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Un difensore civico per i detenuti
Il Gazzettino, 8 aprile 2004
Anche a Padova comincia a farsi strada, nel dibattito politico del centrosinistra, la proposta di un difensore civico dei detenuti. Ancora nella scorsa legislatura un progetto di legge in materia é stato depositato in entrambi i rami del Parlamento. Intanto, a livello locale, é già partita una sorta di anticipazione-sperimentazione da parte di alcune amministrazioni comunali: per primi, i Comuni di Roma e di Firenze hanno istituito - con propria delibera - la figura del "Garante dei diritti delle persone private della libertà personale". Queste esperienze poggiano su norme giuridiche sancite nella nostra Costituzione e nelle grandi Carte delle Nazioni Unite, cui l'Italia ha aderito: il lavoro, la salute, l'integrità personale, l'istruzione, la religione, le relazioni affettive sono diritti universali che non ammettono eccezioni; a tutti devono essere garantiti, per tutti devono essere previste forme di tutela specifica. Nella mia esperienza di insegnante, a contatto con il volontariato che lavora nel carcere, ho potuto constatare che anche nelle realtà carcerarie che potremmo definire "buone" questi diritti universali rischiano di essere esposti, particolarmente per quanto attiene ai tempi d'attesa delle visite specialistiche e dei ricoveri ospedalieri e all'eterno problema del lavoro. Il Garante delle persone private della libertà personale può porsi efficacemente come il tramite tra l'amministrazione penitenziaria e l'autorità pubblica per tutte quelle competenze di cui l'autorità pubblica é titolare. Tra queste, la tutela e la promozione delle pari opportunità per i soggetti più deboli, di cui, indubitabilmente, le persone private o limitate nella libertà personale, per condizione oggettiva, fanno parte. Dunque, il Difensore civico dei detenuti può essere una delle tante proposte che arricchiscono il programma del centrosinistra per il governo della città.
Patrizia Cibin
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