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Accordo quadro tra Regione Lombardia e Ministero della Giustizia
Individuazione
delle priorità in materia di esecuzione penale degli adulti e dei minori
Legge 45/99 "Disposizioni per il fondo Nazionale di intervento per
la Lotta alla Droga e in materia di personale dei servizi per le
tossicodipendenze"; Legge 22 giugno 2000, n. 193 "Norme per favorire l'attività
lavorativa dei detenuti"; nonché il decreto del 9.11.2001, "Sgravi contributivi a favore delle cooperative sociali, relativamente alla
retribuzione corrisposta alle persone detenute o internate negli Istituti
Penitenziari, agli ex degenti degli ospedali psichiatrici giudiziari e
alle persone condannate e internate ammesse al lavoro all'esterno" ed
il decreto 25 febbraio 2002 n. 87 "Regolamento recante sgravi
fiscali alle imprese che assumono lavoratori detenuti";
Legge 8 novembre 2000 n. 328 "Legge Quadro per la realizzazione del
sistema integrato di interventi e servizi sociali" ; D.l.vo. 230/1999 "Riordino della Medicina Penitenziaria"; Decreto 21 aprile 2000 "Approvazione del Progetto Obiettivo per la
tutela della salute in ambito penitenziario" nel quale viene data
indicazione di specifici modelli organizzativi per l'esercizio delle
funzioni previste in materia di tutela della salute dei detenuti e degli
internati"; Decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 2000 nr. 230
"Regolamento recante norme sull'ordinamento penitenziario e sulle
misure privative e limitative della libertà", ed in particolare l'art.
4 secondo e terzo comma, laddove esplicitamente si prevede la realizzazione
dei programmi di Istituti Penitenziari e Centri di Servizio Sociale
"organizzati e svolti con riferimento alle risorse della comunità
locale" e che "il Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria
ed i Provveditorati Regionali adottano le opportune iniziative per
promuovere il coordinamento operativo rispettivamente di livello
nazionale e regionale"; D.L.vo nr. 146/2000 "Riordino dell'Amministrazione
Penitenziaria"; il Documento di Programmazione Economica Finanziaria Regionale per gli
esercizi 2001/2003 e 2002/2004, contenente, tra altri, l'insieme degli
indirizzi e degli obiettivi per il sostegno alle iniziative per far
fronte al disagio e all'emarginazione, dove, in particolare per l'area
penale adulti e minori, è intenzione procedere nell'ottica di una
maggiore stabilizzazione organizzativa attraverso la realizzazione di
una rete di servizi e di presidi volti a soddisfare la domanda di
assistenza, nelle sue diverse forme, migliorare la qualità delle
prestazioni, nel rispetto dei principi di unitarietà dell'azione dei
servizi, integrazione dell'assistenza e continuità terapeutica, per lo
sviluppo di un sistema territoriale di intervento; le direttive emanate alle Province in materia di formazione
professionale in particolare per quanto concernente il Piano delle
attività degli Istituti di prevenzione e pena per lo svolgimento delle
attività e il loro coordinamento con le altre iniziative educative
attuate negli istituti; Legge regionale 6 dicembre 1999 n. 23 " Politiche regionali per
la famiglia"; La d.g.r. 5 marzo 1999 n. 41826 " Linee programmatiche concordate
tra la Direzione generale formazione e lavoro e provveditorato regionale
dell'amministrazione penitenziaria per la presentazione dei progetti FSE
1999 ob. 3 asse 3 subasse3, a favore delle persone sottoposte a misure
restrittive della libertà personale; il complemento di programmazione del P.O.R. –programmazione
2000/2006 ob. 3 misura B1 per l'inserimento lavorativo e reinserimento di
gruppi svantaggiati, tra cui detenuti, minorenni soggetti a
provvedimenti dell'autorità giudiziaria minorile, anche in
collaborazione con il privato sociale, in un'ottica di sussidarietà
delle azioni, centrate sul ruolo strategico giocato dai centri
provinciali per l'impiego; La d.c.r 13 marzo 2002 n. 7/046 "Piano Socio Sanitario Regionale
2002-2004"; La Legge 8 marzo 2001, n. 40 "Misure alternative alla detenzione a tutela del rapporto tra detenute e figli minori"
alle modifiche al titolo V parte seconda della Costituzione alla normativa disciplinante il trasferimento e le deleghe delle funzioni amministrative e dello stato;
Fatto salvo quanto previsto nella legge 328/2000 art. 9 concernente
l'esercizio delle funzioni assegnate allo Stato per gli aspetti relativi alla
determinazione dei livelli essenziali ed uniformi delle prestazioni comprese le
funzioni in materia assistenziale nell'ambito del settore penale adulti e
minori; la distribuzione e le caratteristiche dei soggetti sottoposti a misure
restrittive e/o limitative della libertà personale;
le statistiche relative alla popolazione detenuta ed ai soggetti ammessi
alle misure alternative tossicodipendenti ed alcoldipendentii;
i dati relativi agli stranieri detenuti e ammessi alle misure alternative;
i dati relativi al settore minorile per quanto concerne il flusso dei
soggetti sottoposti a misure restrittive e/o limitative della libertà
personale i dati relativi ai minori ospiti dei Centri di prima accoglienza, in
particolare i minori stranieri
i dati relativi ai minori segnalati all'Ufficio Servizio Sociale Minori (U.S.S.M.) e presi in carico dai servizi territoriali
nonché ad ogni altro dato significativo ed utile per una miglior
comprensione dei fenomeni.
Rilevata la necessità di favorire la strutturazione di un sistema integrato,
composto dall'insieme dei soggetti istituzionali competenti in materia e
dalle risorse del Terzo Settore, alla stessa materia interessate, per
individuare elementi di co-progettazione e criteri di scelta in base a
priorità condivise, fabbisogni e capacità di spesa, in attuazione del
principio di sussidiarietà ed in consonanza con le possibilità e le
esigenze del territorio, al fine di un più efficace utilizzo delle risorse
e di una coordinata programmazione delle attività; la necessità di realizzare programmi d'intervento congiunto che tengano
conto delle peculiarità della realtà locale, del principio di
territorializzazione della pena, nel comune obiettivo del recupero di
risorse umane ed energie sociali compromesse dalle conseguenze del reato,
nonché come strategia di contenimento del fenomeno criminalità; la necessità di favorire lo sviluppo di un'informazione capillare che
sappia essere al tempo stesso completa e celere attraverso la messa in rete
di tutte le risorse attive o attivabili; la necessità di incrementare le opportunità offerte all'interno degli
istituti penitenziari e per i soggetti in esecuzione penale esterna; la necessità di individuare contestuali percorsi formativi integrati tra
gli operatori dei servizi coinvolti, così come previsto nelle Linee di
indirizzo in materia di Formazione congiunta al fine di consolidare buone
prassi in atto e porre in essere azioni comuni di interventi condivisi; la specificità dell'ambito penale minorile che richiede una sempre
maggiore attenzione per lo sviluppo di interventi caratterizzati da istanze
educative e di aiuto oltre che sanzionatorie e di controllo, sia attraverso
il potenziamento delle esperienze in atto che attraverso la promozione di
iniziative sperimentali, in particolare per quanto relativo ai minori
stranieri nonché all'utenza con gravi disagi psicologici e patologie psichiatriche. la necessità altresì di sviluppare azioni propositive tali da consentire un costante innalzamento della promozione umana. Tutto
ciò premesso
Finalità
la definizione della Commissione Regionale, prevista dallo stesso
Protocollo d'Intesa all'art 13, con i seguenti componenti:
Direttore Generale Famiglia e Solidarietà Sociale o suo delegato; Provveditore Regionale Amministrazione Penitenziaria- Lombardia o
suo delegato; Direttore Centro Giustizia Minorile della Lombardia o suo delegato; la costituzione della Sotto- commissione Adulti che sarà integrata di
volta in volta da persone all'uopo individuate, ritenute competenti per le
materie oggetto di valutazione; la revisione del Protocollo d'intesa, al fine di adeguarlo alle più
recenti modificazioni normative, all'attuale assetto degli Istituti
Penitenziari e dei Centri di Servizio Sociale sul territorio regionale,
con particolare riferimento alla mutata composizione dell'utenza, alle
attuali risorse territoriali attive o attivabili. l'individuazione degli obiettivi prioritari e relativi tempi di attuazione a valere per ogni singola annualità e in relazione all'intera durata del presente Accordo.
Tenendo conto della opportunità e della necessità che tutti gli interventi
proposti nelle aree di cointeressenza siano adeguatamente strutturati e valutati
e si collochino idoneamente nell'ambito delle logiche d'intervento delle
Amministrazioni interessate, si stabilisce inoltre con il presente Accordo la
necessità che ogni iniziativa sia preventivamente co-progettata, conditio sine
qua non per la realizzazione delle proposte stesse. Direzione Generale Famiglia e Solidarietà Sociale della Regione
Lombardia, che assumerà anche funzioni di coordinamento delle Commissioni,
Sottocommissioni e Tavoli di Lavoro; Provveditorato Regionale dell'Amministrazione Penitenziaria e Centro di Giustizia Minorile della Lombardia, rispettivamente per i settori adulti e minori, per il Ministero della Giustizia;
In particolare nelle materie individuate come prioritarie, si impegnano a
licenziare linee di indirizzo congiunte, tenendo conto degli esiti delle
consultazioni ed i gruppi di lavoro già avviati tra i diversi settori
dell'Amministrazione Regionale, il Provveditorato Regionale dell'Amministrazione
Penitenziaria, il Centro Giustizia Minorile, i Comitati Carcere Territorio
presenti nell'ambito regionale, realizzatesi attraverso gruppi tecnici, già
attivi in particolare per quanto inerente l'area delle dipendenze, ed apposite
commissioni istituite ex D.L.vo 272/89 ;
Le parti, in reciproco accordo per contenuti e per metodo, attivando
direttamente i propri Uffici e Servizi, e attraverso la Commissione e le
Sotto-commissioni previste dal Protocollo, si impegnano a procedere congiuntamente
ad una pianificazione organica ed articolata, nel rispetto delle finalità sopra
indicate ed al fine di stabilire una linea d'intesa e collaborazione.
Le parti riconoscono la specificità di interventi destinati ai distinti
settori adulti e minori. tutela del diritto alla salute con puntuale riferimento alle indicazioni
contenute nel D.M. 21.4.2000 e con particolare riguardo alle materie già
transitate ai sensi dell'art. 8 D.Lvo 230/99 (prevenzione,
tossicodipendenza e alcoldipendenza); supporto all'organizzazione all'interno delle strutture penitenziarie, di
interventi specifici volti al trattamento delle persone ristrette, con il
massimo coinvolgimento del Terzo Settore e particolare attenzione al settore
della formazione – lavoro; e riservando particolare attenzione: 1)
all'implementazione di servizi volti a supportare conseguenze la fase
dell'ingresso in carcere;2) alla promozione di azioni volte a circoscrivere
le conseguenze della detenzione sull'equilibrio psico-fisico delle persone e
sulle relazioni con i contesti socio familiari di appartenenza, in
particolare attraverso progettualità in grado di valorizzare e sostenere le responsabilità familiari e la capacità genitoriali; 3) alla costituzione
delle basi progettuali del percorso formativo e lavorativo del detenuto; promozione di interventi volti all'integrazione degli stranieri ristretti
negli istituti regionali o ammessi alle misure alternative, favorendo
l'intervento di operatori di mediazione culturale; promozione dell'accesso alle informazioni istituzionali e non da parte
dell'utenza, al fine di favorire, attraverso l'attivazione di sportelli
informativi, la conoscenza di opportunità interne ed esterne
all'istituzione penitenziaria, tali da facilitare percorsi individuali di
reintegrazione sociale, nonché con l'ausilio della Carta dei Servizi. integrazione dei servizi penitenziari, generalmente intesi, con quelli del
territorio, in raccordo anche con le forze del Terzo Settore, per gli
interventi nei confronti dei soggetti in esecuzione penale esterna, dei
dimessi dal carcere, delle famiglie dei detenuti e degli ex detenuti; supporto all'organizzazione nell'ambito del distretto regionale di eventuali forme di custodia attenuata da destinarsi a particolari e definite tipologie di ristretti; Inoltre le parti si impegnano a concordare/promuovere indirizzi operativi che garantiscano la partecipazione del settore penale intra ed extramurario nella definizione della programmazione sociale locale integrata, come delineata dalla Legge 328/2000, prestando particolare attenzione ai soggetti in esecuzione penale esterna, ai dimessi dal carcere e dalle loro famiglie:
Tenuto conto che le competenze dei Centri di Servizio Sociale in materia
di coordinamento con le Istituzioni e i Servizi Territoriali, connotano
l'area penale esterna come punto di una rete che si colloca nel territorio
all'interno delle dinamiche e delle politiche sociali, alla pari di altri
soggetti. Al fine di individuare strumenti nuovi per la costruzione di partnership e
progetti che diano respiro alla collaborazione con tutte le risorse del
territorio, comprese quelle del Terzo Settore, anche nell'intento di
favorire sinergie nel rispetto delle reciproche competenze, con le agenzie
preposte al controllo per la prevenzione dei reati della recidiva
Considerato inoltre, il rilievo assunto dalla Giustizia riparativa, nel Nuovo
Regolamento di esecuzione, le parti si impegnano altresì nella promozione di
progetti di intervento in tale ambito all'interno delle linee di indirizzo
nazionali, nonché alla promozione di progetti che prevedano la prestazione di
attività socialmente utili o di iniziative di tipo volontario e benefico da
parte di soggetti sottoposti ad esecuzione penale esterna in favore di Enti ed
Associaizoni di pubblica utilità e senza scopo di lucro.
miglioramento della conoscenza e della lettura del fenomeno della devianza
minorile anche attraverso l'individuazione di strumenti per la valutazione
degli interventi realizzati dai servizi; ampliamento delle opportunità per gli interventi nell'area penale svolti
all'esterno della struttura detentiva; tutela della salute con particolare riferimento alla presa in carico di
minori tossicodipendenti e/o con problematiche psichiatriche ed
individuazione di una struttura residenziale idonea; sostegno per il raggiungimento dell'autonomia da parte dei minori
stranieri fino alla chiusura del procedimento penale sostegno allo sviluppo di progetti sperimentali, compreso quello della
mediazione penale minorile.
Priorità interistituzionali regionali Tutela della salute delle persone ristrette negli istituti penitenziari e dei soggetti ammessi a misura alternativa
Le parti riconoscono il diritto alla salute quale diritto
inalienabile, e si impegnano a garantirlo a tutti i soggetti in condizione di
restrizione della libertà. A) Assistenza ospedaliera e Prestazioni sanitarie
Particolare attenzione viene riconosciute all'Assistenza ospedaliera e
prestazioni sanitarie erogate, ovvero erogabili dal SSN.
B) Salute Mentale
In materia di tutela della salute mentale ed al complesso delle attività
previste, si impegnano a definire progetti di sperimentazione con le
Aziende Ospedaliere degli ambiti territoriali ove sono collocati gli Istituti
stessi, affinché mediante apposita convenzione possa essere garantita una
adeguata risposta ai bisogni che verranno individuati, privilegiando gli
interventi che prevedono la partecipazione congiunta degli operatori
penitenziari e del territorio, compresi gli organismi del Terzo Settore, in
ordine alla presa in carico e alla realizzazione di percorsi specifici di
informazione, formazione e di aggiornamento.
Interventi trattamentali
Circa gli elementi del trattamento individuati dall'art. 15 dell'ordinamento penitenziario, le parti ritengono opportuno promuovere e valorizzare le iniziative pubbliche e private presenti in ciascun contesto territoriale interessato, anche attraverso l'indicazione di indirizzi operativi coerenti con i contenuti e con le procedure di attuazione presenti nel Protocollo d'Intesa e nel presente Accordo, in grado di favorire l'omogeneizzazione degli interventi finalizzati a sostenere lo sforzo riabilitativo e di reinserimento dei soggetti. Verranno pertanto supportate, tra le altre, le iniziative culturali, ricreative e sportive a tal scopo realizzate, sostenendo progetti specifici all'uopo predisposti. Particolare attenzione verrà prestata alla tutele del diritto alla libertà di espressione religiosa, spirituale e morale dei detenuti nel rispetto dell' appartenenza alle diverse confessioni religiose. Più in particolare si prevedono azioni mirate rispetto alle seguenti attività:
A) Formazione professionale e istruzione .
supportando, per quanto di rispettiva competenza, l'operatività delle
Commissioni Didattiche previste agli artt. 41 / 42 del DPR 230/00; promuovendo la predisposizione di piani regionali in grado di favorire
l'integrazione fra i sistemi dell'istruzione, della formazione
professionale e delle politiche attive del lavoro da realizzarsi anche
attraverso azioni di informazione, consulenza, orientamento, formazione e
predisposizione di percorsi lavorativi assistiti; monitorando, verificando e valutando congiuntamente le relative attività,
tenendo conto anche delle linee programmatiche delineate nel piano
triennale della Formazione 2002/2005- Area Obiettivo 3: "Sostegno e
accompagnamento all'integrazione sociale e lavorativa dei soggetti
appartenenti a categorie svantaggiate, in particolare detenuti ed ex
detenuti minorenni soggetti a provvedimenti delle autorità
giudiziarie"; favorendo uno stretto raccordo fra tutti gli interventi formativi promossi in favore dei detenuti, degli ammessi a misure alternative , delle persone dimesse e dei minori sottoposti a procedimento penale, atte a porre in connessione le azioni.
B) Inserimenti lavorativi
Le parti si impegnano a favorire l'applicazione della normativa emanata allo
scopo di promuovere l'attività lavorativa delle persone in esecuzione penale
(Legge 193/2000 e relativi decreti applicativi). concerteranno iniziative finalizzate all'omogeneizzazione qualitativa e
quantitativa degli interventi da realizzarsi in tutti gli istituti di pena
del distretto sollecitandone il raccordo con il sistema della formazione
professionale e con le politiche attive del lavoro, da favorirsi anche
attraverso la messa a punto di una rete di servizi di orientamento e
accompagnamento al lavoro, autonomo e dipendente, da attivare all'interno
degli istituti di pena e una puntuale azione di informazione delle aziende e
delle imprese; individueranno i beni ed i servizi da fornirsi all'Ente Regione e agli
Enti Locali attraverso apposite commesse da assegnare alle istituendo
lavorazioni penitenziarie; predisporranno opportuni accordi circa l'allocazione delle risorse
finanziarie rese disponibili dalla Regione e dal Ministero della Giustizia
impegnandosi a privilegiare prioritariamente i progetti presentati dalla
cooperazione sociale e dal terzo settore, degli enti locali e del mondo
delle imprese la cui fattibilità sarà stata preliminarmente vagliata anche
dal Provveditorato Regionale e dal Centro Giustizia Minorile.
Relativamente alle attività di inserimento lavorativo la Regione Lombardia, in
particolare la Direzione Industria, piccola e media impresa e cooperazione e
turismo assicurerà, in stretto raccordo con i percorsi di formazione
professionale e avvalendosi di quanto disposto dalla Legge 193/2000,
l'incentivazione di inserimenti lavorativi, il coordinamento e l'incremento di
forme di negoziazione, nel rispetto della normativa L. 381/91 e modificazioni
seguenti, per la riserva e l'assegnazione di una quota parte delle commesse
degli enti pubblici, alle iniziative produttive, intra ed extramurarie, gestite
dalle imprese e dalla cooperazione sociale e consorzi, che coinvolgono in tutto
o in parte detenuti e/o ammessi a misure alternative alla detenzione e persone
dimesse, nonché dell'art. 47, terzo comma D.P.R. 230/2000 che consente
l'affidamento a cooperative sociali anche dei servizi interni agli istituti
penitenziari. Edilizia Penitenziaria A) Le strutture penitenziarie
per la realizzazione di sedi ove realizzare reparti a custodia attenuata per la realizzazione di reparti destinati all'esecuzione di misure
alternative alla detenzione per l'eventuale realizzazione di nuovi insediamenti penitenziari che
tengano conto della necessità di rendere l'istituto penitenziario parte
integrante del territorio; per consentire la maggiore distribuzione sul territorio dei servizi
penitenziari in particolare per quanto concernente nuove sedi per il
Centri Servizi Sociali Adulti (C.S.S.A.); B) Edilizia agevolata e convenzionata. per facilitare soluzioni abitative da destinarsi al personale operante nel settore penitenziario. Per lo sviluppo e il sostegno di interventi di housing sociale.
Strumenti
e procedure di attuazione
Per la realizzazione delle finalità indicate al punto 3, si individuano
all'interno delle singole aree tematiche i seguenti strumenti e procedure
operative, volte a realizzare coordinamento interistituzionale , individuazione
delle competenze, ottimizzazione della resa dei servizi a livello locale, per il
miglioramento della qualità e dell'accessibilità anche ai soggetti minori ed
adulti sottoposti a procedimenti penali:
Costituzione di gruppi di lavoro tra gli istituti Penitenziari e le Aziende Sanitarie sede degli stessi, al fine di definire interventi coordinati relativi alle seguenti tematiche:
Mantenimento e sviluppo dei flussi informativi coerentemente con quanto
stabilito dal piano di riordino sulla profilassi definito dalla Direzione
Generale Sanità Prosecuzione del monitoraggio dei minori sottoposti a procedimento penale Verifica dell'andamento dell'attività dei reparti ospedalieri istituiti
ai sensi della legge 296/93, destinato al ricovero esclusivo di detenuti Sostegno a forme di collaborazione costante tra il Terzo Settore,
operatori penitenziari e territorio, per lo sviluppo di un'azione
propositiva tale da consentire la promozione della persona; Stabilizzazione della rete di intervento di assistenza da parte dell'ASL,
in forma organizzata e strutturata, tenendo conto ove possibile del previsto
passaggio delle competenze in materia di medicina penitenziaria al S.S.N.; Definizione di protocolli di intervento in particolare per quanto riferito
all'impiego di farmaci sostitutivi nel trattamento delle persone
tossicodipendenti e all'adozione di un modello uniforme per la
predisposizione di interventi volti a favorirne l'accesso a misure
alternative alla detenzione; Definizione di protocolli di intervento per la presa in carico di minori
con problemi di dipendenza e con problematiche psichiatriche; Sviluppo della collaborazione dei Dipartimenti Dipendenze con i servizi
della Giustizia Minorile per concertare azioni di intervento nei confronti
degli adolescenti; Promozione di forme idonee atte a favorire l' accesso per interventi di
carattere terapeutico ai servizi specialistici degli Enti Sanitari negli
Istituti Penitenziari; Coordinamento tra i Dipartimenti Dipendenze, i Centri Psico-Sociali e U.O.
Penale, con gli altri servizi delle ASL, per la realizzazione di programmi
e/o progetti di intervento per la presa in carico congiunta dei minori e
delle loro famiglie attraverso l'elaborazione di appositi protocolli di
lavoro per lo sviluppo di metodologie adeguate e strategie di intervento
complementari; Adozione di forme di convenzionamento idonee con il servizio Unità
Operativa Neuropsichiatria Infanzia Adolescenza per gli utenti dei servizi
della giustizia minorile. Miglioramento dei livelli di collaborazione con le Aziende Ospedaliere per
l'accoglienza dei minori dell'Istituto Penale Minorile. Area salute mentale Attivazione di un confronto periodico tra le Direzioni Generali competenti
della Regione, il Provveditorato Regionale dell'Amm.ne Penitenziaria ed il
Centro di Giustizia Minorile per una verifica dello stato di avanzamento dei
programmi e dei progetti sui risultati raggiunti sulla base dei monitoraggi
e delle verifiche attivate; Promozione e costituzione di gruppi di lavoro a livello locale, articolati
secondo competenze funzionali ed obiettivi, con il compito di diffondere
progetti operativi e modalità organizzative finalizzate alla tutela della
salute mentale; Studio di fattibilità per la realizzazione di una struttura residenziale idonea a minori con patologie psichiatriche. Interventi trattamentali
Formazione professionale e istruzione
Individuazione di forme idonee di coordinamento degli interventi di
formazione professionale a diverso titolo avviate nel circuito penitenziario
regionale, in accordo con le politiche attive del lavoro. Ampliamento degli interventi relativi alla formazione professionale
rivolta ai minore tutelando la specificità delle iniziative già avviate; Realizzazione di interventi di formazione e inserimento lavorativo, in
particolare per i detenuti interessati al progetto sperimentale in atto
presso la Casa Circondariale di Bollate; Miglioramento dell'accesso alla formazione ed all'inserimento lavorativo
dei detenuti stranieri adulti e minori; Realizzazione – in collaborazione con le Province, avvalendosi del Terzo
Settore, all'interno degli Istituti Penitenziari, di Sportelli – Lavoro,
con compiti di supporto, ricerca e orientamento degli inserimenti lavorativi Sostegno agli orientamenti espressi dall'Accordo sottoscritto il 2/03/2000 dalla Conferenza unificata Stato- Regioni ex art. 8 D.lgs. n° 281/97, in materia di Riorganizzazione e Potenziamento dell'Educazione Permanente degli Adulti.
Individuazione di forme idonee al coordinamento degli interventi al fine
di evitare eventuali carenze, sovrapposizioni, diseconomie o disfunzioni; Promozione di forme di programmazione congiunta tra sistema della
Giustizia Minorile, ASL, Enti Locali (L. 328/2000) anche in un ottica di
prevenzione; Individuazione ed applicazione ai sensi della legge 381/1991 art. 5, delle
condizioni di utilizzo delle Cooperative Sociali da parte degli Enti
pubblici, per favorire l'inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati; Valorizzazione e sostegno a imprese sociali in applicazione delle Legge 193/2000 per porre un contributo concreto alla stabilizzazione dell'autonomia dei soggetti "svantaggiati".
Sostegno allo sviluppo di progetti sperimentali attraverso la messa in
rete delle esperienze già avviate sulla mediazione penale e avvio di
ulteriori protocolli tra il CGM, l'Ente Locale e l'ASL con delega; Coordinamento interistituzionale ed individuazione delle competenze,
ottimizzazione della resa dei servizi a livello locale, per il miglioramento
dell'accessibilità e qualità anche ai soggetti minori sottoposti a
procedimenti penali per il loro pieno reinserimento; Promozione, sviluppo e incremento di tutte quelle attività culturali, ricreative e sportive, che, nell'alveo degli indirizzi trattamentali propri di ogni singola realtà penitenziaria, si ritenga possano favorire il maggiore sviluppo delle potenzialità individuali.
Terzo Settore: attività Progettuali
Relativamente al ruolo primario del lavoro nell'attuazione del
trattamento penitenziario, è ritenuto opportuno favorire l'organizzazione di
lavorazioni all'interno ed all'esterno degli Istituti Penitenziari, da parte di
imprese pubbliche, private e del Terzo Settore così come anche previsto nel
Protocollo d'Intesa per la gestione di progetti integrati di reinserimento per
detenuti, sottoscritto dal Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria e la
Cooperazione il 24/07/1998, in attuazione dell'art. 20 della legge 26 luglio
1975, n. 354, modificato dall'art. 2 della legge 12 agosto 1993, n. 296.
Individuazione di forme idonee di programmazione nell'ambito dei nuovi
progetti di edilizia penitenziaria; Supporto per l'individuazione dei nuovi servizi penitenziari (nuove sedi
per i Centri di Servizio Sociale Adulti); Avvio di studi Studi di fattibilità per sezioni a custodia attenuata, con
il tramite di collaborazioni esterne; Predisposizione di un programma per la realizzazione della casa
mamma-bambino sita sul territorio del Comune di Milano; Predisposizione ed attivazione di uno Studio di fattibilità per la
realizzazione di una struttura residenziale idonea a minori con patologie
psichiatriche; Realizzazione di una Comunità di transito preso il Comune di Milano per minori extracomunitari coinvolti nel circuito penale;
Sperimentazione di risorse abitative con forme di affitto sociale per
ammessi a misure alternative e scarcerati; Verifica ampliamento progetto "mille alloggi" e accesso a tutti gli operatori.
Per dare attuazione a quanto sopra esposto le parti si impegnano alla realizzazione del complesso delle iniziative e degli interventi in collegamento alla Programmazione economica finanziaria 2002/2004, attuando forme di immediata collaborazione e di stretto coordinamento, utilizzando appieno ed in tempi rapidi tutte le risorse a disposizione, rimuovendo ogni ostacolo procedurale in ogni fase di attuazione dell'accordo stesso.
Personale
e servizi
Programmazione e valutazione Verificare gli interventi concretamente posti in essere in attuazione del
presente accordo, allo scopo di segnalare eventuali ridondanze, carenze,
sovrapposizioni, diseconomie o disfunzioni degli interventi stessi o nelle
loro procedure o modalità operative; Valutare lo sviluppo e l'integrazione del sistema territoriale attraverso
una valutazione di qualità e contestuale verifica delle prestazioni e degli
standards quali-quantitativi dei servizi stessi; Presentare periodiche relazioni e procedere alla stesura annuale del
documento così come previsto nel capitolo 13 del protocollo di intesa
fornendo indicazioni per la modifica, l'integrazione del presente accordo. Procedere con cadenza annuale altresì all' invio formale della
documentazione di cui al precedente punto alla Magistratura di sorveglianza
e alla Magistratura minorile acquisendo pareri, proposte e sollecitazioni. Individuare forme idonee per rendere disponibili le banche dati.
Quale conclusione del presente Accordo Quadro le parti concordano nel
ritenere lo stesso e i suoi contenuti come uno strumento importante e
reciprocamente vincolante, ma aperto, nel senso che deve ritenersi possibile
effettuare sullo stesso progressive integrazioni, conseguenti al procedere
dell'esperienza o ad emergenti e necessarie contingenze ed opportunità.
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