro, la Conferenza Interistituzionale di coordinamento regionale, le Commissioni Provinciali per le politiche del lavoro) e i soggetti privati regionali e provinciali (Associazioni di Categoria, Organizzazioni Sindacali, Camere di Commercio, Industria, Agricoltura e Artigianato, Cooperative sociali e loro Consorzi). Tale conoscenza sarà orientata a:
Per garantire tali finalità, la Regione Marche ed il Ministero della Giustizia:
Relativamente alle attività di avviamento al lavoro, la Regione Marche ed il Ministero della Giustizia si impegnano a:
Al fine di incentivare i progetti di formazione al lavoro e di occupazione dei ristretti, l’Amministrazione Regionale facilita le modalità di accesso a finanziamenti Comunitari, assicurandone adeguata informazione presso gli operatori pubblici e privati interessati. La Regione Marche si impegna, inoltre, a riservare e assegnare una quota parte delle proprie commesse alle iniziative produttive, infra ed extramurarie, gestite dalle imprese, dalla cooperazione sociale e dai consorzi che coinvolgono, in tutto o in parte, detenuti, ammessi a misure alternative e persone dimesse, anche a ciò indirizzando gli Enti locali. Il Ministero della Giustizia, nel rispetto delle determinazioni degli organi competenti, favorisce l’ammissione al lavoro all’esterno e la fruizione di misure alternative di detenuti che abbiano maturato specifiche esperienze professionali o di formazione. Il Ministero della Giustizia assicura, inoltre:
Ministero della Giustizia e Regione Marche si impegnano a tutelare il diritto alla libertà di espressione religiosa, spirituale e morale dei detenuti presenti negli Istituti penitenziari, in particolare mediante:
5. d – attività culturali, ricreative e sportive
Il Ministero della Giustizia e la Regione Marche promuovono, all’interno delle strutture, opportune iniziative culturali, ricreative e sportive, sia nell’ambito del trattamento personalizzato di cui all’articolo 1 della L. n°354/75, che nell’ambito di un possibile trattamento comune in relazione a bisogni specifici collettivi di determinate fasce di soggetti, così come previsto dall’art. 14 della stessa legge, creando così le condizioni che consentano la partecipazione degli Enti locali e promuovendo altresì il coinvolgimento degli organismi pubblici e privati e del Terzo Settore all’interno del carcere. Per tali iniziative saranno inoltre favoriti il coinvolgimento diretto degli stessi interessati, sia nella fase programmatoria che gestionale, e, in quanto possibile, la partecipazione congiunta di detenute e detenuti su progetti specifici di intervento. La Regione Marche, nell’ambito della definizione del Piano regionale per le attività culturali, di cui all’art. 2 della L.R. n°75/97, si impegna a promuovere e sostenere progetti predisposti da Enti locali o da soggetti pubblici e privati che abbiano le finalità di favorire la fruizione e la produzione culturale da parte di detenuti o di inserire gli Istituti penitenziari nell’ambito della offerta culturale rivolta al territorio (stagioni teatrali, cine o videoforum, conferenze, concerti e spettacoli, biblioteche pubbliche e private etc.).
5. e – rapporti con il mondo esterno
Il Ministero della Giustizia e la Regione Marche concordano nell’affermare e nel riconoscere la corresponsabilità rieducativa nei confronti dei condannati da parte dell’Amministrazione Penitenziaria, dell’Amministrazione della Giustizia Minorile e della società civile e nel considerare come elemento fondamentale del trattamento la partecipazione della comunità esterna. Nel recepire le "Linee di indirizzo in materia di volontariato" approvate dalla Commissione Nazionale Consultiva e di Coordinamento per i rapporti con le Regioni e gli Enti Locali il 10 marzo 1994, nonché il Protocollo d’intesa sottoscritto l’8 giugno 1999 dal Ministero della Giustizia con la Conferenza Nazionale del Volontariato Giustizia, si riconosce, in particolare, l’importante ruolo che il volontariato e, più in generale, il Terzo Settore, possono esercitare nelle attività di prevenzione generale, nonché nel corso del trattamento e del reinserimento sociale delle persone entrate nel circuito penale penitenziario ed in quello penale minorile. Tale ruolo si realizza sia attraverso i contatti personali tra il singolo volontario ed il soggetto in trattamento, sia attraverso le connessioni di carattere generale che il Terzo Settore può realizzare tra le strutture penitenziarie, i servizi territoriali, le risorse comunitarie.
Al fine di potenziare l’attività svolta dal Terzo Settore, il Ministero della Giustizia e la Regione Marche si impegnano:
La Regione Marche ed il Ministero della Giustizia, ciascuno per la parte di competenza, attraverso il Provveditore Regionale ed il Direttore del Centro di Giustizia Minorile, promuoveranno inoltre opportune intese in vista del massimo coinvolgimento degli Enti locali negli scopi della presente intesa. Le parti si impegnano a favorire:
5. f – rapporti con la famiglia
L’Amministrazione penitenziaria, per quanto possibile e sempre che non sussistano indicazioni contrarie di ordine giudiziario o di prevenzione, in attuazione del principio generale di territorializzazione dell’esecuzione penale, tenderà ad assegnare nell’ambito delle strutture penitenziarie della regione le persone detenute, tenendo conto della residenza del nucleo familiare, onde favorire o ricostruire il rapporto diretto con la famiglia e con il tessuto sociale di appartenenza, nonché a favorire il rientro delle stesse da Istituti di altre regioni e di quanti intendano motivatamente stabilire la loro residenza nella regione. La Regione Marche, d’intesa con le Direzioni dei singoli Istituti di pena, si impegna a sensibilizzare gli Enti locali e a sostenere loro progetti, gestiti anche in collaborazione con organismi del Terzo Settore, che abbiano le seguenti finalità:
Interventi specifici a favore di particolari situazioni
Fermo restando l’impegno di attuare pienamente quanto previsto dal presente protocollo per tutti i detenuti, senza distinzione di sesso, nazionalità e religione, si ritiene necessario evidenziare i particolari problemi di cui sono portatori alcune fasce di detenuti, come le donne e gli stranieri, nei cui confronti è doveroso prevedere azioni aggiuntive ad integrazione di quelle rivolte alla generalità dei detenuti.
La condizione delle detenute richiede una particolare attenzione, sia in riferimento agli specifici problemi legati al sesso (casi di maternità e accudimento del figlio in situazione di detenzione), sia in riferimento alla condizione psico-fisica (in prevalenza si tratta di reati collegati alla tossicodipendenza), sia in riferimento al peso irrilevante della presenza femminile all’interno degli istituti penitenziari, che rischia di lasciare queste persone in un’area di ulteriore marginalità rispetto alla programmazione complessiva degli interventi per i detenuti. Il Ministero della Giustizia e la Regione si impegnano ad assicurare parità di trattamento alle detenute. Negli II.PP. dove sono presenti donne, la Regione Marche si impegna a garantire:
Il Ministero della Giustizia e la Regione Marche convengono sulla necessità di dare risposta adeguata alle esigenze poste dai minori da 0 a 3 anni, figli di donne detenute, che, ai sensi dell’art. 11 della L. 354/75 possono essere accolti negli istituti penitenziari. L’Amministrazione Regionale si impegna a promuovere i necessari atti di indirizzo e coordinamento affinché a tali minori sia garantito l’accesso ai servizi sanitari e socio-educativi (in particolare agli Asili Nido) previsti per generalità della popolazione, assicurando il servizio di trasporto, anche attraverso il ricorso alle organizzazioni di volontariato.
Il Ministero della Giustizia e la Regione Marche concordano nel porre in atto iniziative che rendano concreto il principio della parità di trattamento tra cittadini italiani e cittadini stranieri, nomadi ed apolidi. Le parti:
Esecuzione penale esterna
Il Ministero della Giustizia e la Regione Marche:
In particolare, oltre a quanto già definito in tema di formazione professionale, di inserimento lavorativo e di contatti con il mondo esterno, si impegnano a sostenere:
Inoltre le parti si impegnano:
La Regione Marche si impegna a promuovere e sostenere progetti degli Enti locali, gestiti anche in convenzione con soggetti privati, che prevedano servizi di accoglienza ed ospitalità per persone in permesso premio, in misura alternativa, dimesse, sottoposte a misure penali o cautelari e per donne con figli minori, prive di validi punti di riferimento familiare e sociale, in particolare per stranieri.
Rapporti fra gli enti
Il Ministero della Giustizia e la Regione Marche riaffermano il comune impegno nell’organizzazione di iniziative di formazione congiunta rivolta al personale dipendente dell’Amministrazione penitenziaria, della Giustizia Minorile, degli Enti locali, delle Aziende Sanitarie Locali, in tutti gli ambiti in cui si realizza il rapporto collaborativo, secondo le indicazioni contenute nelle linee di indirizzo sulla formazione congiunta approvate dalla Commissione Nazionale Consultiva e di Coordinamento per i Rapporti con le Regioni e gli Enti locali il 10 marzo 1994. Il personale partecipante alle iniziative che saranno concordate verrà considerato, a tutti gli effetti, in servizio. Gli oneri relativi saranno assunti dalle rispettive Amministrazioni interessate. A tali iniziative potranno partecipare gli operatori del Terzo Settore che prestino la loro opera nel penitenziario. Le due Amministrazioni individueranno un gruppo misto, formato da loro delegati e da rappresentanti del Terzo Settore, che avrà l’incarico di elaborare proposte di formazione congiunta, tenendo conto:
Esse si impegnano, inoltre, ad informarsi reciprocamente e a favorire la partecipazione del personale ad iniziative che possano rivestire interesse comune.
8. b - personale di polizia penitenziaria
La Regione Marche ed il Ministero della Giustizia, nel ribadire l’importanza del ruolo della Polizia Penitenziaria ai fini del trattamento dei detenuti e della sicurezza delle comunità locali, si impegnano a promuoverne e migliorarne i processi di integrazione e partecipazione sociale (alloggi, asili nido, accesso a centri sportivi e culturali ed alle offerte formative dei Centri Territoriali Permanenti per l’istruzione e la formazione in età adulta), analogamente a quanto accade per le altre Forze di Polizia, fermi restando gli impegni assunti in tema di edilizia e formazione degli operatori. Il Ministero della Giustizia, al fine di consentire alla Regione Marche di programmare gli interventi di competenza secondo gli impegni assunti con il presente protocollo, si impegna a fornire semestralmente i dati aggiornati e riferiti al territorio della regione relativi a:
La Regione Marche, attraverso l’Osservatorio regionale per le politiche sociali, si impegna a:
La Regione Marche ed il Ministero della Giustizia si impegnano a promuovere studi e ricerche sul territorio, anche su suggerimento della Commissione Regionale per i problemi della devianza e della criminalità, per la razionale ed utile programmazione di interventi di prevenzione e di contrasto della devianza e del fenomeno della recidiva.
Il Ministero della Giustizia e la Regione Marche concordano sull’opportunità di sollecitare, instaurare ed incentivare rapporti ed intese fra i Servizi sociali penitenziari per adulti e per minori e quelli operanti sul territorio regionale e facenti capo a Enti locali e Aziende Sanitarie Locali. Tali intese sono soprattutto finalizzate, mediante il reperimento di dati personali, nel rispetto della privacy ed in termini di reciprocità fra i soggetti istituzionali locali coinvolti, alla predisposizione ed alla realizzazione di progetti individuali di reinserimento per le persone in espiazione di pena muraria od extramuraria prossima a scadere e bisognevoli di utile supporto post-pena, al fine di non vanificare il percorso socializzante seguito col programma trattamentale. In particolare la Regione Marche si impegna a sollecitare la sottoscrizione da parte della Aziende Sanitarie Locali delle convenzioni fra il C.S.S.A., l’U.S.S.M. ed i SER.T finalizzate all’esecuzione dell’affidamento terapeutico, di cui all’art. 94 del D.P.R. n°309/90. Le parti, inoltre, promuovono l’elaborazione e la redazione di una Carta dei servizi che individui ed uniformi sul territorio regionale le prestazioni offerte alla popolazione detenuta nei singoli istituti.
Edilizia penitenziaria
Considerata l’importanza che l’edilizia penitenziaria riveste per l’attuazione del principio di territorializzazione dell’esecuzione della pena, per la realizzazione del trattamento dei detenuti, nonché per assicurare condizioni di vita decorose agli operatori penitenziari, le parti si impegnano, nell’ambito di uno sviluppo equilibrato del territorio della Regione Marche, a ridefinire congiuntamente il piano di edilizia penitenziaria. Il Ministero, oltre a diversi interventi di ammodernamento negli istituti penitenziari della Regione Marche, anche in relazione al nuovo regolamento di esecuzione legge n. 354/75, individua la costruzione di un nuovo edificio in Provincia di Macerata tra le priorità da realizzarsi secondo il piano triennale in fase di elaborazione. Il Ministero della Giustizia si impegna a verificare l’ipotesi di destinare la struttura situata in "Barcaglione" di Ancona, di prossima apertura, ad Istituto ad alta valenza trattamentale, come sede di una sezione a custodia attenuata per detenuti tossicodipendenti e del polo scolastico, formativo e professionalizzante, di cui rispettivamente ai punti 3.a e 5.a della presente intesa. La Regione Marche dà la propria disponibilità, compatibilmente con gli impegni istituzionali ed a richiesta dell’Amministrazione penitenziaria, a prestare consulenza tecnica in fase di progettazione degli interventi edilizi da realizzarsi negli istituti penitenziari, qualificati come straordinaria manutenzione o come realizzazione di nuove opere.
Disposizioni operative per l’applicazione e la verifica del protocollo
Il Ministero della Giustizia e la Regione Marche, secondo le indicazioni contenute negli indirizzi approvati l’8 marzo 1993 dalla Commissione Nazionale Consultiva e di Coordinamento per i Rapporti con le Regioni e gli Enti locali, individuano nella Commissione Regionale consultiva e di coordinamento delle attività connesse alle funzioni di competenza degli Enti locali, Comuni e Aziende Sanitarie Locali in tema di disadattamento, devianza e criminalità, di cui alle Delibere di Giunta Regionale n°1395/95, e n°495/98, l’ambito privilegiato di coordinamento, di integrazione, di programmazione e di verifica degli interventi di rispettiva competenza che verranno posti in essere a partire dalla stipula del presente protocollo.
A tale proposito si impegnano a garantire:
Le parti si impegnano inoltre:
Gli aggiornamenti e gli adeguamenti del presente protocollo verranno effettuati su richiesta della Commissione Regionale di cui sopra, anche a iniziativa di una sola delle parti, e concordati fra Ministero della Giustizia e Regione Marche. Il Ministero della Giustizia, nella persona dell’Onorevole Marianna Li Calzi, Sottosegretario di Stato, e la Regione Marche, nella persona del Presidente della Giunta Regionale, dott. Vito D’Ambrosio, sottoscrivono il presente protocollo, con il quale si impegnano all’esecuzione di tutti gli atti consequenziali a quanto in premessa dichiarato. Il presente atto è firmato in doppio originale.
Ancona, 9 marzo 2001
Il sottosegretario di Stato alla Giustizia (On. Marianna Li Calzi)
Il presidente della regione Marche (dott. Vito D’Ambrosio)
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